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giovedì 6 settembre 2012

UN GIOIELLINO TRA I PALI

Il portiere Ettore Lagomarsini, in prestito dal Genoa, finora imbattuto (Ishy foto)
Un ragazzone tra i pali, con due manone che ti danno sicurezza. E alla faccia dei suoi 19 anni, ti dà già l'impressione di custodire pali e traversa da buon navigato. Ettore Lagomarsini, scuola Genoa, milanese catapultato in riva allo Stretto, è già più che una promessa. Le pacche e i sorrisi piovutigli addosso dopo le due prime apparizioni al "S. Filippo" non gli fanno girare la testa, perchè Lagomarsini è un ragazzo acqua e sapone, di quelli che sanno lavorare duro. "All'inizio non è stato facile, non sapevo esattamente come avrei reagito emotivamente in una gara ufficiale davanti ai miei nuovi tifosi. Ne avevo almeno tremila dietro le spalle all'esordio in Coppa. Poteva essere un'arma a doppio taglio. Da un lato mi hanno dato una grande carica, però pensavo che non potevo sbagliare in una piazza così importante. E' andata bene, ora ho acquisito maggiore sicurezza a livello mentale, devo ringraziare i miei compagni più esperti e il mio preparatore Di Muro, oltre al mister ovviamente, che hanno sempre avuto fiducia in me".
- Anche tu, comunque, hai dato sicurezza al reparto difensivo. Sei imbattuto dopo due gare. La parata più difficile?
"C'è grande intesa con i miei compagni del pacchetto arretrato. Con gente come Ignoffo, Chiavaro, lo stesso Cucinotta, è più facile ritrovarsi. Queste prime due vittorie ci danno la carica giusta, era importante partire bene. Credo che l'esordio in Coppa contro il Paternò sia stata per me la più impegnativa. La parata più difficile? Quel tiro insidioso che ho respinto sul palo".
- Ci racconti come è nata la trattativa per portarti a Messina?
"E' molto semplice. Pietro Lo Monaco quest'estate, come sapete, era il dg del Genoa. Ha chiesto informazioni a Luca De Pra, il mio allenatore della Primavera. Voleva farmi fare quest'esperienza in una piazza così importante come Messina. Quando me ne ha parlato anche il mio allenatore, mi sono subito fidato. Anche il direttore Lo Monaco mi aveva assicurato che Messina sarebbe stata la città giusta dove fare la prima grande esperienza da portiere titolare. Avevano ragione, sono veramente contento di essere qui".
- E non hai avuto paura che il divorzio di Lo Monaco con Preziosi poteva compromettere la tua permanenza a Messina?
"In quei giorni ero in ritiro con i miei compagni a Taverna. Ero ormai pienamente integrato nel gruppo, mi trovavo bene. Quindi non c'è stato alcun problema, nessuno da Genova mi ha contattato".
- A chi ti piacerebbe somigliare. C'è un portiere al quale ti ispiri? 
"Ci sono due portieri, Lupatelli e Frey, che ammiro molto. Il primo per la sua personalità, il secondo mi piace anche perchè è acrobatico e muscolare. Li conosco entrambi, sono due belle persone".
- Ma il tuo idolo?
"Beh, qui parliamo di un'icona mondiale. Casillas è veramente il numero uno".
- Sei sembrato, nelle prime due apparizioni, più concreto che "tuffarolo". Non ti piace fare la "scena" tra i pali. 
"Non ha senso fare dei tuffi inutili, tanto per farli e solo per strappare qualche applauso. E' una cosa mia. Il tuffo è l'ultima arma che ti resta".
- Molti tifosi che hai alle spalle in curva sono tuoi coetanei. E' vero che interagisci con loro tramite facebook?
"Sì, capita ogni tanto che sul mio profilo scrivo qualcosa. Questa settimana, ad esempio, ho accennato a qualche problemino a un ginocchio. Molti mi hanno scritto chiedendomi come stavo e io li ho rassicurati. Devo dire che i tifosi del Messina sono come me li avevano descritto. Sono molto attaccati alla squadra, allo taio sono fantastici".
Ora il battesimo in trasferta. Come immagini questo test a Noto?
"La prima di campionato è andata bene, ora dobbiamo continuare a vincere. Per quanto mi riguarda sarà una sensazione nuova.
 So che in trasferta ci sarà più pressione da parte dei nostri avversari, ma ora sono più tranquillo, ho acquisito più sicurezza. Ovviamente dovrò avere la massima concentrazione. In trasferta non è mai facile vincere".
- Ci parli del tuo "angelo custode" Di Muro?
"Devo molto a lui. Sto lavorando sodo, mi dà mille consigli. Prima di entrare in campo mi incoraggia sempre con un abbraccio affettuoso. Per me è una grosso carica. Gli devo molto".
Vincenzo Di Muro, preparatore dei portieri (Ishy foto)
E Vincenzo Di Muro, che il portiere lo ha fatto quando Ettore era in fasce, ci racconta il Lagomarsini dietro le quinte. "Ha un entusiasmo incredibile - dice il preparatore dei portieri - e grandi qualità. E' normale che può solo migliorare, è molto giovane e in questa fase si cerca di essere anche un po' genitori con calciatori di questa età. Lo conoscevo solo di nome, devo dire che i fatti ci hanno dato ragione. Ha mostrato sicurezza e professionalità. Quando si allena è incontenibile, ha una forza esplosiva che per la sua età non è facile trovare. Ettore sa, comunque, che può affinare ancora alcune cose, ma ha l'età giusta per migliorare ancora".
- Qual è il primo consiglio che gli dai?
"Il ruolo del portiere è molto delicato. L'ho fatto per tanti anni e dico che si è sempre soli. Quando ti capita una papera, ad esempio, devi essere forte e reagire subito. L'aspetto psicologico è fondamentale in un portiere".
PIANETA MESSINA


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