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mercoledì 16 gennaio 2013

"QUELLO SPAREGGIO... "

Dellisanti, allenatore dell'Agropoli, battè il Messina nello spareggio di 13 anni fa contro il Benevento
Volevamo parlare subito di Agropoli-Messina, ma lui, Franco Dellisanti, allenatore dei "delfini", ci fa fare un tuffo nel passato. A tredici anni fa: 13 giugno 1999. Lecce, stadio "Via del mare", spareggio Benevento-Messina. In ballo c'è la promozione in C1. In panchina, per i sanniti, c'era lui, Dellisanti. E sugli spalti c'erano quasi diecimila tifosi del Messina. Un esodo d'altri tempi e in ballo c'era "solo" la C1.
"Ricordo quella partita - racconta a Pianeta Messina Dellisanti - vincemmo 2-1 coronando la promozione in C1. Ma ricordo tutti quei tifosi del Messina. Erano tanti, più di quelli del Benevento. Dopo quella promozione - svela l'attuale tecnico dell'Agropoli - ero sul punto di venire a Messina. Il presidente Aliotta e il ds Salerno mi volevano, ma restai a Benevento. Dopo quella promozione non potevo abbandonarlo".
- Pentito?
"No, ma mi sarebbe piaciuto allenare, prima o poi, la squadra di una grande piazza come Messina. Invece le due strade non si sono mai incrociate".
- Strano, adesso, rivedersi in una categoria che con lei e il Messina non c'entra affatto.
I tifosi del Messina nello spareggio di Lecce contro il Benevento
"Direi di sì. Significa che qualcosa in questo calcio non va. Non c'è più spazio alla meritocrazia. C'è invece una situazione in cui contano gli sponsor, le amicizie giuste. Chi riesce ad avere questo oggi va avanti. Questo sistema a me non piace. Ho lasciato il Taranto in C1, Corona lo sa, quell'anno ero il suo allenatore. Io non accetto compromessi".
- Come mai Agropoli?
"E' una scelta di cuore. Ho iniziato qui, vent'anni fa, la mia carriera. Mi hanno chiesto di dare una mano a questa squadra. Qui la gente è tranquilla, è gente perbene, si può lavorare e fare calcio nelle condizioni migliori".
- Però, dopo il suo arrivo al posto di Nastri, la società ha venduto i pezzi migliori.
"Una scelta legata alla delusione per certi obiettivi mancati. La società aveva allestito un organico ambizioso, ma i risultati non sono arrivati. Così sono andati via otto giocatori. Mi vengono in mente Carotenuto, Toscano, Sekum (che all'andata segnò il vantaggio dell'Agropoli), Bengardino, Agata. Insomma, all'inizio mi sono trovato senza squadra. Poi le cose si sono gradualmente sistemate. Ora lavoro con un gruppo affidabile".
Le fasi del gol decisivo di Ferreira nella gara d'andata contro l'Agropoli
- Starà ovviamente preparando un trappolone al Messina. Come si affronta la capolista?
"Dovremo puntare sul ritmo, non dovremo dare punti di riferimento, perchè il Messina ha ottime individualità e ti può punire in ogni momento. Cercheremo d'imporre il nostro gioco, prima che lo faccia il Messina. Loro sono pratici, esperti, dovremo stare molto attenti".
- Prima il Messina, poi il Cosenza. Quanti punti vorrebbe?
"Non vorrei apparire presuntuoso, ma non firmo per un pari. Nè con il Messina, nè a Cosenza. Giocheremo per vincere anche al S. Vito".
- Chi vincerà il campionato?
"Non ho visto giocare nè il Messina, nè il Cosenza. Il campionato non può ritenersi chiuso adesso, ma il Messina lo vedo leggermente favorito anche perchè ha una società robusta e ambiziosa alle spalle. Conosco personalmente Pietro Lo Monaco. Il Messina è in buone mani. La famiglia Lo Monaco porterà il Messina nelle categorie che gli competono. Ricordo che quando allenavo il Catanzaro, affrontai nella finale play off  l'Acireale. Una squadra molto organizzata che vinse quello spareggio. E il dg di quella società era Lo Monaco".
PIANETA MESSINA

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