E' inutile piangersi addosso. Non serve a niente e fa sentire più forte l'avversario più difficile da battere: la diffidenza. E per spezzare oggi una sorta di maledizione che ci portiamo dietro da tre anni (da quando l'innominabile famiglia ci ha ridotti sul lastrico), conviene ingerire la medicina migliore per andare avanti. Partiamo da un ragionamento semplice semplice. C'è ancora oltre metà campionato da disputare, tanti avversari in carne e ossa da poter battere, tanti punti da incamerare per trasformare questo supplizio in un'impresa da applausi.
Oggi, uno degli avversari da domare si chiama Cosenza. Con tutto il rispetto per i Lupi della Sila, il Messina ha gli artigli per azzannarli e mettere in chiaro una cosa.
Non saranno i punti di penalizzazione a stravolgere i reali valori in campo. E oggi Coppola e compagni hanno il dovere di dimostrare, in campo, di essere più forti di ogni disavventura che con il rettangolo verde non centra nulla.
Battere il Cosenza per spazzare cattivi pensieri, per crescere in autostima, per tornare a galla in classifica dopo lo scippo dei punti strasudati in campo. Non sappiamo dove saremo alla fine del campionato, sappiamo però che i giocatori suderanno la maglia fino all'ultimo secondo di questa stagione. Loro ci credono, perchè non è ancora giunto il momento di mollare. Anzi. E le due prove d'orgoglio in trasferta ci hanno consegnato una squadra cattiva, che sa ciò che vuole.
Ma alle solite Cassandre ciò non basta. Per loro tutto è già scritto. A chi ha la verità in tasca, consigliamo allora delle gitarelle domenicali sui Colli. Tra due-tre mesi, chissà, potremmo raccontargli una bella storia. Quella che si sono persi.
PIANETA MESSINA
Nessun commento:
Posta un commento