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mercoledì 18 maggio 2011

IMMACOLATO, BRUNO E... PEPPINO

 Ascolti cosa dicono e ti fai un'idea, mentre la nave rischia di affondare. Il presidente del Messina, Martorano, con tutta la buona volontà che gli si può riconoscere, da almeno un mese si sta intorcigliando su se stesso. Appare sfiduciato e sempre più solo. La solidità economica della nuova società, sbandierata quattro mesi fa dopo l'insediamento ufficiale, oggi 
non c'è più. C'è bisogno di nuovi soci che però non arrivano. Le ultime dichiarazioni del presidente non bastano a tranquillizzare i tifosi, ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
In questo scenario da psicodramma, ecco spuntare uno spiraglio di luce. Si chiama Immacolato Bonina, imprenditore coraggioso, sanguigno uomo di sport, con il quale abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere, stavolta di persona, ieri mattina. Lo intercettiamo mentre è incollato al telefonino, a caricare a modo suo il coach Pancotto, in vista di gara tre della Sigma Barcellona contro Scafati (vinta ieri sera al PalAlberti).
I tifosi dei club chiedono a Bonina di rilanciare l'Acr (Ishy foto)
 Ci impiega un attimo, Bonina, a parlare di calcio e del Messina, appena gli chiediamo se per caso ci ha ripensato. Cioè se quelle dichiarazioni rilasciate a Pianeta Messina sul suo ritorno nel calcio valgono ancora. "E perchè no? Lo sapete, nel calcio ho lavorato tanti anni. Se dovessi tornare a occuparmi di questo sport, che è una mia grande passione, mi piacerebbe farlo a Messina. Altro non fatemi dire. L'ho detto l'altra volta, per ora devo pensare alla squadra di basket, sono concentrato sui play off. Ne riparliamo più avanti".
- Ma un'idea su dove e come eventualmente intervenire ce l'ha già?
"A questa domanda rispondo con una riflessione. Ma perchè in altre città, come ad esempio Perugia, La Spezia, sono riusciti a risalire la china dopo un fallimento e a Messina no? Questo mi fa riflettere se sia solo una questione economica".
- Cioè se la politica, quella che dovrebbe spingere  anche lo sport in una città, è stata latitante?
"Non so se a Messina ciò si sia verificato o meno. Dico solo che per portare avanti un progetto a vincere nel calcio, così come in tutti gli sport, c'è bisogno dell'appoggio di tutti".
- Dice queste cose non a caso, visto che a Barcellona, ad esempio, si aspettava un segnale concreto sull'ampliamento del palazzetto dello Sport che invece non c'è stato.
"Ecco, su quest'argomento mi sono già espresso. Noi stiamo lottando per realizzare un sogno, la promozione nella massima serie della pallacanestro. Ma senza un palazzetto omologato non potremmo disputare questo grande campionato e io lascerò il basket".
- Da qui deriva l'eventualità del suo ritorno al calcio?
"No, le due cose non sono collegate. Dico questa cosa su un mio eventuale abbandono perchè sono abituato a dare un senso a tutto ciò che faccio. A me piace vincere, se raggiungo un obiettivo me lo voglio godere. Se però devo essere condizionato da fattori esterni, è meglio smettere. Se faccio dei sacrifici, questi devono essere gratificati da persone che ti seguono in questo percorso. Altrimenti non ha senso. Ho lasciato il calcio perchè allo stadio veniva poca gente e c'era una scarsa attenzione dall'esterno verso la società. Eppure i risultati c'erano, abbiamo sfiorato la promozione ai play off,  ho portato a Barcellona calciatori importanti che poi hanno fatto carriera in altre squadre. Due allenatori, come Castellucci e Pensabene, hanno vinto successivamente".
- Lei sa che i tifosi la vorrebbero a Messina. L'accoglierebbero a braccia aperte. Le basta questo per convincerla  al grande passo?
"Li ringrazio per quest'affetto, ma prima di ogni decisione sono abituato a leggere attentamente le carte. Ho sempre fatto così in ogni mia attività imprenditoriale, avvalendomi di appositi consulenti  e così dovrò fare se dovessi decidere di riavvicinarmi al calcio. Per ora tutto è possibile, ma non dipende solo da me".
Messaggio chiaro. Bonina sarebbe pronto, ma non si fida. Vuole vederci chiaro e fa bene, nelle carte dell'Acr Messina.
 Ma vogliono vederci chiaro anche i tifosi, soprattutto quelli dei club organizzati, che già nei prossimi giorni potrebbero incontrare Bonina per chiedergli di salvare l'Acr, perchè altre soluzioni escluderebbero l'appoggio degli ultrà. "Per noi il Messina è l'Acr, altre società non ci rappresentano", ripetevano ieri alcuni esponenti dei club giallorossi. "E' una questione di coerenza, di fede, anche se rischiamo di scomparire". Una posizione intransigente, chiara, che può apparire autolesionista ma che merita grande rispetto.
Ma merita anche una breve riflessione l'ultima dichiarazione, rilasciata ieri sera dal sindaco Buzzanca a un'emittente radiofonica. Chiamato in causa sull'eventuale arrivo di Bonina a Messina, Buzzanca è stato lapidario. Secondo lui non se ne farà nulla. "Se ci saranno le condizioni, comunque, ben venga". Una frase buttata lì, tanto per. Comunque gli consigliamo di tirarsi su le maniche e agevolarle queste condizioni. Imprenditori come Bonina vanno incoraggiati. Un sindaco serve anche a questo. O no?



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