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lunedì 21 ottobre 2013

MA LUI CHE C'ENTRA?

La grinta di Catalano, ieri al S. Filippo, a dispetto della calma apparente del tecnico (F. Pernice)
Il bicchiere mezzo pieno, in periodi neri come questo, serve eccome. Basta cambiare prospettiva e, oplà, tutti i guai ti fanno meno paura. E' vero, se prendi la classifica in mano e fai due conticini sulle ultime quattro partite (al netto dei due gol presi sui titoli di coda) allora un po' di scoramento ti assale. Ma se diventi freddo e pensi che "a nuttata adda passà", devi pure fidarti delle parole di capitan Corona, il primo che ci crede nella riscossa del Messina e che dice scocciato: "Chi vuole la testa di Catalano vuole il male del Messina. A Chieti questo Messina può anche vincere". Parola di capitano. Da lui ti aspetti sempre la verità, senza frasi di comodo. Oggi Re Giorgio dice di non avere paura, che la classifica non bisogna guardarla adesso, che la squadra ora sta meglio in campo con i correttivi tattici visti ieri e che con un Guadalupi in più nel motore le cose miglioreranno. Ed è lo stesso Corona che, dopo Castel Rigone, disse invece che il Messina non era ancora squadra. Oggi dice l'opposto, anche se la classifica è peggiorata. I numeri, che nel calcio sono spietati, per ora condannano il Messina. Ma chi mastica calcio da una vita, sa che certi segnali non vengono per caso. Ieri si è visto un Messina più ordinato, equilibrato, che avrebbe meritato di vincere. Senza strabiliare, è vero, ma i tre punti erano cosa buona a giusta. E siamo sinceri, all'allenatore tutto puoi chiedere, ma non di spingere lui in porta quei palloni d'oro a due passi dalla porta. Invece il mare in tempesta, con le sue onde lunghe a forma di sfiga, non si è ancora placato. Allora domenica conviene una grossa tavola di windsurf e cavalcarle queste onde, aspettando che la tempesta si plachi.
PIANETA MESSINA

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