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domenica 26 maggio 2013

PIETRO FRANZA: "STIMO LO MONACO, CONOSCE IL CALCIO"

Il telefonino squilla, Pietro Franza risponde. "Sì? Chi è?". Tutto, forse, si sarebbe aspettato. Tranne una chiamata per parlare di calcio, cinque anni dopo quel "terremoto" che portò alla rinuncia d'iscrivere la squadra al campionato di Serie B. Cinque anni dopo, riascoltiamo la voce dell'ex presidente del Messina. E a quei tifosi che salteranno dalla sedia, sospettando chissà cosa e maledicendo questa nostra telefonata, diciamo subito una cosa. Dietro questo "contatto" con Pietro Franza non c'è un bel nulla. Niente di losco, nulla di studiato, ma solo il tentativo di capire come lui, il presidente prima osannato e poi vituperato, ha vissuto questi anni senza calcio e con tanti "nemici" in città: i tifosi del Messina. E' la prima volta che Pietro Franza, in esclusiva per Pianeta Messina, parla dopo quell'estate bollente (luglio 2008) che segnò la pagina più triste del calcio negli ultimi 20 anni.
- Ci dica la verità Pietro Franza, a distanza di cinque anni, pentito di quella decisione di rinunciare alla Serie B?
"Abbiamo fatto una scelta dolorosa ma inevitabile. Giusta o sbagliata che sia, in quel momento era l'unica che potevamo fare".
- Ma non era meglio, piuttosto che sprofondare in Serie D, iscrivere la squadra al campionato cadetto anche sapendo che saremmo retrocessi? L'anno seguente ci saremmo ritrovati sempre in Lega Pro...
"Non è così. Lei immagina cosa avrebbero fatto i tifosi con un campionato di Serie B a perdere? Sarebbe successo il finimondo".
- Vabbè, ma in alternativa avete offerto agli stessi tifosi un campionato dilettantistico. E non è il massimo della vita.
"E' vero. Però era l'unica strada percorribile per salvare il titolo sportivo, sgravarci da un fardello ormai insostenibile e ripartire da lì per tornare piano piano in alto, come hanno fatto altre società prima di noi".
- Poi, però, la società è fallita. Questo non l'avevate messo in conto...
"Siamo stati l'unica società di calcio, in Italia, dichiarata fallita in due mesi. Una cosa strana".
- Ma se ai tempi della Serie A avesse avuto in società Pietro Lo Monaco, come sarebbe finita?
"Pietro Lo Monaco è una persona che sa di calcio. A chi non avrebbe fatto comodo averlo con sè? Dove ha lavorato ha fatto sempre ottime cose e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In quel periodo, però, lavorava per il Catania".
- Ora è il padrone del Messina. Strana la vita, l'avrebbe immaginato cinque anni fa?
"Beh, nel calcio tutto può succedere. Mi fa piacere che adesso il Messina sia guidato da una persona esperta, che ripeto conosce il calcio e le sue dinamiche. Lo conosco e lo stimo".
- Tornerebbe a fare calcio a Messina proprio con Pietro Lo Monaco?
"Come? Non sento più bene, sono a una festa di compleanno. Cosa ha detto?".
Fine della telefonata.
PIANETA MESSINA

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