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domenica 29 settembre 2013

ATROCE BEFFA, MANCAVANO 9 SECONDI PER VINCERE

Lagomarsini battuto a nove secondi dalla fine dal tiro di Montella (foto Fabrizio Pernice)
Maledetti nove secondi. Era finita, ma la beffa bussa sui titoli di coda, anzi all'ultimo respiro, quando i quattro minuti di recupero si erano esauriti. Tutto nell'ultima fetta di gara, con i fuochi d'artificio, quattro reti e un pareggio che per il Messina somiglia a una mezza sconfitta. Sembrava fatta dopo l'ennesimo vantaggio firmato da Parachì, ma l'Aprilia acchiappa per i capelli il 2-2 a nove secondi dalla fine. Novità in attacco, con l'innesto di Lasagna al posto dell'acciaccato Chiaria che non siede neanche in panchina. Catalano affida le due corsie esterne a Gherardi e Ferreira (per Quintoni l'ennesima panchina), mentre a far compagnia a Bucolo, nel cuore del centrocampo, c'è Simonetti che fa le veci dell'infortunato Maiorano. E in tribuna, ad abbracciare il biondo centrocampista in stampelle, c'è Totò Cocuzza che dopo aver divorziato con  l'Akragas ha deciso di fare una capatina al "S. Filippo" per tifare per i suoi ex compagni.
Inizio rabbioso del Messina, di fronte a circa 1.500 spettatori, con un netto calo di affluenza allo stadio dopo il brutto scivolone di Castel Rigone. Primo squillo giallorosso su uno spiovente dalla bandierina, con il portiere Ragni che esce a farfalla e Marino che toglie le castagne dal fuoco. Sembra l'inizio di un assalto a Forte Apache, ma l'Aprilia pian pianino esce il muso dal proprio guscio, affacciandosi al 21' prima con Mazzaroni e costringendo quattro minuti dopo al doppio miracolo Lagomarsini su Ferrari.
La gioia dopo il primo vantaggio grazie al gol d'autore di Corona (foto F. Pernice)
Il blitz dell'Aprilia risveglia il Messina, che fa incetta di angoli e sull'ennesimo calcio dalla bandierina ecco Ignoffo che ci mette lo scarpino, ma Ragni c'è. L'ultimo acuto del primo tempo porta la firma del portoghese Ferreira che incorna su assist di Corona. Sfera alta.
Ripresa sulla falsariga del primo tempo. Messina volenteroso ma povero d'idee e con il solito Lasagna che prova a pungere, ma la sua bordata è fuori misura. Catalano prova a mettere un po' di fosforo con l'innesto di Parachì al posto di uno spento Gherardi. La mossa produce almeno un accenno di risveglio nella trequarti laziale e nel gioro di cinque minuti il Messina ci prova prima con un tiro ciabattato di Lasagna, poi con Corona che tenta di sorprendere il portiere laziale.
Ma l'Aprilia è sempre vivo e si affaccia come un avvoltoio con Ferrara. Palla che quasi pettina il palo alla sinistra di Lagomarsini.
La partita finalmente si accende e il Messina prova a sbloccarla con Parachì che impegna Ragni. Ma il bello deve ancora arrivare, perchè cinque minuto dopo, al 74', ecco la perla di Re Giorgio che inventa un gol d'autore. Corona addomestica un assit di Bucolo, stop e sombrero sul suo angelo custode e gran gol. 
La festa per il vantaggio dura però poco, perchè l'Aprilia (mai doma) agguanta il pareggio quattro minuti dopo con l'ex Montella che da poco aveva preso il posto di Ferrara. Scende il gelo al "S. Filippo", ma a fare risalire il termometro ci pensa Parachì che dopo altri quattro minuti sfodera un gran destro a giro che trafigge Ragno. Sembra fatta per il Messina che però non è bravo a congelare la partita nei minuti finali. Così l'Aprilia, che non muore mai, agguanta l'insperato pareggio sui titoli di coda, anzi all'ultimo respiro. Minuto 94 e ancora Montella, ex indiavolato, trafigge Lagomarsini con un fendente e per il Messina la beffa è servita.
PIANETA MESSINA
Parachì festeggiato dai compagni dopo il nuovo vantaggio del Messina nel finale (foto F. Pernice)


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