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domenica 10 luglio 2011

FIRMO, NOn FIRMO. E LA CASA BRUCIA

L'imprenditore Lello Manfredi (Ishy foto)
Il presidente del Messina Bruno Martorano (Ishy foto)
C'è un preliminare di cessione dell'Acr Messina che viaggia sul web. Uno scambio epistolare, tra il presidente Martorano e l'imprenditore Manfredi, che nelle ultime ore si è infittito per tentare di trovare un punto d'incontro per il rotto delle cuffia. Un documento corposo, fatto di lacci e laccetti (forse troppi) che finora, però, ha partorito solo un topolino. Nessun accordo, per una questione di garanzie (ne vengono chieste tante dal gruppo acquirente), ma anche di soldi, visto che ad anticiparli dovrebbero essere Martorano e Ficara per garantire subito il benedetto pagamento delle vertenze. E in questo tira e molla pericoloso la corda è sul punto di spezzarsi, mentre a due soli giorni dalla scadenza del termine per presentare l'iscrizione al prossimo campionato di Serie D, di passi concreti per salvare la baracca non se ne vedono. Così, mentre il presidente Martorano ci tiene a precisare di essere disposto a pagare la propria quota per anticipare i soldi delle vertenze dei 9 calciatori, sull'altra sponda (quella messinese) è stato deciso di dettare le regole per salvare il salvabile, non fidandosi più delle parole, ma mettendo per iscritto tutte le condizioni (un bel papello), con tanto di clausole che annullerebbero l'atto di cessione se solo uno dei punti descritti non sarà rispettato.
Nel preliminare di cessione, si parla di "nuova società". In pratica verrebbe acquisito il ramo d'azienda dell'Acr Messina, lasciando quest'ultima alla deriva. Una sorta di rigenerazione, con la nascita di una nuova società "ripulita" di tutte le scorie per poter avviare nuovi investimenti. E in un passaggio del documento, infatti, gli acquirenti chiedono di conferire nella costituenda società, l'azienda sportiva, comprendendo il "titolo sportivo" e il totale dei debiti maturati fino al 4 gennaio 2001, anche a seguito di eventuali transazioni. Oltre ai debiti, sarà versato un importo complessivo per le vertenze pari a 73mila e 846 euro, l'85% della quota d'iscrizione alla Lega Dilettanti (15mila e 300 euro) e l'85% della polizza fideussoria (26mila e 350 euro). Facendo due conti, il totale ammonta a 115mila e 496 euro, cifra che secondo l'accordo dovrebbe essere corrisposta da Manfredi, con assegno bancario intestato a Martorano, al momento della firma del preliminare. L'attuale presidente dell'Acr, comunque, anticiperebbe tutte le somme dovute per l'iscrizione alla Lnd. Poi c'è un passaggio, forse il più delicato, che punta a liberare da ogni obbligo sia l'Acr Messina che la nuova società (che dovrebbe rilevare l'azienda sportiva dell'Acr) da tutti i debiti che non saranno inclusi nell'operazione, con il consenso scritto di tutti i creditori che dovranno consegnare una copia all'acquirente. Questo, in linea di massima, il "papello" che non si riesce a trasformare in un atto ufficiale che preceda la cessione del Messina al nuovo gruppo d'imprenditori. Ieri pomeriggio Manfredi ha inviato a Martorano il preliminare da firmare, ma l'attuale presidente ha "ritoccato" qualche punto, rispedendo al mittente la bozza. Una mossa che non è piaciuta al gruppo dei messinesi e trattativa che si è nuovamente impantanata. Una partita a poker che continua, mentre il banco rischia di saltare. Oggi nuovo tentativo per smussare qualche clausola, altrimenti sarà la fine. E a chi conviene?



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