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mercoledì 19 dicembre 2012

IN CERCA DI... FAMA. "UN MIRACOLO CON IL MESSINA? NON CI CREDO, PERO'... "

Fabrizio Fama, allenatore della Nissa, di scuola zemaniana (Foto A. Cereda)
E' vero, le partite vanno prima giocate. Anche se davanti troverai una volenterosa truppa di ragazzini, anche se quella di Caltanissetta sembra una partita segnata. Per la Nissa, ovviamente. Il Messina lo sa e dovrà cogliere l'occasione irripetibile per mettere in saccoccia tre punti sulla carta facili facili. Appunto, sulla carta. Perchè, poi, le partite vanno giocate. E con grande concentrazione, senza scherzi, rispettando un avversario imbottito di juniores dopo la "fuga" di diversi titolari per le recenti disgrazie societarie. Quindi converrà tenere le antenne dritte, perchè questa banda di ragazzini ha un cuore  grande così. E non a caso, a Licata, la Nissa-baby la faccia non l'ha persa. C'è poi un  allenatore, Fabrizio Fama, 45 anni, zemaniano fino al midollo, che chiamato al capezzale di quel che resta della Nissa, ha una missione da compiere. Salvare il salvabile, sperando che qualcosa accada con il mercato degli svincolati.
 "Ho parlato ieri con il presidente Prospero - ci racconta il tecnico nisseno - per capire cosa bisogna fare. Salvare il titolo, senza però speranze di salvezza, oppure giocarcela ancora nel girone di ritorno. Lui mi ha assicurato che ha avviato alcuni contatti. Presto dovrebbero arrivare quattro cinque calciatori".
 L'ivoriano Dibi Koffi, 18enne difensore della Nissa (Foto A. Cereda)
- Sabato, però, giocherete con almeno otto under
"Direi di sì, non ci saranno grosse novità nella formazione rispetto a domenica scorsa, a parte il rientro dell'attaccante Failla che è un over. Ci darà una mano importante".
- Per voi sembra una partita già scritta. Ma una speranza ce l'ha?
"Guardi, per noi sarà un'impresa impossibile, ma non perdere sarebbe già una vittoria. Nel calcio, però, non si possono fare i miracoli. E' ovvio che in campo ci sarà un grande divario tecnico. Siamo inferiori al Messina, non possiamo farci nulla. Però questi ragazzi, tutti nisseni, in campo metteranno il cuore".
- E' vero che la chiamano il piccolo Zeman?
"Io sono nato calcisticamente con lui. Ero alla Berretti del Licata, quando Zeman era l'allenatore della prima squadra. Con me, in quella squadra, c'erano Miranda, Maurizio Schillaci, Aneri, Pippo Romano. E da Zeman ho assimilato un certo modo di concepire il calcio. Mi aggiorno, cerco di portare avanti nuove idee di gioco".
- Ma per fare l'allenatore basta essere bravo?
"Meglio non parlarne. Ormai il calcio è un grande schifo. Per allenare, con la crisi che c'è in giro, certi presidenti ti chiedono prima se hai un sponsor da portare. Per iniziare a fare questo mestiere, a volte ci sono tanti compromessi. Però allenatori non ci si può improvvisare. Invece, certe carriere così veloci mi lasciano perplessi".
- In questo calcio succedono cose strane. Per esempio, vietare la trasferta ai tifosi del Messina che sono pure gemellati con quelli della Nissa.
"Anch'io non riesco a capire questa decisione dell'Osservatorio. Tra le due tifoserie non c'è stato mai alcun problema. Sono pure gemellate. So che la nostra società, che avrà un danno economico, sta facendo di tutto per convincere la Prefettura a revocare questo divieto che non ha senso".
PIANETA MESSINA

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