Sembra facile, forse lo è veramente, ma Catalano avverte. E fa bene. "Il pericolo siamo noi, guai a pensare di avere già vinto questa partita". Il rischio, subdolo, è uno solo. Pensare, solo un attimo, che a Caltanissetta sarà una passeggiatina. Nissa ridotta al lumicino, con nove "baby" in campo (over solo il portiere Ammendola e il centrocampista albanese Bica Badan), un bel bocconcino per il Messina affamato di punti per restare lassù, magari da solo se il Ragusa ci farà un bel regalo di Natale.
Sulla carta, dunque, non c'è partita. E viene difficile trovare un solo rischio che il Messina potrebbe correre. E allora non ci resta che temere... qualche peccato di presunzione dei giocatori biancoscudati. Un esempio? Beh, basta ricordare quello che è successo lo scorso campionato nella "tana" dell'Interpiana. Toccando ferro e ogni altro amuleto, lo raccontiamo a Catalano. "Sì, l'ho saputo. Me lo ha detto ieri Corona che in quella partita c'era. Quindi, vedete? Queste partite vanno prese sul serio, dal primo all'ultimo minuto".
Attenti, dunque, a pericolosi rilassamenti. Ma su quest'aspetto, il tecnico peloritano sta lavorando da giorni nella testa dei giocatori. La squadra è carica, giocherà però senza i propri tifosi al seguito, quegli "angeli custodi" che non lasciano il Messina mai solo. E al "Tomaselli" di Pian del Lago non ci saranno neanche i supporter della Nissa, che hanno deciso di disertare per protesta questa partita. Tifosi che hanno chiesto all'attuale società, ormai allo sbando, di consegnare la Nissa al sindaco.
Tutti ingredienti favorevoli al Messina. Tre punti su un piatto d'argento che i giallorossi non dovranno farsi sfuggire. E fa bene Catalano ad avvertire i giocatori. Quel "pericolo siamo noi" serve da monito. Niente scherzi.
PIANETA MESSINA
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