Visualizzazioni totali

pubb

mercoledì 31 ottobre 2012

"ANCHE LORO CI TEMONO"

Alessandro Erra, allenatore della Gelbison
"Per noi è un onore, un orgoglio. E' il big-match della giornata. Pensando che ci sia la mia squadra ad affrontare al vertice il Messina, mi viene anche un po' da sorridere". Fa il modesto Erra, tecnico della rivelazione Gelbison, nella marcia di avvicinamento allo scontro diretto che andrà in scena al "Morra" di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. 
- Ma se siete lì, a due passi dalla vetta, non è un caso
"Certo, i nostri bei punti li abbiamo raccolti, ma il nostro primo obiettivo resta la salvezza. Poi, finchè potremo, ci piacerebbe restare nei quartieri alti".
- Che Messina si aspetta?
"Affronteremo una squadra con un organico di assoluta qualità. Il Messina lo vedo bene, dovremo stare molto attenti, ma credo che anche loro ci temono. In casa finora abbiamo vinto quattro partite su cinque".
- Voi, comunque, sognate il controsorpasso.
"Sarebbe bello. Comunque per noi è già motivo d'orgoglio disputare domenica prossima questa partita al vertice".
- Sarà una partita più tattica o agonistica?
"Entrambe le cose. Chi avrà più voglia di vincere avrà la meglio. L'agonismo, in questa categoria, può fare la differenza. Resta il fatto che il Messina ha un organico superiore al nostro. Poi, quest'anno, è meno presuntuoso dello scorso campionato".
                               ATTENTI A QUEI DUE...
Il bomber Giorgio Corona (Ishy foto)
- I "cuginetti" del gol hanno lasciato il segno nell'ultima trasferta del Messina. 
"Cocuzza lo conosco molto bene. L'ho allenato a Nocera e Andria, è un calciatore temibile. Credo che sia anche molto maturato. Su Corona che dovrei aggiungere? Anche se non è più un ragazzino, fa ancora la differenza. Ci ho giocato contro, è stato sempre un attaccante di razza. Poi conosco bene Ignoffo, un altro giocatore che dà sicurezza all'intera difesa".
- Un mese fa, quando eravate da soli al comando, le chiesi chi era destinato ad afferrare lo scettro. Lei rispose Messina...
"Vede? Sono stato un buon profeta. I valori sono questi. Comunque anche il Cosenza e un gradino più sotto il Savoia sono le favorite per la vittoria  del campionato".
                TIFOSI AL SEGUITO AL "CALDUCCIO"
Il settore del "Morra" dove saranno ospitati i tifosi del Messina
 C'è una buona notizia per i tifosi del Messina che domenica seguiranno i propri beniamini nella lontana trasferta di Vallo della Lucania, che a dispetto del nome si trova invece in Campania, in provincia di Salerno. La tribunetta che accoglierà i sostenitori giallorossi, inanzitutto, è coperta e piuttosto capiente: fino a 500 posti. Si prevede un buon seguito, nonostante non sia una trasferta agevole. "Abbiamo praticato uno sconto sui biglietti per i tifosi del Messina - dice il team manager della Gelbison, Cosimo D'Angelo - pagheranno sette euro. Il settore per i tifosi ospiti è confortevole, nell'ultima gara interna contro la Pro Cavese c'erano quasi cinquecento tifosi giunti da Cava e non c'è stato alcuno screzio sugli spalti. Con i nostri tifosi non c'è alcun problema, sono molto sportivi e ospitali".
PIANETA MESSINA

lunedì 29 ottobre 2012

"TIFOSI MERAVIGLIOSI"

Il presidente del Messina, Isidoro Torrisi  (Ishy foto)
Non aspira a fare l'allenatore, eppure gli piace stare in panchina, anche anche quando le frustate di vento ti sbattono la pioggia in faccia. Il presidente Isodoro Torrisi è un passionale. Giacca e cravatta sei giorni su sette, ma la domenica presidente-tifoso del Messina a cui piace vivere a pelle la partita, accomodandosi in panca. "Ieri ho capito cosa significa, per i tifosi, assistere a una partita sotto la pioggia, pur di stare vicino alla squadra del cuore. A fine gara, pur stando in panchina, ero inzuppato d'acqua".
- Quindi giustifica il calo di presenze sugli spalti con quel tempaccio?
"Ci mancherebbe. Anzi, devo dire grazie, con il cuore, a chi è venuto allo stadio nonostante il tempo da lupi. I tifosi ci sono vicini, su questo non abbiamo mai avuto alcun dubbio. Anche ieri sono stati meravigliosi. Un leggero calo nell'affluenza ci può stare con quel brutto tempo".
- Come si sta lassù, soli al comando?
"E' il frutto degli sforzi che siamo facendo da quando abbiamo iniziato la nostra avventura con il Messina. Ma ancora è presto per dire che vinceremo il campionato. Dobbiamo fare come la formichina. Piano piano dobbiamo raccogliere i punti che ci serviranno per il salto di categoria".
- Lei è in continuo contatto con Pietro Lo Monaco. Cosa le ha detto dopo la vittoria di ieri e il primo posto solitario?
"Mi sento spesso con lui. Ieri non ha potuto assistere alla partita, ma l'ho informato a fine gara. Ovviamente era contento, ma lui ha sempre avuto grande fiducia nella potenzialità di questa squadra. Conosco Lo Monaco, ha le idee molto chiare e un progetto ambizioso da realizzare con tutto il suo staff".
- Come le piace di più: Messina primo, oppure Acr Messina prima?
"Io sono il presidente del Messina, abbiamo iscritto la squadra al campionato con questa denominazione. Certo, mi dà un po' fastidio leggere o sentire dire ha vinto l'Acr. Io dico che ieri ha vinto il Messina. Comunque, non voglio fare alcuna polemica. Ognuno è libero di chiamarci come vuole, ma noi e i nostri tifosi sappiamo che siamo il Messina".
PIANETA MESSINA                  

domenica 28 ottobre 2012

LA CAPOLISTA ECCOLA QUI

Ignoffo festeggiato dai compagni dopo il gol vittoria (Foto Fabrizio Pernice)
Vittoria bagnata, sudata e meritata. Ma soprattutto tre punti di platino che regalano al Messina lo scettro del campionato. Ci pensa stavolta un difensore, Ignoffo, che si traveste da bomber e ad inizio ripresa con una zampata trafigge il portiere della Vibonese. Ma è la vittoria del gruppo, del carattere, contro un avversario rognoso, sceso al "S. Filippo" con personalità ma che alla fine si è dovuto inchinare alla maggiore cattiveria agonistica dei peloritani. E così la giornataccia del S. Filippo, per la fitta pioggia e il vento insopportabile, si trasforma in un pomeriggio bellissimo per i tifosi giallorossi.
 Vibonese che tenta di fare lo scherzetto dopo appena un minuto, ma prima Cuda è bravo a fare il gatto su un sinistro velenoso di Brescia, poi Chiavaro salva sulla botta insidiosa di Marasco. Scampato il pericolo, il Messina si affaccia dalle parti di Saraò e lo fa con una bordata di Quintoni che manda in apnea la difesa calabrese. Messina che si affida alle incursioni sulle fasce di Parachì e Quintoni, con Maiorano in cabina di regia e i due "cuginetti del gol"  lì davanti a tentare di scardinare la retroguardia rossoblù. E l'intesa tra Corona e Cocuzza c'è e si vede, al 27', con un'imbeccata in area di Re Giorgio per il numero dieci peloritano che viene anticipato sul più bello. Messina che appare più manovriero, nonostante il campo appesantito per la pioggia e un forte vento che sferza i ventidue in campo.
Incursione di Cocuzza nella trequarti della Vibonese (Foto F. Pernice)
L'equilibrio in campo diventa precario, con il passare dei minuti, a causa del terreno inzuppato e in un'azione difensiva si fa male Chiavaro che deve lasciare il campo. Al suo posto l'under Caldore. Continua a piovere a dirotto, ma il Messina prova a  disegnare qualche manovra per mettere in difficoltà i calabresi. E il finale di primo tempo regala tre emozioni nello spazio di 5 minuti. Prima Corona crolla in area dopo un contatto con D'Angelo, ma l'arbitro Bichisecchi addirittura inverte il fallo, assegnando una punizione alla Vibonese. Due minuti dopo è Parachì a involarsi in area, dopo un assist di Cocuzza, ma il portiere Saraò è bravo a disinnescare la conclusione. L'ultimo acuto del primo tempo porta la firma di Quintoni che sferra una botta da una ventina di metri. La sfera sibila l'incrocio dei pali.

E la ripresa inizia da dove era finito il primo tempo, cioè da una staffilata da distanza siderale di Quintoni. Anche qui il portiere Saraò mette un cero chissà a chi. Il copione della gara non cambia. Vibonese piuttosto rinunciataria, che vorrebbe congelare  (non basta il tempo infame) il risultato sullo 0-0, ma la svolta arriva al 54', con la zampata vincente di Ignoffo, che approfitta di una respinta della difesa calabrese dopo una punizione di Quintoni. E così l'esperto difensore giallorosso, che di professione non fa il goleador, timbra la sua prima rete con la maglia giallorossa, ma soprattutto spacca in due la partita. E da questo momento, il Messina è bravo a gestire il prezioso vantaggio, con la Vibonese che tenta di raddrizzare il risultato, senza però pungere, a parte due tiri da lontano telefonati. E al triplice fischio è festa sugli spalti. Il Messina è la nuova regina del campionato.
PIANETA MESSINA

sabato 27 ottobre 2012

ABBRACCIAMOCI ANCORA

Nessun sassolino, per carità, ma tornando su quella montagna di abbracci in panchina dopo il gol di Corona a Palazzolo, il tecnico Catalano ha ammesso che quello è stato un messaggio forte che la squadra ha voluto inviare. "Sì, è stato  lanciato all'esterno per dimostrare che siamo un gruppo unito. Poi è stato un segnale a sè stessa, come squadra, che ha voluto rimarcare questo rapporto stretto con il proprio allenatore. Questo perchè tra me e i miei giocatori c'è grande rispetto. Credo di avere trasmesso qualcosa a loro per meritarmi quell'abbraccio collettivo".
- Forse avevano qualcosa da farsi perdonare dopo la prova scialba contro il Paternò?
"Perdonare no. Non ho mai avuto dubbi sulla forza della squadra. Dopo quel pareggio casalingo ci siamo parlati, confrontati e a Palazzolo mi hanno ripagato. Ho un gruppo encomiabile, non ho avuto mai dubbi".
- Ora guai a cullarsi. A parte il nuovo modulo, conta anche la birra nelle gambe.
"Certo, se non si corre in campo qualsiasi modulo non può essere sviluppato. Ora siamo una squadra più equilibrata, che però scende in campo sempre per vincere".
- I due "cuginetti" lì davanti sanno far male. Li rivedremo insieme contro la Vibonese?
"Corona e Cocuzza si conoscono molto bene. Si vede che c'è l'intesa. Se giocheranno dall'avvio, non sarà una bocciatura per gli altri. Io non boccio nessuno, nè tantomeno Croce. Noi abbiamo un obiettivo: il 5 maggio dobbiamo vincere il campionato. Quindi ognuno di noi sa cosa deve fare per contribuire a raggiungere questo risultato".
PIANETA MESSINA

UN "PROF" DI FIDUCIA

Sergio Marullo, vice presidente del Messina
Prima di tutto messinese, anche se la sua carriera di stimato avvocato civilista l'ha portato a dividersi tra Roma e Milano. Sergio Marullo, 34 anni, è uno degli uomini di fiducia del patron Pietro Lo Monaco, che non a caso gli ha dato i galloni di vice presidente del Messina. Molto riservato, di lui finora si sa davvero poco. Ad esempio, che il Messina ha un vice presidente che fa il docente universitario. "Sì - ci racconta Marullo - insegno Diritto Privato all'Università di Pescara. E' una delle mie attività professionali che riesco a svolgere".
- Ma come nasce questo suo coinvolgimento nel progetto Messina?
"Nasce da un rapporto di natura professionale con Pietro Lo Monaco, per diverse vicende legate più o meno al mondo del calcio. Da qui è nata una reciproca fiducia e la proposta di darmi l'incarico di vice presidente del Messina che ho accetatto con grande gioia, perchè sono stato da ragazzino e lo sono ancora un grande tifoso del Messina".
- Nonostante i suoi impegni, è riuscito a vedere il Messina?
"Sì, ho assistito a due gare. In Coppa Italia contro il Paternò e in campionato contro l'Acireale. Quindi ho portato bene, abbiamo vinto entrambe le partite. Ma conto di vederne tante altre".
- Conosce bene Pietro Lo Monaco. Dove si può arrivare con lui?
"Le ambizioni sono serie, come quelle che la città merita. Pietro Lo Monaco ha una volontà d'investire nel progetto, ma oggi non sarebbe serio da parte mia dire in quanto tempo si potrà tornare in alto. Nel calcio non è semplice. Serve sì tanto mestiere, ma anche un po' di fortuna. Diciamo, comunque, che il progetto è serio e di solito se ci sono basi solide i risultati arrivano".
- Una nuova società ripartita dalle macerie per fare calcio in una città sull'orlo del fallimento. Come vive questo momento così buio di Messina?
"Mi preoccupa moltissimo e mi fa soffrire. La città sta attraversando uno dei suoi momenti più difficili. Ma bisogna ripartire, rimboccarsi le maniche, anche se non è facile".
- Il calcio è un po' la metafora della vita. Con il Messina si sta cercando di ripartire dopo il fallimento della gestione Franza. La città, invece, dovrà rialzarsi dopo le nefandezze della classe politica.
"Quest'accostamento non è azzardato. Anzi. Direi che calza a pennello. Noi, nel nostro piccolo, come società sportiva abbiamo un progetto serio da sviluppare. Spero che la città lo trovi al più presto con le persone giuste per risalire la china. Il calcio, ovviamente, è meno importante di tante cose che servirebbero a Messina, ma è una piccola economia che si muove e che dà posti di lavoro".
- La prima cosa che l'ha colpita di Lo Monaco patron del Messina?
"Ho notato la sua grande determinazione sulla vicenda stadio che non lo ha spaventato. Appena si è reso conto che servivano dei lavori per rimettere in sesto quest'impianto così grande, si è subito impegnato per risolvere il problema".
PIANETA MESSINA

giovedì 25 ottobre 2012

SODA: "A VISO APERTO"

Soda, allenatore della Vibonese (Foto Armando Lo Gatto)
L'occasione è ghiotta. La vetta è lì, a un tiro di schioppo e il Messina ha già l'acquolina in bocca. Ma servono due incastri per afferrare lo scettro. Per il primo basta gufare un po' e sperare che la Gelbison freni ancora; il secondo dipende solo dalla "Catalano band", perchè per battere la Vibonese serviranno concentrazione, grande corsa e idee chiare. E guai a sentirsi già dei fenomeni dopo il terno secco di Palazzolo. 
Ma che avversario troverà domenica il Messina? La Vibonese, neo retrocessa, è un po' un'incognita. Il suo allenatore, Antonio Soda, contattato da Pianeta Messina, spiega perchè l'avvio dei calabresi non è stato esaltante. "Beh, considerato che siamo partiti il 10 agosto, quindi in netto ritardo rispetto alle altre squadre, direi che tutto sommato non c'erano aspettative superiori rispetto all'attuale classifica. Quindi è un avvio nella norma".
- Ci ricorda perchè avete iniziato in ritardo?
"Dopo la retrocessione, la società ha sperato fino all'ultimo nel ripescaggio e si è perso tempo prezioso non sapendo fino all'ultimo che campionato avremmo dovuto disputare. Poi la buona notizia non è arrivata e non abbiamo potuto fare le scelte migliori per questo tipo di campionato. Ora, ovviamente, cercheremo di rinforzarci con il mercato di gennaio".
L'allenatore della Vibonese durante una seduta di allenamento (Foto Lo Gatto)
- Dieci punti, tutti colti in casa. Un punto in trasferta l'avevate strappato, ma il giudice sportivo ve l'ha tolto.
"Ha detto bene. Avevamo pareggiato a Paternò, dove meritavamo di vincere. Poi sapete com'è andata sulla vicenda di un nostro tesserato che doveva scontare un turno di squalifica".
- Ma come gioca la Vibonese in trasferta?
"A viso aperto, giochiamo bene, produciamo tanto ma non concretizziamo. Finora in trasferta abbiamo sempre creato. E' successo a Cava dei Tirreni, così come sul terreno della Gelbison. Due partite che ai punti non avremmo meritato di perdere".
- Ora, però, vi tocca la trasferta più dura
"Lo sappiamo, giocheremo contro una delle squadre più forti del campionato. Il Messina è stato costruito per vincere, è una piazza importante che vuole tornare in alto, quindi ci sta che sia favorito."
- Sorvegliati speciali? Avrà già in mente qualche "gabbia"?
"Conosco Corona, un giocatore che non centra niente con questa categoria. Anche se non è più un ragazzino, fa sempre la differenza. Poi Leon e altri giocatori esperti, come Ignoffo che ho avuto con me quando ho allenato il Benevento". 
- Di solito si affida al 4-3-3, un modulo piuttosto spregiudicato. Lo azzarderà anche al "S. Filippo"?
"Vediamo. Di solito decido in base ai nostri avversari. Siamo una squadra giovane, ci piace giocare a viso aperto e un avversario come il Messina per noi sarà stimolante".
PIANETA MESSINA 

martedì 23 ottobre 2012

"CHIAMATELO MESSINA"

Di solito non lo facciamo, ma stavolta ospitiamo l'intervento di un nostro lettore, Michele Prestipino, che ci ha inviato una e-mail su un tema che ci ha incuriosito e che fa riflettere. Sperando che nessuno si offenda.
"Domenica sera un amico mi chiede. "Che ha fatto il Messina?" Gli racconto dell'exploit in trasferta. E giù un sorriso. Embè? Dirà qualcuno. Lo spiego subito. Il mio amico Paolo, tifoso di vecchio stampo, è uno di quelli rimasto immune dal morbo "Acr". Per lui, come per migliaia di persone come lui, se parli della squadra di calcio della tua città basta dire "Il Messina". Semplice, facile, basta la parola.
Invece da un po' di tempo, beati loro, c'è qualcuno che ha deciso d'infilare questo benedetto Acr (che non è neanche lontano parente di quello storico) quando si parla della squadra della propria città. Perchè? Che bisogno c'è? E dov'è scritto che debba essere consacrato anche nei titoli dei giornali cartacei e on-line o in tv nei risultati e relativa classifica? Per distinguere il Messina da cosa? Esiste per caso, in città, l'As Messina, l'Us Messina, oppure la Ssc Messina? Eppure sembra che a qualcuno venga l'orticaria se dice "Il Messina ha vinto", preferendo invece allungare il brodo (L'Acr Messina ha vinto) o sintetizzare (L'Acr ha vinto), pur di non dire la cosa più naturale. Allora mi chiedo, perchè ai tempi di Scoglio (eppure era la vera Acr Messina) si diceva e scriveva solo e semplicemente Messina?".

PIANETA MESSINA

domenica 21 ottobre 2012

MARCHIO DI FABBRICA

La gioia di capitan Corona dopo il gol del vantaggio a Palazzolo  (Foto Furrer)
Rieccoli, ancora loro. I cugini del gol sono tornati. Tre squilli. Forti, assordanti, per il secondo colpaccio esterno del Messina che lancia un segnale forte dopo i mormorii degli ultimi giorni. Vittoria pesante nella tana del Palazzolo, firmata dalla premiata ditta Corona-Cocuzza. Un marchio di fabbrica in fatto di gol. E miglior regalo, per il compleanno del patron Pietro Lo Monaco, non potevano fare. 
Il primo squillo è di Re Giorgio, al 23', che lascia il segno, come lo scorso campionato, sul sintetico dello "Scrofani Salustro". Un gol con dedica. Corona insacca e vola verso la panchina, ad abbracciare l'allenatore Catalano. Stessa cosa fanno i compagni ed è il segnale forte che la squadra è compatta attorno al proprio timoniere.
Dedicato a lui, con tante pacche e sorrisi. Il Messina c'è, è tornato dopo due settimane così così.
Il risultato si schioda al 23', con Re Giorgio che trasforma in oro l'uno-due con Cocuzza. Il capitano, solo davanti al portiere Scordino, gonfia la rete. E' il vantaggio del Messina, per la gioia dei duecento tifosi peloritano giunti a Palazzolo. La reazione dei padroni di casa è molle, a parte una conclusione di Aperi al 34' che sorvola la traversa. Per il resto, il Messina è bravo a congelare il prezioso vantaggio fino al termine del primo tempo.
Inizio di ripresa a tinte giallorosse con i tentativi di Maiorano (palla fuori) e Parachì (sfera che sibila il palo).
I tifosi del Messina che hanno seguito i propri beniamini a Palazzolo (Foto Furrer)
Ma è il preludio al raddoppio, al 68', firmato da Cocuzza, al termine di un'azione corale che fa girare la testa ai padroni di casa. Prima Parachì, palla a Corona che smista per Quintoni. Il cross di quest'ultimo viene capitalizzato da Cocuzza che insacca. Roba da spellarsi le mani. Palazzolo al tappeto. Ma il finale riserva ancora emozioni. Prima Cuda è bravo a disinnescare le conclusioni di Arigo e Aperi, poi la doppietta di Re Giorgio, che si porta a spasso mezza difesa gialloverde e insacca con un piatto destro mortifero. E' il tre a zero. Un trionfo.
PIANETA MESSINA
Scene di un trionfo. Parachì abbracciato dai tifosi a fine gara (Foto Furrer)

L'esultanza finale dei calciatori che corrono verso i  propri tifosi (Foto Furrer)
Corona, dopo il primo gol, corre verso la panchina e indica il tecnico Catalano prima di abbracciarlo (Foto Baglieri)


Il 2-0 firmato nella ripresa da Cocuzza e che mette in cassaforte il risultato (Foto Furrer)



venerdì 19 ottobre 2012

"NON BASTANO I NOMI"

Agatino Chiavaro, difensore con il "vizio" del gol  (Foto Fabrizio Pernice)
Lavori in corso, ma c'è il risvolto della medaglia. Perchè se è vero che il Messina, sul piano del gioco, non risponde ancora bene ai comandi del suo timoniere, ci sono già 14 punti  in saccoccia e un terzo posto più che dignitoso, a soli tre gradini dalla vetta. Quindi Messina che può solo migliorare. "Siamo una squadra nuova - ricorda il difensore Chiavaro - non è facile trovare subito i giusti automatismi". 
- Giusto, ci può stare, ma i tifosi in questo rodaggio si aspettavano qualcosa in più.
"Sappiamo bene che domenica scorsa la prestazione non è stata sufficiente, soprattutto nel secondo tempo. Ma avevamo tanta voglia di vincere e questa foga ci ha giocato un brutto scherzo".
- Il vostro allenatore vi chiede di giocare di più palla a terra. Perchè, invece, quei lanci lunghi?
"E' vero, in certi momenti della gara siamo precipitosi. La verità è che non sempre riesci a fare ciò che vorresti, dipende anche dagli avversari. Lo sappiamo, comunque, che possiamo e dobbiamo dare di più. In qualche gara non siamo stati molto cattivi. Sappiamo di essere un gruppo forte, ma dobbiamo lavorare sodo per migliorare gli automatismi. La risposta ce la darà il campo nelle prossime giornate, a partire da domenica".
- Nella tana del Palazzolo vi aspettano con il coltello tra i denti. 
"Lo sappiamo. Bisogna subito calarsi nella mentalità operaia, fare un gol più di loro e lottare su ogni pallone. Abbiamo capito che prima conta il risultato, ad ogni costo, anche senza troppi fronzoli. E' ovvio che dovremo migliorare anche nella velocità della manovra".
Cuda domenica esordirà in campionato (Foto F. Pernice)
- Domenica scorsa in primi fischi. Vi hanno fatto male, oppure sono uno stimolo?
"I nostri tifosi hanno ragione. Si aspettano tanto da noi. Se hanno fischiato significa che ce lo siamo meritato. Sta a noi, adesso, dimostrare che il Messina è vivo. Domenica a Palazzolo dovremo fare la partita e chiuderla".
- Pietro Lo Monaco ha detto che i campionati non si vincono per opera dello Spirito Santo, ma con il sudore e l'applicazione. 
"E' la verità assoluta. Se si vuole vincere non bastano i nomi o la fortuna, ci vuole tanto sacrificio. E nel calcio, come nella vita, poi vieni ripagato".
- Ma voi calciatori, nello spogliatoio, che vi dite?
"Tra noi ci sproniamo, sappiamo cosa non va e cosa va migliorato, ma conosciamo anche i nostri pregi. Siamo una squadra ambiziosa, sappiamo ciò che vogliamo e cosa si aspettano i tifosi da noi. Ma bisogna avere pazienza, siamo ancora all'inizio del campionato. Io, poi, la classifica non la guardo neanche, mancano ancora tante partite".
PIANETA MESSINA

giovedì 18 ottobre 2012

"IL MESSINA? NON CI SOTTOVALUTERà"

L'abbraccio dopo il gol di Corona, la scorsa stagione, a Palazzolo  (Foto Furrer)
A Palazzolo già preparano il trappolone per il Messina. Arriva una delle big del campionato, ma la classifica dei gialloverdi piange e all'undici di Cacciola servono punti salvezza. Ad ogni costo, anche contro un'avversaria sulla carta più forte. Sulla carta, appunto. Perchè memori di quanto successo a Ribera, al Messina converrà tenere gli occhi ben spalancati per non fare un'altra frittata. Giallorossi che dovranno usare la sciabola, lasciando sul pullman il fioretto, perchè in questo tipo di trasferta la cattiveria agonistica fa la differenza. Forse di più delle qualità tecniche e dei moduli. E per capire che partita aspetta il Messina sul sintetico dello "Scrofani", abbiamo contattato telefonicamente il direttore sportivo del Palazzolo, Enzo Berti. "Affronteremo una squadra fortissima, lo sappiamo, dovremo disputare una partita perfetta per incamerare punti. In questo campionato - aggiunge il ds - ogni partita ha la sua storia. Noi ci proveremo, abbiamo una classifica carente che non meritiamo e la partita ce la giocheremo con determinazione".
Enzo Berti, ds del Palazzolo
- Una sola vittoria finora, due pareggi e peggiore difesa del campionato, insieme al Licata. Vi aspettavate di più?
"Ci manca qualche punto, la squadra è stata penalizzata da qualche episodio sfavorevole, però resto fiducioso. Certo, contro il Messina sarà dura, ma non partiamo battuti. Anche il Ribera, neo promossa, non era favorito alla vigilia, eppure è riuscito a battere il Messina. Il calcio è anche  questo, ma questo non cambia il fatto che per noi sarà una partita durissima".
- Che Messina si aspetta?
"Credo che verrà a Palazzolo con la mentalità vincente, non ci sottovaluterà. Sento dire in giro che la squadra non si stia esprimendo al meglio. Se è veramente così, cercheremo di sfruttare questo momento no dei nostri avversari. Però definire negativo l'andamento di una squadra che finora ha perso una sola partita ed è terza in classifica mi sembra esagerato. Il Messina, con gente come Ignoffo, Leon, Corona, Chiavaro, resta una delle favorite di questo campionato".
I tifosi del Messina lo scorso febbraio a Palazzolo
Fin qui il direttore sportivo del Palazzolo, mentre ai tifosi del Messina torna in mente l'1-1 dello scorso campionato, il 25 febbraio, nell'anticipo del sabato (ci fu la diretta su Rai sport) con il gol lampo di Corona, una marea di occasioni mancate, un gol annullato a Cocuzza e il pari di Panatteri per un pari che alla fine suonò come una mezza beffa. Tanto basta per volersi rifare con gli interessi.
PIANETA MESSINA


La zampata di Corona per il gol del vantaggio lo scorso torneo a Palazzolo (Foto Furrer)

domenica 14 ottobre 2012

LO MONACO: "I FISCHI? NON LI HO SENTITI"

Pietro Lo Monaco oggi al "S. Filippo"    http://ishyfoto.blogspot.it/
I fischi al suo Messina, i primi della stagione, il patron Pietro Lo Monaco non li ha sentiti. Era già andato via, com'è suo costume. Lo rintracciamo in serata. Una breve chiacchierata per capire se c'è rimasto male per quei fischi piovuti sulla squadra al termine della gara con il Paternò. "Non li ho sentiti, ero già andato via. Comunque capisco l'amarezza dei nostri tifosi per una prestazione non brillante della squadra. Però dico che i campionati non si vincono per opera dello Spirito Santo o per per grazia ricevuta. Si vincono con il sudore, con l'applicazione costante ed è quello che la squadra sa di dover garantire non solo alla società, ma anche ai suoi tifosi che sono la forza di questa squadra".
- Li ritiene fischi un po' prematuri?
"La squadra non ha giocato bene, però adesso non buttiamo la croce su questi ragazzi. Il campionato è molto equilibrato, ci sono squadre attrezzate come noi che faticano. Basta pensare cosa ha fatto oggi il Cosenza. Noi siamo lì, tra le prime. Sappiamo che si può migliorare, abbiamo la forza e gli uomini per farlo. I fischi possono essere comunque uno stimolo. Sono comunque certo che i nostri tifosi staranno vicini alla squadra. Il loro amore per il Messina non sarà scalfito da un pari casalingo".
PIANETA MESSINA

BRUTTO ANATROCCOLO

Leon anticipato in extremis dal portiere del Paternò (Ishy foto)

Così brutto non l'avevamo visto finora. E i primi fischi ci stanno e fanno male. Il Messina impatta così al "S. Filippo" con un Paternò ordinato che alla fine ha rischiato anche di portare via i tre punti. Un pari sbiadito che si fa sentire in classifica, visto che la capolista Gelbison allunga, vincendo oggi a Sambiase. Messina quindi che ora è a tre punti dalla vetta.
Primo tempo da dimenticare. Messina contratto, che fa fatica a trovare le geometrie giuste, con l'honduregno Leon a ridosso delle bocche di fuoco Corona e Croce e il biondo Maiorano che prova a decentrarsi sulla corsia di destra, senza però trovare sbocchi. La manovra, lenta e prevedibile, non impensierisce gli ospiti, anche se i peloritani due palle gol le confezionano.Prima con Maiorano, che su tocco di Corona scarica un destro che costringe Vecchio alla respinta; ma più clamorosa è la palla che capita tra i piedi di Croce che a due passi dal portiere timbra la traversa. E il Paternò? Guardingo, ma bravo a ripartire, come accade al 18' con Mandarano che s'infila sulla catena di destra, ingaggia un duello con Di Stefano centrando l'esterno della rete con un destro velenoso. Primo tempo che scivola sui binari della noia, con uno sterile predominio del Messina che però fatica ad affacciarsi nell'area etnea. Peloritani che insistono sui lanci lunghi, facile preda della difesa schierata. Pochi palloni, invece, sulle corsie esterne. E in una delle rare occasioni, dalla sinistra parte un cross di Di Stefano che imbecca di testa Croce bravo ad anticipare il proprio marcatore. La palla, però, si spegne di una spanna a lato. Finisce qui il primo tempo, tra qualche mugugno sugli spalti e la speranza di vedere un altro Messina nella ripresa.
Una incursione di Croce, contrastato da un difensore del Paternò (Ishy foto)
Ma il copione, purtroppo, non cambia nel primo quarto d'ora dopo il riposo. Messina volenteroso, ma arruffone e con qualche giocatore a scartamento ridotto. Catalano butta nella mischia Cocuzza, al posto dell'involuto Croce, ma la musica non cambia. Messina che non riesce a pungere, così il Paternò prende coraggio e al 64' sfiora il vantaggio con un incredibile pallonetto da una quarantina di metri di Mastrolilli che costringe Lagomarsini a rifugiarsi in angolo. Piove qualche fischio dalla tribuna (cori incessanti, invece, dalla curva Sud) e il Messina finalmente si scuote. Lo fa con Maiorano che s'incunea in area, ma a due passi dal portiere non approfitta. Insiste il Messina, stavolta con Leon, che al 70' scodella dalla destra un cross delizioso, ma Corona viene anticipato sul più bello sotto porta. Ancora l'honduregno pericoloso, due minuti dopo, con una serpentina micidiale. Scalia lo stende in area, ma l'arbitro fischia per un fuorigioco  di Cocuzza, tra le proteste degli oltre quattromila del "S. Filippo". 
Messina che appare più aggressivo, capace perlomeno di affacciarsi nell'area etnea. Cocuzza si dà un gran da fare, ma la difesa etnea regge il forcing finale dei giallorossi. Ospiti che nel finale, con Scapellato, vanno vicini al gol partita. Ma sarebbe stata una beffa anche per un Messina così brutto.
PIANETA MESSINA





























L'ARIA MAGICA

Fattore "S. Filippo". E con un Leon in più. Tre su tre finora, nove dei tredici punti in saccoccia, Messina quindi che a casa propria sa quello che vuole. Oggi l'esordio casalingo del "gioiellone" honduregno dopo l'approccio un po' timido a Paola. Ma al "S. Filippo" c'è un'altra aria, c'è quel fattore magico che anche Leon assaporerà. Vai Messina, dunque, nel rispetto di un Paternò che si giocherà la partita, ma consci che i tre punti sono alla portata. E ci sono tre buoni motivi per vincere questa partita. Tentare l'aggancio al primo posto (la Gelbison viaggia a Sambiase), ribadire l'effetto "S. Filippo", spazzare sul nascere pericolose polemiche  sulla reale forza d'urto dei peloritani in questo campionato. Messina che, a scanso di equivoci, può e deve migliorare. Ma questo lo sa per primo l'allenatore, che in questa fase embrionale cerca la quadratura del cerchio, soprattutto in trasferta. E qui c'è da spendere due parole. I numeri, ma anche le prestazioni, parlano chiaro. Quattro punti sui nove disponibili non sono granchè, ma neanche da buttare. Non si può che migliorare. Intanto la squadra è seconda, a un punticino dalla vetta. E da qui che bisogna partire, vincendo oggi e cambiando registro lontano da casa, con meno fronzoli e più sostanza. 
PIANETA MESSINA

venerdì 12 ottobre 2012

PIEDI BUONI E POLMONI

Rosario Bucolo,  il  "geometra" del  Messina (Ishy foto)
Pochi fronzoli. Parole chiare, dirette, per spiegare cosa vuole il Messina e soprattutto in cosa deve migliorare. Rosario Bucolo è così, anche fuori dal campo. Carattere forte, uno di quelli che ci crede sempre, piedi buoni e polmoni da vendere. La prima cosa la dice ai tifosi. "Sono stupendi, come i immaginavo. Sono la nostra forza, noi come loro vogliamo uscire da questa categoria. Altrimenti non saremmo qui. Per me e per i miei compagni è un orgoglio indossare questa maglia".
- Secondi a un solo punto dalla vetta. Eppure, qualcuno storce il naso per una manovra non sempre fluida.
"La squadra sta crescendo, è ovvio che anche il gioco può migliorare. Ma siamo lì, a un passo dalla vetta, abbiamo anche disputato delle buone partite".
- A chi parla di poca umiltà?
"Non è vero. Non è questione di umiltà. Nessuno sta snobbando il campionato. Parlerei, invece, di equilibrio. Dobbiamo essere una squadra più quadrata, soprattutto in trasferta".
- Lontano da Messina cosa non ha funzionato?
"La partita dobbiamo farla noi, però dovremmo essere più furbi. I nostri avversari si preparano in maniera maniacale, ci aspettano con il fucile spianato. Quando arriva il Messina succede questo, lo sapete. Noi dovremo essere bravi a chiudere le partite prima di dare coraggio agli avversari".
http://ishyfoto.blogspot.it/
- Credi nella storia del leader nello spogliatoio? Conta ancora?
"Nel Messina siamo tutti leader. E' ovvio, poi, che gente come Corona, Leon, Ignoffo e Chiavaro con la loro esperienza danno agli altri compagni qualche consiglio sia nei momenti belli che in quelli meno buoni. Ma la cosa più bella di questa squadra è il gruppo. Nessun personalismo, perchè per vincere un campionato è la forza del gruppo che fa la differenza".
- E Bucolo, comunque, è il leader nel cuore del campo?
"Da soli non si è nessuno. Nel mio reparto si muovono altri calciatori altrettanto bravi. Caratterialmente mi conoscete. Sono fatto così, magari mi arrabbio tanto, però poi mi passa".
- Con il Paternò condannati a vincere.
"Dobbiamo stare attenti, in Coppa Italia mi ha fatto una buona impressione. Quella gara l'ho vista in tribuna, ero squalificato, però ho notato che loro hanno affrontato il Messina al 101%. Ma noi siamo un gruppo forte, sappiamo di poter vincere".
PIANETA MESSINA
                                                                                                             http://ishyfoto.blogspot.it/


giovedì 11 ottobre 2012

L' AVVERSARIO "STRANO"

Corona già sorvegliato numero uno dai difensori del Paternò nella gara di Coppa Italia vinta 2-0 (Ishy foto)
Ringalluzzito dalla vittoria a tavolino contro la Vibonese, ora diventa per il Messina un cliente scomodo. Perchè il Paternò arriva al "S. Filippo" nelle migliori condizioni mentali e soprattutto perchè non ha nulla da perdere. Una classifica con i fiocchi per gli etnei, a soli tre punti dal Messina e con uno stato d'animo niente male. E se l'approccio mentale a una gara conta qualcosa (a volte di più del valore tecnico), allora è meglio diffidare dai rossazzurri di Pippo Strano, che i peloritani ritrovano dopo il successo di... rigore ottenuto in Coppa Italia lo scorso 26 Agosto.
"Quella volta abbiamo giocato una buona partita - dice il tecnico del Paternò - ma nel Messina mancavano alcuni giocatori importanti. Quindi domenica per noi sarà più difficile".
- Intanto siete lì, a ridosso delle grandi.
"Per noi è un ottimo inizio, considerato che siamo una società nuova e una squadra assemblata quest'anno. Sono contento. I due punti in più per la partita contro la Vibonese, che avevamo pareggiato, ora ci danno più visibilità".
- Come pensa di fermare il Messina?
"Ho il massimo rispetto per loro, ma noi prepariamo la gara su di noi, non sugli altri".
- E il Messina a cosa deve stare attento?
"Noi proviamo a giocare a calcio. Abbiamo vinto a Palazzolo, pareggiato a Cava dei Tirreni e perso in casa della Gelbison. Abbiamo il pregio di crederci sempre, poi ovviamente ci sono sempre gli avversari. Comunque, tornando alla partita di domenica prossima, credo che debba essere la mia squadra a dovere stare attenta al Messina".
- In questo campionato va di moda la parola umiltà. Quanto è importante?
"E' l'essenza del calcio, la giusta chiave di lettura in un campionato così equilibrato in alto".
- Però servono anche i calciatori bravi...
"Certo, ma a volte non bastano i nomi. Oltre a essere bravi, bisogna mettere tanto cuore. Uno come Corona, ad esempio, mi ha colpito per l'umiltà che ha messo in campo sia quest'anno che lo scorso campionato. Eppure è un giocatore importante".
PIANETA MESSINA
http://www.facebook.com/pages/PianetaMessina/123410324422133

mercoledì 10 ottobre 2012

"IN VETTA CON L'UMILTA' MA MESSINA E COSENZA RESTANO FAVORITE"

Erra, tecnico della capolista Gelbison
Alzi la mano chi avrebbe scommesso un soldo bucato sulla Gelbison capolista. Ma il calcio è questo, specie a queste latitudini, dove sudore e umiltà a volte fanno la differenza. E il tecnico Alessandro Erra, contattato da Pianeta Messina, ci spiega come ci si sente a stare lassù. "E' una bella sensazione, una cosa che ci fa piacere, ma siamo  solo alla sesta giornata".
- Quindi vi sentite degli intrusi?
"Sappiamo che il nostro campionato sarà un altro. E' vero, siamo partiti bene, c'è entusiasmo tra i ragazzi e i nostri tifosi. Ci piacerebbe continuare a stupire, ma sappiamo che questo primo posto è una gioia momentanea".
Vola basso Erra, ma i numeri sono dalla sua parte. La Gelbison è l'unica imbattuta del campionato e il gruzzoletto di 14 punti è figlio di quattro vittorie e due pari. Secondo miglior attacco (12 reti, dopo le 13 del Savoia) e seconda miglior difesa (5 gol subiti, la Vibonese solo 4) per una squadra che domenica scorsa ha asfaltato il Savoia, segnando il destino del tecnico Vitter, sostituito da Amura.
Ma qual è la pozione magica della Gelbison? Il suo allenatore spiega la ricetta: "Non abbiamo grandi firme, ma siamo una squadra fisica, compatta, che gioca con grande umiltà. E in questo tipo di campionato l'umiltà fa la differenza".
- Ma se siete di passaggio al primo posto, chi è destinato ad afferrare lo scettro?
"Sulla carta vedo Messina e Cosenza destinati a giocarsi il campionato. Credo che il Savoia sia un gradino più sotto".
- La scorsa stagione ha allenato il Sambiase. I tifosi del Messina già toccano ferro.
"Ricordo quella bella vittoria al S. Filippo. Contro il Messina avevo vinto anche un anno prima. Ora non ricordo se giocheremo prima un casa o in trasferta, ma contro il Messina sarà dura".
- Il 4 novembre ospiterete i peloritani. Tra un mesetto dove sarà la Gelbison?
"Non lo so. Noi giocheremo ogni partita alla morte, a partire dalla prossima trasferta a Sambiase. Vogliamo continuare a stupire".
PIANETA MESSINA

domenica 7 ottobre 2012

UN PUNTO E... A CAPO

Il gol realizzato da Croce. E' il momentaneo 1-0 per il Messina  (Foto Rosito)
Un punticino e tanti rimpianti, ma poteva andare peggio. Intanto perchè il Cosenza ci rimette le penne al "Celeste" con il Cdm (dopo essere andato due volte in vantaggio), poi perchè il Messina ha rischiato di perdere una partita che stava vincendo, dopo il vantaggio di Croce ad inizio ripresa, ma che negli ultimi 25 minuti ha giocato con un uomo in meno per l'espulsione di Caiazzo. E il Montalto ne ha subito approfittato, raggiungendo il meritato pareggio con Iannelli al 75'.
E tra le due rivali, s'infila a sorpresa il Gelbison, che incamera tre punti, conquistando lo scettro della classifica. Messina che comunque aggancia il Cosenza al secondo posto e questa è la buona notizia della domenica per i tifosi giallorossi.
I tifosi a Paola. Anche oggi, in trasferta, si sono fatti sentire (Foto Rosito)
I peloritani, un po' timidi nel primo tempo, sono piaciuti un po' di più nella ripresa. E il tecnico Catalano, a fine gara, conferma quest'andazzo. "Abbiamo avuto un approccio un po' molle, i nostri avversari arrivavano prima sulla palla. Diciamo che anche noi ci abbiamo messo del nostro. Nella ripresa - aggiunge l'allenatore peloritano - è andata meglio, anche se l'espulsione di Caiazzo ha un po' condizionato il finale di gara. Peccato, eravamo in vantaggio, poi è arrivato il pareggio del Montalto, ma il risultato è giusto".
Un Messina così così, soprattutto nel primo tempo. Eppure, prima del riposo, i giallorossi avevano anche segnato con Chiavaro, ma l'arbitro ha annullato per un precedente fallo in area.

L'urlo di gioia dell'attaccante Croce che ha rotto il digiuno (Foto Rosito)
La prima svolta della gara ad inizio ripresa. Il Messina sblocca dopo appena sette minuti, con  Croce che rompe il digiuno con un tocco in rete dopo una respinta sulla linea della difesa calabrese su conclusione di Chiavaro. I peloritani gestiscono bene il vantaggio, ma al 69' (sette minuti dopo la sostituzione di Leon, che fa posto a Cocuzza) c'è il secondo cartellino giallo per il difensore Caiazzo. Messina che resta in dieci e Montalto che prende coraggio. Catalano inserisce un difensore (Quintoni) al posto di una punta (Croce), ma la mossa non basta ad arginare il forcing dei calabresi che al 75' agguantano il pari con Iannelli che s'incunea sul filo del fuorigioco. Sulle ali del pareggio e con un uomo in più, il Montalto si gasa, ma il Messina è bravo a resistere, pur soffrendo. Anzi, nel finale i giallorossi sfiorano il colpaccio prima con Bucolo (che cicca sul più bello), poi con una bella botta di Maiorano che scalda i guantoni a Ramunno.
PIANETA MESSINA
Giorgio Corona  in una incursione nella difesa del  Comprensorio Montalto (Foto Rosito)
Bucolo contrastato da un avversario sulla fascia sinistra (Foto Rosito)

Per Leon un esordio da 6 e mezzo. Catalano lo ha sostituito al 62' (Foto Rosito)