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sabato 8 giugno 2013

IGNOFFO: "VOGLIO ARRIVARE IN SERIE B CON IL MESSINA"

Giovanni Ignoffo, pilastro delle difesa del Messina (Foto Fabrizio Pernice)
Lo intercettiamo al telefono mentre è al matrimonio di un amico. Ma con lui parliamo del "suo" matrimonio felice, quello con il Messina, che va a gonfie vele dopo il primo anno trionfale. Giovanni Ignoffo ci racconta come sta gustandosi, nella sua Palermo, il meritato riposo dopo l'indimenticabile cavalcata che ha riportato i giallorossi tra i "viventi" del calcio.
- Allora Giovanni, hai staccato la spina o hai letto qualcosa sulle voci di mercato del nuovo Messina? 
"Leggere... si legge qualcosa per restare informato. Anche se sono in vacanza, non si stacca mai del tutto la spina".
- E in qualche caso si può dare anche un consiglio. Nel sondaggio con Moi, ad esempio.
"Beh, un consiglio ci può stare. Ho parlato con lui, ma non credo che la cosa si farà. Lui ha un altro anno di contratto con la Cremonese. Ne cercheremo un altro dello stesso livello".
- Un compagno al tuo fianco, stile Chiavaro, serve come il pane. Ma quanto ti mancherà Agatino?
"Direi tanto. Agatino è un giocatore importante, ma soprattutto una grande persona sotto l'aspetto umano. E' stato fondamentale non solo in campo, ma anche per la gestione del gruppo".
Ignoffo svetta di testa contro la Gelbison. L'inzuccata timbrò la traversa (Foto Fabrizio Pernice)
-  Tu e qualche altro senatore avete scommesso sul Messina rinunciando a qualche soldino in più altrove. Tu, ad esempio, perchè l'hai fatto?
"Ho sposato il progetto che vale di più di un ingaggio magari più alto altrove. Io parlo per me e ti dico che quando si arriva a una certa età e di esperienze ne hai fatte tante, hai bisogno di giocare in una piazza dove trovi tanti stimoli. E Messina era  la squadra giusta dove fermarmi. Ero comunque consapevole che la scelta di Messina era un'arma a doppio taglio. Se non avessimo vinto il campionato, per tutti sarebbe stato un fallimento. Invece ricordo che vincere un campionato, anche in Serie D, non è mai facile".
- Neanche se ti chiami Messina?
"Sì, il blasone conta, ma fino a un certo punto. Poi in campo devi mettere tanto sacrificio, perchè solo con il nome non si vincono le partite. Quando ero a Napoli, nel primo anno con De Laurentis, non siamo riusciti a vincere il campionato di Serie C. Eppure ci chiamavamo Napoli e avevamo un organico di serie superiore".
- Ferrigno dice che il Messina ha bisogno di calciatori soprattutto motivati e che facciano spogliatoio. Uno come Tiscione, ad esempio, lo vedi bene?
"Il nostro direttore dice la verità. Dalle categorie inferiori, ad esempio, si possono trovare giocatori di valore, come Tiscione, che hanno tanta voglia di affermarsi anche in una piazza importante. Noi abbiamo bisogno soprattutto di persone inquadrate, che hanno una certa maturità in campo e fuori".
- Ma cosa serve al Messina per alzare l'asticella?
"Guarda, se riesci a prendere un altro attaccante che ti garantisce i suoi 12-13 gol, un centrocampista che sa fare anche gol e un buon difensore che si aggiunga al sottoscritto e a Cucinotta, il Messina è a posto".
- Ma tu, Giovanni, dove di vedi tra un paio d'anni?
"Sono sincero e ti dico che il mio desiderio è di finire la mia carriera in Serie B. In teoria basterebbero solo due anni, quindi a conti fatti ci siamo, dovrei farcela. Poi, non si sa mai, con tutte queste società in crisi... quest'estate potrebbero esserci piacevoli sorprese".
PIANETA MESSINA

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