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mercoledì 30 ottobre 2013

ACQUA IN BOCCA. PERCHE'?

Un bel cerotto in bocca, se servirà a qualcosa, alla fine val la pena metterselo. E solo il campo, domenica contro il Cosenza, ci dirà se la decisione della società è stata azzeccata. Una scelta, comunque, per certi versi cervellotica, visto che di motivazioni ufficiali non ce ne sono. Lo stringato comunicato stampa, freddo come un pavimento in marmo, lascia solo lo spazio a supposizioni. Ma provare a indovinare non è un esercizio che ci piace. Quindi prendiamo atto del silenzio stampa di calciatori e tecnico (dopo il buon pareggio di Chieti e proprio in vista della partita più sentita del campionato contro i rivali del Cosenza) e andiamo avanti. Unica differenza è che stavolta - rispetto al mutismo totale dopo le tre legnate contro il Foggia - a parlare saranno solo i dirigenti del Messina, ds Ferrigno compreso, i quali ci diranno magari che è meglio che calciatori e tecnico non parlino con i giornalisti (ma soprattutto con i tifosi, visto che scriviamo per loro) per stare più tranquilli e concentrati. Una sorta di protezione (ma da cosa?) per arrivare domenica tirati a lucido e pimpanti. Per il bene del Messina, per carità, ci inchiniamo a qualsiasi decisione della proprietà, ma è difficile pensare che si perde concentrazione o tranquillità se Corona avesse detto quanta voglia ha di fare un gol al Cosenza, oppure se Ignoffo avesse lanciato un messaggio agli attaccanti silani, per la serie "domenica non si passa". E che male c'era se Guadalupi ci avesse detto se esulterà in caso di gol dell'ex? Mistero. Acqua in bocca, dunque, niente emozioni da trasmettere ai propri tifosi e tutti dentro una bella campana di vetro.
PIANETA MESSINA 

martedì 29 ottobre 2013

RIECCO MOSCIARO. "I FISCHI? PENSERO' AD ALTRO"

L'attaccante del Cosenza Manolo Mosciaro (foto Mannarino)
E' stata la rivale più agguerrita in serie D, ora è la capolista dopo il ripescaggio in Lega Pro. Ma di quel Cosenza dello scorso campionato è rimasto poco, praticamente solo il bomber Mosciaro, che Pianeta Messina ha rintracciato telefonicamente ieri sera, per farsi raccontare che sensazione si prova lassù, ma soprattutto davanti al Messina che in questo avvio sta arrancando.
"Come mi sento? Sono contento, ma ancora il campionato è lungo, non abbiamo fatto niente, speriamo comunque di continuare così".
- Che effetto le fa vedere il Messina così in ritardo?
"La classifica in basso non la guardo, preferisco quella in alto. Comunque credo che il Messina si riprenderà, siamo ancora agli inizi".
- Stavolta al S. Filippo lei sarà in campo. Che ricordo ha di quella sfida davanti a oltre 10mila persone?
"Mi piace ricordare quella bella cornice di pubblico, che per una partita di serie D era eccezionale. Per il resto non ho un bel ricordo, soprattutto perchè non giocai. Ho visto la partita dalla tribuna, praticamente da solo.".
- Che accoglienza si aspetta? I fischi li mette in conto?
"Mi aspetto una bella giornata di sport. Poi i fischi nel calcio ci stanno, per un attaccante se arrivano possono essere anche da stimolo. Comunque in campo penserò ad altro".
- Contro il Messina per voi è una partita speciale?
"E' una partita importante per la sana rivalità che c'è tra queste due squadre così blasonate. Finchè si rimane nei limiti della semplice rivalità questa partita sarà bella da giocare. Noi non sottovaluteremo il Messina, la classifica non conta. In campo può succedere di tutto. Io ci tengo tanto a questa sfida e voglio ben figurare perchè il direttore sportivo Ferrigno ha una certa stima nei miei confronti".
- Stessa stima che ha per il tuo ex compagno Guadalupi. Che effetto le fa rivederlo ora da avversario?
"Io e Mirko ci siamo lasciati bene. Ho insistito tanto con lui per farlo rimanere a Cosenza. La società voleva confermarlo, ma lui aveva già dato la sua parola al Messina. Mi auguro solo che non ci faccia lo scherzetto, che non si svegli con il gol proprio contro noi. Anche se sta ritrovando la migliore forma dopo l'intervento al ginocchio, resta sempre un giocatore temibile".
- Quanto c'è del vostro allenatore Cappellaci in questo nuovo Cosenza?
"Il mister è un bel martello, sta sempre sul pezzo. La sua mano si sente, anche se in campo poi ci vanno i giocatori".
- Pregi e difetti della vostra squadra?
"In avanti siamo bravi, con De Angelis mi trovo benissimo. Poi abbiamo un portiere molto forte, finora ci ha salvato diverse volte. Punti deboli? Non ne abbiamo".
PIANETA MESSINA

lunedì 28 ottobre 2013

PROVE TECNICHE DI DECOLLO

Il volto tirato di Catalano durante la partita a Chieti (foto Michele Camiscia)
L'aereo che li aspetta per decollare è lì, pronto ad accendere i motori. Squilla il telefonino di Catalano che sta per imbarcarsi con la squadra. Si torna a casa con un punto che fa morale, muove la classifica e dà un bel "pieno" di autostima. Finalmente una bella domenica, finita col botto grazie alla messinese Giulia Arena, incoronata a notte fonda Miss Italia. Un bel segno che speriamo porti bene, perchè a maggio i tifosi vorranno incoronare i loro beniamini. Ma bisognerà lottare, come ha fatto ieri il Messina a Chieti e risalire in fretta la classifica.
- Allora Catalano, se Chiaria non l'avesse messa dentro nonostante quel sontuoso secondo tempo, oggi che avrebbero detto di te?
"Non lo so, mi importa solo che la squadra è viva. Meritavamo di vincerla questa partita, ma prendiamo questo punto che ci fa andare avanti con grande fiducia, anche se dobbiamo ancora migliorare".
- Nel secondo tempo abbiamo visto un altro Messina. Dentro Corona e Quintoni al posto di due giovani e la squadra ha cambiato volto. In molti dicono che il Messina non può prescindere dagli over di qualità.
"Non sono del tutto d'accordo con questa tesi. Anzi è ora di finirla. Ci sono state partite in cui qualche giocatore più esperto non ha dato il massimo e nessuno ha detto niente. In campo scende chi mi dà maggiori garanzie in base a ciò che vedo durante la settimana. Dovremmo avere un maggiore equilibrio nei giudizi. Che facciamo? Prima diciamo che i due argentini sono fenomeni, poi che non sono all'altezza? E' vero, tra gli over ci sono giocatori di grande qualità, ma devono essere in forma per dimostrare ciò che valgono. E se c'è qualche giovane che merita spazio è giusto che giochi".
La ghiotta palla gol nel finale sotto gli occhi del portiere del Chieti (foto Camiscia)
- Dopo Chieti siete usciti dal tunnel? Da stasera avete visto la luce?
"Oggi abbiamo dimostrato quello che sappiamo fare. Magari nel primo tempo abbiamo concesso qualcosa, ma nella ripresa la partita l'abbiamo fatta noi. E il pari ci sta anche stretto. Peccato per il rigore sbagliato e le due-tre palle gol, ma siamo sulla strada giusta. Dobbiamo continuare così, ora pensiamo al Cosenza. Ci servono i tre punti, ma ne riparliamo in settimana. Ora devo chiudere, altrimenti perdo l'aereo". 
- Buon decollo, aspettando quello in classifica...
"Noi ci crediamo, devono crederci anche i nostri tifosi che domenica contro il Cosenza potranno darci una grossa mano. Insieme possiamo farcela a tornare alla vittoria".
PIANETA MESSINA

domenica 27 ottobre 2013

IL MESSINA COME UN TORO. E IL PARI STA STRETTO

L'esultanza dei giocatori del Messina dopo il pareggio di Chiaria a Chieti
Come un toro scatenato, il Messina sfodera un grande secondo tempo, agguantando un pari strameritato che alla fine sta anche un po' stretto ai giallorossi che dopo il gol di Chiaria, hanno sciupato la ghiotta occasione del gol vittoria con Corona dal dischetto.  
Parte a testa bassa il Chieti con un tiro cross di Di Filippo, ma Lagomarsini respinge d'istinto. Ci provano ancora gli abruzzesi, stavolta con Guidone che imbeccato in area si fa ipnotizzare da Lagomarsini che compie un mezzo miracolo. I due campanelli d'allarme scuotono il Messina, che al 17' va vicino al vantaggio con una gran botta di Ferreira che riscalda i guantoni di Robertiello.
Ma è solo un break, visto che il Chieti riprende a macinare gioco, sfruttando molto le due fasce. Il Messina subisce l'iniziativa dei padroni dii casa e al 20' è ancora Lagomarsini a guadagnarsi la pagnotta, con un salvataggio su colpo di testa di Cinque. Il Messina prova a uscire dal guscio, lo fa con una ripartenza che imbecca Chiaria in area, ma il centravanti viene anticipato d'un soffio da Terrenzio.
Nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo i peloritani riescono a prendere le contromisure e la pressione del Chieti si allenta. Ma a pochi secondi dal riposo, arriva la mezza frittata che porta al calcio di rigore. Avventato retropassaggio di Guadalupi in area del Messina, sul pallone si avventa come un falco Guidone che viene steso ingenuamente da Scoponi. Calcio di rigore e vantaggio siglato dallo stesso Guidone.
Il calcio di rigore calciato da Corona e parato da Robertiello. Poteva essere il gol  vittoria
Nella ripresa Catalano inserisce subito Corona e Quintoni, al posto di Piovi e Scoponi. Il Messina prova a raddrizzare la partita, sfiorando subito il pareggio con una bordata di Ferreira che sorvola di poco la traversa.
La manovra dei peloritani appare più fluida e il Chieti è costretto a subire l'iniziativa degli uomini di Catalano alla disperata ricerca del pareggio. In avanti si fa vedere anche Ignoffo che al 66' ci prova di testa, ma Robertiello para. Ancora Messina pericoloso, tre minuti dopo, Con Corona che incorna su cross di Ferreira. Palla che quasi pettina il palo. Il Messina ha gli occhi della tigre, vuole a tutti i costi il pareggio. Il Chieti, in pratica, non c'è più. Catalano butta nella mischia anche Lasagna, al posto di Guerriera. Messina a trazione anteriore, con tre attaccanti e tanta voglia di cambiare la storia della partita. Insistono i peloritani, che al 77' pungono stavolta con Guadalupi, ma Robertiello agguanta la sfera.
Guadalupi, contrastato da un difensore abruzzese, tenta una ripartenza
Il meritato pareggio arriva quattro minuti dopo, con Chiaria che insacca di testa su calibrato cross dalla destra di Ferreira.
Il Messina, in piena tranche agonistica, non si ferma più e due minuti dopo il pari potrebbe addirittura ribaltare il risultato. Ma Corona si fa parare il calcio di rigore concesso per atterramento di Ferreira, tra i migliori in campo del Messina.
Finale da brivido per i tifosi del Chieti, visto che il Messina è come un toro scatenato. E i giallorossi vanno ancora vicini al meritato gol vittoria, prima con Lasagna che si fa murare il tiro da Terrenzio e poi con Ferreira e Chiaria che non arrivano di un niente su un pallone che danzava davanti alla porta vuota su cross di Bucolo.
PIANETA MESSINA
Incursione di Quintoni nella trequarti del Chieti. Il suo ingresso nella ripresa si è fatto sentire

Lagomarsini battuto dagli undici metri da Guidone. E' il momentaneo vantaggio del Chieti
Il portiere del Chieti anticipa in presa aerea Chiaria, autore del gol del meritato pareggio



sabato 26 ottobre 2013

FRECCIATA DI CATALANO : "A MOLTI GIORNALISTI DA' FASTIDIO LA MIA CONFERMA"

La grinta di Catalano che crede nella riscossa del Messina (foto F. Pernice)
Quanta rabbia e voglia di spaccare il mondo scorrono nelle vene di calciatori, tecnico e dirigenti, è emerso dalle dichiarazioni forti, di pancia, che in questi giorni si sono susseguite dopo il pari beffa con il Poggibonsi. L'unico a non parlare da due settimane era stato lui, il tecnico Catalano, che molti tifosi e osservatori hanno scaraventato sul patibolo. Equazione facile facile nel calcio. Se le cose non vanno bene, il primo colpevole è l'allenatore. Catalano incassa le mille accuse, ma anche la fiducia "fuori moda" della società. Così, mentre in altre città i siluramenti sono all'ordine del giorno, a Messina ci si scandalizza se Catalano non è stato ancora fatto fuori. Lui, il diretto interessato, dopo il lungo silenzio si rivolge ai suoi denigratori: "Le critiche, per carità, le accetto, ci stanno quando non arrivano i risultati. A chi se la prende con il sottoscritto dico solo due cose. Sto facendo con la massima professionalità il mio lavoro e ci metto grande passione. Nessuno è perfetto, non posso accontentare tutti e non voglio accampare scuse, ma se il Messina non si è espresso ancora come potrebbe i motivi sono semplici. Se a qualsiasi squadra togli quattro-cinque giocatori importanti per infortunio è ovvio che le cose cambiano e se non prendi due gol a tempo quasi scaduto ti ritrovi quattro punti in classifica in più. Questi sono fatti, non scuse di comodo".
- Ma cosa rispondi a chi dice che la squadra non gioca bene?
"Non sono d'accordo. Quando ho avuto giocatori in forma, come contro l'Ischia, la squadra ha giocato a calcio. Ma anche ad Aversa e Salerno e domenica contro il Poggibonsi abbiamo giocato a calcio, eppure i risultati non ci hanno premiato". 
- In tanti ce l'hanno con te. E tu con chi te la prendi?
"Ripeto, le critiche le accetto, ma ho la sensazione che a molti tuoi colleghi sta dando fastidio la mia conferma...".
- Perchè?
"La società sta andando contro le idee e le convinzioni di molti giornalisti che ritengono che la colpa dei risultati negativi della squadra sia del sottoscritto. Credo che la società mi sta tutelando perchè vede come lavoro e come i calciatori seguono il loro allenatore. Se non fossi all'altezza, la società mi avrebbe già allontanato e avrebbe fatto bene. I ragazzi sanno come lavoro, siamo un gruppo compatto. E' troppo facile giudicare dall'esterno, specie quando i risultati non arrivano. Eppure al campo d'allenamento, tranne nella partitella del giovedì, non vedo nessun giornalista. Prima di giudicare e parlare bisogna vedere come lavoriamo durante la settimana".
- Ma molti tifosi dicono che trasmetti poca cattiveria alla squadra, che infondi poca sicurezza. Cosa rispondi?
"Non credo che alzando il tono della voce pubblicamente cambi il volto di una squadra in campo. Le direttive vengono date prima della partita e ogni calciatore sa cosa deve fare in campo. E non c'è bisogno di gridare per farsi capire. Comunque so quando serve alzare un po' la voce e lo faccio. Magari in molti non lo sanno o non se ne accorgono la domenica".
L'argentino Scoponi verso la conferma nella formazione iniziale a Chieti (foto F. Pernice)
- La squadra è in via di guarigione?
"Sì, domenica abbiamo cambiato modulo e la squadra ha risposto bene. Meritavamo di vincere con più di un gol di scarto, invece sappiamo com'è finita per un episodio che ci ha puniti ingiustamente. La squadra è viva, ci crede, i ragazzi sono consapevoli della loro forza e vorranno dimostrarlo contro il Chieti. Ci serve una vittoria e tutto si sistemerà. Appena scatterà la molla, tutto sarà meno complicato. Dovremo solo fare più attenzione nella gestione del risultato e chiudere le partite".
- Le dimissioni del preparatore atletico Milazzo ti hanno sorpreso?
"E' una scelta che rispetto, lo ringrazio per quello che ha fatto per il Messina. E' difficile adesso capire quali siano stati i reali motivi che l'hanno spinto a rinunciare all'incarico".
- Nessun attrito con i calciatori sui suoi metodi di lavoro?
"Penso proprio di no, altrimenti me ne sarei accorto. Comunque noi andiamo avanti. Ripeto, da parte mia c'è il ringraziamento per quello che il prof. Milazzo ha dato al Messina e gli auguro le migliori fortune professionali".
- Parliamo del Chieti. ll suo allenatore dice che soffrite le ripartenze e che punterà sull'aggressività.
"Ho letto l'intervista. Vuol dire che teme il Messina, che si aspetta che attaccheremo il Chieti. Staremo attenti alle loro ripartenze, questo è sicuro".
- Dobbiamo aspettarci qualche sorpresa nella formazione?
"Grosse novità non ce ne saranno, confermerò buona parte dello schieramento iniziale contro il Poggibonsi. La squadra mi è piaciuta. Ma qualcosa in avanti potrei cambiarla".
- Proviamo a indovinare. Corona in corso d'opera e Chiaria dall'avvio?
"Vediamo, dipende anche dalle condizioni di Chiaria che ha ancora qualche problemino".
- L'argentino Scoponi ti è piaciuto? 
"Sì, ma non credo solo al sottoscritto. Vedete, quando parliamo di giovani che ci piace far giocare, molti credono che la società pensa solo all'età media. Ma se vedi un giovane come Scoponi muoversi così bene, aggredendo la corsia sinistra con personalità, come fai a non pensare di farlo giocare?".
PIANETA MESSINA

venerdì 25 ottobre 2013

DI MEO: "DOVREMO AGGREDIRE IL MESSINA"

Pino Di Meo, allenatore del Chieti,  rispetta ma non teme il Messina
Domenica se la vedranno due deluse di questa prima fetta di campionato. Chieti e Messina, partite per vincerlo questo campionato (cioè entrare tra le prime 9), per ora annaspano pur avendo i numeri per potersi sistemare stabilmente nella parte sinistra della classifica. Due squadre convalescenti, alla ricerca della cura giusta per uscire in fretta dalle acque melmose del girone.
Il tecnico del Chieti, Pino Di Meo, contattato da Pianeta Messina, dice una cosa semplice sull'avvio stentato degli abruzzesi: "Per noi la classifica non è veritiera, ci mancano tre o quattro punti. Non so se per il Messina è la stessa cosa, ma ho saputo ad esempio che domenica scorsa avrebbe meritato la vittoria".
- Di fronte, dunque, due squadre poco tranquille. Ci sarà un po' di paura in campo?
"Può darsi, la classifica di entrambe non è buona, ma noi dovremo cercare di fare una partita aggressiva, rapida, il Messina soffre molto le ripartente".
- Per voi l'avversario peggiore che poteva capitarvi? Il Messina è molto arrabbiato per il mezzo furto di domenica scorsa e non può permettersi un altro passo falso...
"Guardi, ogni partita ha una storia a sè e qualsiasi squadra affronti ha dei buoni motivi per dover fare risultato. Quindi Messina o un altro avversario per noi cambia poco".
- L'attuale classifica la sorprende?
"In parte sì. Ci sono squadre in ritardo, tra queste noi e il Messina. Ma nel girone di ritorno sarà un altro campionato. Le partita saranno tutte finali".
- Chi pensa, comunque, che in ogni caso ce la farà ad accedere alla C unica?
"Per ora è difficile dirlo. Ma credo che Cosenza, Casertana e Teramo alla fine ce la faranno. Il resto delle squadre, tranne l'Arzenese, se la giocheranno tutte".
PIANETA MESSINA

mercoledì 23 ottobre 2013

FACCIAMO LE CORNA

Con tutto il rispetto per il Chieti, ma al Messina poco importa dei "pruriti" degli abruzzesi reduci dalla disfatta nel derby con il Teramo. E i tifosi fanno gli scongiuri (anzi le corna), augurandosi che stavolta la dea bendata non volti le spalle al Messina, che domenica scorsa ha raccolto le briciole dopo aver divorato quattro volte il raddoppio.
Allora sotto con il Chieti, per mettere in saccoccia punti che diano ossigeno a una classifica boccheggiante. Messina che, numeri alla mano, nelle ultime quattro domeniche ha visto i sorci verdi.
Cifre impietose (2 punticini racimolati al "S. Filippo") che però fanno a cazzotti con gli effettivi meriti (o demeriti fate voi) dei peloritani. Perchè, tolta la sciagurata gara contro il Foggia, tra la partita di Aversa e le altre due in casa con Aprilia e Poggibonsi, all'appello mancano almeno 5 punti. Riavvolgiamo il nastro e non ci vuole molto e ricordare i due gol del pari incassati al "S. Filippo" sui titoli di coda e quel palo e diverse palle gol sciupate in Campania. Episodi chiave che in pratica hanno cambiato in peggio la classifica e l'umore di squadra, società e tifosi. Ma ormai è andata così e piangersi addosso non serve a un bel niente. Serve, però, ripartire dalle cose buone (correggendo quelle meno buone) viste domenica scorsa: gestione della palla più continua, primi segnali di vita sulle due corsie, manovra a tratti pulita. Il "malato", per capirci, non è poi così grave come la classifica ci racconta.
Buongiorno tenta una incursione. Sullo sfondo l'argentino Piovi (foto Fabrizio Pernice)
C'è da lavorare, è chiaro, per rimettere in linea di galleggiamento il ferryboat giallorosso. Ma c'è soprattutto bisogno urgente di punti che hanno un formidabile potere taumaturgico. Aumentano l'autostima, cancellano l'ansia tra i tifosi, ridanno serenità alla squadra. Perchè giocare con la mente sgombra da mille pensieri aiuta, eccome, gli stessi giocatori.
Dopo il harakiri col Foggia la "scossa" forse c'è stata. Perchè quel silenzio stampa deciso dalla società, è stato in realtà un "boato" nella pancia dello spogliatoio. Giocatori, tecnico e dirigenti si sono guardati in faccia per ritrovarsi, per non ripetere mai più quel pomeriggio da incubo contro il Foggia. E da quel travaglio interno, ne è uscito fuori un Messina ritoccato nel modulo (difesa a tre, due esterni più alti) e nello spirito. Nel calcio, poi, due più due non fa sempre quattro e la testolina di Scardina ha rovinato tutto sul più bello, rimandando la riscossa giallorossa. Quindi caro Chieti, con tutto il rispetto, da qualche parte dobbiamo ricominciare a vincere...
PIANETA MESSINA

lunedì 21 ottobre 2013

MA LUI CHE C'ENTRA?

La grinta di Catalano, ieri al S. Filippo, a dispetto della calma apparente del tecnico (F. Pernice)
Il bicchiere mezzo pieno, in periodi neri come questo, serve eccome. Basta cambiare prospettiva e, oplà, tutti i guai ti fanno meno paura. E' vero, se prendi la classifica in mano e fai due conticini sulle ultime quattro partite (al netto dei due gol presi sui titoli di coda) allora un po' di scoramento ti assale. Ma se diventi freddo e pensi che "a nuttata adda passà", devi pure fidarti delle parole di capitan Corona, il primo che ci crede nella riscossa del Messina e che dice scocciato: "Chi vuole la testa di Catalano vuole il male del Messina. A Chieti questo Messina può anche vincere". Parola di capitano. Da lui ti aspetti sempre la verità, senza frasi di comodo. Oggi Re Giorgio dice di non avere paura, che la classifica non bisogna guardarla adesso, che la squadra ora sta meglio in campo con i correttivi tattici visti ieri e che con un Guadalupi in più nel motore le cose miglioreranno. Ed è lo stesso Corona che, dopo Castel Rigone, disse invece che il Messina non era ancora squadra. Oggi dice l'opposto, anche se la classifica è peggiorata. I numeri, che nel calcio sono spietati, per ora condannano il Messina. Ma chi mastica calcio da una vita, sa che certi segnali non vengono per caso. Ieri si è visto un Messina più ordinato, equilibrato, che avrebbe meritato di vincere. Senza strabiliare, è vero, ma i tre punti erano cosa buona a giusta. E siamo sinceri, all'allenatore tutto puoi chiedere, ma non di spingere lui in porta quei palloni d'oro a due passi dalla porta. Invece il mare in tempesta, con le sue onde lunghe a forma di sfiga, non si è ancora placato. Allora domenica conviene una grossa tavola di windsurf e cavalcarle queste onde, aspettando che la tempesta si plachi.
PIANETA MESSINA

domenica 20 ottobre 2013

SPRECONE E IELLATO, IL POGGIBONSI RINGRAZIA

Il volto deluso del patron Lo Monaco oggi dalla finestra della foresteria (foto F. Pernice)
Alla fine, a piangere di gioia è Pianigiani, presidente del Poggibonsi, per il punto strappato per i capelli dai toscani. E a piangere di rabbia, invece, sono i tifosi del Messina per la beffa che bussa a tre minuti dal 90', con il gol di Scardina, un nome che dice tutto, visto com'è riuscito a scardinare di testa la difesa giallorossa, in quel momento senza Ignoffo, rimasto a bordo campo per una botta alla testa. Un gol beffardo per il Messina che paga a caro prezzo il mancato raddoppio sfiorato più volte nella ripresa, dopo il vantaggio su rigore realizzato nel primo tempo da Corona, pagando dazio nel finale con il gol beffa dei toscani.
Pari indigesto per il Messina, in crisi di risultati ma non di gioco, vista la prestazione di questo pomeriggio, specie nella ripresa. Il tecnico Catalano, confermato questa sera dalla società (si è dimesso in settimana, invece, il preparatore atletico Vincenzo Milazzo), cambia modulo, schierando la difesa a tre. In avvio Messina con i due argentini Piovi e Scoponi, quest'ultimo all'esordio come quarto di difesa, sulla corsia sinistra, con licenza di offendere. In porta riecco Lagomarsini, mentre in avanti è Buongiorno a far coppia con Corona, mentre Guadalupi agisce tre le linee. Cerniera di centrocampo affidata a Bucolo e Piovi, difesa a tre con Ignoffo, Cucinotta e Silvestri e corsia destra affidata a Guerriera. Panchina, invece, per Quintoni, Lasagna, Chiaria e Ferreira.
La rete dal dischetto di Corona che aveva portato in vantaggio il Messina (foto F. Pernice)
Il Poggibonsi, squadra molto giovane e sbarazzina, si affida alle ripartenze dell'esperto Peri, bomber della formazione toscana, coadiuvato dal giovane Civilleri.
L'approccio del Messina, sotto l'occhio vigile del patron Lo Monaco (dalla finestra della foresteria) è discreto. Squadra ordinata, manovra ariosa anche se a pungere per primo è il Poggibonsi, al 12', con un tiro cross di Croce che costringe Lagomarsini a rifugiarsi in corner. E' però uno squillo isolato, perchè la partita non decolla. Il Messina prova ad accenderla, ma la manovra appare leziosa. Il Poggibonsi è lì, pronto ad approfittare di qualche errore in fase d'impostazione dei peloritani, ripartendo come una molla. E al 18' è Pera ad incunearsi in area servendo un pallone ghiotto a Croce che ciabatta sul più bello. Inizia qualche mugugno sugli spalti con tanto di coro dalla Sud ("Vogliamo undici leoni") e quasi per magia arriva l'episodio che sblocca la partita.
Mischia in area toscana, intervento scomposto del difensore De Vitis su Bucolo e calcio di rigore. Dal dischetto Corona prima spiazza Anedda, ma l'urlo del gol viene strozzato in gola, perchè l'arbitro Ranaldi fa ripetere (area affollata prima del tiro).
Re Giorgio, con freddezza, non cambia direzione (a sinistra del portiere che sfiora la sfera) e insacca per il vantaggio.
Il fallo di De Vitis su Bucolo che ha causato il penalty (foto F. Pernice)
Risultato sbloccato, ma il gol non ha l'effetto di un additivo. E il primo tempo finisce tra gli sbadigli, visto che neanche il Poggibonsi è capace di reagire allo svantaggio.
La ripresa è tutta un'altra storia. Messina più tonico, deciso a chiudere la contesa. Ci prova subito Guerriera, tra i più ispirati, ma De Vitis salva come può. E al 54' è Guadalupi a pungere con una botta che finisce a lato. Poggibonsi un po' frastornato e Re Giorgio che fa ammattire i toscani che ricorrono anche alle maniere forti per fermare il bomber giallorosso che reclama per un tocco ai suoi danni, in area, del solito De Vitis, ma stavolta l'arbitro lascia correre.
L'esultanza dei toscani dopo il pari beffa di Scardina all'87' (foto Fabrizio Pernice)
E a proposito di corsa, eccolo ancora Corona scorazzare come un ragazzino, con Baldassin che di anni ne ha 20 in meno e che deve aggrapparsi alla sua maglietta per fermarlo sulla trequarti.
Messina che ora piace e che meriterebbe il raddoppio. E a sfiorarlo è Corona, che dopo uno slalom ubriacante di Guerriera, si ritrova tra i piedi un pallone d'oro, ma Anedda fa il fenomeno.
Il Messina ha fame, lotta per mettere in frigo la partita, sfiorando ancora il raddoppio stavolta con Guadalupi che su assist di Corona non capitalizza.
Il Poggibonsi, a metà ripresa, alza il baricentro, nel tentativo di agguantare il pareggio, ma il Messina fa buona guardia. I toscani, in pratica, fanno il solletico alla difesa giallorossa, ma nel finale succede l'irreparabile, con uno spiovente dalla sinistra di Peri che trova la testolina di Scardina che gela il "S. Filippo". Unico tiro in porta del Poggibonsi nella ripresa e gol del pari. Una mazzata per i giallorossi che tentano di rialzarsi in pieno recupero, ma l'ultimo tentativo, capitato sui piedi di Chiaria, fa capire che oggi doveva finire così.
PIANETA MESSINA
Il terzino di fascia argentino Scoponi, buono il suo esordio con il Messina (foto Fabrizio Pernice)

BEFFA E RIMPIANTI

Il gol su rigore segnato da Corona (foto Fabrizio Pernice)
Un pareggio che sa di beffa. Tre punti di platino sfuggiti al Messina nel finale, con il gol di Scardina che rende vano il vantaggio realizzato nel primo tempo da Corona su calcio di rigore. Messina che avrebbe meritato ampiamente il raddoppio, nella ripresa, in almeno quattro occasioni. La beffa, invece, bussa a tre minuti dal 90', a conferma che anche quando la squadra gira meglio (come ha fatto oggi nel secondo tempo) la dea bendata volta le spalle alla formazione giallorossa.
SEGUONO AGGIORNAMENTI

ZAMPAGNA CARICA I TIFOSI "SU LO MONACO METTO DUE MANI SUL FUOCO"

L'esultanza storica di Zampagna dopo il gol al Milan al "Meazza"
Oggi, finalmente, a parlare sarà il campo. E dopo una settimana di cerotto in bocca, Messina-Poggibonsi dovrà dire tante cose sul futuro dei peloritani. Innanzitutto se il malato è grave, oppure se è bastata un'aspirina per rimettere in piedi la truppa giallorossa. E il campo, unico giudice nel calcio, oggi ci racconterà se il Messina è in via di guarigione. La "cura" prescritta dalla società, con una dose massiccia di silenzio, perlomeno ha evitato alla squadra d'imbattersi in pericolosi batteri esterni, nella speranza che ciò sia servito a ricaricare le batterie per fare a fettine il Poggibonsi e ricominciare a mettere punti nel carniere.
Tutti zitti, dunque, nella settimana più lunga della gestione Lo Monaco. E su questa decisione, rispettabile ma che divide addetti ai lavori e tifosi, Pianeta Messina ha sentito il parere di un ex idolo dei supporter giallorossi, Riccardo Zampagna, uno di quelli che difficilmente stava zitto. "A caldo è meglio non parlare, però poi qualcosa bisogna dire ed è giusto motivare anche la scelta di una società che decide non far parlare i propri tesserati. Ci sta perdere una partita in casa, però poi o un direttore sportivo o un presidente qualcosa la deve dire se non parla nessuno della squadra. Due parole, così, perchè i tifosi del Messina le avrebbero gradite. Se il silenzio stampa lo fa l'Albinoleffe nessuno se ne accorge, ma il Messina è un'altra cosa. Da voi il calcio è molto sentito e lo zoccolo duro dei tifosi non ha mai mollato. I messinesi veri amano la loro squadra. Quando eravamo in Serie A - ricorda Zampagna - molti tifosi mi raccontavano dei tempi bui dai quali venivano. Eppure non avevano mai abbandonato la squadra. Basta solo questo per dire chi sono i tifosi del Messina".
- Eppure oggi, gli stessi tifosi dicono che a quei tempi, dei 30-40mila al "S. Filippo" la maggior parte erano occasionali, quelli che venivano anche per vedere gli squadroni della serie A.
"E' vero, ma ci facevano comodo anche loro. Però sapevamo che potevamo fare affidamento sullo zoccolo duro, quelli che anche tra i dilettanti hanno seguito sempre la squadra pure in trasferta".
- Oggi fai l'allenatore. Come si sta in panchina?
"E' stata una scelta di vita, ma sto partendo dal basso, come ho sempre fatto. Alleno in Prima Categoria il Macchie calcio, un paesino vicino Terni. Siamo secondi in classifica, ora abbiamo lo scontro diretto contro il Montefalco".
- La squadra somiglia a te?
"Che somigli a me è difficile, per essere come me ce ne vuole. Comunque in panchina, la domenica, sono tranquillo. E' durante la settimana che sono un rompiscatole...".
- Ma ti piacerebbe allenare un giorno il Messina?
"A voglia, verrei di corsa. Ci mancherebbe".
- Pietro Lo Monaco, un marchio una garanzia.
"Per Lo Monaco parlano i fatti. Su di lui di mani sul fuoco ce ne metto due, anche se non è facile ricostruire le fondamenta di una società dopo gli ultimi anni disastrosi".
- Ma come spieghi quest'avvio stentato della squadra in Lega Pro?
"Guarda, quando analizziamo i risultati se ne può parlare una vita. Se le cose non vanno ci possono essere tanti motivi. Credo, comunque, che se una squadra non lavora bene, alla fine i risultati stentano ad arrivare. L'allenamento è fondamentale. Ho saputo che a Messina, in questo momento, ci sono problemi legati alla scarsità di campi di allenamento adeguati. Questo può essere un fattore che incide sul rendimento della squadra, perchè l'allenamento è fondamentale".
- Tra un mese compirai 39 anni, la stessa età di Corona che ancora segna e fa la differenza. Che ne pensi?
"E' un esempio da seguire, soprattutto da quei giovani che si affacciano nel mondo del calcio credendo di essere già dei campioni. Corona è la punta di diamante del Messina, ma nel calcio non basta un giocatore per vincere le partite. E' uno sport collettivo, devono essere anche i suoi compagni ad aiutarlo a dare il massimo".
- Riccardo, un consiglio ai tifosi peloritani un po' depressi?
"Non hanno bisogno di consigli. Intanto perchè le depressioni vere sono altre, poi perchè i tifosi del Messina sono speciali, sanno stare vicini alla squadra anche nei momenti difficili. Loro amano la maglia, perchè i giocatori vanno e vengono, ma la maglia resta. Posso dirgli che appena posso qualche domenica verrò a Messina a vedere una partita. Magari quella della promozione".
PIANETA MESSINA

venerdì 18 ottobre 2013

PERA MINACCIA IL MESSINA "SPERO DI FARE DUE GOL"

Manuel Pera, capitano e bomber, l'elemento di spicco del Poggibonsi 
Se gli chiediamo che idea si è fatto sul momento nero del Messina, il capitano del Poggibonsi, Manuel Pera, ci mette un attimo per dire la sua.  "In questa categoria, se non corri fai fatica. Mi ricordo lo scorso campionato la Salernitana. All'inizio non andò bene, poi si riprese vincendo il  campionato. Spero solo che il Messina non si riprenda già da domenica prossima".
- Voi con la mentre sgombra, il Messina imbavagliato e sotto pressione. E' un vantaggio per il Poggibonsi?
"Sicuramente siamo avvantaggiati, con la mente sgombra si gioca meglio. Quando invece i risultati non arrivano subentra un po' di nervosismo. Però per noi resta una partita difficile. Il silenzio stampa dei calciatori e del tecnico del Messina può essere un'arma a doppio taglio. Vedremo sul campo cosa succederà, noi speriamo di portare a casa un buon risultato".
Pera, toscano, 29 anni, oltre ad essere il capitano e il bomber del Poggibonsi, è l'unico "anziano" della squadra più giovane del girone. Negli ultimi due campionati di C2 con la maglia giallorossa ha realizzato la bellezza di 32 gol. Finora tre reti (due su rigore domenica scorsa), con una media porta dritto alla doppia cifra. E lui, con una battuta da toscanaccio, fa un po' lo spavaldo. "Spero domenica di fare due gol, almeno festeggio le cinquanta reti da quando gioco tra i professionisti".
- Con questa "minaccia" lo sa che ora ha i fischi assicurati domenica al "S. Filippo"?
"Me li prenderò, ma sarà uno stimolo per me. Io faccio l'attaccante e il mio compito è fare gol per il Poggibonsi. Ci sta che mi fischino, fa parte del gioco".
- Cosa teme di più del Messina?
"E' un'ottima squadra, ha giocatori esperti, bravi, è strano che il Messina sia lì nelle parti basse della classifica. Uno come Corona, pensi un po', ce l'avevo sempre nel Fantacalcio quando ero più giovane".
- Poggibonsi vera rivelazione. Il segreto?
"Nessun segreto, anche noi non immaginavamo d'iniziare così bene. L'importante è arrivare nei primi otto, anche se non sarà facile perchè la concorrenza è tanta e il cammino ancora lungo".
PIANETA MESSINA

mercoledì 16 ottobre 2013

TOSI: "VI SPIEGO COME BATTERE IL POGGIBONSI"

Marco Tosi, ex tecnico del Milazzo, ora alla guida del Poggibonsi (foto Passini)
Nel silenzio assordante del Messina, in vista dell'auspicabile riscossa contro la rivelazione Poggibonsi, Pianeta Messina ha pensato di trasformare per un attimo l'allenatore dei toscani, Marco Tosi, in quello del Messina.
Catalano non parlerà? Allora chiediamo al tecnico del Poggibonsi, che ha accettato questo piccolo gioco, di "fare" per un minuto l'allenatore del Messina.
- Tosi, che deve fare il Messina per battere il Poggibonsi?
"La prima cosa che deve fare è impostare la partita sulla corsa e sull'intelligenza tattica, perchè il Poggibonsi è una squadra molto giovane che sa muoversi con molta velocità ed esce bene dalle marcature".
- Quindi è meglio buttarla sull'agonismo?
"Esatto. I valori sulla carta sono un conto, quello che riesci a mettere in campo, cioè applicazione e corsa, possono fare la differenza. Adesso, però, non mi faccia più parlare del Poggibonsi, altrimenti regalo qualche vantaggio. Poi Catalano non ha bisogno di consigli...".
Sorride Tosi, che rimette subito i panni propri. E a proposito del silenzio stampa dei suoi prossimi avversari, il tecnico livornese dice a getto: "Io sono contrario, per principio, ai silenzi stampa. Ma nel caso del Messina non so cosa sia successo, al di la della sconfitta con il Foggia, per spingere la società a prendere questa decisione. Comunque credo che nel calcio, come negli altri sport, il silenzio stampa non sia giusto, perchè uno deve sempre metterci la faccia, anche quando le cose vanno male".
- A lei è mai capitato di doversi tappare la bocca su iniziativa della società?
"Sì, mi è successo quando allenavo il Potenza. Però in quel caso a parlare fu il presidente. Insomma la società parlò".
- A proposito di società, lei lo scorsa stagione ha allenato il Milazzo, cacciandosi in una situazione disastrosa. L'avrebbe mai immaginato?
"Francamente no. L'esperienza, comunque, è stata positiva. Sono finito al Milazzo, dopo avere allenato l'anno precedente il Giulianova, perchè Simone Grillo, che avevo allenato in passato, era diventato il consulente di mercato della società mamertina guidata da Peditto. Ho scelto Milazzo perchè Grillo mi diceva che dietro Peditto, eventualmente, c'era il salvagente di Lo Monaco. Ma così non è stato. Le aggiungo di più. Pensi che prima di andare a Milazzo parlai anche con il mio amico Mazzarri che è rimasto in buoni rapporti con Pietro Lo Monaco dai tempi di Acireale".
- Parliamo del suo Poggibonsi? Siete un po' la sorpresa di quest'avvio di campionato. 
"Guardi, siamo una squadra giovanissima. A parte il nostro capitano Pera, tutti gli altri hanno un'età molto bassa. Credo che in tutta la Lega Pro siamo la squadra più giovane. Stiamo andando bene, al di là delle previsioni. Credo che sia il frutto dell'entusiasmo con il quale i miei ragazzi scendono in campo".
- Domenica giocherete quindi questa carta. Il sorriso e la tranquillità contro le facce arrabbiate dei peloritani?
"Fino a un certo punto. Perchè tranquilli non ci sentiamo affatto, anche se perdere a Messina ci può stare. Affronteremo una squadra importante che magari sta avendo per ora dei problemi. Gente come Corona, Guadalupi, Bucolo, Ignoffo, Lasagna possono fare la differenza. Non sarà facile per noi, anche se il mio presidente vorrebbe sempre vincere".
PIANETA MESSINA


lunedì 14 ottobre 2013

ACQUA IN BOCCA

Il momento è delicato, è vero, le parole non bastano più. Servono i fatti. E allora cosa c'è di meglio di un bel silenzio stampa? Detto fatto. E il "bavaglio" a calciatori e tecnico è servito. Ma per par condicio, anche i dirigenti del Messina non apriranno bocca con i giornalisti. "Da questa sera e fino a nuova comunicazione", come recita uno scarno comunicato stampa diramato intorno alle 19 dalla società giallorossa.
Messaggio ricevuto. Per questa settimana e non si sa per quanto tempo, calciatori, allenatore e dirigenti del Messina vanno lasciati in pace. Per ricaricare le batterie e soprattutto per ritrovare un po' di serenità dopo il fiume di critiche sulla pessima prestazione contro il Foggia, sull'effettiva bontà dell'organico e sulle strategie societarie finora messe in campo. Acqua in bocca dunque. Scelta che può non essere condivisa, ma comunque da rispettare. E se servirà a qualcosa, cioè se domenica batteremo il Poggibonsi, quasi quasi conviene proseguire il silenzio stampa. Così, per scaramanzia.
PIANETA MESSINA

domenica 13 ottobre 2013

SPROFONDO GIALLOROSSO, MA DI CHI E' LA COLPA?

Imbambolato, a tratti inguardabile. Un Messina così brutto è difficile da digerire. E il Foggia ringrazia, asfaltando i peloritani con una prestazione caparbia e ordinata. Il pesante tonfo del Messina, che non perdeva in casa da due anni, è figlio soprattutto dei demeriti degli uomini di Catalano, incapaci oggi di giocarsela almeno sul piano nervoso, consegnandosi all'avversario dalle prime battute e trovando solo cinque minuti d'orgoglio nel finale, quando il risultato era ormai compromesso. E il 3-0 che i satanelli infliggono al Messina suona come una pesante frustata a una squadra che ora deve interrogarsi sul proprio futuro. E c'è da chiedersi, a questo punto, quanto valga in effetti quest'organico, con tutti gli alibi del caso (vedi infortuni) e quanto sia colpa solo dell'allenatore se la squadra non gira. Finisce così tra i fischi e i cori contro tutto e tutti. E prima della doccia, un lungo "faccia a faccia" nello spogliatoio.
Il primo gol del Foggia realizzato da Giglio che anticipa Ignoffo (foto Fabrizio Pernice)
Esordio per l'argentino Piovi, mentre in difesa si rivede dal primo minuto Cucinotta preferito a De Bode. Catalano dà fiducia dall'avvio a Parachi, con Gherardi relegato in panchina. Esordio al "S. Filippo" per il portiere Iuliano al posto dello squalificato Lagomarsini. Foggia con le idee molto chiare in avvio, mentre il Messina soffre il pressing alto dei pugliesi che già al 2' pungono con una ripartenza di Venitucci. Sfera che rotola poco distante dal palo. La timida reazione nel Messina è tutta in un tiro smorzato di Lasagna neutralizzato dal portiere Narciso. Troppo poco per impensierire un Foggia arcigno che al 18' spezza il risultato con il gol di Giglio che anticipa Ignoffo su palla velenosa dalla bandierina.
Messina imbambolato, con il Foggia che cerca di chiudere la partita con folate improvvise che mettono in crisi la retroguardia messinese. Al 35' è Agostinoni che tenta il gol della domenica da una ventina di metri e tre minuti dopo è Cavallaro a scaldare i guantoni di Iuliano che si rifugia in angolo. La replica del Messina nel primo tempo si esaurisce in un calcio di punizione di Quintoni che si spegne sull'esterno della rete.
L'argentino Piovi è stato sostituito nella ripresa da Guadalupi (foto F. Pernice)
Ripresa sulla falsariga del primo tempo. E allora Catalano getta nelle mischia Guadalupi, che rientra in campo dopo circa un mese dall'infortunio al ginocchio. Gli fa spazio l'argentino Piovi che nel primo tempo non ha inciso molto. Peloritani vicini al pareggio con Guerriera. Stop e tiro al volo, ma palla che sorvola la traversa. La stituazione non si sblocca e Catalano prova la terza punta, con l'ingresso di Buongiorno al posto del difensore Silvestri. Messina sbilanciato, che così si espone alle ripartenze del Foggia. E Agostinoni, esterno molto alto, ci riprova con una sassata che sfiora la traversa. Ancora Foggia, stavolta con D'Allocco, la difesa del Messina si salva con affanno.
Al 71' la partita in pratica si chiude. Arriva il raddoppio del Foggia, sempre sugli sviluppi di un corner. Mezza dormita della difesa peloritana, Cucinotta cincischia e zampata di Licata per il 2-0 dei pugliesi.
Il Messina è al tappeto, ma tre minuti dopo si rialza con la forza della disperazione con una sassata di Parachì, ma Narciso si salva. Ci prova ancora il Messina, più con il cuore che con le idee. E nel giro di un minuto i giallorossi confezionano due palle gol. Prima è Guadalupi che fa partire un missile disinnescato da Narciso, poi è Cucinotta a non trovare l'attimo. Il portiere foggiano ci mette una pezza, ci prova poi Ignoffo ma il Foggia si salva.
E così, secondo una vecchia regola non scritta, invece del brodino dell'eventuale 2-1 arriva la terza mazzata in pieno recupero, con Zizzari che si prende anche gli applausi di rabbia dei tifosi del Messina.
PIANETA MESSINA
Guadalupi, al rientro dopo quasi un mese di stop, tenta di bucare la difesa foggiana (foto F. Pernice)


Il destro al volo di Parachì neutralizzato dal portiere del Foggia nella ripresa (foto Fabrizio Pernice)
Iuliano battuto da Zizzari in pieno recupero. E' il 3-0 per il Foggia (foto F. Pernice)
Salvataggio del portiere Narciso su semirovesciata di Cucinotta (foto Fabrizio Pernice)
Iuliano si rifugia in angolo su una sassata dalla distanza di Cavallaro (foto F. Pernice)

sabato 12 ottobre 2013

CATALANO METTE L'ELMETTO "SARÀ UNA BATTAGLIA"

Pochi fronzoli, servono punti come il pane. E non c'è Foggia che tenga, perché la classifica piange. Ma Catalano vede il bicchiere mezzo pieno e spiega subito perché.  "Partiamo dalle buone prestazioni di Salerno e Aversa, da come stiamo adesso in campo. Ora, come avete visto, creiamo più occasioni. Sono molto fiducioso, la squadra sta già dando chiari segnali di miglioramento. Contro il Foggia speriamo di essere più fortunati, perché nel calcio conta anche questo".
- Che partita ti aspetti contro il Foggia?
"Sarà una battaglia, il Foggia è ben attrezzato, cambia spesso modulo, ha diverse soluzioni, ma noi faremo una grande partita perché ci servono i tre punti".
- Il Messina ha cambiato il modo di stare in campo. DIfesa più alta e squadra più corta che si muove come un monoblocco. C'è però da sistemare qualcosa?
"Nell'azione che ha portato al calcio di rigore ad Aversa è stato commesso un errore. È ovvio che se abbiamo un atteggiamento propositivo con la difesa un po' più alta, dobbiamo stare attenti dietro. In settimana abbiamo lavorato anche per evitare questi errori in certi meccanismi difensivi".
PIANETA MESSINA

ECCO PIOVI E SCOPONI, TANGO ARGENTINO IN SALSA GIALLOROSSA

Il centrocampista Piovi tesserato dal Messina
Ora Ezequiel ed Elias, i due giovanottoni argentini pescati oltreoceano dal patron Lo Monaco, sono a tutti gli effetti due calciatori del Messina. Due nomi tipicamente sudamericani, ma due cognomi molto familiari: Piovi e Scoponi. Sono giovani, è vero, ma molto più che semplici promesse. Il primo è un centrocampista dai piedi vellutati, il secondo un difensore arcigno quanto basta. E hanno due cose in comune. L'età (entrambi 21enni) e il Vélez Sarsfield, società argentina dove sono cresciuti. E la terza cosa in comune, adesso, si chiama Messina, che a distanza di sette anni torna a ballare il tango.
Il difensore sudamericano Scoponi
L'ultimo argentino che ha indossato la maglia giallorossa, per chi ama le statistiche, è stato nel 2006 l'attaccante Roberto Nanni che però non ha lasciato il segno.
Prima di lui "El Pampa" Sosa (stagione 2004), altro punteros che invece ha lasciato un ottimo ricordo tra i tifosi peloritani. Ma il primo calciatore argentino che vestì la maglia biancoscudata è stato Esteban Josè Herrera, anch'egli attaccante, che approdò a Messina nel 2003.
Con l'arrivo di Piovi e Scoponi sale a quattro il numero degli stranieri in giallorosso. I due sudamericani si aggiungono al portoghese Ferreira e allo spagnolo Guilana.
PIANETA MESSINA 



venerdì 11 ottobre 2013

PADALINO CARICA IL FOGGIA. "IL MESSINA E' AFFAMATO DI PUNTI? PURE NOI"

L'allenatore del Foggia, Pasquale Padalino (foto Vincenzo Maizzi)
Uno strappo alla regola, ogni tanto, non fa male. Così il tecnico del Foggia, che di solito non concede interviste telefoniche (tantomeno prima della conferenza stampa che l'allenatore pugliese ha tenuto questa mattina in Puglia), ha rilasciato a Pianeta Messina le prime dichiarazioni in vista dell'attesa sfida di domenica in riva allo Stretto. Ieri sera siamo riusciti a intercettare il 41enne timoniere pugliese, foggiano purosangue, ex difensore dell'era Zeman, con una carriera importante che toccò l'apice con la maglia della Fiorentina.
- Padalino, domenica troverete un Messina con la pancia un po' vuota, quindi affamato di punti. Preoccupato?
"Di solito mi soffermo sulla mia squadra, quindi non posso pensare troppo alle esigenze dei nostri avversari. Dico comunque che un Messina affamato mi preoccupa nella giusta misura. Ma anche noi abbiamo fame di punti. Il fatto che il Messina abbia colto un solo punto nelle ultime tre giornate fa parte di quei momenti di una stagione che capitano a tutti".
- Lei ne sa qualcosa. L'inizio del Foggia è stato da incubo. Un solo punto nelle prime tre giornate, poi vi siete ripresi con cinque punti nelle tre tappe successive.
"Guardi, se ripenso a quella gara interna persa con la Vigor Lamezia, dico solo che loro hanno sfruttato le uniche due occasioni avute nell'arco della gara. Noi abbiamo sprecato parecchio, è stata una partita stregata. A Melfi e in casa del Tuttocuoio mi sento di dire che avremmo meritato di più del pareggio".
- Quindi i sei punti vi stanno stretti?
"Credo di sì, ma se il campo ha detto questo dobbiamo accettarlo".
- Quanto c'è di Ventura, con il quale ha iniziato la carriera di allenatore e di Zemanlandia nel suo modo di plasmare la squadra?
"Un allenatore deve essere sè stesso, anche se certi insegnamenti ci sono stati. Quindi mi sento Padalino, non credo che debba imitare qualcuno".
- Ma che Foggia dobbiamo aspettarci al "S. Filippo"?
"Proveremo a giocarci la partita, tenendo conto dell'avversario che è di tutto rispetto. Domenica sarà una partita tra due squadre dalle grosse tradizioni che vogliono recitare un ruolo importante in questo campionato. Veniamo da una bella vittoria contro il Martinafranca che però non ci deve fare cullare sugli allori. Sappiamo che a Messina non sarà facile, ma alla fine cercheremo di portare a casa un buon risultato".
PIANETA MESSINA

mercoledì 9 ottobre 2013

METAMORFOSI MESSINA. "DIFESA PIU' ALTA, SQUADRA PIU' CORTA E AGGRESSIVA"

Il difensore del Messina, Alessio De Bode, spiega in cosa il Messina è cambiato
Partiamo dall'unica sbavatura del Messina ad Aversa per capire, paradossalmente, che la metamorfosi giallorossa è in pieno corso. Esattamente dalla partita di Salerno. Il segreto? Semplice. Difesa più alta, per aggredire meglio gli avversari e squadra più corta, compatta, per dare meno respiro alla manovra avversaria. E torniamo alla sbavatura di Aversa, che è poi figlia di questa linea difensiva che sale di più in fase di possesso. L'episodio è quello dell'imbucata per Orlando, che in area viene falciato da Lagomarsini. Rigore e cartellino rosso.
E a raccontarci nel dettaglio cos'è successo e perchè è successo, è il difensore De Bode, il primo ad essere "tagliato" dal lancio per Orlando che è sfuggito anche alle grinfie di Ignoffo.
"E' stata un'imbucata improvvisa, noi abbiamo perso palla a centrocampo sulla rimessa con le mani a nostro favore. In quel momento eravamo tutti con la difesa alta, proprio perchè eravamo noi a doverci riversare nella trequarti dell'Aversa per aggredirli. Fino a quel momento questo nostro atteggiamento aveva funzionato. L'Aversa aveva subìto sempre questo nostro gioco aggressivo".
- Invece, quel lancio improvviso vi ha trovato impreparati.
"Se c'è stato il calcio di rigore, ovviamente, qualcosa è stato sbagliato. Però abbiamo fatto tutta la partita con la linea difensiva più alta rispetto al passato e tranne un contropiede nella ripresa, non abbiamo rischiato nulla".
Quintoni ritrovato dopo la buona prova di Aversa (foto Fabrizio Pernice)
- Messina più coraggioso, ma anche jellato nelle due fatiche campane. Avete cambiato pelle, ora volete passare alla cassa...
"Questo è l'atteggiamento giusto. Il problema di prima era che giocavamo con i reparti troppo distanti tra loro. Ora stiamo bene, c'è più compattezza. Siamo sulla strada giusta. A Salerno e Aversa lo abbiamo dimostrato. La squadra è stata molto incisiva, avremmo meritato molto di più in entrambe le partite".
-  La classifica piange, ora servono punti per ritrovare un po' di serenità. 
"Le due prossime gare consecutive in casa arrivano nel momento giusto. Vogliamo fare sei punti, ma pensiamo prima al Foggia. E' una partita che spero richiami tanta gente allo stadio. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi, sono la nostra spinta in più. Il gioco e il carattere lo abbiamo ritrovato, ora mancano solo i punti. Ripeto, noi stiamo bene, siamo carichi. Sappiamo che non può sempre girare storto e alla fine se giochi bene la vittoria arriva".
- Magari arriva anche il tuo primo gol, visto che sui corner ci provi sempre...
"Nella prima amichevole che ho fatto a Taormina segnai una doppietta. Ad Aversa e Castel Rigone ho avuto due buone occasioni. Mi piacerebbe segnare il primo gol in campionato, ma alla fine l'importante è battere il Foggia. Chi segna non ha importanza".
PIANETA MESSINA