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mercoledì 17 agosto 2011

NIENTE PIù "CLIENTI", MA TIFOSI

L'imprenditore Giovanni Di Bartolo, tra i primi a dare una  mano al Messina quando Manfredi lo ha contattato (Ishy foto)
Un vulcano di idee, la pellaccia dura, l'amore per il Messina e il fiuto dell'imprenditore. E quando ha fiutato che era giunto il momento di aiutare l'Acr, quando invece qualcuno aspettava solo il suo funerale, la scheggia impazzita Manfredi si è trasformata in uno tsunami per alcuni suoi ex amici. E quando qualcosa si è rotto, quest'estate, nell'ex Camaro (troppi galli in un pollaio), quando soprattutto l'Acr è stato lasciato alla deriva (Martorano e Ficara da soli non ce  l'avrebbero mai fatta), con "pezzi" di questa città (compreso qualche organo d'informazione) che aveva ormai sposato la causa del Cdm -  infischiandosene della passione di quei tifosi garibaldini che non avevano abbandonato la squadra del cuore - Lello Manfredi ha deciso di scendere in campo.
Il presidente pro tempore Lello Manfredi e Carmine Coppola, due "anime" del nuovo Messina (Ishy foto)


 Ha fatto quello che altri, imprenditori messinesi con il "distintivo" di dirigenti di calcio, avrebbero dovuto portare a termine prima, senza arrendersi al primo tentativo. Senza se e senza ma. Rischiare, quindi, ma raggiungere l'obiettivo per salvare l'Acr. L'impresa è riuscita al presidente pro tempore del Messina, che ha sputato l'anima, perso montagne di ore di sonno, cavalcando lo Stretto di Messina come un matto, coinvolgendo i tifosi più sanguigni, gli amici, svegliando dal torpore le istituzioni, coinvolgendo altri imprenditori, battagliando ogni giorno per un unico obiettivo: salvare il Messina. 
Missione compiuta, quindi. E il bello arriva ora. Manfredi ha messo su una bella famigliuola (il gruppo Siracusano, altri imprenditori "spontanei", lo zoccolo duro dei club), che deve e vuole necessariamente allargarsi. Serve nuova linfa, per mettere altri muscoli a una società che ha già le idee chiare. "Vogliamo e dobbiamo crescere, il tempo ci sarà amico, ma soprattutto non dovranno essere commessi - ammonisce Manfredi - gli errori del passato". E tra questi, quando i padroni del Messina erano i Franza, ce ne è stato uno grave. Considerare i tifosi dei semplici "clienti", come in un albergo o una nave. "Credo che un ruolo importante - spiega invece Manfredi - debba essere riconosciuto ai tifosi. Abbiamo bisogno di loro, come loro di noi. Sono la nostra linfa, fanno parte della famiglia del Messina".


Idee chiare, quindi, senso di appartenenza, un vento nuovo che deve soffiare attorno alla squadra di calcio. E la campagna abbonamenti presentata ieri, è lo specchio di un'innovazione che già piace. Oltre all'ingresso in campo (con prezzi popolari e sconti per le famiglie), il tifoso viene anche gratificato con diversi omaggi (anche rimborsi per chi utilizza l'autostrada se viene dalla provincia) che simboleggiano il rispetto per chi lascerà la comoda poltrona del calcio in tv la domenica e decide di abbracciare il "suo" Messina.

1 commento:

  1. Alla faccia di tutto il cdm, Danilo abbonato anche in D tornerà allo stadio x riabbraciare ilsuo VERO MESSINA!!!

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