Alessandro Parisi al "S. Filippo" con Vincenzo e Pietro Lo Monaco (foto Fabrizio Pernice) |
Lui, Alessandro, svela a Pianeta Messina com'è nata questa "convocazione" per Messina-Cosenza. "Niente di particolare, è stato Vincenzo Lo Monaco a invitarmi allo stadio, l'ho conosciuto quest'estate. Giochiamo ogni tanto a calcetto... "
- Come se la cava?
"Beh, non c'è male. Se la cava. Ora si sta mettendo in forma - sorride Parisi - può migliorare, ma la stoffa c'è".
- Tu, invece, come stai?
"Cerco di tenermi in forma, mi diverto giocando con gli amici. Del calcio, come vedi, non posso farne a meno... ".
- Il piedino magico, il sinistro, funziona sempre?
"Sì, sì, funziona. Quello è un dono che ti rimane".
- Che effetto ti ha fatto tornare al "S. Filippo" dove hai indossato anche la maglia azzurra.
"Dopo quegli anni fantastici con il Messina ero già tornato lo scorso campionato nella partita della promozione. E' sempre un bel effetto rivedere i tifosi che sono sempre accanto al Messina, nonostante le disavventure degli ultimi anni. Non è facile risalire la china, ma bisogna avere molta fiducia nei Lo Monaco. Loro sanno come si fa. Non è facile tornare in alto, non basta il blasone, le partite non le vinci solo perchè ti chiami Messina, ma bisogna stare accanto alla società che sta facendo dei grossi sforzi".
Parisi in versione calcio a 5, il sinistro felpato è rimasto intatto (foto Fabrizio Pernice) |
"Credo proprio di sì. In campo c'era la capolista, ma di fatto il Messina ha tenuto botta bene. Ha giocato alla pari, poteva anche vincere. Il campo non ha detto che tra Cosenza e Messina c'è tanta differenza. La partita ha dato indicazioni confortanti, anche se il Messina in avvio è apparso meno tranquillo del Cosenza. E lì si è visto quanto conti stare meglio in classifica. L'unica differenza che ho notato in campo è nell'atteggiamento mentale. Il Cosenza sembrava più tranquillo. Ma sono sicuro che il Messina, appena tornerà a vincere, riacquisterà la necessaria serenità che nel calcio si traduce in maggiore sicurezza".
- Vedendo Corona correre a 39 anni come un ragazzino, che sensazioni hai?
"Uno come Corona fa capire la professionalità con la quale un calciatore deve misurarsi anche se non sei più un ragazzino. E non è facile".
Ormai vivi a Messina. Il tuo futuro lo vedi ancora nel calcio?
"In questo momento non posso dirlo. Sotto un'altra veste, quindi non più da calciatore, mi piacerebbe, ma per ora è prematuto parlarne. Intanto speriamo che il Messina si riprenda ciò che ha perso, tornando nel calcio che conta".
- Ma cosa hai pensato quando la famiglia Franza ha deciso di chiudere il rubinetto?
"E' stato un giorno triste per tutti. In quel momento avranno fatto le loro valutazioni, quindi è difficile adesso dire se era evitabile o meno".
- Ma conoscendo i Lo Monaco, con loro una cosa del genere sarebbe mai successa?
"Non penso, è gente di calcio, loro avrebbero saputo leggere in anticipo certe situazioni, evitando di arrivare alla canna del gas".
PIANETA MESSINA
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