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giovedì 27 dicembre 2012

CORONA: "ODIO L'INVIDIA"

L'urlo del bomber Corona, trascinatore del Messina (Foto Fabrizio Pernice)
Il suo marchio c'è. E si sente. Marchio di fabbrica, di quelli da leader. Dentro e fuori dal tappeto verde. Re Giorgio è questo, è il valore aggiunto di un Messina che ha imparato a volare. E con un Corona così, che corre e segna come un ragazzino, il viaggio verso la promozione ha un sapore ancora più bello. Corona e il Messina, una storia d'amore vera, una scommessa che il capitano quest'anno vuole vincere. E l'inossidabile Re Giorgio ci racconta cosa si prova, anche tra i dilettanti, a gonfiare la rete, lui che di gol ne ha confezionati tanti (163) prima di tornare a Messina. "La porta è la stessa, la gioia pure, quindi per me segnare un gol ha lo stesso sapore in qualsiasi campionato".
- Stai timbrando il "cartellino" da sei partite di fila. E' un record per te?
"Ora, su due piedi, non saprei. Mi pare di sì, credo che con il Catanzaro ho segnato per cinque domeniche consecutive".
- Sei a quota nove. Il gol più "pesante"?
"Quello contro il Savoia. E' stato decisivo a fine gara. Il portiere aveva respinto il mio primo tiro. Non ho perso la calma, ho calciato nuovamente ed è andata bene".
- Tre punti sulla seconda che continua a prendere sberle in trasferta. Chi vince il campionato?
"Chi lo vincerà? Io lo so, ma non si può dire a dicembre. Ci sono altri cinque mesi di battaglia, non dobbiamo abbassare la guardia".
- Vincere non è mai facile. Tu ripeti dallo scorso campionato che qualcuno ce l'ha con il Messina. Spiegaci meglio.
"In campo vedo, sento. I fatti dicono che siamo antipatici a parecchi. Sono convinto che qualcuno non ci vuole bene. Parlo dall'anno scorso. C'è tanta invidia in giro, magari ci si aspettava il fallimento di questa società. Odio l'invidia. Invece ci sono cose che vedo, che sento...".
- E sugli arbitri, sugli strani divieti di trasferta ai tifosi?
"Stavo per dirlo. Adesso qualcuno mi deve spiegare perchè sabato scorso i nostri tifosi non sono potuti andare a Caltanissetta quando le due tifoserie erano anche gemellate. Ma non è stato l'unico divieto inspiegabile. Sugli arbitraggi, poi, è inutile fare commenti. Lo hanno visto tutti. Abbiamo subìto torti in diverse partite. Voglio solo sperare che non si sia trattato di malafede. Ma quando c'è il Messina in campo succedono cose strane".
-  Hai giurato che vuoi tornare tra i professionisti con il Messina. Poi?
"Per ora penso al presente. C'è un obiettivo da raggiungere. La promozione con la maglia del Messina, poi vedremo".
- Leon e Croce. Due storie diverse.
"Direi di sì. Da Leon ci si aspettava di più. Doveva fare la differenza. La sua esperienza non è finita bene, ma è dipeso da lui. Non si è calato nella categoria. Per Croce il discorso è diverso. E' vero che non ha segnato come ci si aspettava, però ha dato una grande mano alla squadra. Da noi conta il gruppo".
- Ora c'è Chiaria. Dicono che sia la tua spalla ideale.
"Compagni ideali non ne ho. Non devo pensare con chi gioco in attacco, ma che gioco per il bene del Messina. Non esiste Corona, Cocuzza, Chiaria, ma il Messina".
- E Catalano? Che allenatore è?
"Capace, tranquillo, che può fare tanta strada. E' giovane, fa lavorare bene la squadra".
- Pietro Lo Monaco deluso per la risposta un po' freddina sugli spalti. Tu come la vedi?
"Dopo cinque anni in Serie D la gente si è un po' stufata di questa categoria. Ma la società ha detto una cosa vera, anche noi calciatori ci saremmo aspettati più gente al S. Filippo. Ma noi, più che vincere ed essere primi in classifica non possiamo fare. Credo che ci siano diversi motivi che ancora tengono lontano il grande pubblico. La gente è abituata a vedere la Serie A in tv, poi il nostro stadio è scomodo da raggiungere e quando c'è brutto tempo è difficile portare i propri bambini a vedere la partita. Ora, però, siamo nuovamente da soli primi in classifica e speriamo di esserlo anche domenica prossima dopo la trasferta di Acireale. Poi torneremo al S. Filippo. La gente sarà più curiosa e altri tifosi una scappatina allo stadio la faranno".
PIANETA MESSINA
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mercoledì 26 dicembre 2012

SCATTI DI... GIOIA

sabato 22 dicembre 2012

UN NATALE CON I FIOCCHI

Corona festeggiato dopo il terzo gol alla Nissa (Foto A. Cereda)
Sotto l'albero il regalo più bello. Il primato solitario in classifica, com'era già successo tre settimane fa. E il Messina si veste da Babbo Natale, giocando a poker a Caltanissetta contro i ragazzini della Nissa con l'approccio giusto a una partita nella quale c'era tutto da perdere. Così, chiusa la pratica nel primo tempo (Savanarola, Chiaria e Corona), i giallorossi hanno solo amministrato nella ripresa (quarta rete nel finale, su rigore, di Ferreira), con un orecchio e mezzo a Ragusa. E da lì è arrivata la lieta novella. Cosenza ko. Niente male. Messina solo soletto in vetta, a più tre sulla seconda. E a completare un sabato da urlo, anche la sconfitta della Gelbison a Ribera. I peloritani danno così un segnale alle rivali, che soprattutto in trasferta ultimamente arrancano. Ora ci sono questi tre punti di vantaggio sulla seconda. Una piccola dote da custodire gelosamente. E fa bene Vincenzo Lo Monaco a dire che nel 2013 si aprirà un nuovo campionato per il Messina.
 Il colpo di testa vincente di Chiaria. E' la rete del raddoppio (Foto A. Cereda)
Alla ripresa, il giorno della Befana, si viaggerà nella vicina Acireale (ancora senza tifosi al seguito), poi in casa contro il Noto. Due avversari abbordabili, quindi sulla carta punti pesanti da poter aggiungere in cascina. E se a metà gennaio parleremo di Messina formato lepre? Buon Natale a tutti.
PIANETA MESSINA
L'inossidabile Corona inseguito dai ragazzini della difesa nissena (Foto A. Cereda)
Il portiere della Nissa, Ammendola, battuto dal colpo di testa di Chiaria (Foto A. Cereda)





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venerdì 21 dicembre 2012

"IL PERICOLO SIAMO NOI"

Sembra facile, forse lo è veramente, ma Catalano avverte. E fa bene. "Il pericolo siamo noi, guai a pensare di avere già vinto questa partita". Il rischio, subdolo, è uno solo. Pensare, solo un attimo, che a Caltanissetta sarà una passeggiatina. Nissa ridotta al lumicino, con nove "baby" in campo (over solo il portiere Ammendola e il centrocampista albanese Bica Badan), un bel bocconcino per il Messina affamato di punti per restare lassù, magari da solo se il Ragusa ci farà un bel regalo di Natale.
Sulla carta, dunque, non c'è partita. E viene difficile trovare un solo rischio che il Messina potrebbe correre. E allora non ci resta che temere... qualche peccato di presunzione dei giocatori biancoscudati. Un esempio? Beh, basta ricordare quello che è successo lo scorso campionato nella "tana" dell'Interpiana. Toccando ferro e ogni altro amuleto, lo raccontiamo a Catalano. "Sì, l'ho saputo. Me lo ha detto ieri Corona che in quella partita c'era. Quindi, vedete? Queste partite vanno prese sul serio, dal primo all'ultimo minuto". 
Attenti, dunque, a pericolosi rilassamenti. Ma su quest'aspetto, il tecnico peloritano sta lavorando da giorni nella testa dei giocatori. La squadra è carica, giocherà però senza i propri tifosi al seguito, quegli "angeli custodi" che non lasciano il Messina mai solo. E al "Tomaselli" di Pian del Lago non ci saranno neanche i supporter della Nissa, che hanno deciso di disertare per protesta questa partita. Tifosi che hanno chiesto all'attuale società, ormai allo sbando, di consegnare la Nissa al sindaco.
Tutti ingredienti favorevoli al Messina. Tre punti su un piatto d'argento che i giallorossi non dovranno farsi sfuggire. E fa bene Catalano ad avvertire i giocatori. Quel "pericolo siamo noi" serve da monito. Niente scherzi.
PIANETA MESSINA 
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giovedì 20 dicembre 2012

CARTOLINA DAL "FAGNANI"

Savanarola sporco di fango al termine della partitella al "Fagnani" (F. Pernice)
Un pomeriggio al "Fagnani", per provare l'effetto che fa. Soprattutto se trovi un grande gruppo, bagnato fradicio sotto le randellate di una grandinata mista a pioggia che ha ridotto a una risaia il terreno di gioco. E sotto l'ennesimo diluvio che non ha risparmiato l'impianto sportivo di Villafranca, proviamo a raccontare l'effetto che fa. Perchè vederli quasi sfiancati, infangati, con la "tuta" da lavoro, alla fine della partitella in famiglia, ti fa capire una cosa. Qui c'è un blocco granitico, disposto al sacrificio, che sa ciò che vuole. Un Messina forgiato sul lavoro duro, quotidiano, che varrebbe la pena gustare dal vivo. Ma... c'è un ma. Il "Fagnani", anche se è quasi dietro l'angolo, non è in città. Una scelta non strategica, ma quasi obbligata. Perchè Messina non offre impianti adeguati per gli allenamenti. E Villafranca è diventata la seconda culla del Messina. Per necessità, più che per scelta.
Il bomber Corona ieri durante l'allenamento a Villafranca (Foto Fabrizio Pernice)
Si lavora duro, senza tirare dietro la gamba neanche  in partitella, sotto l'occhio vigile del timoniere Catalano e del suo staff.  Partita vera, finisce 2-1 (Quintoni e Bucolo da una parte, accorcia Cocuzza), con l'ennesima grandinata e un vento insopportabile che però non scoraggiano la truppa giallorossa. Il triplice fischio regala uno strameritato té caldo nello spogliatoio, ma prima c'è chi ha voglia di pulirsi gli scarpini dal fango in una fontanella. Il lungo corridoio del luogo più sacro di ogni squadra, è un intreccio di tacchettii, battute scherzose e "chiamate" ai magazzinieri.
Il ds Ferrigno riparatosi in tribuna (Foto Fabrizio Pernice)
Il ds Ferrigno raggiunge nel suo stanzone l'allenatore Catalano, il preparatore dei portieri Di Muro parlotta con un collaboratore, fuori intanto ha ricominciato a diluviare. Il portiere Lagomarsini, oltre che nelle uscite dai pali, è rapido anche a finire la doccia. E' il primo che vediamo in borghese. Poi c'è la sorpresa che non t'aspetti. Piomba al "Fagnani" il centravanti Croce. Con un vassoio di pasticcini saluta i suoi ex compagni nel "segreto" dello stanzone. 
L'ex Croce ieri al "Fagnani" (Foto F. Pernice)
Roba rara di questi tempi, a conferma del grande rapporto che l'ormai ex attaccante del Messina aveva instaurato con i propri compagni di squadra. E al termine di questo pomeriggio al "Fagnani", le parole del difensore Di Stefano, che sulla partita di sabato a Caltanissetta dice una cosa saggia, alla faccia della sua giovane età: "Non dovremo sottovalutare la Nissa, anche se giocherà con diversi under. Ci saranno tanti miei coetanei in campo, immagino che giocheranno con il cuore, sono tutti nisseni e questo fa capire con quale spirito scenderanno in campo. Dovremo chiudere presto la partita e sperare che il Ragusa ci faccia un bel regalo di Natale battendo il Cosenza".
Il difensore Di Stefano
Tornando al "Fagnani", senza dubbio la distanza toglie qualcosa ai tifosi. Ieri erano pochissimi a Villafranca. Neanche una decina. E l'alibi della pioggia regge poco, perchè l'impianto offre anche una comodissima tribuna coperta con tanto di seggiolini. E qui ci vengono in mente quegli anni d'oro di un calcio che non c'è più, quando il giovedì si ripeteva al vecchio "Celeste" il rito della partitella in famiglia. Gradinata aperta a tutti, scaloni gremiti, c'era anche il venditore di noccioline. Era come una festa paesana, s'interagiva con i calciatori nelle pause di gioco. Entravi nell'anima della squadra del cuore e l'amavi di più la domenica. Altri tempi.
PIANETA MESSINA

mercoledì 19 dicembre 2012

IN CERCA DI... FAMA. "UN MIRACOLO CON IL MESSINA? NON CI CREDO, PERO'... "

Fabrizio Fama, allenatore della Nissa, di scuola zemaniana (Foto A. Cereda)
E' vero, le partite vanno prima giocate. Anche se davanti troverai una volenterosa truppa di ragazzini, anche se quella di Caltanissetta sembra una partita segnata. Per la Nissa, ovviamente. Il Messina lo sa e dovrà cogliere l'occasione irripetibile per mettere in saccoccia tre punti sulla carta facili facili. Appunto, sulla carta. Perchè, poi, le partite vanno giocate. E con grande concentrazione, senza scherzi, rispettando un avversario imbottito di juniores dopo la "fuga" di diversi titolari per le recenti disgrazie societarie. Quindi converrà tenere le antenne dritte, perchè questa banda di ragazzini ha un cuore  grande così. E non a caso, a Licata, la Nissa-baby la faccia non l'ha persa. C'è poi un  allenatore, Fabrizio Fama, 45 anni, zemaniano fino al midollo, che chiamato al capezzale di quel che resta della Nissa, ha una missione da compiere. Salvare il salvabile, sperando che qualcosa accada con il mercato degli svincolati.
 "Ho parlato ieri con il presidente Prospero - ci racconta il tecnico nisseno - per capire cosa bisogna fare. Salvare il titolo, senza però speranze di salvezza, oppure giocarcela ancora nel girone di ritorno. Lui mi ha assicurato che ha avviato alcuni contatti. Presto dovrebbero arrivare quattro cinque calciatori".
 L'ivoriano Dibi Koffi, 18enne difensore della Nissa (Foto A. Cereda)
- Sabato, però, giocherete con almeno otto under
"Direi di sì, non ci saranno grosse novità nella formazione rispetto a domenica scorsa, a parte il rientro dell'attaccante Failla che è un over. Ci darà una mano importante".
- Per voi sembra una partita già scritta. Ma una speranza ce l'ha?
"Guardi, per noi sarà un'impresa impossibile, ma non perdere sarebbe già una vittoria. Nel calcio, però, non si possono fare i miracoli. E' ovvio che in campo ci sarà un grande divario tecnico. Siamo inferiori al Messina, non possiamo farci nulla. Però questi ragazzi, tutti nisseni, in campo metteranno il cuore".
- E' vero che la chiamano il piccolo Zeman?
"Io sono nato calcisticamente con lui. Ero alla Berretti del Licata, quando Zeman era l'allenatore della prima squadra. Con me, in quella squadra, c'erano Miranda, Maurizio Schillaci, Aneri, Pippo Romano. E da Zeman ho assimilato un certo modo di concepire il calcio. Mi aggiorno, cerco di portare avanti nuove idee di gioco".
- Ma per fare l'allenatore basta essere bravo?
"Meglio non parlarne. Ormai il calcio è un grande schifo. Per allenare, con la crisi che c'è in giro, certi presidenti ti chiedono prima se hai un sponsor da portare. Per iniziare a fare questo mestiere, a volte ci sono tanti compromessi. Però allenatori non ci si può improvvisare. Invece, certe carriere così veloci mi lasciano perplessi".
- In questo calcio succedono cose strane. Per esempio, vietare la trasferta ai tifosi del Messina che sono pure gemellati con quelli della Nissa.
"Anch'io non riesco a capire questa decisione dell'Osservatorio. Tra le due tifoserie non c'è stato mai alcun problema. Sono pure gemellate. So che la nostra società, che avrà un danno economico, sta facendo di tutto per convincere la Prefettura a revocare questo divieto che non ha senso".
PIANETA MESSINA

lunedì 17 dicembre 2012

L'AMAREZZA DEL "PATRON"

Pietro Lo Monaco con il dg Giuliano e l'ex portiere Onorati ieri al S. Filippo
I conti non tornano. E il patron Pietro Lo Monaco, senza tanti giri di parole, sfoga tutta la sua delusione. L'intervista esclusiva di Pianeta Messina, poche ore dopo la bella vittoria sul Ragusa, prende subito una piega che non t'aspetti. Alla prima domanda a bruciapelo sulla faccenda arbitri, che da un po' di domeniche stanno tartassando il Messina, lui sterza subito nella direzione opposta. "Gli arbitri? Fanno parte del gioco, oggi ti danneggiano, qualche altra volta possono favorirti. Non è questo il nostro problema per ora".
- E allora cos'è che la fa arrabbiare?
"Non basta dire che Messina è una grande piazza, con un passato glorioso. Qui mi pare che di grande sia rimasto solo il blasone. Per il resto non vedo altro. Non è possibile incassare quattromila euro con una squadra prima in classifica. Capisco tutto. La crisi, il maltempo o roba del genere, ma stiamo parlando di 1500 tifosi allo stadio che io ringrazio di cuore, ma il resto della città dov'è?".
Uno scorcio dei tifosi ieri in curva. Troppo pochi per il patron Lo Monaco
- Si è dato una spiegazione?
"Io non devo spiegarmi niente. Sto parlando di un dato di fatto. Qui non ci sono ricavi, ma solo spese. Così non va".
- Quindi è più nervoso per questo che per gli arbitri. Perchè di questo volevamo parlare...
"Sugli arbitraggi apro e chiudo la parentesi. Non possiamo appigliarci a queste cose, anche se ci sono degli errori che prima o poi toccheranno tutte le squadre. Noi dobbiamo solo pensare a vincere le partite, con o senza arbitri a sfavore. Contro il Ragusa abbiamo commesso degli errori, poi abbiamo vinto meritatamente perchè il Messina è una squadra forte, un grande gruppo che sa come fare per vincere questo campionato. Ripeto, abbiamo allestito una squadra importante, con grossi sacrifici, con gente di assoluto livello per questa categoria. Siamo primi in classifica, ma non vedo i riscontri sugli spalti che ci saremmo aspettati".
- Gira e rigira, torniamo al punto dolente. Non mi dica che è pentito di avere scommesso sul Messina
"No, pentito no, ma deluso sì. Manterremo l'impegno preso, pur con sacrifici economici notevoli perchè qui, ripeto, i ricavi sono pari allo zero. Io non ho mai chiesto niente, ma mi domando una cosa. Se il Messina è di tutti, come si fa a stare a casa? 
L'esultanza dopo il gol di Corona. Sullo sfondo un "pezzo" di curva semivuoto (Foto Fabrizio Pernice)
La squadra di calcio della propria città, prima in classifica - aggiunge Lo Monaco - non è solo del gruppo Lo Monaco o dello zoccolo duro che conosciamo".
Pietro Lo Monaco non le manda a dire neanche sulla faccenda stadio. E qui gli strali sono diretti al Comune. "A Palazzo Zanca hanno fatto solo promesse. Abbiamo speso oltre centomila euro per rimettere in sesto un impianto faraonico che faceva acqua da tutte le parti. Soldi che abbiamo anticipato, ma finora non ci è stato restituito un euro. Noi non possiamo gestire interamente sulle nostre spalle un impianto da Serie A, di proprietà del Comune, che ha dei costi altissimi. Che facciamo, glielo teniamo noi in piedi? Per non parlare poi della strada franata. Ancora aspetto che la rimettano in sesto. Vede? Il Comune finora ha fatto solo chiacchiere".
PIANETA MESSINA

domenica 16 dicembre 2012

NEL SEGNO DI RE GIORGIO


Il portiere Ferla battuto dal tiro al volo di Corona  (Foto Fabrizio Pernice)
Ancora lui. Decisivo, da bomber di razza. Ancora Re Giorgio. Con un gol da stropicciarsi gli occhi, al 74', Corona regala al Messina tre punti di platino. Primo posto che resta in condominio con il Cosenza, oggi vittorioso sul Savoia.
Ragusa con buona personalità, a conferma della duttilità finora dimostrata in trasferta dalla formazione di Anastasi. E il Messina soffre un po' il movimento a fisarmonica degli ospiti, pronti a pungere con la coppia d'attacco Panatteri-Bonarrigo supportata dal piccoletto Arena, ma scaltri a non concedere troppi spazi per le sortite peloritane. Ma il Messina, nonostante un avversario così rognoso, riesce a confezionare nel primo tempo almeno tre palle gol. La prima al 10' con Parachì, che su tocco di Corona si presenta solo davanti al portiere Ferla che dissinnesca con affanno. 
La seconda occasione capita ancora sui piedi di Parachì, al 23', che stavolta spreca spedendo a lato. Finale di primo tempo arroventato, non solo per la terza palla gol (Corona si fa respingere la botta ravvicinata da Ferla), ma per un fallo in area di Gona su Parachì non sanzionato e per un fuorigioco letteralmente inventato dal guardalinee Ruggeri di Palermo, visto che Savanarola (sul lancio di Ignoffo) era in posizione regolare. Esplode la rabbia sugli spalti e in campo e ad avere la peggio è il ds Ferrigno che viene "espulso" dall'arbitro per le veementi e giustificate proteste in panchina. Ed è facile immaginare cosa sia passato per la testa al "patron" Lo Monaco oggi presente in gradinata. Si sa solo che alla fine del primo tempo Pietro Lo Monaco si è diretto spedito negli spogliatoi.
L'ira di Ferrigno "espulso" per proteste dopo un fuorigioco inventato (Foto F. Pernice)
Nella ripresa il Messina, con grande rabbia, mette subito all'angolo il Ragusa e dopo appena tre minuti sfiora il vantaggio con Cocuzza, che solo soletto spreca a due passi da Ferla. Catalano getta nella mischia il neo acquisto Chiaria al posto di Cocuzza.  C'è un break del Ragusa con Arena che scalda i guantoni a Lagomarsini, ma poi è solo Messina. Che però è anche jellato, quando al 67' il destro velenoso di Bucolo s'infrange sul palo. Quattro minuti dopo è Maiorano a provarci, ma Ferla si supera. Ma è al 73' che il portiere del Ragusa compie un autentico miracolo su un pallonetto di Chiaria, bravo a calibrare la conclusione liftata appena dentro l'area. Il portiere ragusano si rifugia in angolo e sul successivo tiro dalla bandierina arriva finalmente il meritato gol del Messina. Ed è una rete griffata Corona. Gran sinistro al volo e Ferla stavolta battuto.
PIANETA MESSINA



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TORNATE A VOLARE

Catalano non si fida del Ragusa formato trasferta (Foto Fabrizio Pernice)
In guardia, perchè le aquile di Anastasi sono sì ferite, ma ancora pronte a uscire gli artigli. E lo ha detto anche Catalano, dopo l'allenamento di rifinitura. Attenti al Ragusa dunque. "E'  una squadra temibile soprattutto in attacco. Se gli dai un po' di spazio per le ripartenze, sanno far male". L'analisi del tecnico peloritano è lo specchio delle insidie che questa partita nasconde. "Ma noi dovremo cercare di vincere - aggiunge Catalano - non abbiamo alternative se vogliamo restare lì, in vetta alla classifica. I tre punti sono la medicina migliore per dimenticare l'immeritata sconfitta di Cosenza".
Vincere. Una specie di "condanna" che il Messina volentieri dovrà scontare in questo campionato. Perchè se l'obiettivo finale è quello che sappiamo, allora queste sono partite da mettere in cassaforte.
Bonarrigo, temibile capitano del Ragusa
Ma sarà una battaglia, è inutile illudersi. Il Ragusa scenderà al "S. Filippo" con  l'elmetto. Basta leggere cosa ne pensa il capitano degli iblei, Carmelo Bonarrigo, una sorta di icona del calcio ragusano (ma di origini barcellonesi) contattato ieri da Pianeta Messina. "Il Messina è molto forte, ma noi abbiamo voglia di riscattarci subito dopo la sconfitta di domenica scorsa con il Licata. Per ora stiamo giocando meglio fuori che in casa, forse perchè abbiamo più spazi per colpire le difese avversarie".
Capito? E allora dai Messina, abbatti questi aquilotti e continua tu a volare.
PIANETA MESSINA

sabato 15 dicembre 2012

"ARBITRI, ORA BASTA"

Ferrigno medita sugli arbitraggi che hanno penalizzato il Messina (Foto F. Pernice)
Se parli con lui di arbitri, tocchi un nervo scoperto. E chi non ha la memoria corta, ricorda bene che proprio lui, il ds del Messina, in tempi non sospetti aveva già sentito puzza di bruciato per certe direzioni arbitrali, guarda caso, dopo le dichiarazioni fatte dagli allenatori dell'Acireale (Gardano) e del Noto (Galfano) che gridarono allo scandalo, parlando di presunti favori fatti al Messina. Eravamo appena alla prima e seconda giornata e già qualcuno aveva iniziato a blaterare: "Avete visto? Il Messina è favorito dagli arbitri" o roba del genere.
E giù titoli sui giornali, interviste velenose a fine gara con annesse amplificazioni televisive e nell'infinita rete web, per lanciare un messaggio subdolo: il Messina è protetto nei piani alti. E oggi, a tre mesi di distanza, quei due pianti a dirotto degli allenatori dell'Acireale e del Noto (successivamente esonerati, ci dispiace di cuore) un danno crediamo l'abbiano fatto. 
Ed era quello che temeva il ds Ferrigno. Perchè a forza d'inventarsi la storiella che il Messina avrebbe avuto la "protezione" degli arbitri, vuoi vedere che qualcuno ci ha pure creduto? E allora vai con gli arbitri pronti a dimostrare il contrario, salvo poi diventare i primi "nemici" del Messina. Perchè se dirigi il Messina e non sei sereno, o peggio sbagli pur di non concedere un rigore ai peloritani per non cadere nelle ire di altri Galfano o Gardano, allora la faccenda diventa seria.
Il dg Giuliano e il ds Ferrigno pronti a tutelare la società da "strane" designazioni arbitrali (Foto F. Pernice)
"Ora diciamo basta - ha rituonato ieri il ds Ferrigno - l'ultimo arbitraggio ha superato ogni limite. Lo sto ripetendo da alcune domeniche. Certi atteggiamenti di alcuni direttori di gara, sempre a nostro sfavore, non possiamo più accettarli. Chiediamo rispetto. Invece quest'andazzo fa perdere entusiasmo alla proprietà che tante risorse economiche sta investendo per il rilancio del calcio in una città importante come Messina. Se gli togliamo anche questo sfizio, per un ostracismo che non comprendiamo, allora che ci stiamo a fare qui? Ditemi, fare calcio subendo ingiustizie continue dagli arbitri, è una cosa normale?".
E il dg Giuliano, con un tono più pacato ma incisivo, aggiunge: "La proprietà sta facendo sforzi importanti. Messina è un nome importante che non merita la Serie D, sappiamo che non basta il blasone per vincere un campionato. Ci vuole sacrificio ed è quello che stiamo facendo, sia in campo che fuori.
Il direttore generale del Messina, Paolo Giuliano (Foto Fabrizio Pernice)
A livello societario - ricorda il direttore generale del Messina -  abbiamo ereditato i tanti errori del passato e oggi arrivano ancora decreti ingiuntivi per gestioni societarie discutibili. Però noi siamo qui, sudando in campo i punti che abbiamo fin qui raccolto e ci auguriamo che certi errori grossolani di chi ci arbitra non si ripetano più, perchè c'è il rischio che possano pesare sull'esito del campionato. Non voglio credere alla malafede degli arbitri, altrimenti dovremmo tornarcene tutti a casa e chiuderla qui".
PIANETA MESSINA

venerdì 14 dicembre 2012

CHIARIA: "SONO PRONTO"

Certe strade, alla fine, si ricongiungono. E quelle di Chiaria e del gruppo Lo Monaco ora hanno un solo colore. Dal rossoblù al giallorosso, dal Milazzo al Messina, per ripartire insieme da quegli otto gol in dodici partite che il centravanti di Cernusco sul Naviglio firmò la scorsa stagione, mettendo un bel timbro nella salvezza dei mamertini. Chiaria irrompe in sala stampa con un sorrisone spontaneo. Si sente rigenerato dopo l'addio all'Ischia dov'è rimasto un po' ai margini. Solo due presenze dal primo minuto (un gol contro il S. Antonio Abate), nelle restanti cinque solo spezzoni. Per il resto panchina. Il suo tecnico Campilongo, in pratica, non lo "vedeva" tanto nello scacchiere ischitano. Motivo? Lo stesso Chiaria se lo chiede ancora. "A Ischia ho dato sempre il massimo, potevo dare di più ma l'allenatore ha fatto altre scelte. Diciamo che non ha avuto tanta fiducia in me. E questo mi è dispiaciuto".
Fiducia, appunto. E' quella che ora Chiaria avverte a pelle appena arrivato a Messina. Il ds Ferrigno e l'allenatore Catalano lo conoscono bene. Sanno cosa può dare al Messina. "Per me è importante - spiega Chiaria - avvertire la stima della società e dell'allenatore. Cercherò di ripagarli subito come meritano".
- Chissà, con un gol all'esordio
"Magari, sarebbe il massimo. Io sono pronto, so di essere arrivato in una squadra importante, in una grossa piazza, stimolante. E' bastato affacciarmi dalla finestra del ristorante e vedere lo stadio dall'alto per capire tante cose".
- Torniamo a quegli otto gol con Catalano in panchina
"Sono bei ricordi. Mi trovavo a meraviglia in certi meccanismi di squadra che il nostro allenatore aveva creato. Ora l'ho ritrovato e sono molto contento. Sono stati tutti gol importanti, la maggior parte sfruttando i cross dalle fasce".
- Ad esempio, quelli di Quintoni che ora avrai nuovamente al tuo fianco.
"Sì, questo per me è una cosa buona. Giocare nuovamente con alcuni compagni che già conosco è senza dubbio un vantaggio. Ma il Messina ha anche altri calciatori di grande esperienza. Gente come Corona, Ignoffo, Chiavaro in questa categoria fanno la differenza".
- Gli arbitri nel girone dell'Ischia com'erano?
"Questa domanda - sorride Chiaria - non è casuale. Ho saputo quello che è successo a Cosenza con l'arbitraggio. Devo dire, con onestà, che in quel girone gli arbitri non erano male. Spero di trovare in questa mia nuova avventura fischietti all'altezza della situazione. In caso contrario pazienza, ci dovrò fare il callo".
PIANETA MESSINA
Da sinistra: il ds Ferrigno, il neo acquisto Chiaria e il dg Giuliano
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giovedì 13 dicembre 2012

CROCE ADDIO, ECCO CHIARIA


Roberto Chiaria, nuovo attaccante del Messina
Un attaccante va via, ne arriva un altro. Più Croce che... delizia,  il centravanti peloritano viene in pratica cestinato dalla società peloritana che ne porta subito a casa uno nuovo: Roberto Chiaria. Che poi tanto nuovo non è, visto che lo scorso campionato, in Seconda Divisione, sponda Milazzo (allenatore Catalano, proprietà Lo Monaco), il 29enne di Cernusco sul Naviglio lasciò il segno con otto reti in tredici partite. Poi le strade di Chiaria e dei Lo Monaco si divisero. Ma certi amori, si sa, prima o poi tornano a galla. Così l'attaccante Roberto Chiaria lascia l'Ischia (serie D) e approda in riva allo Stretto per contribuire, speriamo a suon di gol, alla scalata del Messina verso il traguardo promozione. Chiaria, questo pomeriggio, ha già svolto il suo primo allenamento agli ordini del tecnico Catalano.
Domani, alle ore 12.15, la presentazione ai giornalisti in conferenza stampa.
PIANETA MESSINA

"FUORI CASA PIU' FORTI"

Corona autentico incubo per i difensori del Cosenza (Foto Fabrizio Pernice)
Smaltite le ultime scorie del furtarello subìto a Cosenza, con il giuramento di rifarsi con gli interessi nel match di ritorno, adesso conviene pensare solo al nuovo cliente, neanche troppo comodo, che fra tre giorni si accomoderà sul prato verde del "S. Filippo". E chi pensa che il Ragusa sarà solo una "pratica" da sbrigare a occhi chiusi, commette un peccato di presunzione. Punto primo. Gli iblei, in trasferta, hanno finora colto più punti del Messina. Per l'esattezza undici, grazie a tre vittorie e due pareggi (due i passi falsi). Gli uomini di Catalano, invece, di punti lontano da casa ne hanno ragranellato dieci (tre vittorie, un pari e tre sconfitte). Quindi è meglio essere chiari. Se guardiamo i numeri, questo Ragusa lontano da casa si fa rispettare. E i dieci punti di differenza tra le due squadre? Basta dare un'occhiatina alla griglia della classifica e salta subito agli occhi che gli uomini di Anastasi in casa hanno macchiato un girone d'andata altrimenti superlativo. Sono infatti le tre sconfitte casalinghe (l'ultima domenica scorsa con il Licata) a fare la differenza in termini numerici tra Messina e Ragusa.
E allora? Conviene mettersi subito in testa una cosa. Domenica non sarà una passeggiata e a confermarcelo è il ds del Ragusa, Franco Cassarà, contattato da Pianeta Messina per capire meglio come gli iblei si preparato ad affrontare questo difficile test in riva allo Stretto.
Franco Cassarà, direttore sportivo del Ragusa
"Affrontiamo la squadra più forte del campionato, lo dico sinceramente. Spero sia una bella partita, noi finora stiamo giocando meglio in trasferta che in casa. Abbiamo 22 punti, la metà dei quali raccolti lontano da casa. E' una cosa strana, quando non giochiamo a Ragusa cambiamo aspetto".
- A Messina troverete una squadra arrabbiata per una sconfitta immeritata a Cosenza e i torti arbitrali subìti. 
"Ho saputo che al S. Vito il Messina non meritava di perdere. Sulla faccenda dell'arbitraggio spero solo che ciò non influenzi chi dirigerà domenica la gara al S. Filippo. Anche noi, in diverse partite, abbiamo subìto dei torti arbitrali".
- Dopo Messina, riceverete il Cosenza. Due partite toste per voi. Più difficile la prima o la seconda?
"Secondo me sono entrambe difficilissime, anche se per me il Messina è un tantino più forte del Cosenza".
- Direttore, prima di salutarci ci tolga una curiosità. Il Messina vi ha chiesto Arena?  
"No, perchè me lo chiede?"
- Sa, le solite voci di mercato...
"A noi, come società, non è arrivata alcuna richiesta nè per Daniele Arena, l'attaccante del '93, nè per Fabio Arena, che è un centrocampista. Non mi risulta ci sia stata qualche richiesta ufficiale dal Messina. Comunque non credo che Daniele Arena, ad esempio, andrà via da Ragusa".
PIANETA MESSINA
Incursione del portoghese Ferreira tra i difensori del Cosenza (Foto Fabrizio Pernice)


lunedì 10 dicembre 2012

BECCATI !!!

I tifosi del Cosenza ieri al "S. Vito"
Erano in due auto, appostati e pronti a scagliare pietre verso il pullman del Messina appena la scorta della polizia se n'è andata. Un vetro infranto e tanto spavento per i calciatori, ma oggi da Cosenza arriva una notizia finalmente bella. A tre di questi teppistelli da strapazzo è andata male, visto che la polizia li ha identificati e denunciati in stato di libertà. Ieri sera, infatti, segnalato telefonicamente quanto accaduto, nella zona dell'agguato si è portata una pattuglia della polizia che è riuscita a intercettare e poi bloccare una delle due auto dei teppisti. A bordo tre giovani che sono stati identificati e che ora rischiano un processo per danneggiamento. L'altra autovettura, purtroppo, ha fatto perdere le proprie tracce. La polizia, ovviamente, non ha diffuso le generalità dei tre pseudo tifosi del Cosenza, che ora rischiano di dire addio, per un lungo periodo, alla loro squadra del cuore, visto che probabilmente sarà applicato nei loro confronti il Daspo.
PIANETA MESSINA

LO SCANDALO IN TRE CLICK

Cartolina per il signor Luca Candeo di Este, che per chi non lo sapesse si trova dalle parti di Padova, quindi Veneto. Gli dedichiamo (speriamo che qualcuno glielo faccia sapere), tre fotogrammi che lo inchiodano. L'errore è marchiano e non vogliamo pensare alla malafede, sennò chiudiamo la baracca e andiamo a casa. Semmai questo "pensierino" natalizio (giuro, non è un fotomontaggio) serve a mettere un punto fermo. Dal quale non può scappare neanche l'allenatore del Cosenza Gagliardi, che forse ancora sotto l'effetto della sbronza da vittoria straimmeritata, ha avuto il coraggio di liquidare la faccenda rigore... facendo il finto tonto.
L'arbitro Candeo ieri a Cosenza
E a proposito di coraggio, ci piacerebbe sapere con quale criterio è stato designato, per la partitissima Cosenza-Messina, un arbitro come Luca Candeo da Este, che l'ultima partita del girone I della D l'aveva diretta lo scorso campionato, quasi otto mesi fa (29 aprile 2012, Valle Grecanica-Sambiase), quindi tutt'altro che un marpione del girone più "caldo" dei Dilettanti, dove il fattore campo si sente e come. Ma sapete qual è stata l'ultima gara arbitrata dall'ineffabile Candeo? Bologna-Gubbio, Allievi nazionali, lo scorso 2 dicembre. Una "partitona" dove forse puoi anche permetterti di fischiare la fine in anticipo. Un bel banco di prova prima di una sfida ad alta tensione come Cosenza-Messina.
PIANETA MESSINA