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mercoledì 27 febbraio 2013

L'EX SARLI PAR CONDICIO: "UN GOL AL MESSINA E AL COSENZA"


Cosimo Sarli, ex attaccante del Messina oggi in forza al Palazzolo (Foto Baglieri)
Toh, chi si rivede. Cosimo Sarli, ex "gioiellino" d'attacco capitato dalle nostre parti nel  momento sbagliato, sotto la gestione Di Mascio, oggi in forza al Palazzolo e alla prese con i postumi di un infortunio muscolare che lo mette in dubbio per la partita di domenica. Ma Sarli spera di farcela, perchè giocare al "S. Filippo" per lui ha un sapore speciale. "Anche se da tre settimane sto combattendo con un piccolo stiramento confessa subito Sarli - spero di tornare in campo. E' una partita alla quale tengo in modo particolare. E' una questione mia, personale. Ci tengo tanto a fare bella figura davanti ai miei ex tifosi. So che quell'anno, non per colpa mia, non mi sono espresso come avrei voluto. Ma sono ancora grato a tutta la gente che mi ha capito, incoraggiandomi sempre".
- Più i ricordi belli o quelli brutti di quella stagione?
"Di bei ricordi, comunque, ne ho, visto che qualche gol l'ho realizzato. Di brutti, comunque, ce ne sono di ricordi, visto che contro me c'è stato un vero complotto. E non mi riferisco ai tifosi, ma a un personaggio che qui non voglio neanche citare. Ricordo solo che a fine stagione mi ha fatto anche squalificare".
- Domenica a Messina, poi riceverete il Cosenza. Con chi rischiate di più?
"Guarda, affrontare la capolista e per di più in trasferta per noi sarà dura, ma ce la giocheremo. Il Cosenza rischia con noi, perchè in casa nostra stiamo facendo bene. Quindi per i silani non sarà facile fare risultato. Abbiamo bisogno di punti salvezza".
- Chi la spunterà per la promozione?
"E' una bella lotta, ma il campionato lo può perdere solo il Messina che è davanti al Cosenza. Io vedo ancora il Messina favorito. Ha una società solida, esperta e questo conta tanto.
- Sei cosentino d'origine, hai giocato nel Messina e anche tra i silani. Ma un gol a chi preferiresti farlo?
"Bella domanda. Ma io sono un professionista e quindi rispondo che mi piacerebbe segnare in tutte due le gare. Ma non contro qualcuno, piuttosto per fare felice i tifosi del Palazzolo".
PIANETA MESSINA

lunedì 25 febbraio 2013

"PREOCCUPATO? E DI COSA?


Il patron Pietro Lo Monaco  e la sfida con il Cosenza: "Ce la giochiamo, ma non mi preoccupo" (Foto F. Pernice)
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Parafrasando questa massima che con il calcio calza a pennello, è giunto il momento di serrare i ranghi e uscire gli attributi. E qui non ci riferiamo alla squadra (prima in classifica da otto domeniche), nè tantomeno alla società (che gli attributi ce l'ha), ma a chi finora ha preferito stare alla finestra, pensando di salire sul carro dei vincitori quando gli addobbi della festa saranno già pronti. Il Messina è primo, ma il Cosenza ora è lì, a due passi, minaccioso, pronto a saltare addosso alla capolista. Siamo nella fase cruciale della stagione e il Messina ha bisogno di tutti. Soprattutto degli assenti non giustificati che sulla carta dicono di amare il Messina, salvo poi starsene a casa aspettando chissà cosa. Quelli che, di solito, dicono "abbiamo vinto" o "hanno perso", secondo come tira il vento. Quelli che hanno deluso finora le attese del patron Pietro Lo Monaco, osannandolo quest'estate a Palazzo Zanca, salvo poi meritarsi il curioso appellativo affibiatoci oltre Stretto. Ma c'è ancora tempo per redimersi e dare già domenica un segnale forte, uscendo finalmente dal guscio. Perchè le poche parole strappate ieri a Pietro Lo Monaco da Pianeta Messina, servano ancora da monito: "La squadra il suo dovere lo sta facendo, ma con seimila euro di incasso la domenica dove dobbiamo andare? Neanche in Promozione si fanno seimila euro". E la scarsa risposta al botteghino, per una società che punta a vincere il campionato, è ormai un chiodo fisso, un rospo che il patron non riesce a digerire. E' la cosa che gli dà più fastidio, più del Cosenza che si è fatto sotto: "Ce la giochiamo, non è un  problema".
- Preoccupato?
"E di cosa devo essere preoccupato? Siamo primi in classifica, abbiamo un gruppo di calciatori e uno staff che sa cosa vuole. Il Cosenza è una nostra antagonista ed è normale che tenti di darci fastidio, mai noi andiamo avanti tranquilli, consapevoli della nostra forza. Noi squadra e società il nostro dovere lo stiamo facendo". E' l'ennesima bacchettata, neanche tanto soft, a chi finora è stato alla finestra, preferendo una poltrona e due pantofole a un pomeriggio al "S. Filippo". Ora, però, è giunto il momento di rompere gli indugi.
Il dg del Messina Giuliano confida nei tifosi: "Tutti devono sapere che sarà il nostro dodicesimo uomo in campo"
E il dg Giuliano, in un momento così delicato della stagione, ringrazia chi finora (lo zoccolo duro) ha sempre spinto il Messina in casa e in trasferta, ma impugna la spada del condottiero e spinge gli "altri" tifosi, quelli più pigri, ad arruolarsi nell'esercito giallorosso. "Tutti devono sapere che da questa domenica non ci sarà solo il Messina in campo, ma scenderà anche il dodicesimo uomo, i nostri tifosi. E il Cosenza deve sapere cosa lo aspetta quando verrà qui a giocare. Sappiamo quale calore potranno darci i nostri sostenitori, perchè sono in grado di fare la differenza. In trasferta, anche domenica scorsa, mi hanno fatto venire i brividi. Ora ce lo dimostreranno anche al S. Filippo, perchè hanno capito che i campionati si vincono se scende il dodicesimo uomo in campo".
PIANETA MESSINA

sabato 23 febbraio 2013

NON CI RESTA CHE... GUFARE

UN BRODINO SOTTO L'ETNA

I tifosi del Messina oggi presenti in gran numero a Paternò (Foto Fabrizio Pernice)
Finisce con un brodino la trasferta di Paternò. Un pareggio comunque  giusto, anche se nel finale il Messina ha cercato disperatamente il gol vittoria. Ora non resta che aspettare cosa succederà domani a Paola, dove il Cosenza sarà "costretto" a vincere per rosicchiare due punti ai peloritani. E i tifosi peloritani (ma anche i giocatori) stanno già facendo i debiti scongiuri, affidandosi al carattere del Comprensorio Normanno che domenica scorsa ha dimostrato di avere anche grande orgoglio.
Oggi, comunque, il punticino colto al "Falcone e Borsellino" non fa fare salti di gioia, ma muove la classifica. Poi, il Cosenza, non ha ancora vinto e l'eccessiva "carica" emotiva che i silani daranno alla gara potrebbe anche giocare un brutto scherzo.
Oggi, a Paternò, la cosa più bella l'hanno fatta i tifosi, con il colpo d'occhio nella piccola curva alle falde dell'Etna. Loro, i soliti "faracassoni", pronti a sgolarsi per novanta minuti, colorando di giallorosso il "Falcone e Borsellino", in una sfida a distanza con i tifosi di casa che rispondono con una bella coreografia a tinte rossazzurre. Ciak, si gira ed è il Comprensorio Normanno a provarci dopo 5 minuti con Mandarano, l'aitante centravanti paternese che dalla distanza spedisce a lato. Il Messina, privo in difesa di Ignoffo e Chiavaro, nei primi venti minuti appare un po' lezioso, quasi a studiare gli avversari. Ne esce così un avvio di gara sonnacchioso, con qualche timido tentativo su entrambi i fronti, ma con i due portieri inoperosi. E a spezzare questa fase noiosa ci pensa la retroguardia del Messina, con un retropassaggio sporco di Cucinotta verso Lagomarsini che decide di bloccare con le mani la sfera, pensando si trattasse di un rimpallo involontario. L'arbitro, invece, ferma tutto e assegna un malefico calcio di punizione in area. Mandarano, dal vertice dell'area piccola, riesce a bucare la fitta barriera, ma Lagomarsini c'è ed abbranca la sfera. Il pericolo scampato scuote il Messina, che decide di affacciarsi con più convinzione dalle parti di Farò.
E lo fa prima con un traversone di Savanarola per Guerriera che solo in area viene anticipato d'un soffio da Orefice che mette una pezza. Nel finale di primo tempo arriva il primo tiro in porta del Messina, con Chiaria che costringe Farò ad accartorciarsi sul pallone.
Nella ripresa Catalano gioca subito la carta Parachì (al posto di Guerriera), nel tentativo di dare maggiore incisività nella fase di appoggio alle due punte. Ma i primi effetti non soddisfano l'allenatore (non per colpa di Parachì) che così decide di operare il secondo cambio. Dentro Cocuzza che subentra a Corona. Il Messina vuole stringere i tempi per tentare la via del gol, ma la manovra dei giallorossi appare a tratti confusa, merito anche dei padroni di casa che sul piano della corsa riescono a tenere botta.
Il portiere del Comprensorio Normanno in uscita su una incursione dei peloritani (Foto Fabrizio Pernice)
Allora serve l'invenzione di qualche singolo per dare uno scossone alla gara del Messina. E il primo segnale forte arriva dai piedi di Cocuzza che con un gioco di prestigio serve un pallone d'oro a Parachì tutto solo davanti a Farò che disinnesca alla disperata. Sale la tensione della gara e l'adrenalina cresce anche sulle due panchine, con il tecnico paternese Strano (squalificato) che si sgola dalla tribuna e il ds del Messina Ferrigno che si becca una "espulsione" per qualche parolina di troppo. Nel finale di gara le due squadre osano di più e le azioni iniziano a fioccare. Prima Vianello, incuneatosi in area, viene anticipato da Lagomarsini . Sul capovolgimento di fronte è Parachì a costringere Farò alla respinta con i piedi. Il terzo cambio del Messina arriva all'83', con l'ingresso di Ferreira al posto di Savanarola. Ma è il Comprensorio che sfiora il vantaggio con Mandarano, rischiando però di capitolare all'86' con un bel tiro a giro di Ferreira che fa venire i brividi ai tifosi di casa. Il Messina ci prova fino all'ultimo per portare a casa i tre punti e il gol lo sfiora nuovamente su corner, ma è Marletta di testa ad evitare il peggio. Finisce così, con un mezzo sorriso. E ora sotto con la macumba. Il Cosenza non ce ne voglia.
PIANETA MESSINA





venerdì 22 febbraio 2013

CATALANO: "VANTAGGIO PER IL COSENZA? SE VINCIAMO... "

Ma giocare un giorno prima, è un vantaggio per il Cosenza che domenica pomeriggio, prima di scendere in campo, conoscerà già il risultato del Messina? La domanda, nuda e cruda, la poniamo al tecnico Catalano che però non si scompone: "Dipende da noi. E' un vantaggio relativo, perchè se noi facciamo risultato pieno il discorso cade in partenza. Comunque dobbiamo pensare a noi stessi, semmai il fatto che al Paternò hanno tolto due punti della gara contro l'Agropoli, significa che troveremo un avversario più aggressivo, che ha bisogno di punti per tirarsi dai guai".
- Ma è una partita da tripla?
"Mi auguro di no, sarà una partita aperta, che potrebbe essere decisa dagli episodi. Speriamo di trovare il varco giusto per colpire. Mi aspetto una gara equilibrata e insidiosa sia per loro che per noi".
- Hai chiesto a Savanarola come si fa a vincere nel suo ex campo?
"Beh, magari bastasse questo. Ho parlato un po' con  Beppe, soprattutto di palle inattive. Lì il Paternò è pericoloso. Poi anche del terreno di gioco e di altro che ovviamente non sto qui a raccontare... ".
- E il match di Paola, tra Comprensorio Montalto e Cosenza, è da tripla?
"E' una partita difficile per il Cosenza. Il Comprensorio, domenica scorsa, ha dimostrato di che pasta è fatto e darà del filo da torcere al Cosenza che però ha i numeri per vincere questa gara".
- Quindi a voi resta un solo risultato...
"Noi scendiamo in campo sempre per vincere, questo i nostri tifosi lo sanno. Poi c'è anche la squadra avversaria che va rispettata. I conti li faremo domenica sera. Vedremo chi sarà stato più bravo tra noi e il Cosenza. In ogni caso, il campionato è ancora tutto da giocare".
PIANETA MESSINA

giovedì 21 febbraio 2013

"EFFETTO" SAVANAROLA: "I MIEI CONSIGLI PER SABATO..."

Per Savanarola una partita "speciale" contro il Comprensorio Normanno (Foto Fabrizio Pernice)
Da quel 4 dicembre, da quando ha cambiato pelle, il "guerriero" avrebbe fatto volentieri a meno di una sola partita. E ora il calendario gliela mette di fronte. Per Peppe Savanarola sarà un... sabato speciale. A Paternò ha lasciato tanti amici, tifosi che gli vogliono ancora bene e un allenatore, Pippo Strano, che lo ha fatto sentire importante.
- Hai letto cosa ha detto Strano sul Messina? Che incontrerà undici Savanarola?
"Ha detto la verità. Non è che gioco solo io, è il nostro collettivo che è forte. Nel Messina non è Savanarola che può fare la differenza, qui c'è gente importante come Corona, Ignoffo, Chiavaro, Chiaria. Siamo un grande gruppo, ambizioso, che sa ciò che vuole. Lì, a Paternò, gli obiettivi erano diversi, ma conservo dei ricordi bellissimi. Per quella maglia, fino all'ultimo, ho dato sempre tutto".
- Tra l'altro, eri in campo nella gara d'andata finita senza reti. E il Comprensorio Normanno fu l'unica squadra uscita indenne dal trappolone del "S. Filippo".
"Sì, ricordo bene quella partita. Ci siamo difesi bene, siamo stati bravi a rintuzzare gli attacchi del Messina. Alla fine, quel pareggio fu anche giusto. Ma quel giorno non avrei immaginato che la gara di ritorno l'avrei giocata con il Messina. Per me è un onore indossare questa maglia".
- Conosci bene i tuoi ex compagni di squadra. Sarai il grande "consigliere" del tuo allenatore per preparare bene questa trasferta?
"Sicuramente il mister mi chiederà qualcosina. La prima cosa che gli dirò è che il campo non è in ottime condizioni. Poi gli darò qualche dritta per affrontare al meglio i miei ex compagni. Qualche consiglio può sempre essere utile, anche se il nostro allenatore sa preparare le partite bene da solo".
- Quanto rischiate a Paternò? Il tuo ex allenatore ha detto che vuole vincere.
"E' giusto, normale che dica di voler vincere. Qualsiasi allenatore prepara una partita, specialmente in casa, per ottenere il massimo. Ma anche noi punteremo alla vittoria, non possiamo permetterci distrazioni. Chi ci insegue è pronto ad approfittarne".
- Ovviamente parli del Cosenza. Hai sentito i commenti, con un filino di sarcasmo, sulla vostra vittoria di domenica?
"Non voglio rispondere a queste considerazioni. Il Cosenza è un'ottima squadra, ci stiamo giocando il campionato, è una bella lotta a due. Loro parlano di noi, noi non abbiamo mai parlato di loro, perchè è giusto guardare in casa propria".
- Quando Strano parla di "mezzucci" e il tecnico del Paternò dice che nè la sua squadra nè il Messina li usano, a cosa allude?
"Vuol dire che stiamo parlando di due squadre che non accettano compromessi, che sanno solo giocare a calcio. La mia ex squadra, anche se fosse già salva, avrebbe giocato al massimo per vincere questa partita".
- Ma giocare un giorno prima rispetto al Cosenza, non è un vantaggio per i vostri inseguitori?
"Sulla carta può sembrare un piccolo vantaggio, perchè loro giocheranno conoscendo già il nostro risultato. Ma per noi cambia poco. Speriamo di vincere, così il Cosenza scenderà in campo con meno entusiasmo".
PIANETA MESSINA
http://www.facebook.com/pages/PianetaMessina/123410324422133 

mercoledì 20 febbraio 2013

STRANO CI CREDE: "MESSINA, PROVEREMO A BATTERTI"

Pippo Strano, allenatore del Comprensorio Normanno
C'è forse una cosa che lo preoccupa più del Messina. E il tecnico del Comprensorio Normanno, Pippo Strano, lo dice a denti stretti a Pianeta Messina, che lo ha contattato per una chiacchierata in vista dell'anticipo di sabato prossimo alle pendici dell'Etna. "Abbiamo gravi problemi societari che nell'ultimo periodo hanno condizionato il nostro campionato. Ora dobbiamo lottare per la salvezza e siamo in una situazione di classifica delicata, solo tre punti sopra la zona play out".
- Eppure un segnale forte l'avete dato domenica scorsa vincendo a Licata.
"E' stata un'iniezione di autostima, ma dobbiamo fare ancora punti e alla svelta, perchè la classifica è cortissima".
- E sabato vi tocca la capolista.
"Spero di batterla, ma so che sarebbe per noi un'impresa. Poi, magari, potremmo fare un favore al Messina vincendo a Cosenza. A noi servono punti salvezza, ma spero che alla fine del campionato il Messina venga promosso perchè se lo merita".
Savanarola nella gara d'andata con la maglia del Paternò (Foto Fabrizio Pernice)
- Quanto le manca Savanarola?
"Peppe è un grande giocatore. Ha dato tanto ricevuto tanto dal Paternò. Ora è un calciatore del Messina, una squadra forte composta da tanti Savanarola".
- Come la immagina la sfida contro la capolista?
"Mi auguro, innanzitutto, che sia una festa dello sport e lo dico sinceramente. Abbiamo incontrato due volte il Messina, perdendo in Coppa Italia e pareggiando in campionato. Tra l'altro, mi gratifica il fatto di essere stati gli unici, finora, a non avere perso al "S. Filippo". Siamo due squadre che sanno fare calcio senza mezzucci. Sappiamo di avere il rispetto da parte della capolista e ciò ci gratifica, significa che stiamo facendo un buon lavoro".
- C'è il rischio che la trasferta venga vietata ai tifosi del Messina. Che ne pensa?
"Spero che ciò non accada. Mi auguro, invece, che sabato ci sia una bella cornice di pubblico. Se verrà vietato ai tifosi del Messina di venire a Paternò si toglierà l'essenza del calcio. Non vedo perchè debba essere vietata questa trasferta. Tra le due tifoserie ci sono rapporti normali. Noi siamo venuti due volte a Messina e ai nostri tifosi non è successo nulla. Sono stati accolti con sportività. I nostri sostenitori ricambieranno l'accoglienza, non ci sarà nessun problema".
PIANETA MESSINA
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domenica 17 febbraio 2013

IN ONDA IL FESTIVAL DEL GOL CANTA Il MESSINA

La curiosa esultanza di Maiorano dopo il gol del vantaggio (Foto Fabrizio Pernice)
Dopo quello di Sanremo, al "S. Filippo" va in onda il festival del gol. E il grande "acuto" del Messina regala tre punti pesanti per la capolista che mantiene intatto il vantaggio di quattro punti sul Cosenza. Pronti via e subito emozioni al "S. Filippo". Prima con gli ospiti che pungono con Sifonetti, ma il Messina replica con una incursione di Parachì. E mentre da Cosenza non arrivano buone notizie, i giallorossi decidono di mettere subito il proprio timbro alla gara e lo fanno dopo appena 7 minuti, con un'incornata vincente di Maiorana che si avventa come un falco su un pallone calciato dalla bandierina da Quintoni.
Il vantaggio non tramortisce, però, il Comprensorio Montalto, che si rende pericoloso con Tommaseo. La sua conclusione, per fortuna, sfuma a lato. Il Messina, privo del bomber Corona (in settimana compito dall'influenza) e con Cocuzza a dar manforte al centravanti Chiaria, gestisce comunque bene il vantaggio, senza offrire il fianco alle ripartenze dei calabresi. Anzi, i peloritani trovano il raddoppio al 36', grazie a un regalo del difensore centrale Varriale (ex Cosenza) che su un pallone innocuo in area scivola sul più bello, infilando il pallone nella propria porta. Un gollonzo che strappa anche qualche sorriso sugli spalti, ma il Messina restituisce subito il "regalo".
Vincenzo e Pietro Lo Monaco scrutano la curva sud con i tifosi in lieve aumento
Ci pensa il giovane Caiazzo che si addormenta palla al piede. Sifonetti gliela strappa involandosi in un'autostrada verso Lagomarsini che non può nulla nel "face to face" con l'attaccante calabrese. La ripresa inizia come nel primo tempo. Cioè il Messina segna subito, stavolta con Savanarola che trafigge Ramunno con un destro velenoso. Ma il Comprensorio Montalto non muore mai, visto che al 59' potrebbe accorciare nuovamente, stavolta su calcio di rigore (piuttosto dubbio) che il "gatto" Lagomarsini riesce a neutralizzare. Occhiuzzi, dal dischetto, si fa ipnotizzare dal portiere peloritano.
Il Messina tira un sospirone e dopo dieci minuti mette in cassaforte la partita con il gol di Chiaria. E' il 4-1 che però 120 secondi dopo diventa 4-2, perchè il solito Sifonetti calibra un perfetto cross per la testa di Piemontese che trafigge Lagomarsini. E i calabresi ci credono ancora, fallendo il terzo gol con Zangaro. Ma il finale è a tinte giallorosse, con Cocuzza che potrebbe firmare la cinquina, ma il portiere Ramunno devia sul palo la conclusione dell'attaccante peloritano.
PIANETA MESSINA

sabato 16 febbraio 2013

CATALANO SUONA LA CARICA "VOGLIAMO I TRE PUNTI"

L'allenatore Catalano non si fida del Comprensorio Montalto (foto Fabrizio Pernice)
Servirà una prestazione maiuscola, di quelle toste, per mettere la museruola e rispedire a casa battuto il Comprensorio Montalto, forse il "peggiore" avversario rispetto agli altri finora visti al "S. Filippo". I calabresi, numeri alla mano, proprio in trasferta sanno far male, visto che finora hanno vinto quattro volte (spicca un sonante 3-0 al S. Vito di Cosenza), ciccando due sole volte. Una squadra che perde poco (quattro gare in tutto finora, una sola in più del Messina) e che ha la seconda difesa del campionato, proprio dopo i peloritani. Numeri importanti che non fanno stare tranquillo il tecnico Catalano. "Dovremo disputare una grande partita per incamerare tre punti importanti. Sarà una gara difficile, ma confido nei miei ragazzi. Dobbiamo vincere e cercheremo di farlo a tutti i costi, anche con l'apporto dei nostri tifosi".
Un altro "avversario" che il Messina dovrà affrontare sarà il fondo campo rovinato e il maltempo che incombe sui novanta minuti.
Ma Catalano ha subito una "ricetta" per evitare questi due ostacoli. "Ci adegueremo, lo abbiamo fatto altre volte. Sappiamo come giocare anche se ci sono avversità atmosferiche. L'unica cosa che ci interessa sono i tre punti. La gara è difficile, ripeto, perchè di fronte avremo un avversario tosto, ma sapremo come fare per avere la meglio".
Occhi spalancati, dunque, e un orecchio alla radiolina per sapere cosa farà il Cosenza contro il Cdm. E se dalle parole del tecnico Rando ("Scenderemo in campo per vincere") e dal polverone alzatosi in settimana in casa silana per i guai societari (fumata grigia dopo l'incontro notturno tra il presidente e il dimissionario Fiore) c'è la sensazione che al "S. Vito" sarà battaglia, l'allenatore del Messina si mette il paraocchi e ammonisce: "Noi dobbiamo concentrarci solo sul Comprensorio Montalto, non commetteremo l'errore di pensare al risultato in corso a Cosenza. Prima battiamo i nostri avversari e poi, negli spogliatoi, chiederemo cosa ha fatto il Cosenza".
PIANETA MESSINA
La rete di Croce del momentaneo vantaggio nella gara d'andata finita 1-1

venerdì 15 febbraio 2013

IL DOLORE DI CORONA "IMBRIANI E' STATO UN ESEMPIO PER TUTTI"

Corona con la maglietta dedicata a Imbriani nella partita con il Ribera (ph Fabrizio Pernice)
"Non ci sono parole". Sono le prime sillabe che Re Giorgio pronuncia al telefono appena gli chiediamo di regalarci un ricordo di Carmelo Imbriani, l'ex compagno di squadra di Corona, morto stamane a Perugia per una grave malattia. "Una persona eccezionale, con la battuta pronta. Ho tanti bei ricordi che porterò con me per tutta la vita".
Il capitano del Messina è molto provato per questa brutta notizia e ci racconta che fino a due giorni fa aveva parlato con il fratello di Imbriani, per sincerarsi delle condizioni del suo amico ricoverato in una clinica specializzata. "Ero preoccupato, ma suo fratello mi ha detto che non tutto era perduto, che Carmelo stava lottando. Lui era così, era un esempio per tutti. E non lo dico adesso perchè non c'è più, non sono parole di circostanza. Carmelo Imbriani era veramente una brava persona. L'ultima volta che l'ho sentito e che sapeva della malattia mi ha solo detto che era pronto a lottare. Aveva lo spirito giusto per affrontare questo momento terribile della sua vita".
- Hai un ricordo della tua esperienza con lui? Siete stati compagni di squadra.
"Sì, nel 2005 siamo stati insieme a Catanzaro. Eravamo compagni di reparto. Lui faceva la mezza punta, andavamo molto d'accordo in campo e fuori. Anche se quel campionato non finì bene, lui era subito capace di alzare il morale della squadra. Quell'anno c'era anche Ferrigno con noi".
- Gli hai dedicato l'ultimo gol al S. Filippo, mostrando la maglietta stampata per stargli vicino. Ora, se segnerai domenica, scommettiamo che la prima dedica sarà per lui
"Avrei preferito non dover fare questa nuova dedica. Ma se segnerò il primo pensiero, ovviamente, sarà per il mio amico Imbriani".
PIANETA MESSINA 

IL DS FERRIGNO: "A COSENZA UNA PAGLIACCIATA"

Il direttore sportivo del Messina Fabrizio Ferrigno (ph F. Pernice)
Il Comprensorio Montalto, i tifosi, il Cosenza. Tre tasti che il ds Ferrigno tocca volentieri, per raccontare come il Messina sta vivendo questi giorni che ci dividono dalla ripresa del campionato. E per stuzzicarlo subito, partiamo dall'argomento numero tre: il Cosenza. "Noi dobbiamo solo pensare a fare il nostro percorso - avverte subito il ds peloritano - ma quello che sta accadendo a Cosenza è una pagliacciata, una tarantella. La verità è che adesso la squadra è più forte di prima, si è incattivita. Ma mi permetto di dire, e chiudo qui, che una società di calcio non può farsi comandare dai suoi dipendenti".
- Ma non si sta mettendo troppo il naso nelle disavventure silane? C'è il rischio che la squadra si distolga?
"No, questo no. Io dico queste cose perchè mi hai chiesto cose ne penso delle ultime vicende societarie del Cosenza. I nostri giocatori, state tranquilli, pensano ad altro. Pensano solo a vincere la gara di domenica prossima".
- Appunto. E il Comprensorio Montalto è forse  l'ospite più duro che vi troverete di fronte.
"Sì, ho letto. Hanno perso solo quattro partite, sono la seconda difesa del campionato, hanno giocatori di buon livello. Mai a noi servono i tre punti e con tutto il rispetto per i calabresi, allenati ottimamente,  domenica vorremo fare valere la legge del S. Filippo".
- Dove vi aspettate un bel po' di gente. Avete abbassato il costo del biglietto. Cos'è, un regalo ai tifosi che hanno gremito il Celeste o una "mossa" per non dare più alibi a chi non viene allo stadio?
"La decisione della società ha un solo scopo. Portare più gente possibile domenica allo stadio. E ringrazio i club che hanno diffuso quel comunicato per invitare tutti a incitare al S. Filippo il Messina. Siamo primi in classifica e abbiamo bisogno dei nostri tifosi. Più siamo e meglio è in questa fase decisiva della stagione. Per battere il Comprensorio Montalto c'è bisogno di tutti".
PIANETA MESSINA

mercoledì 13 febbraio 2013

GIUGNO: "NON FINIRA' 0-0"

Franco Giugno, allenatore del Comprensorio Montalto (Foto Rosito)
I guai societari del Cosenza non distolgono la truppa di Catalano che domenica avrà un brutto cliente al "S. Filippo". Perchè, numeri alla mano, il Comprensorio Montalto del cosentino purosangue Franco Giugno, è forse la squadra più difficile da battere in questo momento. E i numeri, nel calcio, non mentono mai. Primo indizio. I calabresi hanno la seconda miglior difesa del campionato, con 19 reti subite, quattro in più del Messina. Secondo "numero" importante: il Comprensorio ha finora perso solo quattro partite, una in più della capolista giallorossa. E per finire, l'undici di Giugno in trasferta ha fatto molto male agli avversari, vincendo in campi tosti come Cosenza, Licata, Paternò e Noto. E la classifica non rende merito al Comprensorio Montalto solo perchè il fattore campo, cioè le partite in casa, non incide molto, visto che i calabresi sono costretti a giocare dall'inizio del campionato sul "neutro" di Paola.
"Avremmo potuto avere qualche punto in più - racconta a Pianeta Messina il tecnico Giugno - e stare lì, a ridosso delle prime. Peccato per i troppi pareggi in casa, anche se domenica scorsa abbiamo vinto contro il Licata. I pochi gol subiti? Siamo una squadra organizzata, anzi alla fine del girone di andata eravamo la migliore difesa del campionato, poi si è infortunata la coppia centrale difensiva, composta da Ginobili e Okoroji e abbiamo subìto qualche gol di troppo".
- Lei è cosentino, sappiamo che ha un debole  per la squadra silana, domenica potrebbe fare un favore al Cosenza...
"Questi discorsi non mi interessano. Sono un professionista, noi giocheremo soprattutto per fare bella figura in casa della capolista e non per fare un favore al Cosenza. Altrimenti non lo avremmo battuto al S. Vito".
- Di fronte, domenica prossima al S. Filippo, le prime due difese del campionato. Lo zero e zero è dietro l'angolo?
"No, non credo. Noi cerheremo di fare gol, lo cerchiamo sempre, è nel nostro modo di pensare. Di fronte avremo una grande squadra, difficilmente questa partita finirà zero a zero. Per noi sarà un test complicato, ma anche il Messina dovrà giocarsela fino in fondo questa gara. Non sarà facile neanche per loro. Ho visto le immagini della gara contro il Cdm. Mi pare che il Messina abbia sofferto".
- Chi vincerà il campionato?
"Non ho dubbi, il Messina. Ma non perchè il Cosenza ha problemi societari. Il Messina è squadra più compatta, che prende pochi gol. Il Cosenza, invece, ha una difesa disattenta. E' una differenza che alla fine peserà".
PIANETA MESSINA

lunedì 11 febbraio 2013

"SOGNO UN SOLO MESSINA"

Lello Manfredi, ex presidente del Messina  (Foto Fabrizio Pernice)
Premessa. Il contatto con Lello Manfredi nasce da un motivo (triste) che con il calcio non centra nulla. Poi, per "colpa" di chi scrive, la chiacchierata scivola su argomenti più leggeri, come una medicina per curare la ferita. E allora, con l'ex presidente del Messina, di cosa vuoi parlare? Lui capisce, gli si illuminano gli occhi se accenniamo alla squadra di calcio e per la prima volta accetta di raccontare come sta vivendo, lontano da quel prato verde del "S. Filippo", le sue domeniche da semplice "spettatore".
"Sono tornato Raffaele Manfredi, per il momento preferisco dedicarmi alla mia famiglia che lo scorso anno ho parecchio trascurato. Ma seguo costantemente le vicende legate al calcio messinese e una settimana fa sono stato al Celeste a seguire il derby".
- E al S. Filippo perchè non sei più tornato?
"Quello che dovevo fare l'ho fatto. Dopo l'ultima di campionato dello scorso anno, non sono più andato. Chiaramente, essere stato il presidente del Messina, della mia squadra del cuore, è motivo di grande orgoglio. E' una cosa che mi porterò sempre dentro.  Credo che il sogno di ogni tifoso è quello di giocare, allenare o fare il presidente del Messina. A me è toccata la fortuna di fare il presidente".
- Che ne pensi di questa rivalità fra il Messina e il Cdm?
"Mi dà la dimensione della provincialità della nostra città e mi spiace moltissimo perchè è una guerra tra poveri. Andando avanti così, a mio parere, non si va da nessuna parte".
- I tifosi del Messina accusano i dirigenti del Città di Messina di "sciacallaggio".
"Ricordo solo che lo scorso anno abbiamo ristabilito i giusti equilibri. Abbiamo ribadito, se ce n'era bisogno, che l'Acr Messina per storia, tradizione, è la prima squadra della città. I soci del Cdm stanno facendo un altro percorso, senza volersi sostituire al Messina. Li conosco, è gente per bene che si sta spendendo per la propria città, mentre tanti se ne stanno con le mani in mano".
- Ma i tifosi del Messina li accusano di non avere fatto nulla per rilevare l'Acr Messina.
"Hanno provato a prendere il Messina, ma evidentemente non ci hanno creduto veramente e hanno sbagliato clamorosamente. Faccio un esempio. In tre anni, ad occhio e croce, hanno fatto investimenti sulla squadra per circa due milioni di euro. Bene, con quella cifra potevano comprare non una, ma dieci squadre di Serie D. Bisognava avere un po' più di coraggio. Invece, la preoccupazione fondata di trovare sorprese nei bilanci li ha spaventati. Bisognava correre qualche rischio, ma per l'Acr Messina ne valeva la pena. Mica bisognava rilevare il Roccafiorita!".
- Eppure tu sei stato uno dei fondatori del Città di Messina
"Non del Città di Messina, ma della Zancle che è la "cassaforte" del Città di Messina e che era nata con il preciso obiettivo di rilevare l'Acr Messina. Sì, è vero, sono stato uno dei fondatori e aggiungo: il progetto nacque da una mia idea condivisa dai fratelli Pecora. Ci trovavamo in ritiro con l'Fc Messina a Roccaporena e si chiacchierava sul futuro del calcio a Messina. Era l'anno in cui i messinesi, dopo il settimo posto, voltarono clamorosamente le spalle alla società, passando dai 25mila abbonati ad appena diecimila".
A questo punto Manfredi tira fuori un articolo-inchiesta della Gazzetta dello Sport, datato 9 settembre 2006, che sotto il titolo "La grande fuga dagli stadi", parlava di "Disastro a Messina". E Manfredi fa una riflessione: "Si stava andando pericolosamente verso il declino. La gente non si accontentò più della Serie A, voleva qualcosa in più, magari l'Europa League. Quindi manifestai ai Pecora la mia idea, dicendogli che per evitare che ciclicamente la società di calcio fallisse, era necessario creare una base diffusa di piccoli azionisti che supportassero un imprenditore di riferimento. Solo così si poteva evitare di restare in balia del proprietario di turno che per un motivo o per l'altro, ad un certo punto della propria gestione, decideva di staccare la spina. Accadde con i Massimino (società fallita), con Aliotta (ci salvò Franza), con gli stessi Franza che decisero di non iscrivere la squadra in Serie B. E per non andare molto lontano, anche con Di Mascio (ci salvò per il rotto della cuffia Martorano) e successivamente con lo stesso Martorano".
- E ci salvasti tu...
"Non io da solo. Carmine Coppola, alcuni miei cari amici, tanti tifosi e semplici conoscenti.
L'imprenditore reggino Martorano e Manfredi dopo il salvataggio del Messina dal fallimento
Formammo la società e grazie all'intervento economico dei soci riuscimmo a vincere il "nostro campionato", cioè salvare l'Acr Messina  dal fallimento".
- Rimpianti?
"Nessuno. Abbiamo fatto molto, ma molto di più di quanto era nelle nostre possibilità. Certo, alcune lotte intestine all'interno della società ci hanno danneggiato, ma andata così. Inutile piangere sul latte versato".
- Torniamo all'attualità. Come vedi il futuro del calcio a Messina?
"Il Messina a fine campionato approderà in Lega Pro e il Città resterà in D. Quindi mi auguro solo una cosa. Che si dia vita a un nuovo corso. Con una sola società, l'Acr Messina naturalmente, dove possano confluire tutti i soci del Città di Messina e non solo, per costruire una società ancora più solida. Per fare questo bisognerà mettere da parte personalismi".
Torrisi, Manfredi, Lo Monaco e Di Bartolo.  Il nuovo corso del Gruppo Lo Monaco è appena iniziato 
- Scusa, ma quest'ipotesi mi sembra utopistica. Non c'è il rischio che tutti vogliono comandare?
"Questa è una balla che tirano fuori tutti coloro che non vogliono una sola società. Io sono per unire, non per dividere. Tutti insieme per remare in un senso. Nell'Acr e nel Città di Messina ci sono state invece persone che, per problemi squisitamente personali, hanno spinto affinchè questa cosa non si faccia. Ma è sbagliato. Messina è una città troppo povera per potersi permettere due squadre, è inutile disperdere energie".
PIANETA MESSINA


sabato 9 febbraio 2013

LA "BALLATA" GIALLOROSSA

"SUGNU MISSINISI"

Cicatiello se la ride mentre il  presentatore tenta di farlo cantare (Foto Fabrizio Pernice)
Note giallorosse, musica per le orecchie dei tifosi con l'inno confezionato da Tony Canto per la squadra della città. Teatro gremito, ieri sera al Palacultura, per l'anteprima di  "Sugnu missinisi",  un inno alla città, alla sua squadra di calcio, alla voglia di rinascita dei messinesi veri. La performance del noto cantautore messinese, incastonata in una serata che ha reso omaggio alla storia del festival di Sanremo, è stata apprezzata dal vivo dal dg del Messina Vincenzo Lo Monaco, accompagnato dall'addetto stampa della società giallorossa Gaetano Mangione e da alcuni calciatori del Messina. E uno di questi, Cicatiello, si è anche improvvisato cantante, dopo essere stato "costretto" ad esibirsi sul palco dai conduttori della serata.
Il dg del Messina, Vincenzo Lo Monaco, sul palco insieme ai calciatori e all'addetto stampa (Foto F. Pernice)
E' stato uno dei momenti più divertenti della kermesse, prima dell'esibizione di Tony Canto che ha scritto e cantato in coppia con una nota artista siciliana la "ballata" sui marchi di fabbrica della città: la Madonnina, il leone del Duomo, piazza Cairoli, il pescestocco, la squadra di calcio, la "parlata" messinese, il mare.
E giù applausi, con un nutrito gruppo di tifosi dei club accorsi al Palacultura, disposti ad aspettare fino a tarda sera pur di gustarsi in  "diretta" la prima volta di "Sugnu missinisi". 
Il cantautore messinese Tony Canto nella "prima" dell'inno del Messina (Foto F. Pernice)
Poi, sul palco, è toccato al direttore generale del Messina, Vincenzo Lo Monaco, ribadire che il calcio, anzi la voglia di rinascita appresso a un pallone, significa che qualcosa in città può e deve cambiare. Anche se il calcio sembra la cosa meno seria di cui discutere di fronte alle grandi emergenze che Messina sta vivendo. Ma se ogni tanto un segnale positivo, nuovo, arriva in città, anche se dal calcio, i disfattisti di professione dovranno farsene una ragione.
PIANETA MESSINA

domenica 3 febbraio 2013

FESTA GIALLOROSSA

COME AI BEI TEMPI