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giovedì 31 gennaio 2013

CORONA: "I derby sono altri, ma il Cdm è forte"

L'esultanza di Corona dopo il gol di Parachì nella gara d'andata (Foto Fabrizio Pernice)
Non parlategli di derby. Per lui è "solo" una partita difficile che il Messina cercherà di vincere. Re Giorgio non torna indietro e spiega perchè. "I derby sono altri. Ma non lo dico per offendere il Città di Messina che reputo una squadra forte. Ho già spiegato perchè per me questo non è un derby. E' una partita che stiamo preparando come le altre, rispettando l'avversario, ma giocheremo per vincere. Noi siamo tranquilli, loro faranno la partita della vita, così come fanno tutti i nostri avversari. Contro il Messina - spiega il capitano - tutti danno il duecento per cento".
- Come te l'aspetti questa gara?
"Loro non sono la stessa squadra che abbiamo affrontato in Coppa e nella gara d'andata in campionato. Si sono rinforzati e se avessero avuto dall'inizio il potenziale attuale, oggi si troverebbero ancora più in alto in classifica. Quindi sarà una partita difficile per noi".
- Al "Celeste", in pratica, giocherete in casa. Che effetto sarà per voi?
"Sappiamo che c'è attesa per questa gara. E' normale, i tifosi ci tengono molto a questa partita, ma per noi cambia poco. Rispettiamo l'avversario e cercheremo di vincere".
- Pietro Lo Monaco ha bacchettato nuovamente chi se ne sta a casa, mentre voi volate in classifica. Che ne pensi?
"Dico che ha ragione. Parlo da capitano e dico che noi abbiamo bisogno dei messinesi per vincere il campionato. Noi tutto quello che dovevamo fare lo stiamo facendo, ma la città si deve svegliare. Noi, comunque, continueremo il nostro cammino con i tifosi veri, quei duemila che ci seguono sempre con grande amore. Nelle nostre vittorie non c'è nulla di scontato, è frutto di sacrificio e attaccamento alla maglia. A volte mi sembra che ci tengo più io al Messina che quei messinesi che se ne stanno a casa. E' una riflessione che faccio ogni tanto e che mi fa rabbia".
PIANETA MESSINA

mercoledì 30 gennaio 2013

LO MONACO: "SIAMO BOICOTTATI DA CHI NON VUOLE PIU' IL CALCIO"


Parole crude, destinate ancora a fare "rumore". Ci risiamo. Il "patron" Pietro Lo Monaco non riesce a godersi la sua creatura lassù, in beata solitudine al comando. Il Messina è la regina del campionato, eppure lui ha ancora sassolini, anzi mattoni, da togliersi dalle tasche per lanciarle a quei tifosi che a parole dicono di amare la propria squadra di calcio, ma che di fatto se ne  stanno ancora a casa, in pantofole, a godersi l'altro calcio, quello patinato, davanti a uno schermo piatto.
"Quattromila euro d'incasso nell'ultima gara in casa - sbotta subito Lo Monaco, appena lo rintracciamo al telefono per parlare del match di domenica al Celeste - è una vergogna. Siamo biocottati da un ambiente che il calcio non lo vuole più. Abbiamo cominciato con grandi sacrifici, ci è stato detto che se il Messina fosse stato primo in classifica le cose sarebbero cambiate. Invece ecco la risposta, quattromila euro d'incasso. Una risposta pressochè nulla, ma abbraccio la croce e vado avanti".
- E' vero, siamo primi, ma sempre di Serie D stiamo parlando...
"Sì, ma c'è una cosa che la gente non vuole capire. Io ringrazio lo zoccolo duro della curva che ci segue dall'inizio, ma a tutti gli altri messinesi che se ne stanno a casa vorrei ricordare che i costi che stiamo sostenendo non sono da dilettanti, la nostra risposta come società non è stata da dilettanti".
- Quindi non dà nessuna attenuante? Il maltempo, la crisi, lo stadio scomodo da raggiungere...
"Se vogliamo aggrapparci a questo.... boh, queste sono fesserie. La squadra è in testa alla classifica, vince in casa e fuori, ha staccato la seconda di sei punti e al S. Filippo ci sono sempre gli stessi. Non scherziamo. A Messina siamo bravi solo a fare chiacchiere, a mettere il bastone tra le ruote. La realtà è questa. La piazza è morta, abbiamo a che fare con un sacco di lestofanti, con accordi per transazioni che poi non vengono rispettati. Con tanta gente che sta uscendo come i funghi perchè capisce che c'è una proprietà solvente, con una città senza sindaco, con le promesse mancate da parte del Comune sullo stadio, con la frana che ancora è lì. Ma gli impegni, per quest'anno, li portiamo avanti. Io quando prendo un impegno lo mantengo, molti messinesi invece non hanno risposto come mi aspettavo".
La curva sud del "Celeste" gremita in Coppa Italia lo scorso anno contro l'Adrano
- Crede che l'andazzo sarà questo anche in Lega Pro?
"Penso di sì. Se non si cambia mentalità, anche in Seconda Divisione sarà così".
- Ma c'è stata almeno una domenica in cui il pubblico l'ha ripagata?
"Solo nella gara d'andata con il Città di Messina ho visto tanta partecipazione. Ma non possiamo limitarci a una partita nell'arco di un stagione. Noi i risultati li stiamo ottenendo, ma la gente deve darsi una svegliata. Invece vedo troppi sciacalli in giro"
- Direttore, il futuro?
"Il futuro è la partita di domenica. La squadra è carica, merita questo primo posto saldo in classifica, ma il campionato non è finito, la strada è ancora lunga".
- I tifosi "sentono" molto questa sfida con il Città di Messina. Esagerano?
"Ma quale sfida. Non esiste rivalità. L'Acr Messina è la squadra della città. Di che stiamo parlando? Non c'è rivalità, semmai rispetto per un avversario che tenterà di togliersi uno sfizio contro la capolista. Ma quanti punti di vantaggio abbiamo rispetto a loro?".
PIANETA MESSINA

martedì 29 gennaio 2013

L'EX LA ROSA: "MI SPIACE, STAVOLTA NON PARLO"

Ciccio La Rosa, ds del Città di Messina
C'è un sapore diverso, un retrogusto stimolante che ci accompagnerà in questi giorni prima di vedere in campo Messina e Cdm. E senza giri di parole, per non cadere nel tranello dei luoghi comuni, diciamo che questa partita (che qualcuno  non vuole neanche chiamare derby) gli ingredienti giusti per farsi desiderare ce li ha tutti. Una sfida attesa, anche se non ha una storia alle spalle. E a parlarcene in settimana saranno i protagonisti. Calciatori, dirigenti, i due allenatori, per arrivare alla gara di domenica al "Celeste", quando le parole lasceranno il posto al pallone. Già, le parole. A volte servono a raccontare il proprio stato d'animo, l'attesa  per una gara così importante. A volte, comunque, si può scegliere il silenzio, come ha deciso il ds del Città di Messina, Ciccio La Rosa, l'ex di lusso che alla vigilia di una partita così speciale per lui, ha scelto di non aprire bocca. "Non parlo, c'è una partita da giocare - ci dice al telefono - e non da parlare. Ho deciso di non rilasciare dichiarazioni in questi giorni, lo farò dopo la partita".
- Scaramanzia?
"No, nessuna scaramanzia. Sono fatto così, io non parlo molto, lo sapete. Ci sentiamo domenica sera".
PIANETA MESSINA 

domenica 27 gennaio 2013

MA CHI LO FERMA PIU'?

L'esultanza di Chiaira che corre verso la curva sud dopo il gol decisivo nella ripresa
E sono dieci. Al "S. Filippo" si vince solo. Anche il Ribera deve così inchinarsi alla capolista, che colleziona la sesta vittoria consecutiva (eguagliato il record dell'era Aliotta, con Ruisi in panchina), tenendo inalterato il vantaggio di sei punti sul Cosenza. Ci pensa lui, Re Giorgio, a schiodare il risultato al 25' con un fendente mortifero dopo una mezza "frittata" del difensore Matinella. Il portiere Linguaglossa, che un minuto prima aveva disinnescato con i piedi un destro di Chiaria, stavolta non può nulla. Il bomber peloritano timbra l'undicesima rete che dedica all'amico Imbriani, mostrando uno spicchio della maglietta a lui dedicata. Un gesto che però non commuove l'arbitro Minotti, più fiscale di un agente delle tasse. Così spunta il cartellino giallo per il capitano peloritano.
Arbitro che però, in alcuni frangenti, è sembrato meno fiscale quando non ha fischiato qualche fallo tattico degli ospiti.
Ribera che comunque riesce a tornare in partita dieci minuti dopo lo svantaggio. E lo fa con il centravanti Cortese, lesto a inzuccare in rete su traversone di Montalbano sul secondo palo. Doccia gelata per il Messina, oggi privo degli squalificati Maiorano e Bucolo (oltre Chiavaro infortunato) che chiude il primo tempo con un destro maligno del solito Corona che finisce di poco a lato.
Il colpo di testa vincente di Chiaria su traversone di Corona
Messina a spron battuto nella ripresa, con un'occasionissima dopo appena cinque minuti. E' il portoghese Ferreira, imbeccato da Corona, a trovarsi "face to face" con il portiere Linguaglossa che respinge alla disperata. Poi è il difensore Noto a spedire in angolo la ribattuta dello stesso Ferreira.
Il gol è nell'aria e arriva puntuale al 57'. Corona, ancora lui, maramaldeggia sulla sinistra e confeziona un cross calibrato per la testa di Chiaria che insacca a botta sicura.
Terza rete per l'attaccante peloritano, il primo al "S. Filippo" dal suo arrivo a dicembre alla corte di Catalano.
Chiaria che ci prova dopo qualche minuto, ma stavolta il suo colpo di testa non sorprende il portiere ospite.
L'esultanza di Corona dopo avere sbloccato il risultato (Foto Fabrizio Pernice)
Il Messina insiste per mettere in ghiaccio la partita e lo fa prima con Ferreira che arriva scoordinato e di testa spedisce alto da ottima posizione. E la saga delle occasioni da rete continua al 71', con il gol annullato a Chiaria (pallone "parato" sulla linea di porta dal fango dopo il tiro di Corona) perchè pescato in fuorigioco. E non è finita, perchè nove minuti dopo è Cocuzza (subentrato a Ferreira) a farsi respingere in extremis da Matinella un sinistro a botta sicura. E il Ribera, che nel secondo tempo è praticamente sparito, trova nel finale (minuto 86) Lagomarsini reattivo sulla botta dalla distanza di Pollina. Gli ultimi minuti, recupero compreso, si trasformano in un mini forcing del Ribera. E qualche brivido non manca, soprattutto quando Lagomarsini si distrae su un pallone innocuo che gli passa sotto lo scarpino, finendo per fortuna sul fondo, a una spanna dal palo. Un gol così sarebbe stato troppo.
PIANETA MESSINA

sabato 26 gennaio 2013

"QUEL TRE A ZERO..."

 Catalano riesce a tenere la squadra sempre concentrata (Foto Fabrizio Pernice)
Fa bene Catalano a volare basso. Anche se la classifica dice che a dettare legge, in questa fase della stagione, è il suo Messina. Così è normale, per un tipo come lui, non fidarsi del Ribera, che sulla carta dovrebbe finire sull'altare del sacrificio, com'è successo finora a nove squadre su dieci al "S. Filippo". Però... c'è sempre un però. Perchè nel calcio, si sa, le partite vanno prima giocate e possibilmente vinte. Altrimenti finisce che i proclami della vigilia si traducono in carta straccia. "Vogliamo continuare a vincere - spiega Catalano - ma non dobbiamo sottovalutare nessun avversario, tantomeno il Ribera che all'andata ci ha battuto sonoramente. Da quel giorno, con quel tre a zero, abbiamo fatto un bagno di umiltà che si è servito. Lì i ragazzi hanno capito che in questo campionato serve tanta concentrazione e umiltà per poter puntare in alto".
Prevista una buona cornice di pubblico al "S. Filippo" (Foto F. Pernice)
Il tecnico peloritano lavora molto sulla "testa" dei giocatori. Guai ai cali di tensione, ogni partita è come una finale, il Messina non ha ancora vinto nulla, anche se da più parti (l'ultimo il ds del Ribera) piovono complimentoni e "sentenze anticipate" sul verdetto finale della stagione. "Dobbiamo vivere alla giornata - insiste Catalano - è inutile adesso fare troppi calcoli. Sei punti di vantaggio sulla seconda sono un buon margine, ma dovremo essere bravi a gestirlo. Ogni domenica dobbiamo solo pensare a fare più punti possibili, senza sentirci già arrivati. Il cammino è ancora lungo, ora ci interessa solo il Ribera".
PIANETA MESSINA

venerdì 25 gennaio 2013

ERBINI: "NESSUNA OFFESA, HO ESULTATO ALLA PAZZINI"

Erbini  dopo il gol al Messina. L'attaccante dice di avere esultato alla Pazzini  (Foto Avanzato)
Tre "schiaffoni" che fanno ancora male. Una macchia che il Messina vuole cancellare. E per darsi uno stimolo in più, visto che c'è il rischio di snobbare il Ribera, la truppa giallorossa ha deciso di trovarlo in quella pesante sconfitta della gara d'andata, quando Davide battè Golia sovvertendo ogni pronostico. E in questi giorni, nel ricordo ancora non sfumato di quella sconfitta, qualche addetto ai lavori ha pure messo un po' di "pepe", stigmatizzando certe esuberanze in campo dopo i gol dei "crispini" sul campo trappola di Ribera. Come in occasione del terzo gol, realizzato nel finale da Mario Erbini, classe '91, siciliano di Mazara del Vallo, che al Messina aveva segnato addirittura una doppietta, due anni prima, in un pirotenico 3-3 quando vestiva la maglia della propria città.
Ma quale sarebbe la "colpa" di Erbini? Dalle cronache di quella disfatta e dai ricordi rispolverati in questi giorni, l'attaccante del Ribera, dopo aver segnato avrebbe irriso gli avversari facendo con la mano il segno del tre. Un gesto alla Totti, per intenderci, quando la Roma ne fece quattro agli eterni rivali della Juve. Ma Erbini, contattato in esclusiva da Pianeta Messina, spiega invece com'è andata. "Non ho fatto nessun segno irriguardoso verso i nostri avversari o i tifosi del Messina. Ricordo che dopo aver segnato ho esultato alla Pazzini, rivolgendomi verso il mio allenatore Brucculeri che quella domenica era accanto alla tribuna perchè squalificato. Quindi nessun segno che facesse riferimento ai tre gol inflitti al Messina, non mi sarei mai permesso".
- Ha saputo, però, che qualcuno a Messina ce l'ha con lei?
"Me l'hanno detto. Francamente sono rimasto
sorpreso, perchè io non ho fatto nulla. Spero che quest'equivoco ora sia stato chiarito".
- Parliamo della partita?
"Spero di giocare. Il S. Filippo è un grande palcoscenico e per noi sarà davvero dura. In casa, se non sbaglio, il Messina le ha vinte tutte tranne un pareggio. Giochiamo in casa della capolista, una squadra forte che vincerà sicuramente il campionato. Noi, comunque, domenica non avremo nulla da perdere e poi Messina ci ha già portato bene. Abbiamo vinto in casa del Città di Messina grazie a un mio gol".
Giovanni Martello, ds del Ribera
Sulla voglia di riscatto del Messina, che vorrà cancellare l'onta del 3-0 dell'andata, il ds del Ribera, Giovanni Martello non sembra sorpreso. "Ci sta, è normale che il Messina vorrà rifarsi per quella sconfitta. Quel giorno per noi fu una vera impresa. Adesso, però, affronteremo un Messina ancora più forte, che ha capito come si fa a vincere questo campionato. Il pronostico è quasi scontato. C'è una corazzata che incontra una piccola squadra, ma non c'è dubbio che il bello del calcio è che a volte è imprevedibile. Se il Messina sarà più bravo di noi in campo, alla fine gli stringeremo la mano".
- Ad inizio stagione vi davano per spacciati. Invece...
"E' vero, all'inizio del campionato tutti dicevano che saremmo stati la Cenerentola del girone, invece abbiamo fatto cose importanti. La nostra forza è l'umiltà, la cultura del lavoro. Qualsiasi avversario affrontiamo, non molliamo mai".
- Chi vincerà il campionato?
"Per la forza tecnica ed economica, per i tifosi, il tecnico, il ds e la città non ho il minimo dubbio che il Messina arriverà primo con un ampio margine di vantaggio".
PIANETA MESSINA

mercoledì 23 gennaio 2013

"COSI' SI BATTE IL RIBERA"

La difesa del Ribera rintuzza un attacco della Cavese nella gara di oggi (Foto Pepe)
Ha battuto il Ribera, che domenica sarà al "S. Filippo" e Pianeta Messina si fa raccontare dall'allenatore della Pro Cavese, Francesco Chietti, com'è andata nel recupero di oggi in Campania. "Un avversario difficile da affrontare, squadra agguerrita che siamo riusciti a battere su un campo pesantissimo per il maltempo".
- Ha giocato a viso aperto?
"Sono scesi in campo con un 4-4-2 prudente. Mettevano la palla lunga per sorprenderci nelle ripartenze. Li abbiamo affrontati due volte nel giro di pochi giorni. Devo dire che ci hanno dato del filo da torcere, ma la vittoria con il gol del nostro capitano De Rosa è stata meritata".
- Per voi tre punti d'oro per la bassa classifica. Per la promozione, invece, ritiene che i giochi siano quasi fatti?
"E' ancora presto per dirlo. Messina una spanna più su, è ovvio. Lo dice la classifica, ma credo che il Cosenza non si arrenderà facilmente. Poi il cammino è ancora lungo, quindi sarei piuttosto cauto nei pronostici. Dobbiamo aspettare almeno fino a marzo per poter dire chi vincerà questo campionato".
Per la cronaca, la gara di questo pomeriggio, davanti a circa 500 spettatori, è stata decisa al 66' con una girata in area di De Rosa che ha sfruttato un assist di Ercolano. Cavese che, prima del gol partita, aveva timbrato un palo con Varriale. Il Ribera si è reso pericoloso solo nel finale, alla disperata ricerca del pari, con Casisa e Pollina.
PIANETA MESSINA 




I PRIMI DELLA CLASSE


Il Messina va a... scuola. E c'è un valore grande, che fa intrecciare sport e rispetto delle regole, nell'iniziativa voluta dalla società peloritana che venerdì prossimo, alle 12,30, vedrà come scenario l'Istituto Comprensivo "Villa Lina-Ritiro" (plesso Vann'Antò). E a parlare del valore dello sport e del rispetto delle regole saranno il dg del Messina, con delega al marketing, Vincenzo Lo Monaco e alcuni calciatori giallorossi che si confronteranno con gli allievi della scuola secondaria di I grado "Vann'Antò" ed alcuni insegnanti. Sarà una "partita" a carte scoperte, per interrogarsi sul reale valore dello sport e del calcio in particolare, come momento di aggregazione in una città come Messina che negli ultimi anni ha perso la propria identità. Il Messina calcio, dunque, esce dal proprio spogliatoio e si apre alla città. Iniziativa lodevole, per iniziare questo percorso d'integrazione fra la squadra di calcio e il tessuto di una città che ha "fame" di rinascita, iniziando dai giovani. E il calcio, nel suo piccolo, può essere uno spunto per riaccendere un po' di entusiasmo.  

domenica 20 gennaio 2013

IL "POMPIERE" FERRIGNO "METTIAMO I PARAOCCHI"

Corona difende palla sotto lo sguardo del tecnico Catalano (Foto Furrer)
Imperforabile come un vetro antiproiettile, mortifero come una vipera che azzanna la preda e non gli lascia scampo. Da quel 9 dicembre, da quella sconfitta immeritata di Cosenza, il Messina non si è fermato più. Numeri da leader, roba da stropicciarsi gli occhi. In cinque partite 15 punti in saccoccia. Un pienone di gioia, accompagnato da un dato che spiega tutto. Da oltre un mese il Messina non incassa più un gol. Lagomarsini ha abbassato la saracinesca con tre lucchetti. Imbattuto da 450 minuti. Tutto questo fa "più sei" sul Cosenza che a Noto fa una figura barbina. Il campionato, adesso, lo può perdere solo il Messina.
"Sarebbe il più grosso errore - avverte il ds Ferrigno - pensare di avere già vinto il campionato. Il vantaggio di sei punti, per carità, ce lo teniamo, ma dobbiamo mettere i paraocchi come i cavalli e fare la corsa su noi stessi. Nel calcio possono capitare duemila cose. Pensare, anche un solo attimo, di essere già arrivati è un rischio che non possiamo permetterci, sarebbe l'inizio della fine".
Catalano e Ferrigno in panchina ad Agropoli (Foto Furrer)
Ferrigno, dunque, si veste da "pompiere". Perchè sa che conta di più, anche dopo un exploit esterno, la partita che deve ancora arrivare. "Dobbiamo già pensare al Ribera, a quel 3-0 che ci hanno rifilato all'andata. Domenica prossima sarà un'altra finale".
- Vincere aiuta a vincere. Ma dietro questo filotto cosa c'è?
"Siamo un vero gruppo. I ragazzi sanno che in ogni partita c'è bisogno di soffrire. Si deve fare la battaglia contro avversari tosti come lo è stato l'Agropoli. Noi sappiamo giocare a calcio, ma quando c'è da buttarla sull'agonismo e sulla sofferenza siamo altrettanto bravi".
- E se c'è una difesa così rocciosa, vi basta un golletto in trasferta per fare bingo.
"Se non prendiamo gol non è solo merito dei difensori. Anche i compagni degli altri reparti iniziano a difendere quando gli avversari ci pressano nella nostra trequarti. Questo significa essere un vero gruppo".
PIANETA MESSINA
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LA GRANDE FUGA

Il "gatto" Lagomarsini disinnesca uno degli attacchi dell'Agropoli
E sono cinque. Ora è fuga. Il treno Messina non si ferma più. E così, mentre i giallorossi affondano a domicilio l'Agropoli con la rete decisiva di Cocuzza al 74', il Cosenza cade male, anzi malissino a Noto. Così la capolista scava un solco profondo sull'immediata inseguitrice.
Sono sei i punti di vantaggio sui silani, con i peloritani che mettono ora una seria ipoteca sulla vittoria del campionato, considerato che l'atteso scontro diretto dovrà disputarsi al "S. Filippo". 
La vittoria di oggi conferma un dato. Il Messina sa ciò che vuole e pur soffrendo, riesce sempre a colpire nel momento giusto. Giustiziere, questa volta, Totò Cocuzza, subentrato nella ripresa a capitan Corona. Dopo il gol, i peloritani sono stati abili a gestire il prezioso vantaggio.
Cocuzza, dopo il gol, corre verso i compagni per abbracciarli (Foto Furrer)
Ma nella vittoria di oggi c'è anche la "firma" del portiere Lagomarsini, bravo a disinnescare almeno due palle gol create dall'Agropoli. E se la difesa giallorossa è la meno battuta del campionato, il merito è anche suo. 
I numeri parlano chiaro. Il Messina ha fatto il vuoto. Nelle ultime cinque giornate bottino pieno, con tre vittorie di fila in trasferta, pur senza tifosi al seguito. Numeri da grande squadra, numeri da capolista senza rivali.
PIANETA MESSINA
Il portiere dell'Agropoli battuto dalla punizione micidiale di Cocuzza (Foto Furrer)


sabato 19 gennaio 2013

"SARA' UNA BATTAGLIA"

Catalano medita il colpaccio nella trasferta di Agropoli (Foto Fabrizio Pernice)
E' la quarta trasferta senza tifosi al seguito. Finora (Cava, Caltanissetta e Acireale) è andata bene, anzi benissimo. Ora Agropoli. "Sarà una battaglia - ci dice al telefono il tecnico Catalano - troveremo un avversario combattivo, che punterà molto sulla corsa. Loro dicono che vorranno fare la partita, non so se sarà così, comunque dovremo essere bravi a sfruttare gli spazi che inevitabilmente ci concederanno".
- Ancora senza tifosi al seguito. Vi state quasi abituando?
"No. A noi dispiace tanto quando i nostri tifosi non possono seguirci lontano da Messina. Ora il campionato è entrato nel vivo e abbiamo tanto bisogno di loro anche in trasferta".
- Te la senti di dire qualcosa su quest'ultimo divieto? Il dg Lo Monaco è stato piuttosto netto.
"Ho letto, ho saputo tra l'altro che questo divieto è legato a uno spiacevole episodio accaduto domenica scorsa. Dico solo che stiamo parlando di una piccola frangia di persone che non si rendono conto, però, che a pagare sono tutti gli altri tifosi. Quindi è stato fatto un danno alla squadra che aveva bisogno del supporto in questa trasferta". 
- Cosa temi di più di questa trasferta?
"A parte l'avversario, spero che le condizioni atmosferiche non siano troppo brutte. Quindi molto dipenderà dal fondo campo. Rispetto ad Acireale, dovremo essere più bravi nel possesso palla se il risultato si sbloccherà a nostro favore. A volte, finora, quando passiamo in vantaggio ci abbassiamo troppo. E' un difetto che dobbiamo cancellare".
PIANETA MESSINA
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venerdì 18 gennaio 2013

"QUATTRO DEFICIENTI"

Il dg del Messina Vincenzo Lo Monaco (Foto Fabrizio Pernice)
Ci risiamo. Anche ad Agropoli trasferta negata ai supporter del Messina. Ma stavolta il divieto ha una radice chiara. Che purtroppo danneggia tanti tifosi per colpa di pochi... scalmanati. "Se è vero che quattro deficienti - è l'amaro sfogo del dg Vincenzo Lo Monaco - si sono messi ad aspettare i tifosi dell'Acireale per fare la guerriglia, poi è inutile lamentarsi se impediscono ai nostri tifosi di andare in trasferta. Dico una sola cosa a questa gente. Mettersi a fare la guerriglia è già sbagliato, non ha senso. Poi si mettono la sciarpa del Messina e creano un danno a tutti i tifosi, alla città, alla nostra società. Noi ci stiamo facendo un mazzo così e poi arrivano questi che rovinano l'immagine del Messina. Noi ci dissociamo da questa gente che preferisce bloccare una trasferta di tanti tifosi per fare le vendette per strada. E' inconcepibile".
Fin qui lo sfogo di Vincenzo Lo Monaco. Il dg non ha digerito l'assenza di aficionados giallorossi domenica ad Agropoli per colpa di pochi esagitati che vanno subito isolati.
- Ma la società cosa può fare per evitare in futuro questi episodi?
"Purtroppo non possiamo fare molto, ma mi piace rimarcare il fatto che la maggior parte dei tifosi del Messina, per fortuna, si comporta in maniera diversa, all'insegna della sportività. Vorrei ricordare ciò che hanno fatti i nostri sostenitori a Cava dei Tirreni. Sapevano che la gara era a porte chiuse, eppure sono andati in Campania, hanno familiarizzato con i tifosi della Cavese fuori dallo stadio. E' stata una giornata all'insegna dello sport, del rispetto reciproco. Questi sono i veri tifosi del Messina. L'altro giorno sono stato all'inaugurazione della nuova sede di un club. Vedere che dei ragazzi hanno investito dei soldi per il Messina è una cosa bellissima. Questi sono esempi che fanno bene al calcio".
- Senza tifosi in trasferta, comunque, finora il Messina ha sempre vinto. Buttiamola così, non porta male...
"Sì, ma questo non scriviamolo, altrimenti i nostri tifosi non vengono più in trasferta. A parte gli scherzi, è vero che abbiamo vinto, ma noi preferiamo avere sempre i nostri tifosi accanto anche lontano dal S. Filippo".
- Ha letto le recenti dichiarazioni di capitan Corona? Quando parla d'invidia, secondo lei a chi si riferisce?
"Intanto, il fatto che ci sia qualcuno che ci invidia, significa che stiamo facendo bene. Il calcio, nel suo piccolo, è l'unica realtà in cui Messina è prima. Forse diamo fastidio a qualcuno, come dice Corona, ma noi siamo intenzionati a fare sempre meglio e riportare il calcio dove questa città merita".
- Ha notato un risveglio di una fetta d'imprenditori messinesi per il progetto del gruppo Lo Monaco?
"Un minimo d'entusiasmo lo stiamo avvertendo. Siamo contenti di più per questi sponsor che ci stanno dando fiducia adesso, piuttosto che per quelli che arriveranno in Serie B, quando sarà troppo facile affiancarsi al Messina. Oggi ringraziamo questi imprenditori messinesi che ci stanno dando una mano, che stanno apprezzando il nostro modo di lavorare".
- Parliamo un po' dei portoghesi?
"Sono tutti cugini di Pedro. Scherzo, ma credo che in quest'ultimo periodo la quota dei non paganti si sia abbassata. E' una piaga che esiste in tutti gli stadi e che speriamo di eliminare al più presto. Chi ama il Messina deve dimostrarlo anche al botteghino, nel rispetto anche di chi paga il biglietto".
- Il Messina vince ma a volte non diverte. Lei si diverte solo perchè vince?
"Dopo cinque anni di Serie D la gente vuole solo andarsene da questa categoria. Quindi prima di tutto bisogna vincerlo questo campionato, anche se qualche volta non c'è un grande spettacolo. Forse dovremmo avere più possesso palla nel secondo tempo a risultato acquisito".
- Gestione dello stadio sulle vostre spalle. Il Comune, ci mancherebbe, ha cose più serie a cui pensare. Tra poco saremo in campagna elettorale per il nuovo sindaco. E qualcuno si ricorderà di voi...
"Sì, ma non ci faremo strumentalizzare da nessuno. Non ci piace essere usati. Il calcio, si sa, muove tanti interessi, ma non saremo il serbatoio di voti di nessuno".
PIANETA MESSINA
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mercoledì 16 gennaio 2013

"QUELLO SPAREGGIO... "

Dellisanti, allenatore dell'Agropoli, battè il Messina nello spareggio di 13 anni fa contro il Benevento
Volevamo parlare subito di Agropoli-Messina, ma lui, Franco Dellisanti, allenatore dei "delfini", ci fa fare un tuffo nel passato. A tredici anni fa: 13 giugno 1999. Lecce, stadio "Via del mare", spareggio Benevento-Messina. In ballo c'è la promozione in C1. In panchina, per i sanniti, c'era lui, Dellisanti. E sugli spalti c'erano quasi diecimila tifosi del Messina. Un esodo d'altri tempi e in ballo c'era "solo" la C1.
"Ricordo quella partita - racconta a Pianeta Messina Dellisanti - vincemmo 2-1 coronando la promozione in C1. Ma ricordo tutti quei tifosi del Messina. Erano tanti, più di quelli del Benevento. Dopo quella promozione - svela l'attuale tecnico dell'Agropoli - ero sul punto di venire a Messina. Il presidente Aliotta e il ds Salerno mi volevano, ma restai a Benevento. Dopo quella promozione non potevo abbandonarlo".
- Pentito?
"No, ma mi sarebbe piaciuto allenare, prima o poi, la squadra di una grande piazza come Messina. Invece le due strade non si sono mai incrociate".
- Strano, adesso, rivedersi in una categoria che con lei e il Messina non c'entra affatto.
I tifosi del Messina nello spareggio di Lecce contro il Benevento
"Direi di sì. Significa che qualcosa in questo calcio non va. Non c'è più spazio alla meritocrazia. C'è invece una situazione in cui contano gli sponsor, le amicizie giuste. Chi riesce ad avere questo oggi va avanti. Questo sistema a me non piace. Ho lasciato il Taranto in C1, Corona lo sa, quell'anno ero il suo allenatore. Io non accetto compromessi".
- Come mai Agropoli?
"E' una scelta di cuore. Ho iniziato qui, vent'anni fa, la mia carriera. Mi hanno chiesto di dare una mano a questa squadra. Qui la gente è tranquilla, è gente perbene, si può lavorare e fare calcio nelle condizioni migliori".
- Però, dopo il suo arrivo al posto di Nastri, la società ha venduto i pezzi migliori.
"Una scelta legata alla delusione per certi obiettivi mancati. La società aveva allestito un organico ambizioso, ma i risultati non sono arrivati. Così sono andati via otto giocatori. Mi vengono in mente Carotenuto, Toscano, Sekum (che all'andata segnò il vantaggio dell'Agropoli), Bengardino, Agata. Insomma, all'inizio mi sono trovato senza squadra. Poi le cose si sono gradualmente sistemate. Ora lavoro con un gruppo affidabile".
Le fasi del gol decisivo di Ferreira nella gara d'andata contro l'Agropoli
- Starà ovviamente preparando un trappolone al Messina. Come si affronta la capolista?
"Dovremo puntare sul ritmo, non dovremo dare punti di riferimento, perchè il Messina ha ottime individualità e ti può punire in ogni momento. Cercheremo d'imporre il nostro gioco, prima che lo faccia il Messina. Loro sono pratici, esperti, dovremo stare molto attenti".
- Prima il Messina, poi il Cosenza. Quanti punti vorrebbe?
"Non vorrei apparire presuntuoso, ma non firmo per un pari. Nè con il Messina, nè a Cosenza. Giocheremo per vincere anche al S. Vito".
- Chi vincerà il campionato?
"Non ho visto giocare nè il Messina, nè il Cosenza. Il campionato non può ritenersi chiuso adesso, ma il Messina lo vedo leggermente favorito anche perchè ha una società robusta e ambiziosa alle spalle. Conosco personalmente Pietro Lo Monaco. Il Messina è in buone mani. La famiglia Lo Monaco porterà il Messina nelle categorie che gli competono. Ricordo che quando allenavo il Catanzaro, affrontai nella finale play off  l'Acireale. Una squadra molto organizzata che vinse quello spareggio. E il dg di quella società era Lo Monaco".
PIANETA MESSINA

domenica 13 gennaio 2013

COLLEZIONISTA DI "PERLE"

Li fa belli e li "cerca" pure. I gol, naturalmente. Savanarola è così. Gli piace stupire. Colleziona "perle" e l'ultima l'ha forgiata contro il Noto. Una sberla, di collo pieno, da distanza siderale, alla sua maniera. Un gioco di prestigio che ha illuminato una gara noiosetta. E quei tre minuti di applausi che Savanarola si è buscato, aprendo il cuore alla curva e mandando baci a tutti, hanno scaldato un pomeriggio con poche emozioni.
"Ho fatto un bel gol - racconta Savanarola - ma sono contento per la squadra. Noi siamo un gran gruppo, non importa chi segna. Contano i tre punti". 
Però, quando gli chiedi se l'ultima sua "perla" è la più bella della sua carriera, lui ti sorprende così. "E' la più importante, perchè è un gol bello che ho segnato con una maglia importante". Messaggio ricevuto. Dai Beppe, questa maglia ce l'hai già tatuata.
PIANETA MESSINA

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CINICO E VINCENTE

Il gran destro di Savanarola dalla distanza. E' il 2-0 che stende il Noto
Non ti fa spellare le mani, ma vince. Il Messina va al sodo, trova due gol nel primo tempo, doma un Noto spigoloso e mette in saccoccia tre punti che servono a tenere distante il Cosenza. Ed è il brindisi numero mille nella storia del Messina. Un dato che lasciamo agli amanti della statistica, mentre i buongustai, quelli con il palato fine, si saranno anche annoiati, perchè di bello in questa gara c'è stato solo la vittoria. Ma in questo campionato, da vincere ad ogni costo, contano prima di tutto i tre punti. Il resto viene dopo.
Messina macchinoso e ci vuole un calcio di rigore per sbloccare il risultato. Penalty concesso per un fallo di Prestigiacomo su Parachì che si era infilato come un'anguilla nelle strette maglie della difesa netina. Corona dal dischetto fa 1-0 e dopo tre minuti Parachì "inventa" un tiro cross che per poco non beffa il portiere Vezzani.
Ma il Noto non sta a guardare. Anzi riesce a riorganizzarsi e almeno in due occasioni sfiora il pareggio. Prima Troiano scodella in area, su punizione, un pallone velenoso che Lagomarsini spedisce in angolo. Poi, un minuto dopo, Merito riesce a divorare un'occasione d'oro davanti all'area piccola. E nel momento più critico, con gli ospiti che insistono nella trequarti giallorossa, arriva il raddoppio del Messina con una perla di Savanarola che da oltre venti metri fa partire un fendente che s'insacca nell'angolino alto della porta netina. Messina cinico, dunque, che capitalizza le poche occasioni confezionate e che nel finale di primo tempo potrebbe addirittura fare tripletta, con una bordata di Corona che s'infrange sull'esterno della rete custodita da Vezzani.
Corona realizza dal dischetto la rete che ha sbloccato il risultato (Foto F. Pernice)
Ripresa senza grandi sussulti, sulla falsariga del primo tempo. Parachì al 49' scarica un bel destro dalla distanza che il portiere ospite disinnesca. Poi è il Noto ad affacciarsi nell'area peloritana con un mischione che viene risolto con affanno da Ignoffo. Poi tanta noia, ma al Messina serviva mettere in ghiaccio il risultato, badando soprattutto a mettere la museruola agli uomini di Betta che nel secondo tempo hanno tentato di riaprire la gara. E ciò che più conta, a fine gara, è la canzoncina ("Eccola qua, la capolista eccola qua") cantata in coro dai tifosi della curva. Perchè poi, alla fine, la vittoria mette d'accordo tutti.
PIANETA MESSINA
Il fallo del difensore Prestigiacomo su Parachì. E' calcio di rigore


sabato 12 gennaio 2013

"IL NOTO? NON MI FIDO"

Non si fida. E fa bene. Catalano è così, pieno rispetto per tutti. E il Noto, anche se disperato nella melma della classifica, merita lo stesso grande attenzione. "Ho letto le dichiarazioni del loro allenatore Betta. Ci dà per grandi favoriti, ma per noi non sarà facile nè la gara di domani, nè vincere il campionato. C'è ancora un intero girone di ritorno, quindi ancora non abbiamo vinto nulla".
Grande concentrazione, dunque. Niente voli pindarici, tentazioni di sentirsi già arrivati. "Siamo primi in classifica, è vero, ma per restarci bisogna vincere le partite. E le parole servono a poco, bisogna sudare in campo e raccogliere i punti che ci servono per festeggiare il 5 maggio".
- Lotta a due o a tre? Oppure a quattro, visto che il patron del Cdm ci crede ancora...
"Se De Leo ha detto che puntano ancora alla vittoria del campionato, vuol dire che ci crederà. Io guardo in casa nostra".
- E' un Messina che ti somiglia?
"Sì. La squadra mi somiglia tanto sia per la determinazione che i ragazzi mettono in campo, sia per il rispetto che ogni domenica abbiamo dei nostri avversari. Noi le partite le dobbiamo vincere con queste armi".
- Poche pailettes, ma una buona tuta d'operaio. A volte serve questa per vincere un campionato?
"Direi di sì. In questo momento dobbiamo essere concreti. Ad Acireale ci siamo abbassati nel secondo tempo perchè avevamo capito che bisognava portare a casa i tre punti. Certo, abbiamo rischiato e non siamo stati sempre bravi nelle ripartenze, ma questo è un aspetto che miglioreremo".
PIANETA MESSINA
                               CONVOCATI 23 CALCIATORI

Al termine della rifinitura mattutina, il tecnico del Messina ha convocato 23 calciatori in vista della gara in programma domani al "San Filippo" con il Noto (calcio d'inizio alle 14.30, dirige Vingo di Pisa) e valevole per la seconda giornata di ritorno del girone I del campionato di serie D 
PORTIERI: Vincenzo Cuda, Ettore Lagomarsini, Vincenzo Mangini
DIFENSORI: Procolo Caiazzo, Sebastian Caldore, Agatino Chiavaro, Antonio Cucinotta, Gabriele Di Stefano, Giovanni Ignoffo, Salvatore Leo, Giuseppe Quintoni
CENTROCAMPISTI: Rosario Bucolo, Antonio Cicatiello, Antonino Comegna, Marco Guerriera, Stefano Maiorano, Raffaele Romano, Giuseppe Savanarola.
ATTACCANTI: Roberto Chiaria, Salvatore Cocuzza, Giorgio Corona, Andrea Parachì, Pedro Ferreira

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venerdì 11 gennaio 2013

BETTA: "IL MESSINA? HA GIA' VINTO IL CAMPIONATO"


L'allenatore del Noto, Giancarlo Betta (Foto Castobello)
Un abisso. La classifica dice questo. Messina e Noto agli antipodi, ma  guai a pensare che sarà una passeggiata. Primo perchè il calcio ti punisce se pensi di avere già vinto, secondo perchè il Noto è un'altra squadra (sono arrivati Pignatta, Astarita, Ruiz, Trimarco e Torcivia) rispetto a quella disastrosa del girone d'andata. E ha pure un allenatore nuovo, Giancarlo Betta, che il dg del Messina Giuliano conosce bene. Ai tempi del Siracusa, Betta era il timoniere delle giovanili, bella realtà del calcio siciliano. Oggi è l'allenatore del Noto, subentrato circa due mesi fa all'esonerato Galfano. Il presidente Musso ha fatto piazza pulita, ingaggiando anche un nuovo ds, quell'Antonio Ciccarone sbarcato a Messina nell'era Di Mascio e costretto ad andarsene dopo la grande "bugia" (ripescaggio) del patron illusionista.
Mautone, centrocampista del Noto (Foto Castobello)
Ciccarone, poi, la sua rivincita l'ha trovata a casa propria, costruendo l'Ebolitana dei miracoli, anzi dei record. E con la squadra della sua città si presentò al "S. Filippo", due stagioni fa. Finì 3-0 per i campani, con oltre 4000 spettatori. Ora le parti sono invertite. "Il calcio è strano ed è bello per questo - confessa Ciccarone - fa un certo effetto ritornare a Messina, anche se la mia esperienza purtroppo è durata poco. E' una cosa che mi è rimasta dentro, avrei voluto dare ai tifosi ciò che meritavano e che poi ho potuto realizzare con l'Ebolitana. Ma tutti sanno come sono andate le cose. Non è stata certo colpa mia".
- Questo Messina somiglia a quell'Ebolitana?
"E' difficile dirlo, fare un paragone. Il Messina di quest'anno è una squadra fortissima. Ha giocatori importanti. Ha una coppia centrale di primordine, con  Ignoffo e Chiavaro. Poi Maiorano, Chiaria, Corona, Savanarola. E' allenata bene da Catalano, insomma non gli manca niente per vincere questo campionato. 
Il ds Ciccarone, ex del Messina
In quell'annata l'Ebolitana ha collezionato 89 punti, un campionato irripetibile. Ma credo che il Messina quest'anno arriverà in Lega Pro. Ha una società forte e questo è fondamentale".
Ciccarone, dunque, da vecchio marpione non ha dubbi sul finale di questo campionato. E non ne ha neanche il tecnico del Noto, Giancarlo Betta, che addirittura si spinge oltre. "Il Messina per me ha già vinto il campionato. I numeri parlano chiaro. Noi siamo in un situazione disperata e al S. Filippo daremo il massimo per sovvertire il pronostico. Il divario tra noi e il Messina è enorme, ma ogni partita per me è una scoperta. La mia squadra è stata praticamente rifatta a dicembre. Le ultime prestazioni sono state soddisfacenti, anche se ci è mancata la vittoria contro Cavese e Licata".
- Per lei  il Messina ha già vinto il campionato. Eppure il presidente del Città di Messina ha detto di sentirsi ancora in corsa per il primato. Cosa ne pensa?
"Il Città di Messina è un'ottima squadra, ma non ha trovato il giusto equilibrio. Subisce troppi gol. Non credo possa farcela ad insidiare l'attuale capolista".
PIANETA MESSINA

domenica 6 gennaio 2013

NELLA CALZA 3 PUNTI D'ORO

Il sinistro vincente di Chiaria che batte Pandolfo (Foto Barbagallo)
Una zampata, da avvoltoio d'area. Chiaria lascia il segno e il Messina sbanca il "Tupparello", regalandosi una Befana con tre punti d'oro nella calza. Giallorossi in rete al 37', ma nella ripresa l'Acireale si è buttato a capofitto in avanti, alla disperata ricerca del pari. E così, gli ultimi venti minuti della partita, si sono trasformati in una grande sofferenza per il Messina. E c'è voluta la grande esperienza del pacchetto difensivo per salvare la pelle nei minuti concitati della gara, quando gli acesi, con la bava alla bocca, hanno tentato disperatamente la rete del pari.
Sudata sì, ma vittoria del cuore, della compattezza, con quel pizzico di cinismo che distingue una capolista. Mettiamola così, perchè alla fine sono le vittorie che fanno la differenza. Messina che è piaciuto di più nel primo tempo. E prima del gol partita, i peloritani potevano già sbloccare due volte il risultato. Sempre con Corona, che prima sferra una bordata dininnescata da Pandolfo e qualche minuto dopo si fa ipnotizzare dal portiere acese, che salva miracolosamente a tu per tu con il bomber peloritano.
Il pallone in rete dopo il tiro dell'attaccante peloritano (Foto Furrer)
L'Acireale, comunque, si era affacciato due volte nell'area peloritana, creando qualche grattacapo con un mischione risolto da Ignoffo e una parata di Lagomarsini su incursione di Tomarchio. 
Al 37'  ecco la rete di Chiaria (secondo sigillo in due partite e mezza) che spacca in due la partita. Lesto il nuovo attaccante peloritano a insaccare dopo una respinta della difesa acese su botta di Savanarola.
Nella ripresa il Messina che non t'aspetti. Merito comunque dell'Acireale, inguaiato nei bassifondi e alla disperata ricerca del pareggio. Così la difesa giallorossa trema su conclusione di Fricano che spreca malamente. E dopo un break di Bucolo dalla distanza, riecco l'Acireale a testa bassa. Così, dopo una "girata" del neo entrato Romano, Marchese solo davanti a Lagomarsini spara sul corpo del portiere peloritano.
Il Messina soffre, forse più del dovuto. E Catalano corre a ripari. Dentro Quintoni (al posto di Savanarola), ma la musica non cambia. L'Acireale è sempre lì, a ridosso dell'area giallorossa. E dopo un tiraccio di Rabbeni che finisce in curva, Romano cade in area su presunto contatto con Caiazzo. Gli acesi vorrebbero il rigore, ma l'arbitro non abbocca. Nel finale arroventato, i due cambi di Catalano (Cocuzza per Corona, Cicatiello al posto di Caldore) consentono ai peloritani di allentare la pressione dei padroni di casa. L'Acireale non ne ha più. E il Messina "operaio" del secondo tempo porta a casa tre punti preziosi che valgono ancora il primo posto solitario, sempre a più tre sul Cosenza. Buona Befana a tutti.
PIANETA MESSINA
Chiaria festeggiato dai compagni dopo il gol (Foto Barbagallo)


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