Venghino signori, venghino. Il triste circo mediatico innescatosi dopo il ruvido attacco del patron Lo Monaco al sottoscritto, è l'ultima cosa che avrei voluto. Un effetto collaterale fastidioso come gli insulti subiti. Una brutta storia che invece poteva chiudersi lì, magari con un intervento tampone da parte di qualche illustre collega messinese presente in sala stampa. Invece no, tutti come pesciolini. E così, dopo il monologo di Lo Monaco, ho tentato un confronto. Ma è stato lì, alla negazione di una replica da parte mia, che quel silenzio dei colleghi ha fatto il resto. Bastava un accenno, un alito, per calmare gli animi. Invece no, c'era più gusto a godersi lo spettacolo. Ma ormai è andata, compresi tutti gli effetti a cascata. E su questi spendo due paroline. Partendo dalla nota dell'Ussi, dalla quale mi sono defilato diversi anni fa. Eppure, nonostante non sia più iscritto da molto tempo all'Unione stampa sportiva, salta fuori un documento ufficiale su quanto accadutomi. Senza che da parte mia sia stata avanzata alcuna richiesta ufficiale d'intervento. E al presidente regionale dell'Ussi, Roberto Gueli, ieri sera ho contestato proprio il fatto di non essere stato interpellato prima di uscire in pompa magna con un comunicato di cui non avevo bisogno.
Stesso discorso sulla pubblicazione dei video. Nessun giornalista di Repubblica, Corriere della Sera o Antenna del Mediterraneo è stato contattato dal sottoscritto. Non avevo bisogno di alleati, nè ne vorrò in futuro. E da parte mia nessuna voglia di rivalsa, trappoloni o carognate. E lo conferma il fatto che nessuna immagine realizzata da Pianeta Messina è stata mandata on-line. Quella tra me e il patron resta una faccenda privata che risolveremo, per il bene del Messina. Ma il circo mediatico, voluto da altri, si è innescato lo stesso. E domani sera, a Salastampa, non ci sarò. Ho già declinato l'invito del collega Teghini. Domani, invece, mi piacerà di più scrivere di Sorrento-Messina. Magari di una bella vittoria che battezzi il nuovo corso Grassadonia.
PIANETA MESSINA
Caro Salvatore, navigando nell’universo web mi sono imbattuto in un “Pianeta” che, a quanto vedo, sembra ancora in formazione, quasi allo stato primordiale, vista la grande “attività vulcanica” di cui ho letto. Mi dispiace davvero per quanto è successo durante l’incontro stampa. Io, come sai (abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia al seguito del Messina in Serie A, B e C per anni), non mi occupo più di sport, ma di altro. Ma, leggere quanto accaduto, ha risvegliato in me quella “passione” sopita nel tempo, anche a causa di recenti fatti che hanno cambiato il calcio: un tempo passione vera, poi passione, oggi “affaire”. C’era grande rispetto, ai tempi di Scoglio, Zeman, Materazzi, Ruisi, Cuoghi, Arrigoni, Oddo, Bolchi, Mutti, Ventura, Cavasin (tanto per citare qualche esempio di allenatori con cui abbiamo vissuto l’avventura Messina anche non altri colleghi) durante gli incontri in sala stampa. Qualche battibecco, di tanto in tanto, poteva starci. D’Altra parte, sul calcio, in quanto “spettacolo”, noi cronisti abbiamo anche il diritto di critica”. Lo ribadisco, perché vedo che qualcuno fa finta di non saperlo… o di non capire. Ebbene, guardando la classifica del Campionato di Serie C2, vedo che il Messina si trova al terz’ultimo posto. Ma come, mi sono chiesto, è possibile che un giornalista come Pernice, che mastica calcio da decenni, non possa più fare neanche una critica (tra l'altro attraverso la voce dei tifosi) all’operato di chi gestisce la società? E’ mai possibile, mi sono domandato ancora, che la Società non capisca che Pernice ama il Messina e sollevi qualche problema per cercare di stimolare la squadra? Credo che all’origine di quello scontro verbale rilanciato certamente con “esasperazione” dai media, ci sia stata una grande incomprensione tra il giornalista e la società. La quale, però, farebbe bene a riflettere. Le squadre di calcio, oggi, sono come i titoli di borsa: bisogna investire per cercare di far lievitare, in questo caso, la classifica. Se poi non va… pazienza! Ma come si può pensare di arrivare tra le prime otto senza un reale potenziamento (quindi investimento) del team giallorosso? E’ vero, questa squadra ha vinto il Campionato di Serie D… di Serie D. Ma qui, oltre lo “scotto” della matricola, c’è da affrontare un torneo di altro spessore, che necessita di calciatori di… altro spessore. Sono certo che la società, a gennaio, farà di tutto per conquistare almeno quell’ottavo posto che significa salto di categoria. Altrimenti, su Messina calcistica, tornerà a scendere il buio. E anche tu, come tutti i messinesi, rimarresti molto deluso. Forza Messina.
RispondiEliminaRed 57
decisione saggia, che ti fa' onore....
RispondiEliminasulla contestazione di domenica..forse il presidente ha ragione e ti spiego perché'..
A Catania, sul tuo servizio, volevano giocarci, dato che i rapporti con il Presidente..non sono rimasti idilliaci..
oggi parlavano di contestazione a torre del grifo..durante gli allenamenti del catania..con fumogeni..minacce ai calciatori e promessa di rompere il c......
questa e' contestazione di una certa importanza...
p.s. il segreto di un Catania ad alti livelli per anni...proprio il carattere di pietro lo monaco. Noi dobbiamo solo supportarlo, anche perché' la città' in questo momento vale solo una D....( e ci va' di lusso..)
componi la vicenda in via privata e non dare sazio a chi sai tu, andare a sala stampa a sputtanare e parlar male di lo monaco, non sarebbe stata una decisione saggia..
e i soddi..i metti tu?
RispondiEliminacon 300 abbonamenti...500 presenti..citta' assente e soporifera....abbiamo pure la pretesa di volere questo..volere quello ...ecc...
semu buddaci......