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domenica 9 dicembre 2012

MALEDIZIONE "S. VITO"


Perdere così fa male due volte. Messina che fa la partita per almeno 70 minuti, Cosenza che trova due jolly della domenica e un contropiede rubacchiando tre punti. Giallorossi che comunque meritano un applauso per la monumentale reazione nella ripresa, quando sotto di tre reti hanno riaperto la gara nel giro di un quarto d'ora. E il Cosenza ha  avuto veramente paura, nel finale, di subire la clamorosa rimonta dei peloritani. E un'altra paura, più seria, l'hanno vissuta i calciatori del Messina, a fine partita, per una sassaiola riservata da alcuni gentili "signori" cosentini al pullman della squadra.
 Meglio tornare alla partita per dire subito che almeno un pari, con tutta franchezza, il Messina lo avrebbe strameritato. E in questa sconfitta beffa c'è anche lo zampino dell'arbitro (guarda caso) che ad inizio di ripresa non ha concesso un rigore solare al Messina per un plateale fallo in area ai danni di Croce e più avanti ha graziato Marano (già ammonito), non estraendo il secondo giallo per un netto fallo a centrocampo sotto i suoi occhi. L'ultima chicca del sig. Candeo di Este arriva al fischio finale, al 93', un minuto e mezzo prima rispetto al recupero concesso.
Una partita stregata, che comunque consegna ai tifosi un Messina anima, cuore e muscoli che aveva iniziato bene con alcune incursioni avvolgenti e l'unico rischio corso al 10' con un salvataggio di Lagomarsini su Marano.
Il portiere cosentino battuto dalla punizione di Quintoni (Foto Fabrizio Pernice)
Poi solo Messina con  Ferreira (tiro respinto dal braccio di un difensore) e Cocuzza (para Straface). Ma nel momento migliore dei peloritani, arriva il vantaggio del Cosenza.
Una palla sporca a centrocampo finisce tra i piedi di Guadalupi che appena entrato in area fa secco Lagomarsini con una "puntata" imprendibile.
Messina che reagisce subito, sfiorando il pari con Ignoffo sugli sviluppi di un corner. Ma quasi allo scadere del primo tempo, arriva la seconda doccia gelata, con il raddoppio del bomber Mosciaro. E' il secondo jolly della domenica. Gran tiro dalla distanza e Lagomarsini ancora trafitto. Insomma, Messina che gioca e Cosenza che segna. E il copione si ripete alla fine del primo tempo, quando Quintoni fa venire i brividi alla difesa silana, ma Straface para in due tempi.
Dopo il riposo e con due reti sul groppone, il Messina si ripresenta davanti ai suoi 500 tifosi al seguito con tanta rabbia e la voglia di recuperare. Pronti via e Messina subito arrembante. Al 47' solo l'arbitro non vede un fallo macroscopico in area di Parenti ai danni di Croce, con la maglietta del centravanti che diventa XXXL. Rigore tutta la vita, ma il direttore di gara sorvola incredibilmente.
Corona ha appena segnato il secondo gol  su assit di Savanarola (Foto Fabrizio Pernice)
Ancora Messina a testa bassa e stavolta è Cicatiello che conclude a botta sicura, ma la difesa rossoblù si salva in extremis. E così, dal possibile 2-1 al 3-0 per il Cosenza, il passo è breve. Contropiede su palla persa da Parachì e pallone d'oro per Salvino che s'invola in area, piegando Lagomarsini in disperata uscita. Finita? Macchè. Calatano getta nella mischia Corona e il neo acquisto Savanarola (già pronti ad entrare poco prima del 3-0) e il Messina accorcia al  58' con Quintoni su punizione, su leggera deviazione della barriera. Inizia così un'altra partita. Il Messina ci crede e chiude in un angolo il Cosenza che inizia a boccheggiare. E al 75' ci pensa Re Giorgio, su assist di Savanarola, a trafiggere Straface. Il Cosenza sembra un pugile suonato, ma restiste fino al termine sotto gli attacchi del Messina. Il finale arroventato sembra un assalto al Forte Apache. E l'incredibile rimonta viene sfiorata da Caiazzo, a tempo quasi scaduto. Poi ci pensa il signor Cadeo a dare l'ultimo "aiutino" al Cosenza, imboccando il fischietto un minuto e mezzo prima del dovuto. Forse era tutto scritto.
PIANETA MESSINA
Lagomarsini battuto dal gran tiro di Guadalupi. E' il vantaggio del Cosenza (Foto Fabrizio Pernice)
Il sinistro vincente di Corona che aveva fatto sperare nella rimonta (Foto F. Pernice)






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