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domenica 28 aprile 2013

CI VEDIAMO AL "S. FILIPPO"

Festa solo rinviata. Non basta il pari di Ragusa per regalare ufficialmente la Lega Pro. A guastare i piani del Messina, l'exploit del Cosenza a Torre Annunziata, per certi versi inaspettata anche nel risultato finale (1-5). Messina rabberciato, con qualche rinuncia di troppo, per improvvisi malori dopo il pranzo a Ragusa. Giallorossi privi dell'acciaccato Ignoffo, dei due interni di centrocampo Bucolo (neanche in panchina) e Maiorano e del giovane Caldore. Nella distinta non figurano neanche Parachì e Chiaria, quindi spazio dall'avvio a Cocuzza a fare coppia in avanti con Corona.
Incursione del portoghese Ferreira nel primo tempo a Ragusa (Foto Furrer)
Catalano rispolvera Savanarola, mentre la nota più lieta è il ritorno nel gruppo, anche se in panchina, di Agatino Chiavaro, dopo quattro mesi di assenza forzata. Ma a causare questo mini terremoto nella formazione, un'intossicazione alimentare che ha colpito, poco prima di giungere allo stadio, cinque giocatori: Chiaria, Parachì, Bucolo, Maiorano e Caldore. Scatta così il piano B, per un Messina che già doveva rinunciare all'acciaccato Ignoffo. Messina quasi in emergenza, ma con un organico comunque di livello per poter reggere l'impatto con la gara. E nel piano B c'era anche la speranza che il Cosenza non vincesse a Torre Annunziata. Ma il piano è saltato, perchè dal "Giraud" non sono arrivate buone notizie. E allora succede che il Messina deve cambiare atteggiamento, soprattutto nel secondo tempo, quando i peloritani hanno capito che solo vincendo (il Cosenza stava asfaltando il Savoia) si poteva festeggiare oggi la promozione. Così, dopo un primo tempo alla camomilla (solo due occasioni sprecate da Savanarola), il Messina sembra più intraprendente ad inizio ripresa, sfiorando subito il vantaggio con Corona, ma Ferla è bravo a disinnescare una girata del capitano. Ci prova ancora Re Giorgio, ma Ferla ancora una volta mette una pezza. Sulla respinta si avventa Cucinotta, ma la difesa ragusana si salva. Le due fiammate giallorosse sono però illusorie, perchè il Messina pian piano si accontenta del pari, anche se il Ragusa, con la forza della disperazione, sfiora due volte il gol.
Corona ha sfiorato il gol che avrebbe regalato oggi la promozione matematica (Foto Furrer)
Prima con Foderaro, che cincischia in piena area, poi con Bonarrigo che timbra l'incrocio dei pali. Poi più nulla, il Messina mette in ghiaccio lo 0-0, inanellando la diciottesima gara utile consecutiva (ultima sconfitta datata 9 dicembre 2012, trasferta di Cosenza).
Ora prepariamoci all'ultimo atto, il più atteso, domenica al "S. Filippo". Contro la derelitta Nissa si potrà finalmente timbrare la promozione. E sarà una grande festa, stavolta quella vera.

sabato 27 aprile 2013

CATALANO: "E' GIUNTA L'ORA A RAGUSA PER FESTEGGIARE"

Per Catalano è l'ora di chiudere i conti.  Promozione matematica a un passo (Foto F.Pernice)
La pancia non è ancora piena, manca la frutta. Ma basta una ciliegina per saziarsi e dire ufficialmente addio a una categoria che ci ha tenuti prigionieri per cinque anni. Ci sentiamo tutti già in Lega Pro, è vero. Abbiamo festeggiato senza strafare, è stato bello, ora serve l'aritmetica per chiudere poi in casa con lo scudettino promozione già sul petto. E allora, a Ragusa, è vietato sbagliare. Nessun calo di tensione, perchè il Messina troverà un avversario tosto, inguaiato fino al collo, che battaglierà su ogni pallone. Catalano e i suoi ragazzi questo lo sanno e il tecnico ci ha fatto ultimamente il callo. "Finora i nostri avversari li abbiamo trovati sempre agguerriti. Ora ci tocca il Ragusa che vorrà batterci dopo la partita persa male a Licata. Ce la metteranno tutta per crearci problemi, ma noi andremo lì anche per vincere. Dopo 17 partite di fila vogliamo mantenere la nostra imbattibilità. A Ragusa dobbiamo chiudere il campionato. Partiremo per vincere la partita. Se arriva un pareggio, per carità, lo accetteremo, perchè in campo c'è anche un avversario da rispettare".
- Un orecchio a Torre Annunziata?
"Ho letto che i giocatori del Savoia sono stati contestati. Il Cosenza troverà un ambiente caldo perchè gli uomini di Amura vincendo potrebbero riagguantare un piazzamento play off.  Comunque noi dobbiamo pensare al Ragusa, perchè vogliamo chiudere matematicamente il campionato".
- Immagini una festa bis al "S. Filippo" contro la Nissa?
"Sarebbe bello avere un'altra cornice di pubblico come domenica scorsa. Le emozioni che abbiamo provato con diecimila tifosi allo stadio non la dimenticheremo mai".
- Catalano già blindato? La panchina non te le tocca nessuno...
"Beh, spero proprio di sì, anche se la società non mi ha comunicato nulla di ufficiale. Ma sono tanti anni che sono con loro, ci conosciamo bene. Credo che continueremo insieme quest'avventura con il Messina".
- Tornerai in Lega Pro. Ma è vero che è più facile allenare in questa categoria?
"E' un campionato totalmente diverso. La D è molto difficile, devi fare i conti con tante variabili. La regola degli under, certi arbitraggi, avversari con scarsa tecnica e molta corsa. In Lega Pro molte cose sono diverse, ma c'è tempo per parlarne, anche perchè vorremo essere tra i protagonisti di quest'autentica corsa ai primi nove posti per accedere alla Serie C unica".
PIANETA MESSINA
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ANASTASI: "Il MESSINA? NON VERRA' QUI PER IL PARI"

Giuseppe Anastasi, tecnico del Ragusa
I guai del Ragusa, la faccia felice del Messina. Due realtà che fanno a cazzotti e che s'intrecceranno in una partita. Gli iblei sono in piena bagarre play out e sembrano condannati a disputarli, ma l'allenatore Anastasi, contattato da Pianeta Messina, non si dà per vinto. "Non sono rassegnato, anche se certi risultati dell'ultima giornata non mi sono piaciuti".
- Ad esempio la vittoria del Noto nella tana della Gelbison?
"Non è il solo risultato che mi ha sorpreso. Anche la sconfitta del Città di Messina a Paternò, ad esempio, non mi è piaciuta".
- Ora, quindi, contro il Messina non avete alternative ai tre punti. Che avversario vi aspettate?
"Verrà qui per vincere, anche se per me il Messina è già in Serie C. Ma nonostante le forza dei nostri avversari, che hanno dominato questo campionato, non abbiamo paura. Rispetto sì, ma nessun timore. Noi dobbiamo vincere, non abbiamo alternative. Per avere qualche speranza di uscire dai play out dovremo fare 6 punti nelle prossime due gare, contro Messina e Cosenza".
- Non le sembrano un po' tantini 6 punti?
"Arrivati a questo punto della nostra stagione, che abbiamo compromesso lo scorso dicembre con un mancato rafforzamento in difesa, non possiamo preoccuparci della forza dei due prossimi avversari".
- Il Messina non perde da 17 gare. E' la difesa meno perforata del girone, nelle ultime 4 trasferte tre vittorie e un pari. Le conveniva un Messina già promosso.
"Forse sarebbe stato meglio per noi. Ora, invece, il Messina non può venire a Ragusa per pareggiare. Ripeto, verra qui per vincere, ma in tre punti servono anche a noi".
Il gol partita realizzato da Corona nella gara d'andata (Foto Fabrizio Pernice)
- Una sfida così attesa, in un palcoscenico muto.
"Un peccato e anche un'ingiustizia non potere avere i tifosi sugli spalti. Tra l'altro, avrebbero vietato anche la trasferta ai supporter del Messina e anche questa cosa non la ritengo giusta. Tornando alla partita a porte chiuse, vorrei solo ricordare che durante Palazzolo-Noto si sono ammazzati e non è successo nulla. Da noi succede la minima cosa contro la Cavese e ci hanno proibito di giocare con il nostro pubblico questa partita delicatissima contro la capolista".
PIANETA MESSINA
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venerdì 26 aprile 2013

LO MONACO: "PRIMO PASSO PER TORNARE IN ALTO"

Il patron del Messina Pietro Lo Monaco (Foto Fabrizio Pernice)
Quella marea umana in Curva Sud, roba da stropicciarsi gli occhi, è stato un marchio a fuoco. Il primo vero orgasmo dopo 5 anni di rapporti un po' frigidi. I diecimila del "S. Filippo" sono il certificato di garanzia che a Messina si può e si deve tornare a fare calcio ad alti livelli. E il patron Pietro Lo Monaco, a bocce ferme, racconta a Pianeta Messina cosa significa per lui quel grande gesto d'amore che i supporter giallorossi hanno manifestato nel big match contro il Cosenza.
Una domenica bestiale, a tinte forti, a tinte giallorosse, di quelle che non si dimenticano. L'ondata di supporter al "S. Filippo", con quella curva da Serie A, ha toccato il cuore del fautore di questo nuovo progetto Messina. "La prima cosa che mi ha colpito quando sono arrivato allo stadio  - confessa Pietro Lo Monaco - è vedere tante auto parcheggiate all'esterno. Già da lì si è capito quanta gente stesse per arrivare al S. Filippo".
- Poi, quando ha visto quella curva?
"Eh, lì è stato emozionante. Direi che la risposta è stata importante. E' stato emozionante vedere tante famiglie, bambini con le bandiere e le sciarpe del Messina. Significa che abbiamo seminato bene. I tifosi erano perplessi, all'inizio, dopo tanti anni di grosse delusioni. Ora la gente viene di più allo stadio perchè s'identifica in qualcosa. E' normale che i nostri tifosi hanno bisogno di sentire che esiste un progetto preciso per tornare dove il Messina merita di stare".
- Cioè dove?
"Prima di parlare di massimo palcoscenico dobbiamo fare le cose per bene, una alla volta. Per ora pensiamo alla prossima C2 che ha un'importanza notevole".
La Sud stracolma. I tifosi del Messina hanno mostrato i muscoli (Foto Fabrizio Pernice)
- Basta entrare fra le prime nove per ritrovarsi in terza serie. Un boccone prelibato per tante squadre. Lei si sente già nell'anticamera della B?
"Nella corsa per la terza serie ci sarà anche il Messina. Noi dobbiamo andare avanti, non ci possiamo fermare. Il Messina è stato recentemente ad alti livelli ed è lì che deve tornare".
- Lei ha detto, alcuni mesi fa, che questa città è morta. In una Messina così malridotta, è possibile tornare a fare calcio importante?
"Gli stimoli li dobbiamo fare venire noi. Domenica scorsa è stata una prima vittoria. Diecimila persone non si trovano neanche in Serie B".
- Tra un mesetto, questa città impercommissariata avrà finalmente un sindaco. Il Messina sarà un potenziale "bacino" di voti. Avverte il rischio di essere usati dalla politica?
"Non credo, perchè la gente riesce a distinguere le persone serie dai chiacchieroni. Noi, comunque, non ci faremo usare da nessuno".
- Domenica scorsa qualche candidato illustre si è già visto in tribuna.
"Vuol dire che è un vero tifoso del Messina. Se diventerà sindaco tanto meglio per noi".
PIANETA MESSINA  

domenica 21 aprile 2013

UN OCEANO DI GIOIA

CARNEVALE GIALLOROSSO LEGA PRO IN TASCA

Bucolo esulta a fine gara verso la Curva Sud stracolma. La promozione è ormai cosa fatta 
Ma chi se ne frega della matematica. La festa è esplosa lo stesso. Il Messina è virtualmente in Lega Pro. E al triplice fischio di Bisichecchi è iniziato il carnevale giallorosso. I primi a travestirsi da tifosi sono stati i calciatori del Messina, che mezzi nudi e con l'ugola a mille hanno iniziato ad abbracciarsi, contagiando subito i diecimila del "S. Filippo". E' fatta. Alla faccia della matematica, oggi il Messina è con due piedi tra i professionisti, anche se manca l'ufficialità. 
Messina che mette subito le cose in chiaro. Il primo squillo al 6'. Magia di Corona che serve Bucolo, palla sul destro e gran bordata che costringe Cutrupi a una respinta affannosa. Ancora Messina, due minuti dopo, con un lancio in area e il sospetto fallo di Liotti su Ignoffo, ma per l'arbitro non è calcio di rigore. Al 15' la prima svolta della gara, con l'infortunio all'attaccante del Cosenza Foderaro, dopo uno scontro fortuito con un avversario.
Il tecnico Gagliardi, che già deve fare a meno di Mosciaro, getta nella mischia Marano. Ma il Cosenza non avverte il contraccolpo e si  affaccia in area giallorossa con Pesce che di testa spedisce oltre la traversa. Replica del Messina con Corona che viene però anticipato dal portiere cosentino. Ma il Cosenza ci prova ancora e al 28' confeziona la  prima vera palla gol, ancora con Pesce, ma è bravo lagomarsini a neutralizzare in angolo. Poi è solo Messina.
Lo spogliarello del portoghese Ferreira. La festa promozione è già iniziata
Prima con Ferreira che spara alto su assist di Corona, poi con Re Giorgio che sfrutta un assist del portoghese e trafigge Cutrupi, ma la rete viene clamorosamente annullata per una inesistente posizione di fuorigioco del bomber peloritano. Inutili le proteste nei confronti del guardalinee che ha sventolato la presunta posizione irregolare di Re Giorgio solo dopo che il bomber ha scoccato il tiro vincente. 
Passano quattro minuti da quest'episodio contestato e ne arriva un altro, anche se meno evidente. Corona s'incunea tra due avversari in area sacra e finisce a terra. L'attaccante protesta, ma l'arbitro gli sventola il cartellino giallo per simulazione. Nel finale di primo tempo ancora tre squilli del Messina, prima con Chiaria che non riesce a deviare in rete un cross di Corona, poi con una fuga sulla catena di sinistra, palla al piede, di Guerriera che sul più bello si fa anticipare dal portiere. Il terzo tentativo porta la firma di Corona, inesauribile, che impegna il portiere Cutrupi.
Ripresa ad alta tensione, con il Messina che cerca il gol promozione, senza però offrire il fianco alle ripartenze del Cosenza.
La Curva Sud mozzafiato all'ingresso delle squadre in campo (Foto Fabrizio Pernice)
Ci prova subito Ferreira che scarica un fendente respinto da un difensore sul palo, si avventa sulla sfera Guerriera che a porta fuota spedisce incredibilmente alto. Un minuto dopo, ancora il portoghese, ispiratissimo, scarica un gran destro che costringe Cutrupi a rifugiarsi in angolo. E il Cosenza? Il silani non riescono a pungere più, allora Gagliardi inserisce una punta, l'ivoriano Gassama, al posto del terzino Cavallaro, ma gli effetti non si vedono. E' il Messina a fare la partita, anche se i peloritani non riescono a confezionare vere palle gol, nonostante gli innesti di Cocuzza (al posto di Chiaria) e Savanarola, che nel finale dà il cambio a Ferreira.  Ma lo 0-0 serve a tenere a "meno cinque" il  Cosenza a due sole fatiche dalla fine e con l'ultima in casa contro la derelitta Nissa. Basta fare due conti e il gioco è fattto. Lega Pro, stiamo arrivando.
PIANETA MESSINA
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sabato 20 aprile 2013

FACCIA A FACCIA, GAGLIARDI E' ARRIVATO A MESSINA

Non si sa se si stringeranno la mano, ma di sorrisetti di circostanza ce ne saranno pochi. Catalano e Gagliardi oggi si ritroveranno di fronte, nel partitone dell'anno, perchè il tecnico del Cosenza, anche se un po' febbricitante, è arrivato da poco a Messina. L'allenatore del Cosenza ha così raggiunto la squadra, in ritiro da ieri in un noto albergo di Messina. Ad accompagnarlo, in auto, un dirigente della società silana. L'assenza di Gagliardi sarebbe un problemone per il Cosenza, perchè il suo "secondo" Aceto non può accomodarsi in panchina perchè squalificato. E questo aveva fatto subito pensare che Gagliardi, anche se in condizioni precarie, oggi sarebbe stato a Messina.
Ci siamo, dunque. Tempo grigio, ma i colori della festa restano vivi. Oggi il Messina può dare il colpo di grazia al Cosenza e tornare nel "salotto" dei professionisti, da dove cinque anni fa una famiglia ci fece uscire. Oggi è una domenica speciale, con un vagone di emozioni che ci accompagneranno, perchè dopo aver raschiato il fondo del barile torniamo finalmente a rivedere la luce. Battere il Cosenza per chiudere subito il conto e abbracciare la promozione davanti ai 7mila del "S. Filippo" e all'unica rivale di questo campionato. Migliore sceneggiatura non potrebbe esserci. Ma non sarà facile, anche se il Cosenza, com'è arcinoto, sarà "orfano" di Mosciaro, che comunque ha seguito la squadra nel ritiro pre partita in un noto albergo di Messina. "E' normale che avrei voluto giocarla questa partita, mi dispiace per i miei compagni, per il mister, per i nostri tifosi, ma in quella mia accesa protesta contro il guardalinee a Cava dei Tirreni ero talmente arrabbiato che non ho pensato a niente. E' la prima volta che mi succede una cosa del genere. Ho letto cosa ha detto Corona sul mio conto. Mi avrebbe voluto in campo. Conoscendolo, sono sicuro che l'ha detto lealmente. Corona è una persona seria, lo stimo tanto per ciò che ha dimostrato da calciatore e da uomo. Ricordo una partita importante, credo i play off, tra Pisa e Juve Stabia. Segnammo entrambi, io giocavo con il Pisa".
Leonetti, responsabile dell'area tecnica del Cosenza (Foto Mannarino)
Ma il Cosenza, anche se privo del suo bomber, resta un avversario temibile, soprattutto perchè sarà obbligato a cercare il colpaccio per tenere accesa la fiammella. Leonetti, responsabile dell'area tecnica, però non si fa troppe illusioni. "Cinque punti in meno a sole tre giornate dalla fine e con il Messina che l'ultima giornata gioca contro la Nissa mi sembra una situazione veramente difficile per noi. Ma abbiamo il dovere di crederci sempre. Noi abbiamo fatto un grande campionato, ma bisogna riconoscere che il Messina, nell'intero percorso di questa stagione, sia stata la squadra più forte del girone".
PIANETA MESSINA

CATALANO: "VOGLIO CHE SIA L'ULTIMO GIRO"

Non è un sabato come gli altri. C'è un profumo diverso, ammaliante, che aleggia in queste ore. La promozione è lì, a un passo. E per acchiapparla ci vuole l'ultimo sforzo, forse il più duro, ma che serve per brindare al ritorno tra i professionisti dopo cinque anni d'inferno. Messina-Cosenza è tutta qui. L'atto finale di una sfida iniziata otto mesi fa, novanta minuti per mettere il timbro nel passaporto promozione, forse l'ultimo giro nella giostra delle emozioni. E a salire sull'ottovolante saranno almeno in settemila, domani al "S. Filippo", per abbracciare la truppa di Catalano ormai a un'inezia dal traguardo. E il tecnico peloritano non ha dubbi. Nessun calcolo, nessuna strategia. In campo solo per vincere. "Vogliamo che sia l'ultimo giro, ma dobbiamo rispettare il Cosenza stando attenti alle loro ripartenze. Vogliamo vendicare la sconfitta dell'andata e dimostrare in campo che la vittoria di questo campionato è strameritata".
- Ma che partita sarà secondo te?
"All'inizio credo che le due squadre si studieranno un po'. Sia noi che loro vogliamo vincerla questa partita. Poi, in corso d'opera, tante cose possono cambiare. Ma all'inizio non possiamo fare calcoli".
- Le polemiche le porta via il vento, oppure certe parole restano scolpite?
"Non voglio commentare tutto quello che è stato detto, a sproposito, sul Messina e anche sul sottoscritto. Sono cose che danno fastidio, ma come ho detto anche a qualche giornalista di Cosenza, io adesso penso solo alla partita".
- Siete a un passo dal trionfo. Nel ritorno tra i professionisti c'è anche la tua firma. Hai accettato anche le critiche ad inizio stagione. Erano meritate?
"All'inizio non è mai facile mettere insieme tanti giocatori. Il Messina è una squadra rivoluzionata rispetto allo scorso campionato. All'inizio siamo partiti con il 4-3-3, poi abbiamo cambiato modulo. Credo che la svolta sia stata dopo la vittoria di Palazzolo, all'ottava di campionato. Lì abbiamo capito che potevamo veramente puntare alla vittoria del campionato".
PIANETA MESSINA

IL DS FERRIGNO: "PER NOI E' IL PRIMO MATCH-BALL"

C'è chi si preoccupa più del rischio pioggia che del Cosenza. Ma chi se ne frega se, alla fine, la festa sarà inzuppata non solo di emozioni. Ormai ci siamo. E come in un interminabile incontro di boxe, siamo all'ultimo round, alla resa dei conti. Il Messina è ad un alito dal traguardo. Potrà vincere per knock-out o ai punti, ma la promozione è già in tasca. Il tempo delle parole sta finendo, della cattiverie gratuite da oltrestretto anche. E a proposito di queste, il ds Ferrigno, che finora non le ha mai mandate a dire, apre e chiude subito una parentesi.  "Finora sono state dette tante cose, spesso nel segno di chi rosica e non accetta il verdetto del campo. Solo chi non sa perdere si aggrappa a tutto pur di nascondere questi sei punti di ritardo. Ho letto dichiarazioni di avvicinamento da Cosenza, ma è anche vero che si sta avvicinando la gara. Quindi non credo alle ultime parole. Non ci crediamo, siamo uomini di calcio da tanti anni".
- Ora parlerà il campo. Cosenza quasi con il cerino in mano e senza Mosciaro
"Non mi fido di quello che dicono a Cosenza. E' un'ottima squadra anche senza il suo bomber. Gente come Foderaro, Parisi, Guadalupi è da tenere d'occhio. Dobbiamo stare sul chi va la e scendere in campo con il piglio giusto. Abbiamo il primo match-ball per vincere il campionato e vogliamo sfruttarlo".
- Siete primi da quindici giornate. Il potere non vi ha logorato...
"Direi di no. Siamo stati un grande gruppo, una vera squadra allestita con i tasselli giusti. Parlando con il mio capo, Pietro Lo Monaco, ci siamo detti che i giocatori buoni non è tanto difficile trovarli, ma è la loro gestione che conta. E quando ti accorgi che qualche giocatore fa fatica nell'arco della stagione, bisogna prendere decisioni drastiche come abbiamo fatto quest'anno".
- La grande scommessa vinta sono stati gli under
"Direi di sì. Non ci servivano fenomeni, ma calciatori che di garantiscono un 6 in tutte le gare. Invece hanno dato anche di più. Gente come Cicatiello, Caldore, Caiazzo, Parachì, Lagomarsini, Comegna hanno dato un grande apporto alla squadra. Chi non ha  giocato sempre, altrove sarebbe stato titolare".
- I tifosi vi premieranno con una cornice da Serie B. Avete fatto risbocciare l'amore per il Messina.
"Il tempo è stato galantuomo. La gente era ovviamente stufa di giocare in questo campionato di Serie D. Ora siamo a un passo e mezzo dalla Lega Pro, con un progetto societario per riportare la squadra in pochi anni dove gli compete. Anche se domenica ci saranno diversi tifosi cosiddetti occasionali, non è mai troppo tardi neanche per loro. L'importante è che la città si stia risvegliando intorno alla propria squadra di calcio".
- Ora è facile incensare Catalano. Mai dubbi sull'allenatore?
"Mai. Sappiamo come lavora. Ha saputo gestire alla grande il gruppo e nelle scelte ha sempre messo al primo posto la squadra e mai il singolo. All'inizio è stato un po' criticato, ma sapevano che ci voleva tempo. Anche Scoglio è stato criticato a Messina. Quando siamo arrivati a Messina sapevano che in questa piazza così importante ci sono i pro e i contro. E' una città che ti regala domenica prossima oltre settemila persone allo stadio, ma che ti può criticare se non vai bene. Altrimenti facevo il direttore sportivo della Nissa o a Montalto Uffugo".
- Un voto a Ferrigno?
"No, i voti non so darmeli. Chiedete alla società. Preferisco che me li diano gli altri".
- Ma l'ultimo complimento Pietro lo Monaco quando te l'ha fatto?
"Sono cinque anni che sono con il direttore. Lui mi conosce bene. Anche una pacca sulle spalle è un complimento. Se lui non è incazzato è già un complimento".
PIANETA MESSINA
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venerdì 19 aprile 2013

LA "CORRIDA" SI AVVICINA CORONA NELL'ARENA MOSCIARO RESTA IN CASTIGO


L'urlo del capitano.  Il Messina è a un passo dalla promozione (Foto Fabrizio Pernice)
Scalpita come un toro. I suoi occhi dicono tutto. Occhi di ghiaccio, ma il fuoco dentro. Il capitano è pronto alla corrida. E il "S. Filippo" domenica somiglierà alla grande e antica arena di Plaza de Toros di Siviglia.
Re Giorgio va subito al sodo e ci spiega cosa servirà per incornare il Cosenza. "Non possiamo sbagliare l'approccio. Dobbiamo rispettare il Cosenza, ma cercare di vincere perchè domenica vogliamo chiudere i conti".
E subito arriva la prima stoccata ai silani. "Noi, rispetto a loro, non siamo stati mai invidiosi. Non ho mai visto, ad esempio, il mio allenatore parlare male di altre squadre".
- Però, adesso, Gagliardi ha riconosciuto che il Messina è meritatamente primo in  classifica...
"Ho letto la vostra intervista, ma ho il sospetto che l'abbia detto adesso perchè c'è questa partita da giocare a Messina. E' la prima volta, se non  sbaglio, che dà i giusti meriti alla nostra squadra".
- Torniamo alla sfida di domenica. Qual è l'errore da non commettere?
"Non dobbiamo fare calcoli. Dovremo essere aggressivi, agonisticamente cattivi. Non possiamo metterci a difendere. Faremo invece la nostra solita partita. Attaccheremo con intelligenza".
- Cosa conterà di più, cuore o gambe?
"Noi stiamo fisicamente molto bene, ma domenica non conterà la condizione fisica. In una partita così importante e decisiva ciò che conta è il cuore".
- Temi il Cosenza?
"Lo rispetto, ma nessun timore. Anzi spero che riducano anche la squalifica a Mosciaro (oggi, invece, la Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso ndr). E' giusto che sia una partita aperta, alla pari, così nessuno potrà recriminare qualcosa. L'ho detto più volte che Messina e Cosenza sono due squadre che non possono stare in Serie D, ma quest'anno abbiamo meritato di più noi".
- Qual è stata la svolta decisiva?
"Credo la sconfitta casalinga del Cosenza contro la Vibonese. Lì hanno sprecato una grossa occasione per riavvicinarsi".
- Domenica farete una "scorpacciata" di tifosi. Biglietti volatilizzati dopo pochi giorni. Sarà l'arma in più?
"Sono sicuro che domenica giocheremo 12 contro 11. I nostri tifosi potranno trascinarci alla vittoria. Vogliamo festeggiare la promozione con tutta questa gente che ha sofferto tanto negli ultimi anni".
- L'ultima promozione l'hai gustata con la Juve Stabia. Qui stai vincendo, invece, la tua scommessa
"Ti riferisci al fatto che volevo restare finchè non tornavo con il Messina tra i professionisti?
- Appunto. E ora che fai. Lasci o raddoppi?
"Per ora penso solo alla partita contro il Cosenza, anche se già so cosa farò il prossimo anno". E giù un sorrisino che parla da solo.
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giovedì 18 aprile 2013

GAGLIARDI: " NON POSSIAMO FARE CALCOLI, IL MESSINA Sì "

L'allenatore del Cosenza, Gagliardi, al "S. Vito" nel match d'andata (Foto Fabrizio Pernice)
Oggi ha parlato Re Giorgio. Il capitano giallorosso, dopo la partitella infrasettimanale, ha incrociato taccuini e microfoni per raccontare le proprie sensazioni in vista della partitissima di domenica. In serata pubblicheremo l'intervista piuttosto "pepata" che Corona ha rilasciato a Pianeta Messina. Re Giorgio non ha risparmiato frecciatine al Cosenza e al suo allenatore Gagliardi, ma ha anche parlato del proprio futuro a Messina.
Ieri, intanto, Pianeta Messina ha contattato l'allenatore dei silani, Gagliardi, che ha fatto uno "strappo" al silenzio stampa che lo stesso tecnico si era imposto in vista del big-match contro il Messina.
- Pronto a rispondere a tutte le domande?
"Per carità, non mi tiro mai indietro".
- Ci siamo. Domenica la resa dei conti. Come immagina questa super sfida?
"Faccio una premessa. Noi abbiamo il massimo rispetto per il Messina che merita il primo posto in classifica. Detto questo, sarà una partita molto tirata, difficile da pronosticare. Una partita del genere la puoi preparare al massimo, nei minimi dettagli, ma poi in campo prevarrà chi sbaglierà di meno. Il Messina, con cinque punti di vantaggio e il fattore campo a favore, può fare tutti i calcoli. Noi no. A noi serve solo un risultato".
- Il Messina, comunque, punta dritto alla vittoria per brindare alla promozione. 
"Può scrivere, per favore, che l'unica cosa che non penso è ciò che vuole fare il Messina?".
- Perchè? Non le serve sapere che tipo di partita faranno i suoi avversari?
"Ripeto. Noi non possiamo fare calcoli. Arrivati a questo punto, non posso preoccuparmi di cosa vorrà fare il Messina. Devo solo pensare a cosa dobbiamo fare noi".
- Conferma quella dichiarazione dopo il pari di Cava de' Tirreni?
"A quale dichiarazione si riferisce?"
- Lei avrebbe detto, così abbiamo letto, che "la terza arbitrale ha voluto lanciare un messaggio". A cosa alludeva?
"Sono sincero. Non ricordo di avere detto esattamente queste parole. Il concetto era un altro. Contro la Cavese abbiamo subìto dei torti arbitrali che hanno visto tutti e che hanno danneggiato il nostro campionato. Tutto qui".
- Ma il campionato non lo avevate compromesso prima, perdendo in casa con la Vibonese?
"Questa è una domanda maliziosa..."
- Non credo. E' una domanda.
"Allora le rispondo che così come abbiamo perso quella partita, ne abbiamo vinte altre fuori casa, contro Gelbison e Ribera, che in molti non si aspettavano. Quindi non abbiamo nulla da rimproverarci. Ma se non vinciamo una gara perchè un arbitro o un assistente di linea sbaglia in maniera clamorosa, il discorso è diverso".
- Ma gli arbitri sbagliano anche in A, figuriamoci in D. Ma non rischia di diventare un alibi? Il distacco dal Messina è di cinque-barra-sei punti.
"Non è un alibi, perchè ho già detto che il Messina merita di essere primo in classifica. Noi non possiamo rimproverarci nulla, abbiamo disputato un grande campionato, con il migliore attacco, tante partite vinte, ma abbiamo avuto la sfortuna di avere un avversario più forte. Il Messina è stato più bravo di noi, con una società più forte, capace di allestire un organico di primordine e di prendere decisioni intelligenti, come ad esempio la rinuncia a un giocatore come Leon. A Messina quest'anno hanno remato tutti in una direzione. Tifosi, stampa, società e questo è importante".
- Che accoglienza si aspetta al "S. Filippo"?
"Guardi, le do una chicca. Qualsiasi accoglienza riceverò, resterò sempre legato a questa città che mi ha dato una laurea".
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mercoledì 17 aprile 2013

FODERARO: "CI CREDIAMO, IL S. FILIPPO NON MI FA PAURA"

L'attaccante Foderaro in gol domenica scorsa contro il Licata (Foto Mannarino)
Ci credono ancora. Forse. Perchè quel meno cinque è un macigno che la capolista gli ha scaricato sul groppone da sei domeniche. E da quella sconfitta a Palazzolo, datata 10 marzo, per il Cosenza non c'è stato più verso. Sempre con quel meno 5 (sarebbe un meno 6) che somiglia adesso a una gogna. Eppure ci credono, ma fino a che punto? Lo abbiamo chiesto all'attaccante del Cosenza Giovanni Foderaro, contattato ieri sera. "Ci crediamo tanto - confessa Foderaro - è giusto che sia così. Per noi c'è solo un risultato per accorciare un po' e alimentare la speranza che c'è ancora".
- Al "S. Filippo" troverete un bell'ambientino. Timori?
"A me non fa paura giocare davanti a tanti tifosi. E' normale che tanta gente darà una carica in più al Messina che sta meritando di essere primo in classifica. Se ci battono vincono il campionato con due giornate d'anticipo. Il Messina avrà quindi tanta voglia di vincere, spero che si sbilancino un po' e magari potremmo fare lo scherzetto in contropiede".
- Ma non dovreste essere voi ad attaccare di più? Il pareggio non vi servirebbe...
"E' vero, ma non possiamo offrire il fianco a una squadra esperta come il Messina. Se vogliono la promozione domenica, devono essere loro a portare a casa i tre punti".
Insomma, la pretattica è già iniziata. Sempre meglio delle sgradevoli polemiche a distanza che hanno avvelenato i rapporti tra le due rivali del campionato. Su questo punto, Foderaro (arrivato a dicembre a Cosenza, 6 gol finora) taglia corto. "Dico la verità. Nello spogliatoio noi calciatori non abbiamo mai parlato di queste polemiche a distanza. Io non le ho lette, nè sentite. Se qualche parola di troppo è scappata si è esagerato. La classifica è lì, il Messina sta meritando di essere primo in classifica. Noi stiamo facendo un grosso campionato, il problema è che loro stanno andando ancora più forte di noi".
La conlcusione vincente di Foderaro contro il Cdm (Foto Mannarino)
- Ci dica la verità. Ma qual è stata la differenza tra voi e il Messina?
"Abbiamo preso un sacco di gol, ma non solo per colpa della difesa. Il Messina è stata una formazione più quadrata. Per vincere un campionato bisogna essere squadra in tutti i reparti. Ricordo quella sconfitta casalinga con la Vibonese. Stavamo vincendo, poi abbiamo perso. E quella domenica il Messina pareggiò in casa con la Gelbison. Una grande occasione che abbiamo gettato al vento per avvicinarci in classifica".

martedì 16 aprile 2013

FEBBRE GIALLOROSSA

La febbre sale, ma è una bella febbre. Carica di passione, emozioni, roba quasi dimenticata negli ultimi anni di oscurantismo. Ora il Messina è lì, a un passo dal trionfo. Serve l'ultimo sforzo, l'ultimo acuto per infiocchettare una stagione impeccabile. Ma per tornare già domenica tra i "prof" bisognerà battere il Cosenza, dare il colpo di grazia all'unica rivale che ha conteso finora il traguardo finale. E per capire meglio come si sta vivendo anche a Cosenza la vigilia di questa domenica bestiale, Pianeta Messina ha deciso di ospitare il commento di un collega, Antonio Clausi, al quale va riconosciuto il grande equilibrio nella sua disanima dell'intero campionato delle due rivali.
"Qualche tempo fa su Repubblica, Maurizio Crosetti ha scritto una verità sacrosanta. “A volte succede che la vera curva sia la tribuna, nel senso di tribuna stampa: non dovrebbe accadere, ma tant'è. Se tu non fossi stato tifoso da ragazzino, difficilmente avresti deciso di dedicarti poi al giornalismo sportivo perché, come il calcio, anche lo scrivere di sport nasce dalla passione e non è materiale freddo. Lo diventa, nel tempo, quando al tifo si sovrappone il mestiere (oppure il fantacalcio, ma quella è un'altra storia). Quando non succede, sono possibili pericolosi e antipatici cortocircuiti”.
Fatta questa doverosa premessa, che non è per nulla un modo di alzare bandiera bianca, parlare di Messina-Cosenza diventa per me molto più facile. Che non sarà una partita come le altre è evidente, in ballo c’è una promozione che libererebbe la città vincitrice dalle catene del dilettantismo. Una catarsi vera e propria, insomma. Il Cosenza proverà a far suo l’incontro, gioca a carte scoperte e vuole dimostrare all’Acr che nella gara secca non ci sarebbe mai storia. Inoltre ha la consapevolezza che, con la forbice di cinque punti, non c’è null’altro da perdere oltre a quanto si sia già lasciato per strada.
l discorso non vale per la capolista. Si trova meritatamente in vetta, ha il dente avvelenato per la gara di andata e può vantare un’ampia rosa da cui attingere. Conquistare la Lega Pro in casa, contro la rivale, sarebbe pertanto la classica ciliegina sulla torta. Sebbene possa risultare antipatico sottolinearlo, aver giocato per trequarti di stagione senza Arcidiacono ha inciso in negativo sulle prestazioni dei Lupi. Non è un giocatore di D, non lo è nemmeno di Seconda Divisione: per le caratteristiche che ha dimostrato di possedere e in relazione al livello tecnico del torneo, avrebbe potuto segnare una rete a partita. Più di Mosciaro, anche lui da categoria superiore ed altro grande assente, “Biccio” è una sorta di crack per i match di quarta serie. La classifica, tuttavia, probabilmente non sarebbe cambiata, almeno nelle posizioni.
Il Messina doveva vincere il campionato e si è attrezzato per farlo sin da giugno, il Cosenza no. Spesso non basta avere una grande squadra per arrivare primi al traguardo, serve invece l’equilibrio tra le tre componenti fondamentali: società, spogliatoio e tifoseria. Quando si altera la posizione di una rispetto alle altre, l’esito è pressoché scontato. Dire che l’undici di Gagliardi (o di Catalano) è il migliore, è talmente soggettivo che ogni argomentazione potrebbe essere smontata in un amen. Sottolineare invece che non vincono quasi mai i più forti, ma i più organizzati, è un dato di fatto. Lo Monaco ha scelto di investire nel Messina per riportare i giallorossi tra i professionisti ed ha creato i presupposti per farlo senza sbagliare una virgola.
La piazza ha sposato le sue idee e il progetto è decollato. Guarascio, al contrario, è diventato presidente perché gliel’ha chiesto il sindaco ed ha pagato lo scotto del noviziato. Ha avuto la fortuna di potersi avvalere di un’area tecnica competente capeggiata da Stefano Fiore. Nonostante l’ultimo vero numero dieci dei Lupi abbia ottimizzato i costi non dimenticando di dare qualità all’organico, il modo di intendere il calcio è troppo distante da quello della proprietà. I contrasti, ormai insanabili, hanno avvelenato l’ambiente. Il presidente ha scelto di fidarsi di Quaglio, l’amministratore delegato, in lotta sin dal primo giorno con il direttore sportivo. Negando a Gagliardi i rinforzi richiesti a dicembre, la società ha indirizzato la propria annata verso un altro secondo posto. A prescindere dal risultato del "San Filippo", i supporter rossoblù ringrazieranno i calciatori e allenatore per il rendimento avuto.
“Non bisogna avere rimpianti” ha detto Gagliardi domenica in conferenza stampa, ma forse qualcuno ce l’ha pure lui. E non sono solo di natura sportiva che pure dovrebbero esserci".

Antonio Clausi

lunedì 15 aprile 2013

LO MONACO: "BATTIAMO IL COSENZA E FACCIAMO FESTA"

"Pronto?"
- Come va direttore?
"Bene, bene. Mi dica, di che vuole parlare?"
- Ci siamo? Domenica c'è il primo match-ball...
"E' una partita che attendevamo da tanto e meglio di così non poteva presentarsi. Se battiamo il Cosenza potremo festeggiare la meritata promozione davanti ai nostri tifosi e ai nostri avversari che hanno tentato di contendere questo importante traguardo finale".
- Come se lo immagina il "San Filippo" domenica?
"Ci sarà una degna cornice di pubblico per una giornata di festa che vogliamo dedicare a tutti i tifosi del Messina, anche a quelli che domenica verranno allo stadio per la prima volta. Ma abbiamo bisogno anche di loro".
- Si avverte nell'aria che il vento sta cambiando. E' tornato il profumo del calcio. E' l'inizio di cosa?
"Nel calcio, si sa, contano i risultati e non le chiacchiere. Negli ultimi anni, purtroppo, i messinesi hanno subìto solo umiliazioni. Oggi ci stiamo preparando alla festa, ma già stiamo progettando il futuro. La programmazione è alla base di tutto, quest'anno il Messina ha dominato il campionato perchè alla base c'è stato un lavoro di équipe, dal presidente all'ultimo dei collaboratori. Ora vogliamo aprire nuovi scenari, però prima battiamo il Cosenza e chiudiamo domenica il discorso".
- La promozione è a un passo. L'ultima la colse sette anni fa dalla B alla A con il Catania. Questa con il Messina che sapore ha?
"Per me le promozioni sono ogni anno, quando sei capace di progettare qualcosa d'importante. C'è sempre gioia, al di la della categoria, se alla fine di tanti sacrifici il campo ti ripaga. Oggi sono veramente contento per questa felicità che stiamo dando ai messinesi. E' stato un campionato difficile che il Messina sta meritando di vincere perchè si è dimostrata la squadra più continua".
- L'ultima cattiveria da Cosenza è un fotomontaggio con lei e il ds Ferrigno. E in mano le hanno appioppato due mazzette di banconote con un titolo inequivocabile. Se la sente di dire qualcosa?
"Se ci saranno gli estremi per una denuncia all'autorità competente lo faremo. Ma aggiungo che i campionati non si vincono facendo casino, polemiche inutili e tarantelle sugli organi d'informazione. I campionati si vincono sul campo e con una società organizzata alle spalle".

domenica 14 aprile 2013

ORMAI E' FATTA, LA FESTA PUO' GIA' INIZIARE

La gioia dei peloritani dopo il primo gol di Chiaria al "Giraud" (Foto  Paolo Furrer)
Feroce, da vera regina del campionato. E ora è quasi fatta. Messina che espugna il "Giraud", soffrendo solo nel finale il tentativo di remuntada del Savoia.
Bastano cinque minuti per schiodare il risultato, con l'inzuccata ferale di Chiaria su un cioccolattino servitogli da Bucolo. Per il portiere Vitiello inizia una domenica da incubo. Il Savoia è colpito a freddo, ma tenta di rialzarsi. E lo fa con un colpo di testa di Malafronte che trova pronto Lagomarsini. Ma il peggio per i campani deve ancora arrivare, visto che il Messina dà l'impressione di voler divorare gli avversari per mettere subito in ghiaccio il risultato. 
Raddoppio sfiorato due volte, prima con Ferreira che cincischia in piena area di rigore, poi con Cucinotta che di testa, sugli sviluppi di un corner, grazia il portiere Vitiello. Ma il 2-0 è lì, dietro l'angolo e arriva puntuale, con il lancio fatato di Bucolo che innesca Corona in un contropiede micidiale. Re Giorgio vola come un ragazzino palla al piede e sgancia un missile che incenerisce il portiere campano. Per il capitano giallorosso è il 14° acuto stagionale.
Savoia al tappeto, ma il Messina infierisce. Dal raddoppio di Corona passano appena cinque minuti ed ecco servito il 3-0 per l'apoteosi giallorossa. E per la terza volta è il piedino magico di Bucolo a servire su un piatto d'argento, nuovamente a Chiaria (stavolta dalla bandierina) per la doppietta dell'attaccante peloritano. Per Chiaria è l'ottavo sigillo dal suo arrivo (a gennaio) in riva allo Stretto.
Savoia annichilito, ma gli uomini di Amura rendono le tre pillole meno amare, riducendo il passivo con la rete di testa di Malafronte che si avventa bene su un cross dalla destra sul secondo palo.
Ripresa con un altro Savoia, almeno nei primi dieci minuti. Il Messina dà l'impressione di voler gestire il vantaggio e i campani tentano di riaprire la gara con Guarro che al 51' fa venire i brividi alla difesa giallorossa.
Il portiere Vitiello trafitto dal colpo di testa di Chiaria (Foto Paolo Furrer)
Ma il Messina, sornione, non sta a guardare ed è pronto a pungere per chiudere la pratica con un poker. E al 56' è Ferreira a sfiorare il gol con un tap-in su cross di Guerriera. Savoia, però, che non si rassegna alla sconfitta e riprova a pungere, sfiorando stavolta il gol, con il palo timbrato da Guarro.
Catalano vede Corona un po' acciaccato e lo sostituisce con Cocuzza, il Savoia resta  in dieci per l'espulsione di Pallonetto (doppio giallo), ma il Messina non trova la lucidità per chiudere il conto, anzi rischia di subire il gol con il solito Guarro che si fa ipnotizzare da Lagomarsini. Ma il Savoia raschia il barile e trova le ultime forze per riaprire la gara con il gol al 79' dell'argentino Vicentin. E' il momento più difficile per il Messina che stringe i denti, blindando il 3-2 fino al triplice fischio. E ora sotto con il Cosenza. La festa può già iniziare.
PIANETA MESSINA
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Il gran destro di Corona in contropiede. E' il 2-0 per il Messina (Foto Nunzio Iovene)


PRIMI SCATTI DAL "GIRAUD"

A destra il ds Ferrigno al "Giraud" di Torre Annunziata circa due ore prima della gara (Foto Furrer)
L'esterno dello stadio "Giraud" stamane in una splendida giornata di sole (Foto Furrer)


sabato 13 aprile 2013

CATALANO: "SE VINCIAMO PROMOZIONE IN TASCA"

Catalano non ha dubbi,  a Torre Annunziata servono i tre punti (Foto Fabrizio Pernice)
Carico come una molla. E stavolta arriva anche a sbilanciarsi. Catalano punta una montagna di fiches e scommette forte per godersi una domenica bestiale. A Torre Annunziata c'è una grossa fetta promozione da addentare con la fame della squadra feroce. Senza fronzoli, perchè acchiappando la nona vittoria esterna si potrebbe già mettere lo spumante in frigo.  Ma il Savoia, dato per malconcio, in casa finora ha mantenuto la sua verginità. E' l'unica squadra del girone, oltre al Messina, a non avere mai perso davanti ai propri tifosi, vincendo finora ben dieci gare e pareggiandone cinque. Facendo due conti, in casa il Savoia ha collezionato più punti del Cosenza. Numeri importanti che la truppa di Amura mette sul piatto di una sfida che si preannuncia scoppiettante. Ma il Messina ha numeri che spaventano anche una squadra ipercasalinga come il Savoia. Otto vittorie finora in trasferta, miglior difesa del campionato (13 reti, la metà di quelle incassate dal Savoia), imbattuto da una vita e la voglia di mettere un bel timbro sul passapporto promozione.
Catalano, prima di partire con la squadra per la trasferta chiave della stagione, ci racconta di aver letto le dichiarazioni di Amura rilasciate a Pianeta Messina. "Sì, ha detto che la squadra non è quella della gara d'andata. E' vero, il Savoia ha cambiato qualche giocatore, ma in casa non ha mai perso. Quindi non mi fido, ma le nostre motivazioni sono diverse dalle loro. Dobbiamo cercare di vincere a tutti i costi, ci sarà da soffrire ma dovremo arrivare allo scontro diretto contro il Cosenza con lo stesso vantaggio".
- Adrenalina a mille?
"C'è un'atmosfera positiva. Siamo molto concentrati, sappiamo che la meta si sta avvicinando. Vincendo a Torre Annunziata sarebbe quasi fatta, avremmo la promozione in tasca".
- Al "Giraud" con un Corona in più  nel motore
"L'esperienza di Giorgio sarà fondamentale, come lo è stato finora in tutto il campionato. Se poi segnerà il gol vittoria sarebbe il massimo".
- Hai letto le dichiarazioni di Leonetti del Cosenza?  Secondo lui con Gagliardi il Messina avrebbe già vinto il campionato da tempo.
"Meno male che non è venuto al posto mio. Altrimenti che noia sarebbe stato questo campionato. A parte la battuta, le polemiche non mi interessano, ma se Leonetti dice così ammette che la nostra squadra è più forte. Io, invece, non credo che il Cosenza, sulla carta, sia inferiore a noi".
Re Giorgio rientra dopo una giornata di squalifica (Foto Fabrizio Pernice)
- E allora, il pilota o l'auto? Cosa conta di più?
"Entrambi, ma credo che sia importante avere un allenatore che oltre al dato tecnico, tattico e atletico, visto che io curo anche quest'ultimo aspetto, garantisca anche la gestione del gruppo. Ho fatto delle scelte sempre per il bene del Messina e ho avuto la fortuna di avere dei calciatori intelligenti che hanno saputo fare spogliatoio. Solo così si resta primi in classifica per tanto tempo".
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