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giovedì 30 maggio 2013

SCOMMETTIAMO CHE...

Franza non è Caino, quindi ben venga (se dovesse accadere) un bel contratto di sponsorizzazione con il Messina calcio. Parola di Vincenzo Lo Monaco, direttore generale addetto al marketing, intervenuto martedì sera alla trasmissione "A Tutto Campo" su Radio Messina International, condotta dal collega Pietro Di Paola.
Il figlio del patron, a proposito dell'intervista che Pianeta Messina ha realizzato con Pietro Franza (coperto d'insulti nei vari social network e con qualche tiratina d'orecchie per noi), ha forse deluso chi si aspettava, mosso ancora dalla rabbia per ciò che il gruppo Franza ha combinato 5 anni fa, un "no", un "ni" o magari un "sì" a denti stretti a una precisa domanda del collega Di Paola. Cosa  farebbe l'Acr Messina se i Franza volessero dare una mano sotto forma di sponsor? Secca, chiara e a getto la risposta. "Diremmo subito di sì. I Franza avranno fatto tutti gli sbagli di questa vita, ma di Caino ce n'è uno solo". Se si tratta di sponsor, quindi, nessuna remora. Sono soldi che fanno comodo, che servono in questa fase di crescita societaria, ora che i costi aumentano e c'è bisogno di nuova linfa. Perchè Pietro Lo Monaco, ricordiamolo, non è lo sceicco di turno che butta petrodollari dalla finestra e se c'è il proprietario di una nota Agenzie di scommesse (sponsor del Messina) che detiene il 20% delle quote della società dei Lo Monaco, un motivo ci sarà. Sono soldi che servono.
L'intervista a Pietro Franza, ovviamente, ha scatenato un putiferio, ma anche un dibattito tra i tifosi. Pianeta Messina, lo ricordiamo ai più distratti, in questi anni non ha risparmiato critiche feroci all'ex presidente della A e della fine ingloriosa del Messina, al fratello Vincenzo e alla mamma Olga, capaci di dilapidare un patrimonio calcistico con scelte infelici e attorniandosi di collaboratori "prestati" al mondo del pallone. A completare l'opera, una classe politica sorda (specie il Consiglio comunale) ai tentativi di migliorare le condizioni dello stadio ("Lì ci hanno tagliato le gambe, ci hanno massacrati", ha ricordato Pietro Franza) e di fare business (con un indotto per la città) sull'onda lunga della Serie A.
Oggi si torna a parlare di stadio, di "onda lunga" sotto l'effetto Lo Monaco, di nuove risorse (amichevoli, merchandising) da intercettare per le casse dell'Acr Messina. E si parla della classe politica che verrà. Perchè dopo il voto, e con il nuovo sindaco di Messina in sella, stavolta niente più scherzi (specie in Consiglio comunale), perchè con un tipo come Pietro Lo Monaco e il fiatone dei tifosi sul collo non conviene fare troppe manfrine. Scommettiamo?
PIANETA MESSINA

domenica 26 maggio 2013

PIETRO FRANZA: "STIMO LO MONACO, CONOSCE IL CALCIO"

Il telefonino squilla, Pietro Franza risponde. "Sì? Chi è?". Tutto, forse, si sarebbe aspettato. Tranne una chiamata per parlare di calcio, cinque anni dopo quel "terremoto" che portò alla rinuncia d'iscrivere la squadra al campionato di Serie B. Cinque anni dopo, riascoltiamo la voce dell'ex presidente del Messina. E a quei tifosi che salteranno dalla sedia, sospettando chissà cosa e maledicendo questa nostra telefonata, diciamo subito una cosa. Dietro questo "contatto" con Pietro Franza non c'è un bel nulla. Niente di losco, nulla di studiato, ma solo il tentativo di capire come lui, il presidente prima osannato e poi vituperato, ha vissuto questi anni senza calcio e con tanti "nemici" in città: i tifosi del Messina. E' la prima volta che Pietro Franza, in esclusiva per Pianeta Messina, parla dopo quell'estate bollente (luglio 2008) che segnò la pagina più triste del calcio negli ultimi 20 anni.
- Ci dica la verità Pietro Franza, a distanza di cinque anni, pentito di quella decisione di rinunciare alla Serie B?
"Abbiamo fatto una scelta dolorosa ma inevitabile. Giusta o sbagliata che sia, in quel momento era l'unica che potevamo fare".
- Ma non era meglio, piuttosto che sprofondare in Serie D, iscrivere la squadra al campionato cadetto anche sapendo che saremmo retrocessi? L'anno seguente ci saremmo ritrovati sempre in Lega Pro...
"Non è così. Lei immagina cosa avrebbero fatto i tifosi con un campionato di Serie B a perdere? Sarebbe successo il finimondo".
- Vabbè, ma in alternativa avete offerto agli stessi tifosi un campionato dilettantistico. E non è il massimo della vita.
"E' vero. Però era l'unica strada percorribile per salvare il titolo sportivo, sgravarci da un fardello ormai insostenibile e ripartire da lì per tornare piano piano in alto, come hanno fatto altre società prima di noi".
- Poi, però, la società è fallita. Questo non l'avevate messo in conto...
"Siamo stati l'unica società di calcio, in Italia, dichiarata fallita in due mesi. Una cosa strana".
- Ma se ai tempi della Serie A avesse avuto in società Pietro Lo Monaco, come sarebbe finita?
"Pietro Lo Monaco è una persona che sa di calcio. A chi non avrebbe fatto comodo averlo con sè? Dove ha lavorato ha fatto sempre ottime cose e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In quel periodo, però, lavorava per il Catania".
- Ora è il padrone del Messina. Strana la vita, l'avrebbe immaginato cinque anni fa?
"Beh, nel calcio tutto può succedere. Mi fa piacere che adesso il Messina sia guidato da una persona esperta, che ripeto conosce il calcio e le sue dinamiche. Lo conosco e lo stimo".
- Tornerebbe a fare calcio a Messina proprio con Pietro Lo Monaco?
"Come? Non sento più bene, sono a una festa di compleanno. Cosa ha detto?".
Fine della telefonata.
PIANETA MESSINA

sabato 25 maggio 2013

I VERI AMICI DI ROBERTO

I tifosi della Curva Sud che stamane hanno manifestato davanti alla scuola "La Pira"
Roberto ha la fortuna di avere tanti amici e tra questi i suoi compagni di avventura in Curva Sud. Ma Roberto, a scuola, anzi in classe, non ha gli stessi amiconi che invece ha trovato allo stadio. E stamane, davanti alla scuola "La Pira", i suoi veri amici tifosi della Curva Sud hanno manifestato per lui, per Roberto, un tifosissimo del Messina, che giorni fa ha dovuto scoprire, purtroppo, che in quella classe gli avevano "nascosto" di avere organizzato una gita scolastica. Roberto, per qualche "scienziato" dell'era moderna, era di troppo, avrebbe creato qualche problema. Una storia antipatica, ma con un finale dolce. Perchè quegli striscioni e l'affetto dei fantastici amici della Curva Sud valgono il doppio di qualsiasi gita. Ciao Roberto e forza Messina.

venerdì 24 maggio 2013

IL DS FERRIGNO: "FAREMO CINQUE-SEI ACQUISTI. RICCHIUTI? CERTI ACCORDI O SI FANNO SUBITO... "

Il telefonino del ds Ferrigno piuttosto "bollente" in questi giorni (Foto Fabrizio Pernice)
Cinque barra sei acquisti. Il 70% della squadra verrà riconfermata. Queste, per ora, le due certezze.  Parola di Ferrigno, il ds che d'intesa con la proprietà sta già muovendosi da un mesetto per "ritoccare" il Messina, infilando qualche cavallo in più nel motore.
"E' una fase di studio - racconta Ferrigno - i nostri tifosi devono stare sereni. Per ora ci sono tante variabili che rendono il mercato un po' strano. Bisogna muoversi con molta attenzione".
- Ma la lista della "spesa" ce l'hai in tasca. Ci dici, almeno, quali sono i ruoli da coprire con i cinque-sei nuovi arrivi?
"Beh, riguardano tutte le zone del campo. Partirei da un centrale difensivo, poi due interni di centrocampo, qualche esterno alto e bravo e una punta di valore".
- E fin qui ci siamo. I tifosi hanno già l'acquolina leggendo e sentendo alcuni nomi. Partiamo da Ricchiuti. Voi ci avete provato per primi, però ci sembra che la cosa stia sfumando.
"Come hai detto, siamo stati i primi a contattarlo chiedendogli se voleva venire a fare quest'esperienza con il Messina. Però queste trattative o si chiudono subito o sono destinate a non andare in porto. E' normale che il calciatore valuti altre offerte, perchè scendere dalla A alla Seconda Divisione, anche se si tratta di una piazza come Messina, non è mai facile per un giocatore".
- Da Cosenza è saltata fuori questa ipotesi Mosciaro. Ma lo stesso giocatore ci ha detto che voi non l'avete neanche cercato.
"Confermo, anche se Mosciaro è un giocatore che piace, ma noi per ora abbiamo altre priorità. Poi, nel calcio e soprattutto quando parliamo di calciomercato, mai dire mai. La rivalità con l'attaccante del Cosenza, per noi, è già finita".
-  Hai letto gli altri nomi che circolano?
"Beh, è normale che in questi giorni saltino fuori tanti nomi. In qualche caso, lo sapete, ci sono stati dei contatti ma per ora mi fermerei qui. Stiamo lavorando per puntellare bene l'organico, facendo gli innesti giusti al posto giusto".
- L'ossatura della squadra, l'avete ribadito, non sarà intaccata. Ma potrebbe esserci qualche "divorzio" inaspettato?
"Con alcuni giocatori abbiamo già parlato, definendo già un accordo per la loro riconferma. Con altri dovremo incontrarci e vedere un po' se ci sono i presupposti. Noi, comunque, confermeremo almeno il 70% dell'organico".
PIANETA MESSINA

giovedì 23 maggio 2013

MOSCIARO: "IL MESSINA? E PERCHE' NO?"

Il bomber del Cosenza Mosciaro ha smentito di essere stato contattato dal Messina
Spifferi, ipotesi, contatti più o meno ufficiali. Nella ridda di voci che si accavallano in questi giorni sui volti nuovi che arricchiranno il neo promosso Messina, ce n'è stata una, sponda Cosenza, che riguarda il bomber Mosciaro. Una notizia, per certi versi, non notizia. Per il semplice fatto che, come ha fatto sapere oggi lo stesso Mosciaro a Pianeta Messina, nessuna richiesta è stata avanzata finora dal Messina per portare in riva allo stretto il capocannoniere  (27 reti) del girone I della D.
"No, non mi ha chiamato nessuno del Messina. Ho letto anch'io qualcosa su un presunto interessamento nei miei confronti, ma per ora nessuno ha contattato il mio procuratore, nè il sottoscritto".
- Ma Mosciaro sa già dove giocherà il prossimo campionato?
"Ho avuto alcune richieste, è normale, ma per ora mi sto guardando intorno. Sto aspettanto la Nocerina, vediamo come finirà, dipende anche dai play off che deve disputare".
- Quindi Mosciaro più lontano dal Cosenza?
"Ancora non lo so. Dipende dai programmi della società. Per ora non conosco quali sono le reali intenzioni, ma se ci saranno le condizioni ideali potrei anche decidere  di restare".
- Torniano al Messina. Se dovesse arrivarle una telefonata?
"La prenderei in considerazione, perchè no? Messina è una piazza importante, c'è una società ben organizzata, quest'anno c'è stata solo una rivalità sportiva che per me è già finita. Io in base a ciò che mi viene proposto sceglierò dove giocare il prossimo campionato". 
PIANETA MESSINA

martedì 21 maggio 2013

LAGOMARSINI E MENNELLA "GUARDIANI" ALLO SPECCHIO

Lui, Luigi Mennella, 38 anni, portiere dell'Ischia. Giudicato il migliore della Serie D. Solo 11 reti subite in 29 partite tra i pali. L'altro, Ettore Lagomarsini, 20 anni, custode dei pali del Messina, il più bravo del suo girone. In 30 gare di campionato, 22 le reti incassate. Messina-Ischia ce li ha offerti di fronte, in una sfida a distanza che ha fatto capire una cosa. Se il match non è finito con una goleada c'è lo zampino di questi due portieri. Un cocktail di esperienza e gioventù, due generazioni a confronto, ma una cosa in comune. Sono bravi.
E Pianeta Messina ha pensato di metterli allo specchio, per conoscersi meglio, dopo le pacche sulle spalle di rito che i due portieri si sono scambiate a fine gara domenica al "S. Filippo".
- Iniziamo da lei, Mennella, non per anzianità. Un voto a Lagomarsini?
"Per quello che ho visto domenica gli darei un bel sette. E' un voto alto, perchè Lagomarsini è un ottimo giovane, con tanti margini di miglioramento. A fine gara ne ho parlato con il mio amico Vincenzo Di Muro, che è stato mio compagno di squadra nel campionato 96-97 con la maglia dell'Ischia. Io ero il secondo portiere, lui era il titolare. Sono d'accordo con Di Muro su Lagomarsini, ha tutte le doti per arrivare molto in alto".
- Hai sentito Lagomarsini? E tu che voto dai a Mennella?
"Gli darei un otto. Mi ha impressionato la sua personalità in campo. Sull'1-1 ha fatto una grande parata su Corona, poi è stato determinante anche sulle conclusioni di Chiaria e Pedro".
L'uscita disperata dell'ischitano Mennella su Corona (Foto Fabrizio Pernice)
- La parata più tosta, secondo Lagomarsini, è stata quella su Corona. Merito solo suo o Re Giorgio poteva fare di più?
"Credo che quella parata sia più merito mio. Sono rimasto in piedi fino all'ultimo, perchè in quei casi l'attaccante tende a incrociare il tiro da sinistra verso destra. Non mi sono tuffato in anticipo, chiudendo così lo specchio della porta a Corona".
- Però, un errore a Messina l'ha commesso.
"Sì, è stato quel pallone che non ho bloccato in uscita dentro l'area. Chiaria me lo ha soffiato e poi Corona ha tirato a botta sicura, ma Tito ha salvato sulla linea. In quell'azione ho sbagliato, può capitare".
- Hai visto, Ettore, anche il miglior portiere della D può sbagliare. E tu, domenica scorsa, una paperetta l'hai fatta?
"Ho sbagliato quel rinvio nel secondo tempo. La palla stava arrivando a un avversario, per fortuna non ho combinato un guaio".
- E su quella punizione di Mattera?
"Sul gol dell'Ischia la barriera si è aperta. Poi, a parte la bravura di Mattera, perchè non ho mai visto un tiro così bello dalla distanza, c'è stata una leggera deviazione di Chiaria che credo sia stata determinante".
- Torniamo a lei, Mennella. Ci racconta la sua sua parata più bella che ha sfoderato in campionato?
"La più difficile e anche molto importante l'ho fatta a Taranto. Eravamo in vantaggio 1-0, grazie anche a quella parata poi abbiamo vinto".
- Stessa domanda per te Ettore.
"La parata più bella? Ce ne sono state due.  Ricordo quelle di Agropoli e Cava dei Tirreni, entrambe su calci di punzione. Tra le due scelgo la parata di Agropoli. Il tiro di Ragosta era molto forte e la palla era indirizzata all'incrocio dei pali".
- Mennella miglior portiere della D. Tu ti senti di essere stato il secondo più bravo dei nove gironi?
"Intanto faccio i complimenti a Mennella perchè è stato un premio meritato. Alla fine contano i gol subiti. Lui ne ha incassati veramente pochi e quindi è stato il migliore di tutti. Io non conosco i portieri degli altri gironi, quindi non ti so dire se sono stato il più bravo, ma nel mio raggruppamento mi sento il primo".
- Ha sentito Mennella? Anche per Lagomarsini scettro strameritato.
"Lo ringrazio. Ho fatto un ottimo campionato, ma il merito va dato a tutta la squadra. Aver incassato solo 11 reti nelle 29 gare che ho disputato credo sia uno score da record".
- Ma lei, all'età di Lagomarsini, era già così bravo?
"No. E' molto più bravo lui. Ma oggi i giovani portieri hanno la fortuna di avere dei preparatori che accelerano il processo di crescita. Quando iniziai la mia carriera, da giovanissimo, nel Lacco Ameno, non c'era questa figura di supporto. A quei tempi si era più autodidatti".
- Lagomarsini, sottoscrivi? Di Muro ti ha fatto crescere in questi mesi.
"Devo molto al mio preparatore, grazie a lui sono cresciuto. Ho acquisito più esperienza, anche se devo ancora migliorare".
- In cosa, ad esempio?
"Un po' in tutto. Ma in particolare nel fare i rinvii dal fondo".
- Ha visto Mennella? E' un giovane, bravo, che già conosce l'umiltà...
"Questo è importante. E' fondamentale per arrivare in alto. I giovani devono lavorare tanto e non farsi distrarre da fattori esterni. Lagomarsini ha i numeri per giocare in categorie superiori alla Lega Pro, ma dipende solo da lui".
- Lei, invece, si sente ancora un ragazzino. Ma un portiere a 38 anni fa già due conti su quando smettere?
"Finchè avrò voglia di allenarmi giocherò a calcio. Sono ischitano, gioco nella squadra della mia terra e questo mi dà tanti stimoli. Quindi per ora penso solo al prossimo campionato".
- Ettore, pensi di riaffrontare in Lega Pro Mennella con la maglia del Messina? 
"Non dipende solo da me, lo sapete. Comunque sono ottimista, perchè mi piacerebbe restare con il Messina. Ora tocca alle due società trovare un'intesa. Loro sanno cosa fare. La mia volontà è di restare e crescere ancora qui, con la maglia del Messina".
PIANETA MESSINA 

lunedì 20 maggio 2013

TISCIONE, QUASI FATTA

Il bomber  Tiscione (Foto F.Pernice)
Il nuovo Messina è già in cantiere. Manca solo la firma per l'ingaggio del bomber Filippo Tiscione. Un acquisto gradito dalla tifoseria peloritana che in questa stagione, nonostante la rivalità con il Cdm, ha un po' invidiato alla formazione guidata da Rando le doti del funambolico attaccante palermitano. Tiscione, 28 anni, 13 reti con il Cdm, ha già dato la propria disponibilità ad approdare nel Messina. Il ds Ferrigno, contattato questo pomeriggio da Pianeta Messina, ha confermato che la trattativa è ormai a buon punto. Manca, come detto, solo la firma del calciatore, assistito dal suo procuratore Pecoraro che ha già incontrato nei giorni scorsi il direttore sportivo peloritano. Per l'ufficializzazione del contratto che legherà Tiscione alla formazione guidata da Catalano, bisognerà aspettare l'apertura delle liste di trasferimento prevista a giugno.
PIANETA MESSINA

domenica 19 maggio 2013

PARI IN TUTTO, MA ELIMINATI

L'esultanza di Roberto Chiaria che dopo il gol  indica il proprio attaccamento alla maglia 

Peccato. La qualificazione era lì, a un passo. Ma alla fine è l'Ischia a sorridere, pur chiudendo il mini girone con gli stessi punti del Messina. Un pareggio che ci può stare, anche se dopo il gol di Chiaria nella ripresa, i peloritani hanno avuto due match-ball per ribaltare il risultato. Tanto di cappello, comunque, all'Ischia, che ha confermato al "S. Filippo" il valore di un organico che sa ciò che vuole.
Ischia aggressivo, capace di confezionare almeno tre palle gol nei primi 19 minuti. Il Messina è lì, un po' compassato, ma pronto a ripartire approfittando degli spazi che i campani, a trazione anteriore, inevitabilmente concedono. Partita tosta per i peloritani, che al 10' rischiano di capitolare, ma è bravo Lagomarsini a disinnescare con i piedi un "face to face" con Masini. L'ischia insiste e sette minuti dopo punge ancora, stavolta con Longo che in semigirata costringe Lagomarsini a respingere con i pugni. E mentre gli inesauribili tifosi della Curva Sud non smettono un attimo di cantare, l'Ischia non smette di attaccare. Ma è su punizione, stavolta, che i campani "bussano" per la terza volta dalle parti di Lagomarsini, ancora una volta bravo a mettere i pugni.
Il colpo di testa  vincente di Chiaria. E' il gol del pareggio siglato nella ripresa
E qui finisce la sfuriata gialloblù. Il Messina si ricompatta e prova a cambiare l'inerzia della gara. E ci riesce, visto che prima Bucolo (tiro parato), poi Ferreira e Chiaria in contropiede creano i primi grattacapi alla difesa campana. Ma nel momento migliore del Messina, a sorpresa, arriva il vantaggio dell'Ischia, con un missile terra-aria dello specialista Mattera che da una trentina di metri trafigge Lagomarsini. Brutta tegola per il Messina, mentre fa festa il drappello di tifosi ischitani appollaiati nello spicchio del settore ospiti.
Ripresa a tinte forti, con l'Ischia che sfiora subito il raddoppio (tiro cross di Tito, Longo non arriva per un peletto), ma da questo momento il Messina esce gli artigli e per l'Ischia son dolori. Primo "squillo" con Corona che si avventa come un falco su un cross (punizione di Quintoni), ma la sfera sorvola la traversa. E al 60' arriva il pareggio. Ed è il gol dell'ex.
Chiaria, appostato al centro dell'area, incorna su un traversone calibrato di Quintoni dalla sinistra. Nulla da fare per il portiere Mennella. La partita diventa bellissima, perchè le due squadre si allungano, alla ricerca del gol vittoria. Va in onda, così, il festival delle occasioni. Inizia l'Ischia con Galizia (tiro alto), replica il Messina al 69', con Corona che solo davanti alla porta (Mennella fuori causa dopo aver perso palla) si fa respingere da Tito (la prossima stagione forse al Catania) quasi sulla linea, il tiro a botta sicura.  Capovolgimento di fronte e riecco l'Ischia pericoloso, stavolta con Masini, ma Lagomarsini c'è.
Anche contro l'Ischia Bucolo ha fatto valere le sue doti di combattente
Passano quattro minuti e il Messina sfiora nuovamente il vantaggio, ancora con Corona, che su assist di Guerrera, si trova davanti al portiere che compie un miracolo, respingendo alla disperata. Ma non è finita, perchè sui titoli di coda prima Galizia si divora il raddoppio dell'Ischia, poi Chiaria in rovesciata costringe il portiere ischitano a mettere una pezza. L'ultimo acuto di un secondo tempo pirotecnico, è dei campani con Masini, ma ancora una volta Lagomarsini (che ha vinto la sfida a distanza con Mennella, giudicato il miglior portiere della D) evita il gol con uno scatto felino. Poi nulla più e al triplice fischio del signor Maggioni, scatta l'applauso per i ragazzi di Catalano che nella ripresa hanno tenuto testa alla mini corazzata Ischia.
PIANETA MESSINA
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sabato 18 maggio 2013

"SE BATTIAMO L'ISCHIA... "

Catalano pensa come eliminare nella poule scudetto il temibile Ischia (Foto Fabrizio Pernice)
Forse, per la prima volta, il Messina non parte favorito al "S. Filippo". E se gli facciamo notare questa cosa, l'imperturbabile Catalano una smorfietta la fa. "L'Ischia è una squadra forte, lo sappiamo, ma che sia più forte di noi non lo so. Dovrà dimostrarlo in campo. Noi giochiamo al S. Filippo, davanti ai nostri tifosi, ai quali vogliamo regalare un'altra soddisfazione".
- Messina-Ischia vale una semifinale, ma tutti dicono che è la vera finale di questa poule.
"Sottoscrivo. Anche se non conosco bene tutte le altre squadre che hanno vinto i rispettivi gironi, credo che Messina e Ischia abbiano qualcosa in più".
- Due difese arcigne, le più solide della D. Ma questa partita rischia di finire 0-0?
"Non credo. Sia noi che loro cercheremo di vincere. Sarà una partita tirata, a viso aperto, ce la giocheremo alla pari. Loro, in avanti, hanno giocatori temibili, però anche l'Ischia deve temere i nostri attaccanti".
- Confidi nella voglia di rivalsa di Chiaria? Per lui segnare all'Ischia avrebbe il sapore della "vendetta".
"Roberto è molto carico, ma come lui tutta la squadra. Lui non deve dimostrare niente all'Ischia, conosciamo il suo valore. E' venuto qui a gennaio, ha segnato dieci reti, si è inserito benissimo. A Messina ha trovato le condizioni ideali che forse non ha avuto a Ischia. Noi Chiaria ce lo teniamo stretto. Se segnerà lui il gol partita tanto meglio per Roberto e per il Messina".
La pazzesca scenografia in Curva Sud per salutare il ritorno del Messina tra i professionisti (Foto F. Pernice)
- In quest'ultima "fatica" al S. Filippo c'è in ballo una semifinale per lo scudettino. Vuoi dire qualcosa ai tifosi indecisi, magari tentati da una tintarella al mare?
"Lo zoccolo duro, quello che ci è stato sempre vicino, non ha bisogno di appelli da parte mia o della squadra. Agli altri dico di darci una mano, di venire allo stadio, perchè l'Ischia è certamente l'avversario più forte di quelli che abbiamo affrontato finora al S. Filippo, Cosenza compreso".
- Anche perchè, se si elimina l'Ischia il cammino verso il tricolore e quindi la disputa della Coppa Italia Tim, sarebbe in discesa.
"Appunto. Sono sicuro che i nostri tifosi verranno in gran numero a darci una mano. Per la prima tintarella c'è tanto tempo".
PIANETA MESSINA
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venerdì 17 maggio 2013

ISCHIA "OSPITE" DEL CATANIA "NON TEMIAMO IL MESSINA"

Campilongo, allenatore dell'Ischia (Foto Franco Trani)
Il ds Ferrigno, napoletano purosangue, l'ha bollata come la vera finale di questa poule scudetto della D. E un altro napoletano, Salvatore Campilongo, allenatore dell'Ischia, contattato da Pianeta Messina, sottoscrive senza pensarci un attimo. "I numeri parlano chiaro. Con 86 punti abbiamo ammazzato il campionato. Il Messina ha dominato il suo girone, domenica si troveranno di fronte due squadre forti che si affronteranno a viso aperto. Sia noi che loro vogliamo conquistare la semifinale, sarà una bella partita".
- A voi basta un pareggio. Che Ischia dobbiamo aspettarci?
"Giocheremo per vincere, rispettiamo il Messina ma non abbiamo paura. Facciamo un buon calcio, aggressivo con il nostro 4-3-3 che punta molto sugli esterni d'attacco. Anche se un pari ci basterebbe per passare il turno, non ci piace fare troppi conti. Quindi faremo una partita a viso aperto, anche se di fronte avremo un avversario esperto, con giocatori importanti. Tra questi Ignoffo che ho avuto a Foggia".
- E a proposito di suoi ex, domenica ritroverà Chiaria. Secondo lei avrà il dente avvelenato?
"Roberto lo conosco bene. Con noi è stato un po' sfortunato. In estate si è infortunato a una caviglia in un'amichevole a Todi. Nel frattempo, la società per cautelarsi ha ingaggiato Cunzi e Roberto forse questa cosa l'ha un po' patita. Ha un carattere particolare, si deve sentire coccolato, importante. Comunque sono contento che a Messina si sia subito riscattato. Non mi sorprendono le sue dieci reti, è un  giocatore che se messo nelle condizioni ideali può essere devastante".
- Ora, domenica, non avrà Cunzi squalificato e si ritroverà di fronte Chiaria.
"E' un peccato per Cunzi, ma ci sarà Galizia al suo posto. Un giocatore che mi dà altrettante garanzie in attacco".
- E'  vero che sarete ospiti del Catania, nel centro sportivo di Torre del Grifo, dove resterete in ritiro?
"Sì, partiremo con la nave e arriveremo a Catania sabato mattina. Faremo la rifinitura nel pomeriggio nel centro sportivo di Torre del Grifo su invito del Catania calcio. Domenica mattina ci trasferiremo a Messina".
- Ma com'è nato questo feeling con la società etnea?
"Credo che sia legato ai buoni rapporti di mercato tra il nostro ds Crisano e quello del Catania Bonanno".
- Quindi c'è all'orizzonte anche qualche "affare"?
"Penso di sì. Ad esempio, credo che il nostro terzino sinistro, Tito, il prossimo campionato vestirà la maglia del Catania".
PIANETA MESSINA
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mercoledì 15 maggio 2013

MESSINA-ISCHIA, UNA SFIDA CON IL SAPORE DA FINALE

Il gol del momentaneo vantaggio dell'Ischia, firmato da Mattera (Foto Enzo Corbino)
Il pari tra Ischia e Torres non sposta di un centimetro ciò che dovrà fare il Messina domenica, al "S. Filippo", per conquistare la semifinale della poule scudetto. Cioè vincere, quindi battere l'Ischia, formazione temibile, autentica scacciasassi del girone H. Il pareggio di oggi (1-1), per certi versi a sorpresa, non cambia molto le cose per i giallorossi, che per una serie di incastri, ha un solo risultato disponibile per far fuori le due contendenti. 
Dopo lo zero a zero con il Messina, la Torres strappa un pari nella "tana" dell'Ischia. L'uno a uno finale, che rinvia il discorso qualificazione all'ultima sfida in programma tra Messina e Ischia e che quasi condanna la formazione sassarese, è maturato grazie alle reti di Mattera per i padroni di casa e Migoni per i rossoblù. Indiscusso protagonista del match il portiere della Torres Secchi, che ha parato un calcio di rigore ed è stato protagonista, con la squadra rimasta in inferiorità numerica per l'espulsione di De Carlo, di una serie di interventi davvero prodigiosi.
PIANETA MESSINA
Il rigore respinto dal portiere della Torres, Secchi, che ha negato la vittoria all'Ischia (Foto Franco Trani) 

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lunedì 13 maggio 2013

FATEGLI UN APPLAUSO

Gli ammirevoli tifosi del Messina al "Vanni Sanna", nella lontana trasferta di Sassari 
Giù il cappello. Tifosi fino al midollo, da applausi, con il sangue giallorosso nelle vene. Eccoli, una trentina, ma valgono i diecimila del "S. Filippo" . Per fede, coraggio, cuore. Sono piombati al "Vanni Sanna" di Sassari in una domenica assolata, mentre gli altri, tutti gli altri, se ne stavano in pantofole, in poltrona, davanti alla tv, per gustarsi comodi comodi il loro Messina.
Loro, invece, hanno portato un "pezzo" di tifo giallorosso in Sardegna, per non lasciare soli i ragazzi di Catalano nell'esordio della poule scudetto della D, l'unica cosa che piace ancora dopo avere dato un bel calcio all'inferno dei dilettanti.
I tifosi del Messina durante il soggiorno in un ostello di Cagliari
Vederli lì, in uno spicchio della curva sassarese, a sgolarsi per 90 minuti, li ha fatti eleggere i "tifosi dell'anno". Perchè sobbarcarsi una trasferta così rognosa, mettendo le mani in tasca, rinunciando alla più comoda visione davanti a uno schermo ultrapiatto, merita solo una standing ovation. E c'è qualche retroscena che val la pena svelare, per capire quanto vale, veramente, questo "sacrificio" da supertifosi. A Sassari erano rappresentati tutti i club: Gioventù Giallorossa, Uragano Cep, Testi Fracidi, Fedelissimi, Nocs e Lions. Sono arrivati a Sassari in due modi. Vi raccontiamo il viaggio più economico, ma anche più "folle" che una decina di tifosi ha intrapreso per seguire il Messina a Sassari. Partenza in auto, venerdì pomeriggio, destinazione Trapani-Birgi, dove alle 21 è decollato un aereo low-cost (circa 100 euro andata e ritorno) destinazione Cagliari.
Pernottamento nel capoluogo sardo in un ostello, noleggio di due auto e partenza domenica mattina alla volta di Sassari. Costo totale, alla faccia del risparmio, circa 250 euro a cranio. Ah, dimenticavamo. Mentre scriviamo di questa "pazzia" per il loro Messina, questi fantastici ragazzi sono ancora a Cagliari. Ripartiranno questo pomeriggio, con lo stesso aereo low-cost, con destinazione Trapani-Birgi. Da lì l'ultima sfacchinata, in  auto, fino a Messina, dove giungeranno solo in serata. Domenica al "S. Filippo", se li riconoscete, fategli un applauso.
PIANETA MESSINA
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domenica 12 maggio 2013

BUONA LA PRIMA


Corona, tra i più in palla, si fa spazio nell'area di rigore della Torres (Foto Mauro Chessa)
Al "Vanni Sanna" va in scena un Messina sornione, pronto a colpire, ma bravo ad anestetizzare una Torres che punta molto sulla velocità. Primo tempo con pochi bagliori, ritmo compassato, ma giallorossi che in avvio pungono subito con Cocuzza, che su imbeccata di Corona scocca un destro che costringe il portiere Secchi ad arrangiarsi con i piedi. Torres che soffre la tecnica dei giallorossi, superiori sul piano del palleggio. Così,  nella fase centrale del primo tempo, gli uomini di Catalano danno l'impressione di poter controllare il match, tentando anche il blitz nell'area rossoblù. Nuova fiammata giallorossa, quando Corona inventa un gran numero. La palla finisce tra i piedi di Parachì, ma il portiere Secchi sbroglia la matassa. Insiste il Messina, ancora con Corona che serve di misura Cocuzza anticipato di un soffio dall'estremo difensore sassarese.
E la Torres? Timida nella prima mezz'ora, la formazione di Bacci esce gli artigli poco prima del riposo. Prima con Idda, che su punizione dalla sinistra, si avventa come un falco sul pallone, spedendolo sull'esterno della rete. Ma l'occasione più ghiotta la Torres la confeziona al 42', con l'incornata del bomber Meloni che trova però uno strepitoso Lagomarsini a negare un gol quasi fatto. Un brivido per la difesa peloritana e per la trentina di coraggiosi supporter peloritani giunti nella lontana Sassari.
Ad inizio ripresa c'è uno squillo del Messina con Savanarola, che su assist del solito Corona, non trova lo specchio della porta, spedendo di poco alto. Sembra l'inizio di una sfuriata giallorossa, invece la gara torna sui binari dell'equilibrio, con azioni confuse e una Torres che non riesce a pungere.
La grinta di Quintoni in una fase d'attacco della Torres (Foto Mauro Chessa)
Catalano getta nella mischia Guerriera (al posto di Parachì) ed è il nuovo entrato, al 73', a sfiorare il gol del vantaggio con un pallonetto che non sorprende il portiere Secchi. La Torres soffre le ripartenze del Messina e tenta invano di scardinare l'attenta trequarti peloritana, ma riesce a pungere solo con un calcio di punizione di Manzini che Lagomarsini respinge in angolo. Nel finale Catalano gioca la carta Chiaria (gli dà il cambio Corona), ma è la Torres che crea un brivido alla difesa peloritana, con Bisogno che per fortuna spreca a lato da ottima posizione. Squadre un po' stanche nel finale, ma Messina che ha il merito di tentare il colpaccio, prima con Savanarola (il portiere costretto a uscire di testa fuori area) e con il portoghese Ferreira (subentrato a Cocuzza) che non calibra bene un pallonetto. La sfera sfuma a lato. Finisce con un buon pari, in vista della gara di domenica prossima con l'Ischia al "S. Filippo".
PIANETA MESSINA
Incursione di Totò Cocuzza nella trequarti della Torres (Foto Mauro Chessa)
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sabato 11 maggio 2013

IL PROFETA FATTO IN CASA "ORA SOTTO CON LA TORRES"

Catalano medita come uscire indenne dalla trasferta di Sassari, primo test della poule scudetto (Foto Fabrizio Pernice)
La sbornia è smaltita, ma la contaminazione è rimasta. L'effetto promozione c'è e si sente. Tifosi su di giri, c'è voglia di emozionarsi ancora, c'è fame di vittoria. Il libro delle emozioni è ancora aperto e l'appendice della poule scudetto può riservare un altro capitolo effervescente. Messina sul "pezzo", dunque, carico di adrenalina, pronto a battagliare ancora. Ma attenti alla Torres, una mezza incognita per il Messina, ma che merita rispetto. "Non si vince un campionato - spiega Catalano - se non hai grandi doti. Andremo lì anche per vincere, ma la Torres merita rispetto. Giochiamo in casa loro, staremo attenti all'inizio. Ci sarà una fase di studio, poi ce la giocheremo senza timori".
- Perchè, diciamolo, un pensierino allo scudetto della D l'avete subito fatto.
"Vogliamo misurarci in questa poule con altre squadre che hanno festeggiato come noi. Sono molto curioso, come i ragazzi, di vedere fino a che punto siamo bravi. Già questa trasferta non è come le altre. Viaggio in aereo, partenza anticipata, troveremo un campo che non conosciamo. Però è tutto più intrigante".
- Hai già studiato la Torres. Somiglia un po' al Messina?
"In un certo senso sì. Hanno due esterni molto rapidi e un attaccante, Nuvoli, in appoggio alla prima punta Meloni, da tenere d'occhio visto che ha realizzato in campionato, se non sbaglio, ben 21 reti".
- Sulla carta vi sentite, però, più forti. Guardando lo score del loro girone sembra di sì?
"Il fatto che abbiano fatto meno punti di noi e che nel nostro girone, con 68 punti, sarebbero arrivati terzi, significa poco. La Torres ha vinto in un girone difficile, contro squadre ben attrezzate come Turris, Casertana e la stessa Sarnese che è arrivata seconda. Quindi credo che tra noi e la Torres non ci sarà molta differenza in campo. Poi, in una gara secca, certe differenze potrebbero anche non esserci".
Il dg Lo  Monaco e il ds Ferrigno domenica scorsa prima della festa al "S. Filippo" (Foto F. Pernice)
- Fresco di promozione e i titoloni che ti sono piovuti addosso. Che effetto fa?
"Una grande gioia. Per me è un onore allenare questa squadra. E non è facile, credetemi, lavorare in una realtà così grande come Messina. E' la squadra della mia città e io sono il primo tifoso di un gruppo così importante che ho la fortuna di allenare. Sono orgoglioso di questi ragazzi".
- Pensando a Franco Scoglio, anch'egli profeta in patria, che chiamava i suoi giocatori "i miei bastardi", c'è qualcuno dei tuoi calciatori che per lo spirito ti ricorda i Romolo Rossi, Bellopede, Catalano?
"Direi di sì. Ce ne sono tanti, perchè questa maglia l'hanno sudata tutti. Le ultime immagini del campionato, con quella festa inscenata dai calciatori, hanno fatto capire che tipo di persone ho avuto a disposizione. Un grande merito devo darlo al nostro direttore sportivo Ferrigno che ha scelto soprattutto uomini, prima che calciatori".
- Ma ai tuoi "bast...di " non gli rimproveri proprio nulla? Eppure, qualche volta, non hanno giocato come ti aspettavi.
La foto postata da Savanarola all'arrivo del Messina in Sardegna
"Certo, non sempre siamo stati brillanti. Ma li giustifico perchè abbiamo pensato sempre prima al risultato, spesso andando al sodo, senza troppi fronzoli, perchè per noi c'era un solo obiettivo. Fare più punti possibili e vincere il campionato. Il torneo di Serie D, credetemi, è terribile. Certamente più difficile della Seconda Divisione".

giovedì 9 maggio 2013

PROVE TECNICHE DI LEGA PRO BACCI: "TORRES-MESSINA? UNA SFIDA ALLA PARI"

Guglielmo Bacci, allenatore della Torres, contattato da Pianeta Messina (Foto Gloria Calvi)
Sarà il primo assaggio di Lega Pro. A Sassari, nella "tana" della Torres, domenica il Messina non andrà a prendere il sole, perchè lo scudettino della Serie D fa gola, perchè i peloritani hanno ancora fame. E sarà una partita tosta, tra due neo promosse che inizieranno a conoscersi, per rivedersi poi nel prossimo campionato. Prove tecniche di Seconda Divisione, dunque, tra due squadre che si daranno battaglia per azzeccare l'esordio nella poule scudetto, prima dello scontro decisivo con l'Ischia. 
Per la Torres, che ha vinto un po' a sorpresa il proprio girone, chiudendo a 68 punti con quattro lunghezze sulla seconda (Sarnese), la sfida contro il Messina sarà un evento un po' speciale, come racconta a Pianeta Messina l'allenatore dei sassaresi, Guglielmo Bacci. "Si troveranno di fronte due squadre blasonate, soprattutto il Messina che qualche anno fa era in Serie A. Sarà una bella partita - aggiunge il tecnico della Torres - tra due formazioni che inizieranno a conoscersi e che vorranno fare bella figura in questa prima gara della poule scudetto".
- Ma cosa teme del Messina?
"E' un'ottima squadra, anche se sinceramente la conosco poco, a parte Cocuzza che ho allenato tre anni fa quando ero alla guida dell'Igea Virtus in C2. Un calciatore che mi è sempre piaciuto. Comunque il Messina, dalle informazioni che ho ricevuto, mi sembra che somigli molto alla mia squadra".
- In cosa, ad esempio?
"La nostra arma vincente è stata finora la continuità. Stessa cosa per il Messina. Noi abbiamo festeggiato il ritorno tra i professionisti, con due giornate d'anticipo, dopo venticinque risultati utili consecutivi. Credo, se non sbaglio, che anche il Messina abbia inanellato parecchi risultati utili consecutivi".
Il bomber Meloni (sito Torres calcio)
- Siete stati una macchina da gol, tre in più rispetto ai 59 del Messina. Però avete vinto meno partite, cogliendo alla fine 68 punti che nel girone I non sarebbero bastati neanche per il secondo posto. 
"E' vero, però consideri che nel nostro girone c'erano squadre sulla carta più attrezzate di noi, che dovevano vincere il campionato. Mi riferisco alla Turris, alla Casertana, alla Sarnese. Noi siamo partiti per una salvezza tranquilla, alla fine abbiamo  vinto meritatamente il campionato".
- La vostra punta di diamante è Meloni, autore di 21 reti. Un pezzo di promozione lo dovete a lui.
"E' stato il finalizzatore del gioco di squadra che ha distinto la nostra squadra. Meloni è una prima  punta molto abile, difficile da marcare, che spesso ha fatto la differenza. Ma la nostra promozione è merito di tutti i ragazzi".
- Il Messina ha un uomo simbolo, Corona, che ha trascinato il Messina alla promozione. La Torres ha il "suo" Corona?
"Beh, un calciatore simbolo che si fa sentire in campo, non me ne vogliano gli altri calciatori, è Manzini. Fondamentale a centrocampo, un gladiatore".
- Poi avete un pubblico caliente.
"I nostri tifosi sono fantastici. Sono la nostra arma in più. Abbiamo uno stadio molto capiente, domenica ci sarà tanta gente a darci una mano. Il Messina è un avversario importante, cercheremo di sfruttare il fattore campo".
- Il patron del Messina, Lo Monaco, ha detto che  questa poule scudetto gli interessa, eccome. 
"Pietro Lo Monaco è un pezzo da novanta del calcio che sa ciò che vuole. Se ha detto così ci aspettiamo un Messina ancora più concentrato, ma è normale. A nessuno piace rinunciare a priori a un traguardo. Ce la giocheremo, credo alla pari. Noi ci proveremo a rendere la vita dura al Messina, abbiamo il dovere di provare a vincere questa partita".
PIANETA MESSINA
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domenica 5 maggio 2013

LA RINASCITA

FUORI DAL TUNNEL BENTORNATO MESSINA


La scenografia della Sud per salutare la promozione del Messina (Foto Fabrizio Pernice)
Fuori dal tunnel, finalmente. Scenografia da brivido, in curva Sud, per titolare a caratteri cubitali una domenica speciale. Fuori dal tunnel, dopo cinque anni di buio. E la festa può iniziare, dopo il primo acuto di Chiaria, che al 22' sblocca su assist di Maiorano. Nono sigillo dell'attaccante peloritano. E dopo 6 minuti arriva il primo gol stagionale di trottolino Bucolo, che s'inventa una sassata da oltre 20 metri che trafigge Ammendola. E al festival del gol si iscrive anche capitan Corona, che 120 secondi dopo calibra un delizioso pallonetto dal vertice destro. Il portiere nisseno tenta l'impossibile, ma finisce con tutto il pallone dentro la porta. Per Re Giorgio è la 15ma rete stagionale.
Pratica archiviata, dunque, ma i ragazzini della Nissa hanno uno scatto d'orgoglio e al 35' trovano il gol con un bel sinistro dal limite del 19enne Privitera. Sfera che s'insacca sotto la traversa, niente da fare per Lagomarsini. E in un giorno di festa così, spunta anche un applauso sentito per i giovanotti nisseni. Ma il copione della gara, già scritto, non cambia. Anzi il Messina dilaga. E' c'è la prima volta anche per il giovane Guerriera, che insacca al 40' su assist di Maiorano. La goleada continua nella ripresa e basta un solo minuto per salutare il sedicesimo gol stagionale di Corona, che insacca su assist di Chiaria. E mentre sugli spalti rispunta il vecchio coro (riveduto e corretto) per salutare questa mer... di categoria, una standing ovation saluta Re Giorgio che lascia il posto al cugino Cocuzza.
Il patron  Pietro Lo Monaco  oggi al "S. Filippo" (Foto Fabrizio Pernice)
C'è poi il tempo per i gol di Ferreira (calcio di rigore), Chiaria (decimo sigillo stagionale), Cocuzza (settima rete) e per l'emozione finale con il rientro in campo di Agatino Chiavaro, quattro mesi dopo la sua ultima apparizione.  Gli ultimi minuti sono un groviglio di emozioni. Partono i fuochi d'artificio, la panchina scalpita, tutti con le magliette celebrative. Al triplice fischio esplode la festa. Fuori dal tunnel, bentornato Messina.
PIANETA MESSINA

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PRIMI SCATTI DALLO STADIO


sabato 4 maggio 2013

ADDIO VECCHIO SCANTINATO

Abbracciamoli forte, stavolta sarà vera festa. Il "S. Filippo" rimetterà lo smoking per l'ultimo atto che ci separa dalla Lega Pro. Ma soprattutto sarà l'ultima partita, finalmente, nel vecchio scantinato dei dilettanti, dove quei "simpaticoni" dei Franza ci hanno fatto sprofondare cinque anni fa. Ora è partita la rinascita, con l'atto d'amore, come l'ha definito Pietro Lo Monaco, per una città dove bisogna "mettersi l'elmetto" (sempre citando il patron) per poter fare qualcosa di buono.
E in questa città commissariata, ridotta a brandelli, che aspetta il suo nuovo sindaco ma che si trova sull'orlo del baratro (rischio default dietro l'angolo), spunta un sorriso con la squadra di calcio. E di questi tempi è grasso che cola. E allora vai Messina, alla faccia di chi ti voleva morto, di chi ti ha tradito qualche anno fa (gli imprenditori messinesi, all'asta in Tribunale, dov'erano?), pronti poi a festeggiare al tuo funerale, che per fortuna (grazie Manfredi e Di Bartolo) non c'è mai stato. La squadra di calcio, nell'era Di Mascio-Santarelli, era sparita dai radar dell'informazione (tranne la radio), alla faccia di quello zoccolo duro che non ha mai abbandonato il Messina. E in quel momento buio nacque Pianeta Messina. Un atto d'amore. Oggi quasi mezzo milione di "contatti". Oggi siamo felici, perchè quell'atto d'amore ha avuto un senso.
CATALANO: "FESTEGGIATE SOLO PER NOI. ALLA FINE LA JUVE COSA DA' A MESSINA?"
Stavolta tralasciamo buona parte della canonica intervista all'allenatore del Messina (la forza del gruppo, una società ammirevole, l'appoggio dei tifosi)  per riportare il Catalano pensiero sui probabili festeggiamenti incrociati fra i tifosi del Messina e quelli degli juventini "caserecci".
Messinesi, si badi bene, che oggi non andaranno neanche al "S. Filippo", ma preferiranno godersi la Vecchia Signora davanti alla tv, per poi mischiarsi (se ci riusciranno) in strada con bandiere e sciarpe bianconere.
Su questa ipotesi, l'allenatore del Messina, pur rispettando la passione calcistica di tutti, da buon messinese fa una riflessione: "Credo che dopo 5 anni di sofferenze è più giusto festeggiare solo per il ritorno del Messina tra i professionisti. Ma alla fine - chiosa Catalano - cosa ti dà la Juve? Che vantaggio ha la nostra città se vince uno scudetto?" 

venerdì 3 maggio 2013

L'URLO DI CHIAVARO "RIECCOMI, SONO PRONTO"

La gioia di Chiavaro dopo il gol segnato al "S. Filippo" contro il Cdm (Foto Fabrizio Pernice)
Due feste in una. Perchè per lui, per Agatino Chiavaro, domenica sarà una giornata ancora più speciale. Partirà dalla panchina, ma un "pezzo" di partita è già prenotato. Non lo dice ma già lo sa. Così nel match promozione, nella partita più attesa, svestirà la tuta e riaccarezzerà le zolle del "S. Filippo". Rieccolo Agatino, pronto a tornare in campo dopo quasi 4 mesi di assenza forzata. Messina-Noto, 13 gennaio, ultima "sudata" prima del lungo stop. Ma l'esperto difensore peloritano, uno dei senatori del Messina, questo "pezzo" di campionato l'ha giocato alla grande, nel gruppo, vincendolo alla sua maniera: senza mollare, neanche di un centimetro, come un guerriero. Ora Chiavaro è pronto. E ha accettato di raccontare a Pianeta Messina, innanzitutto, come sta vivendo questi giorni che lo separano dal grande rientro in campo. "Ho risolto i miei problemi, sono contento. Arrivare a un passo dalla promozione ti fa dimenticare tutto, anche i ricordi più brutti, perchè vincere un campionato è sempre bello, specie in una piazza come Messina che ti vuole così bene. Qui è un'emozione diversa".
- Per te è la terza promozione di fila. Dove giochi diventi un talismano.
"Sì, lo scorso campionato l'ho vinto con la Salernitana, l'anno precedente con il Latina. In passato ne ho vinto un altro con il Modica. Ma mio padre mi ricorda, scherzando, che lui ne ha vinti più di me di campionati".
- Il Messina nel tuo destino. Una scommessa che hai vinto.
"Qui a Messina per me tutto ha un sapore diverso. Dopo quella mia traumatica esperienza con la gestione Di Mascio, con la squadra che fu smembrata durante il ritiro, Messina era rimasta un'incompiuta nella mia carriera. Domenica festeggerò la promozione con i miei compagni e questo mi ripagherà di quella delusione e dei giorni meno allegri che ho passato in questi mesi. Ora è acqua passata, mi sento bene, spero di poter continuare a giocare con questa maglia. Ora è tutto risolto".
- Vincere un campionato, anche tra i dilettanti, non è mai facile. Tu hai capito perchè il Messina ce l'ha fatta?
"All'inizio della stagione, quando ci siamo parlati, la prima cosa che ho detto era riferita alla società. Per vincere un campionato è fondamentale lo spessore della proprietà di una squadra. Poi c'è il gruppo che si crea perchè lo vuoi creare. All'inizio non è facile, ma con il tempo l'allenatore e le persone più esperte servono a cementare questo gruppo".
- La vera svolta qual è stata? Quando avete capito, sul serio, che avreste potuto vincere il campionato?
"Ci sono stati due momenti. A Palazzolo è cambiata la nostra mentalità, a parte il modulo di gioco. Con quell'abbraccio collettivo al nostro allenatore, dopo il gol di Corona, sentivamo il bisogno di stringerci attorno a lui dopo qualche critica ingiusta nei suoi confronti. La seconda svolta è stata a Cosenza. Lì, anche se abbiamo perso, ma immeritatamente, abbiamo capito che avremmo vinto il campionato. Tornando a Messina, sul pullman, c'era un mix di cattiveria, incazzatura e convinzione. E' stato uno schiaffo che ci ha fatti sentire più forti. E da quel giorno, guarda caso, non abbiamo più perso una partita".
- Catalano, il capitano e il patron Lo Monaco. Descrivecili.
"Corona lo conoscevo come giocatore, ma mi ha sorpreso tanto come persona. Come lui ce ne sono pochi nel mondo del calcio. Lo rispetto come persona, è stato fondamentale all'interno del gruppo. Il nostro allenatore ha avuto il grande merito di aver mantenuto la squadra unita. E' una persona molto pacate, equilibrata. E' molto preparato, farà parecchia strada. Pietro Lo Monaco lo conoscono tutti. E' una persona carismatica, che sa ciò che vuole, che ti insegna i valori della vita. Un vero padre di famiglia che però ti può dare il bastone o la carota. A noi, per fortuna, quest'anno è toccata solo la carota. Ma ce la siamo guadagnata".