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sabato 11 maggio 2013

IL PROFETA FATTO IN CASA "ORA SOTTO CON LA TORRES"

Catalano medita come uscire indenne dalla trasferta di Sassari, primo test della poule scudetto (Foto Fabrizio Pernice)
La sbornia è smaltita, ma la contaminazione è rimasta. L'effetto promozione c'è e si sente. Tifosi su di giri, c'è voglia di emozionarsi ancora, c'è fame di vittoria. Il libro delle emozioni è ancora aperto e l'appendice della poule scudetto può riservare un altro capitolo effervescente. Messina sul "pezzo", dunque, carico di adrenalina, pronto a battagliare ancora. Ma attenti alla Torres, una mezza incognita per il Messina, ma che merita rispetto. "Non si vince un campionato - spiega Catalano - se non hai grandi doti. Andremo lì anche per vincere, ma la Torres merita rispetto. Giochiamo in casa loro, staremo attenti all'inizio. Ci sarà una fase di studio, poi ce la giocheremo senza timori".
- Perchè, diciamolo, un pensierino allo scudetto della D l'avete subito fatto.
"Vogliamo misurarci in questa poule con altre squadre che hanno festeggiato come noi. Sono molto curioso, come i ragazzi, di vedere fino a che punto siamo bravi. Già questa trasferta non è come le altre. Viaggio in aereo, partenza anticipata, troveremo un campo che non conosciamo. Però è tutto più intrigante".
- Hai già studiato la Torres. Somiglia un po' al Messina?
"In un certo senso sì. Hanno due esterni molto rapidi e un attaccante, Nuvoli, in appoggio alla prima punta Meloni, da tenere d'occhio visto che ha realizzato in campionato, se non sbaglio, ben 21 reti".
- Sulla carta vi sentite, però, più forti. Guardando lo score del loro girone sembra di sì?
"Il fatto che abbiano fatto meno punti di noi e che nel nostro girone, con 68 punti, sarebbero arrivati terzi, significa poco. La Torres ha vinto in un girone difficile, contro squadre ben attrezzate come Turris, Casertana e la stessa Sarnese che è arrivata seconda. Quindi credo che tra noi e la Torres non ci sarà molta differenza in campo. Poi, in una gara secca, certe differenze potrebbero anche non esserci".
Il dg Lo  Monaco e il ds Ferrigno domenica scorsa prima della festa al "S. Filippo" (Foto F. Pernice)
- Fresco di promozione e i titoloni che ti sono piovuti addosso. Che effetto fa?
"Una grande gioia. Per me è un onore allenare questa squadra. E non è facile, credetemi, lavorare in una realtà così grande come Messina. E' la squadra della mia città e io sono il primo tifoso di un gruppo così importante che ho la fortuna di allenare. Sono orgoglioso di questi ragazzi".
- Pensando a Franco Scoglio, anch'egli profeta in patria, che chiamava i suoi giocatori "i miei bastardi", c'è qualcuno dei tuoi calciatori che per lo spirito ti ricorda i Romolo Rossi, Bellopede, Catalano?
"Direi di sì. Ce ne sono tanti, perchè questa maglia l'hanno sudata tutti. Le ultime immagini del campionato, con quella festa inscenata dai calciatori, hanno fatto capire che tipo di persone ho avuto a disposizione. Un grande merito devo darlo al nostro direttore sportivo Ferrigno che ha scelto soprattutto uomini, prima che calciatori".
- Ma ai tuoi "bast...di " non gli rimproveri proprio nulla? Eppure, qualche volta, non hanno giocato come ti aspettavi.
La foto postata da Savanarola all'arrivo del Messina in Sardegna
"Certo, non sempre siamo stati brillanti. Ma li giustifico perchè abbiamo pensato sempre prima al risultato, spesso andando al sodo, senza troppi fronzoli, perchè per noi c'era un solo obiettivo. Fare più punti possibili e vincere il campionato. Il torneo di Serie D, credetemi, è terribile. Certamente più difficile della Seconda Divisione".

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