Tempo ne è rimasto davvero poco, siamo ai titoli di coda e se non succede qualcosa oggi, il baratro è ormai a un passo.
Lo sanno anche le pietre che l'ennesimo rinvio, come quello di ieri, assottiglia le già esigue speranze di sopravvivenza dell'Acr Messina. E allora, in questo teatrino dell'assurdo, con acquirenti o presunti tali e attuali proprietari di una società moribonda che continuano in una specie di partita a poker, l'unica certezza è il calendario. Fra tre giorni si chiude, o dentro o fuori. E con questi chiari di luna, se le due parti non prenderanno il coraggio in mano per firmare questo papello di preliminare di cessione delle quote societarie, tutto andrà a farsi benedire.
Alla faccia dell'ultima promessa, fatta lo scorso 12 luglio, subito dopo l'invio in extremis del fax . E in questo tira e molla senza fine - che siamo costretti a registrare per dovere nei confronti dei nostri lettori a caccia di notizie - potremmo aggiungere l'ennesima promessa. Una più, una meno, a questo punto cambia poco. Il "fatidico" incontro previsto ieri, saltato per motivi logistici, è stato posticipato a oggi. Sarà vero? Il dubbio, cari imprenditori reggini e messinesi, è il minimo sindacale che ci spetta.
Ma perchè non vi tagliate la faccia imprenditori truffantini
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