Ma di fronte a queste certezze, in un Paese in cui un po' tutti si sentono allenatori, che ne pensa il diretto interessato? Pianeta Messina ha contattato ieri sera Gaetano Catalano, a qualche ora dalla disfatta di Castel Rigone, per farci raccontare a mente fredda, dopo aver sbollito la rabbia per la sconfitta, cosa sta succedendo al Messina. "I ragazzi hanno dato quello che potevano - spiega l'allenatore - sono convinto però che la squadra verrà fuori. L'abbiamo visto, non ci nascondiamo, che c'è ancora da lavorare per vedere il vero Messina".
"Dobbiamo dare di più in campo, i ragazzi mi seguono, non ho nulla da dire da questo punto di vista, ma ci sono anche gli avversari. Non dimentichiamolo. Non è che basta chiamarsi Messina per vincere le partite. Credo che il problema non sia atletico, visto che abbiamo corso fino alla fine, mentre loro avevano i crampi.
A Castel Rigone abbiamo avuto un approccio sbagliato, è vero, ma se insistiamo troppo su quest'aspetto dimentichiamo che di fronte abbiamo sempre giocatori di tutto rispetto. Quindi sta a noi dare quel qualcosa in più del solito per poter fare la differenza in campo".
- Quindi, alla fine, la colpa non è solo dell'allenatore.
"No, questo no. Le responsabilità per ora me le prendo io, così come mi prendo gli insulti di qualche tifoso giustamente insoddisfatto. Ma il primo a non essere contento di come sta giocando la squadra sono io. Non dimentichiamo, però, che il Castel Rigone ha trovato il gol in una fase tranquilla della gara che stavamo controllando senza patemi. Questo, però, non deve essere un alibi. Dobbiamo e possiamo migliorare nell'atteggiamento da tenere in campo".
PIANETA MESSINA
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