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domenica 11 settembre 2011

LA PROVA DEL NOVE

Occhi bene aperti, cuore e cinismo. Aspettando la freschezza atletica, l'unica cosa che per ora il Messina non ha. Ma nella tana dell'Acri la pattuglia di Pensabene oggi vuole far punti. Con o senza birra nelle gambe, importa poco. Bisogna mettere altro fieno in cascina, per trasformare i proclami in sostanza, per lanciare un altro messaggio alle rivali.
Il Messina "grandi firme", che un mesetto fa sembrava destinato a scomparire, oggi è la squadra da battere. Un miracolo calcistico, una di quelle imprese d'altri tempi, con la forza del cuore e il coraggio di un nugolo d'imprenditori (guidati da quel genialoide di Manfredi) e dello zoccolo duro dei tifosi.
 Quelli che il Messina non lo hanno abbandonato mai, quelli che hanno urlato in faccia al loro sindaco di avere sbagliato a infischiarsene per troppo tempo della squadra di calcio. E in una città che ha perso quasi tutto, intristita e accartocciata su se stessa, un po' di sano entusiasmo dietro un pallone non fa male a nessuno. Senza offesa per i tromboni che snobbano tutto e tutti, pronti poi a salire sul carro quando sarà addobbato.



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