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mercoledì 30 gennaio 2013

LO MONACO: "SIAMO BOICOTTATI DA CHI NON VUOLE PIU' IL CALCIO"


Parole crude, destinate ancora a fare "rumore". Ci risiamo. Il "patron" Pietro Lo Monaco non riesce a godersi la sua creatura lassù, in beata solitudine al comando. Il Messina è la regina del campionato, eppure lui ha ancora sassolini, anzi mattoni, da togliersi dalle tasche per lanciarle a quei tifosi che a parole dicono di amare la propria squadra di calcio, ma che di fatto se ne  stanno ancora a casa, in pantofole, a godersi l'altro calcio, quello patinato, davanti a uno schermo piatto.
"Quattromila euro d'incasso nell'ultima gara in casa - sbotta subito Lo Monaco, appena lo rintracciamo al telefono per parlare del match di domenica al Celeste - è una vergogna. Siamo biocottati da un ambiente che il calcio non lo vuole più. Abbiamo cominciato con grandi sacrifici, ci è stato detto che se il Messina fosse stato primo in classifica le cose sarebbero cambiate. Invece ecco la risposta, quattromila euro d'incasso. Una risposta pressochè nulla, ma abbraccio la croce e vado avanti".
- E' vero, siamo primi, ma sempre di Serie D stiamo parlando...
"Sì, ma c'è una cosa che la gente non vuole capire. Io ringrazio lo zoccolo duro della curva che ci segue dall'inizio, ma a tutti gli altri messinesi che se ne stanno a casa vorrei ricordare che i costi che stiamo sostenendo non sono da dilettanti, la nostra risposta come società non è stata da dilettanti".
- Quindi non dà nessuna attenuante? Il maltempo, la crisi, lo stadio scomodo da raggiungere...
"Se vogliamo aggrapparci a questo.... boh, queste sono fesserie. La squadra è in testa alla classifica, vince in casa e fuori, ha staccato la seconda di sei punti e al S. Filippo ci sono sempre gli stessi. Non scherziamo. A Messina siamo bravi solo a fare chiacchiere, a mettere il bastone tra le ruote. La realtà è questa. La piazza è morta, abbiamo a che fare con un sacco di lestofanti, con accordi per transazioni che poi non vengono rispettati. Con tanta gente che sta uscendo come i funghi perchè capisce che c'è una proprietà solvente, con una città senza sindaco, con le promesse mancate da parte del Comune sullo stadio, con la frana che ancora è lì. Ma gli impegni, per quest'anno, li portiamo avanti. Io quando prendo un impegno lo mantengo, molti messinesi invece non hanno risposto come mi aspettavo".
La curva sud del "Celeste" gremita in Coppa Italia lo scorso anno contro l'Adrano
- Crede che l'andazzo sarà questo anche in Lega Pro?
"Penso di sì. Se non si cambia mentalità, anche in Seconda Divisione sarà così".
- Ma c'è stata almeno una domenica in cui il pubblico l'ha ripagata?
"Solo nella gara d'andata con il Città di Messina ho visto tanta partecipazione. Ma non possiamo limitarci a una partita nell'arco di un stagione. Noi i risultati li stiamo ottenendo, ma la gente deve darsi una svegliata. Invece vedo troppi sciacalli in giro"
- Direttore, il futuro?
"Il futuro è la partita di domenica. La squadra è carica, merita questo primo posto saldo in classifica, ma il campionato non è finito, la strada è ancora lunga".
- I tifosi "sentono" molto questa sfida con il Città di Messina. Esagerano?
"Ma quale sfida. Non esiste rivalità. L'Acr Messina è la squadra della città. Di che stiamo parlando? Non c'è rivalità, semmai rispetto per un avversario che tenterà di togliersi uno sfizio contro la capolista. Ma quanti punti di vantaggio abbiamo rispetto a loro?".
PIANETA MESSINA

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