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sabato 27 ottobre 2012

UN "PROF" DI FIDUCIA

Sergio Marullo, vice presidente del Messina
Prima di tutto messinese, anche se la sua carriera di stimato avvocato civilista l'ha portato a dividersi tra Roma e Milano. Sergio Marullo, 34 anni, è uno degli uomini di fiducia del patron Pietro Lo Monaco, che non a caso gli ha dato i galloni di vice presidente del Messina. Molto riservato, di lui finora si sa davvero poco. Ad esempio, che il Messina ha un vice presidente che fa il docente universitario. "Sì - ci racconta Marullo - insegno Diritto Privato all'Università di Pescara. E' una delle mie attività professionali che riesco a svolgere".
- Ma come nasce questo suo coinvolgimento nel progetto Messina?
"Nasce da un rapporto di natura professionale con Pietro Lo Monaco, per diverse vicende legate più o meno al mondo del calcio. Da qui è nata una reciproca fiducia e la proposta di darmi l'incarico di vice presidente del Messina che ho accetatto con grande gioia, perchè sono stato da ragazzino e lo sono ancora un grande tifoso del Messina".
- Nonostante i suoi impegni, è riuscito a vedere il Messina?
"Sì, ho assistito a due gare. In Coppa Italia contro il Paternò e in campionato contro l'Acireale. Quindi ho portato bene, abbiamo vinto entrambe le partite. Ma conto di vederne tante altre".
- Conosce bene Pietro Lo Monaco. Dove si può arrivare con lui?
"Le ambizioni sono serie, come quelle che la città merita. Pietro Lo Monaco ha una volontà d'investire nel progetto, ma oggi non sarebbe serio da parte mia dire in quanto tempo si potrà tornare in alto. Nel calcio non è semplice. Serve sì tanto mestiere, ma anche un po' di fortuna. Diciamo, comunque, che il progetto è serio e di solito se ci sono basi solide i risultati arrivano".
- Una nuova società ripartita dalle macerie per fare calcio in una città sull'orlo del fallimento. Come vive questo momento così buio di Messina?
"Mi preoccupa moltissimo e mi fa soffrire. La città sta attraversando uno dei suoi momenti più difficili. Ma bisogna ripartire, rimboccarsi le maniche, anche se non è facile".
- Il calcio è un po' la metafora della vita. Con il Messina si sta cercando di ripartire dopo il fallimento della gestione Franza. La città, invece, dovrà rialzarsi dopo le nefandezze della classe politica.
"Quest'accostamento non è azzardato. Anzi. Direi che calza a pennello. Noi, nel nostro piccolo, come società sportiva abbiamo un progetto serio da sviluppare. Spero che la città lo trovi al più presto con le persone giuste per risalire la china. Il calcio, ovviamente, è meno importante di tante cose che servirebbero a Messina, ma è una piccola economia che si muove e che dà posti di lavoro".
- La prima cosa che l'ha colpita di Lo Monaco patron del Messina?
"Ho notato la sua grande determinazione sulla vicenda stadio che non lo ha spaventato. Appena si è reso conto che servivano dei lavori per rimettere in sesto quest'impianto così grande, si è subito impegnato per risolvere il problema".
PIANETA MESSINA

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