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venerdì 30 novembre 2012

LO MONACO: "QUI PER VINCERE MA IL COMUNE..."

Il Savoia, il caso Leon, i tifosi e qualche "frecciata" al Comune. Partiamo dalla... fine di una chiacchierata, tutta d'un fiato, con il "patron" Pietro Lo Monaco, contattato da Pianeta Messina. E salta fuori un tasto dolente, che Lo Monaco ci racconta senza giri di parole, alla sua maniera. "Capisco tutto, capisco che il Comune non naviga in buone acque, però non sta nè in cielo nè in terra che dobbiamo accollarci spese che non ci competono o comunque tutte da verificare, come la bolletta da 14mila euro per la luce che il Comune ci ha fatto pervenire. Così non mi piace, noi lo stadio lo abbiamo rimesso in sesto, a spese nostre. Quando siamo arrivati, lo sapete, lo stadio San Filippo era in condizioni pietose".
Messina primo e soli duemila tifosi allo stadio. Qualcosa non quadra.
"Ma cosa devo dire. Lo zoccolo duro dei tifosi ci è sempre vicino, ci segue anche in trasferta. Quindi a questi tifosi non possono rimproverare nulla, anzi li ringrazio. Gli altri messinesi che per ora stanno a casa, probabilmente in questi anni di serie D si sono assopiti. Ma il tempo è galantuomo e sono sicuro che molte di queste persone ritroveranno le motivazioni per tornare in massa allo stadio".
- Ad esempio, restando primi in classifica il più a lungo possibile.
"Noi abbiamo un obiettivo. Vincerlo questo campionato. Ma non è facile, ci sono anche le altre. Comunque siamo primi in classifica e per restarci dobbiamo continuare ad avere fame di vittoria".
- Il Savoia lo mette tra le rivali del Messina? Amura ha detto che loro non sono tra le favorite. Lei conosce Amura. Gioca a nascondino?
"Il Savoia è una buona squadra, ma sono d'accordo con il suo allenatore. Non è chiamato a vincere per forza questo campionato. Il Savoia, però, può provare a dare fastidio. Il campionato è ancora lungo".
- Domanda inevitabile. Che sapore ha per lei questa gara?
"Mah, sapore. E' normale che il Savoia è la squadra della città dove sono nato anche calcisticamente. Ma la partita di domenica noi dobbiamo vincerla. Il mio presente si chiama Messina".
- Le scoccia se torniamo sulla faccenda Leon? 
"No, perchè dovrei scocciarmi? Parliamone".
- Lui ha detto di avere chiesto scusa a fine gara per quella reazione. Ma non è solo per quello che lo avete scaricato.
"Leon deve chiedere scusa per le prestazioni con la maglia del Messina. Ma quanto ha giocato? Ci avevano detto che era tutto a posto per il tesseramento, invece è successo quello che sappiamo tutti. Poi quel primo tempo, domenica scorsa. Lasciamo stare. Noi Leon lo abbiamo pagato, e pure bene... ".
Corona dolorante dopo il primo gol al Licata. Parachì lo abbraccia (Foto F. Pernice)
- Tocchiamo ferro e tutti gli amuleti. Le prossime due gare, con Savoia e Cosenza, possono arare un bel solco?
"Vediamo, pensiamo a una gara per volta. E' ovvio che vogliamo presentarci a Cosenza da capolista. Quindi la squadra deve pensare per ora solo alla sfida con il Savoia. Allo scontro diretto ci penseremo da domenica sera".
PIANETA MESSINA

giovedì 29 novembre 2012

AMURA: "AL SAN FILIPPO A VISO APERTO"

Sasà Amura,  tecnico del  Savoia, la scorsa stagione dopo l'esonero a Milazzo fu sostituito dal vice Catalano
Una partita speciale per lui, Sasà Amura, torrese purosangue, timoniere di un Savoia che sotto sotto spera ancora di rientrare nel salotto buono del campionato. Speciale perchè rivedrà domenica al "S. Filippo" qualche vecchia conoscenza legata alla sua esperienza non fortunata alla guida del Milazzo, quando il gruppo lo Monacò lo esonerò, affidando la squadra al suo vice, Catalano, che ora si troverà di fronte. "E' stato un periodo infelice per me - ricorda Amura -   ma non ho nessuna voglia di rivalsa".
- Catalano guidò poi il Milazzo al suo posto. Le brucia ancora quell'esonero?
"A chi non dispiace essere sollevato dall'incarico? Ma ormai è acqua passata, nessun rancore".
- Sicuro?
"A Messina saluterò alcune persone, altre no. Ma non mi chieda chi".
- Un pezzo di questo Messina lo conosce bene.
"Certo, i vari Bucolo, Comegna, Quintoni, Parachì sono stati miei calciatori a Milazzo. Li conosco bene e so quanto valgono. Ma il Messina ha anche altri elementi di assoluto valore".
- Ha saputo di Leon?
"Ho saputo, ho letto qualcosa. Comunque per noi è sempre meglio non trovarcelo in campo contro".
- Conosce bene Pietro Lo Monaco, torrese come lei. Ha anche lavorato con lui ai tempi del Catania. Dove può arrivare il Messina con un patron come lui?
"Pietro Lo Monaco ha costruito una squadra per vincere subito. Quindi non mi sorprende che il Messina sia primo in  classifica. Semmai pensavo che potesse avere un distacco maggiore dalle altre contendenti".
- E a proposito di rivali. Il suo Savoia è un po' attardato. Che succede?
"Ci manca qualche punto che avremmo meritato. In almeno cinque gare non siamo stati fortunati. Noi giochiamo partita dopo partita, sempre per vincere. Comunque devo chiarire una cosa. Chi continua a dire che il Savoia ha finora deluso perchè era favorita per la promozione sbaglia. Innanzitutto perchè noi non siamo partiti per vincere ad ogni costo il campionato. Per un fatto di blasone sì, ma il nostro organico non è quello di Messina e Cosenza, ad esempio".
- Scusi, ma che fa. Si nasconde?
"No, ci mancherebbe. Anzi. Non vorrei essere frainteso. Il fatto che non ritengo il Savoia una vera favorita di questo campionato non toglie il fatto che noi ce la giocheremo ancora per l'alta classifica".
- E a Messina dovrete giocarvela a viso aperto. Sbaglio?
"Ha indovinato. Sappiamo di dover affrontare un avversario forte, ma noi non giocheremo per il punticino. Non lo abbiamo mai fatto in trasferta e non lo faremo domenica contro il Messina".
PIANETA MESSINA

martedì 27 novembre 2012

"UNA COSA ESAGERATA"

 Un amore che non è mai sbocciato e un matrimonio finito a rotoli. Leon fa le valigie, ma racconta a Pianeta Messina il proprio stato d'animo. "Mi sembra una cosa esagerata. Mi pare che ora sto bene fisicamente dopo avere avuto qualche problema per un infortunio. Ho iniziato a giocare a campionato in corso non per colpa mia. Tutti sanno che c'è stato il ritardo nel tesseramento. Poi, domenica scorsa, ho chiesto scusa al mister a fine partita. Sono uscito dall'altra parte del campo, ma non volevo mancargli di rispetto. Negli spogliatoi ho chiarito con il mio allenatore. Non mi sembra di avere picchiato qualcuno o offeso qualcuno".
- Adesso che farai?

"Per ora non lo so. Ho parlato con il mio procuratore. Mi ha detto di rimanere tranquillo, lui parlerà con la società per gli ultimi dettagli dopo la rescissione. A me dispiace tanto per i tifosi del Messina che mi hanno voluto bene. Anche domenica scorsa, dopo la mia sostituzione, mi hanno rivolto un saluto caloroso. A loro adesso mando un grande abbraccio. Porterò con me un grande ricordo dei tifosi messinesi, spero che la squadra vinca il campionato. Lo merita".
                  IL DG GIULIANO: "NON SI E' CALATO NEL GRUPPO"

Il direttore generale del Messina Paolo Giuliano (Ishy foto)
Sul divorzio con "Rambo" abbiamo contattato il direttore generale del Messina, Paolo Giuliano, che parte da un dato. "E' una decisione che non deve essere ricondotta all'episodio di domenica scorsa dopo la sostituzione. C'è da fare una valutazione complessiva. Leon, secondo la società, non si è calato nel gruppo. E questa cosa è una sconfitta per tutti, anche per noi che avevamo puntato su questo calciatore".
- Non si poteva più aspettarlo?

"Si può aspettare chiunque, ma è meglio essere chiari subito, senza ipocrisie. Dal punto di vista umano dispiace, anzi sarei tentato anche a difendere un calciatore che in passato ha giocato ad alti livelli e che in questo tipo di campionato si è trovato male perchè non ha avuto il giusto approccio mentale. Anche la reazione di domenica scorsa e l'atteggiamento in campo confermano un dato che avevamo notato da un po' di tempo".
PIANETA MESSINA

SILURATO LEON

Alle 17,54 il comunicato ufficiale dell'Acr Messina. Poche righe per ufficializzare il clamoroso divorzio dal suo "gioiellone".
"L'Acr Messina comunica l'interruzione del rapporto con il centrocampista Julio Cesar de Leon. La società peloritana augura al calciatore honduregno le migliori fortune professionali e personali".
Una decisione netta,  ma le parole del "patron" Pietro Lo Monaco all'indomani della vittoria sul Licata non sono state tenere verso l'honduregno. Ma in pochi avrebbero immaginato un divorzio nell'arco di poche ore. A pesare, oltre ad alcune prestazioni sotto le aspettative, potrebbe essere stata anche la reazione nervosa del giocatore, due giorni fa, dopo la sostituzione all'ottavo minuto della ripresa.
E' stato il ds Ferrigno, al termine dell'allenamento di questo pomeriggio, a comunicare personalmente al giocatore l'intenzione della società di voler interrompere il rapporto professionale. 
 Per ora si sa solo che il manager di Leon, Di Domenico (che stasera si è sentito con il calciatore), parlerà domattina con i dirigenti dell'Acr Messina.
PIANETA MESSINA
(seguono aggiornamenti)

domenica 25 novembre 2012

SCORPACCIATA E SCETTRO

Scorpacciata e scettro. Tutto in un pomeriggio. Un poker al malcapitato Licata, mentre la Gelbison scivola sulla buccia di banana Nissa. E allora vai Messina, nuova capolista del campionato, inseguita ora dal Cosenza che batte la Pro Cavese sui titoli di coda. Messina che dilaga, dunque, con una prestazione intelligente soprattutto nella ripresa, quando i cambi di Catalano sono stati nuovamente azzeccati. Messina che poteva subito sbloccare su rigore, sprecato da Corona, ma Re Giorgio si fa subito perdonare al 17', involandosi come un ragazzino in area su lancio di Chiavaro. Duello vinto con Ignazzitto e palla in fondo al sacco, con il portiere in uscita disperata. Quinto sigillo stagionale di Re Giorgio che domenica scorsa aveva castigato la Pro Cavese. E il Licata? Non ha neanche il tempo di riorganizzarsi che subisce il raddoppio del Messina con missile telecomandato di Parachì, che da una ventina di metri fa secco Valenti.
Un uno-due micidiale che avrebbe steso anche un toro, ma il Licata non si arrende e pian pianino riprende coraggio, affacciandosi dalle parti di Lagomarsini. Prima con una punizione velenosa di Vitale disinnescata da Lagomarsini, poi con Scopelliti che sul più bello trova il salvataggio in extremis di Chiavaro. Licata che ci crede e che dopo una paratona di Lagomarsini su Vella trova il meritato gol al 45' con un'incornata dell'ex Pasca su corner di Vitale. L'attaccante licatese non esulta e riapre la partita.
Nella ripresa, dopo 8 minuti, Catalano inserisce il portoghese Ferreira che rileva Leon.  L'honduregno forse ci resta un po' male. Abbandona il campo dal fronte opposto alla panchina del Messina, riceve comunque gli applausi dalla curva Sud, ma poi sferra un calcione contro il serpentone d'uscita dal terreno di gioco.
La gioia di Parachì e dei compagni dopo il raddoppio (Foto Fabrizio Pernice)
Due minuti dopo, secondo cambio nel Messina. Stavolta è Parachì, autore del raddoppio, a lasciare il campo. Al suo posto Catalano inserisce Comegna, un centrocampista, nell'intento di irrobustire la diga nella zona nevralgica del campo. La doppia mossa funziona, se è vero che il Licata ha più difficoltà a intrufolarsi nelle maglie difensive del Messina che nella fase cruciale della partita si affida alle ripartenze per mettere in cassaforte il risultato. E il terzo gol viene sfiorato, proprio in un'azione di rimessa, da Cocuzza che s'invola sulla catena di sinistra, ma a due passi dal portiere licatese perde l'attimo e si allunga la sfera. Lo stesso Cocuzza, qualche minuto dopo, sfiora di testa davanti a Valenti e al 78' serve un pallone d'oro a Ferreira che come un falco s'incunea in area e con un diagonale mortifero piega i guantoni di Valenti. Tre a uno, ma non è finita, perchè sui titoli di coda arriva il quarto gol. Stavolta è Cocuzza che ringrazia Ferreira, che con un eccesso di altruismo consegna un pallone d'oro al compagno. Cocuzza ringrazia, scarta il portiere e firma il poker.
PIANETA MESSINA
Il primo gol di Corona che scavalca il portiere del Licata (Foto Fabrizio Pernice)


sabato 24 novembre 2012

"UNA PARTITACCIA"

Il direttore sportivo del Messina Fabrizio Ferrigno (Ishy foto)
La sfida con il Licata? "Una partitaccia". Il gioco? "La piazza di Messina merita ben altro, ma il calcio in Serie D è questo". Nuovi arrivi? "Prima di tutto un centrocampista. Poi un attaccante se uno tra Croce, Cocuzza o Corona mi dice che vuole andare via".
Mai banale il ds Ferrigno, con lui non rischi di annoiarti. Risposte chiare, per capire come sta vivendo il Messina questa fase cruciale della stagione, per provare a immaginare cosa può succedere adesso che il calendario, almeno sulla carta, ci dà una mano. Domani il Licata, la "partitaccia" per Ferrigno, poi il Savoia sempre al S. Filippo, un altro cliente scomodo che il ds peloritano non esclude dai giochi per la promozione. "Assolutamente, anzi nel gruppetto delle favorite metterei anche il Città di Messina, che si è rinforzato con l'ultimo acquisto".
- Voi, invece, a chi state pensando?
"A un centrocampista che sappia fare tutte e due le fasi. Insomma, un misto tra Bucolo e Maiorano".
- E lì davanti?
"Solo se qualcuno dei nostri attaccanti mi dice che vuole andare via, allora penseremo a prenderne un altro".
- Sia sincero, ma uno come Tiscione lo prenderebbe?
"Tiscione è bravo, ma sta bene dov'è. In quel ruolo abbiamo altri calciatori".

- Ma c'è qualche bocca di fuoco che le piacerebbe portare a Messina?
"Di attaccanti bravi ce ne sono tanti. A me piacciono quelli che ti creano la superiorità numerica, che fanno salire la squadra, imprevedibili. Attaccanti come Riccobono, Savonarola, ad esempio, hanno queste caratteristiche".
- Direttore, ha fatto due nomi. Che significa?
"Niente, ho fatto solo due esempi. Tutto qui".
- Com'è questa storia della partitaccia?
"Il Licata merita rispetto, ha un allenatore bravo che ha trasmesso alla sua squadra grande combattività. Li dobbiamo affrontare con il giusto piglio, perchè non sarà facile vincere. Quindi sarà una partitaccia per noi".
- Romano, lo sa, ha grande stima per il Messina. Addirittura dice che potrebbe fare una passeggiata se si calerà completamente in questo campionato
"Non sono pienamente d'accordo. Non credo che faremo una passeggiata. Questo campionato lo vincerà chi avrà più cuore e fame".
- Domenica, a Cava, c'è stata la palingenesi del Messina? Siete sembrati cinici e "cattivi".
"Sì, direi una squadra più determinata. Non era facile vincere a Cava. Siamo stati bravi, anche se poi rischi di pareggiare se non chiudi prima la partita".
La rete di Cocuzza lo scorso campionato al Licata.  La gara finì 4-0 (Ishy foto)
-  Però, se queste partite le vinci, significa che anche le scelte di Catalano hanno funzionato.
"Catalano sta crescendo e con lui la squadra. I ragazzi lo seguono, c'è un bel clima nel gruppo. Sul fatto del gioco, dico la verità. A chi non piacerebbe giocare a meraviglia e vincere, ma fra le due cose ci interessa prima vincere, perchè in questo tipo di campionato serve più sostanza e meno fronzoli. Se giocatori tecnici come Leon e Corona, ad esempio, tengono troppo palla gli avversari li menano. Chiunque affronta il Messina è molto aggressivo. E noi dobbiamo fare altrettanto. Però non dimentichiamo che la squadra, in qualche partita, ha anche giocato bene".
PIANETA MESSINA

mercoledì 21 novembre 2012

"UNA PARTITA SPECIALE"

 Romano, ex calciatore del Messina di Aliotta, ora allenatore del Licata (Foto Marrali)
Quella maglia addosso, strasudata, se la sente ancora addosso. Quegli anni ruggenti della risalita dallo scantinato del calcio, sono il tesoretto da custodire gelosamente nella sua carriera di calciatore. E basta poco, un attimo, per riaccendere con Pippo Romano la lampadina dei ricordi. Ora è l'allenatore del Licata, è vero, e domenica ce lo troveremo da avversario, ma con Pippetto è inevitabile iniziare proprio da quegli anni da brivido dei "figli" di Aliotta, il presidente che nessuno dimenticherà mai. "Che dire. Per me Emanuele Aliotta è stato un presidente eccezionale, carismatico, come un padre per noi giocatori. Ci manca tanto. Manca ai tifosi del Messina che lo hanno amato".
- Il più bel ricordo di quegli anni?
"Ce  ne sono tanti, ma il giorno della promozione dall'Interregionale alla serie C2 è stato bellissimo. Da lì iniziò la scalata del Messina verso il palcoscenico che gli spettava".
- Da cinque anni, invece, si è tornati a masticare la polvere dei dilettanti. 
"Sì, però un po' di luce i tifosi, i miei ex tifosi, adesso la intravedono in fondo al tunnel. Mi auguro di vero cuore che il gruppo Lo Monaco riesca al più presto a far tornare il calcio che conta a Messina".
- Parliamo del tuo Licata. Sei arrivato da circa un mese e hai rimesso a galla la squadra.
"La prima cosa che ho fatto è infondere fiducia ai giocatori che moralmente erano a terra. Abbiamo lavorato sodo, con grande dedizione e spirito di sacrificio. Nessuna ricetta magica, ma solo tanta applicazione".
- Contro il Messina è la partita che non vorresti mai giocare?
"E' inutile nascondere che per me è sempre una partita speciale, ma ora sono l'allenatore del Licata e le partite le dobbiamo giocare tutte". 
- Siete in salute da cinque domeniche, ma troverete un Messina gasato e che in casa corre come un treno.
"Lo sappiamo, ma dovremo rispondere in campo con grande compattezza e sacrificio che sono le armi migliori che abbiamo. Se metteremo in campo queste due doti sarà difficile batterci. Guai, invece, se scenderemo in campo pensando che tanto è una partita che si può perdere".
- Cosa ti preoccupa, in particolare, del Messina?
"E' una squadra che, in qualsiasi momento della gara, può tirare dal cilindro la giocata di qualche calciatore importante che ha per risolvere la gara. E' successo domenica scorsa con Corona, la stessa cosa la settimana prima con Leon. Ho sentito dire che non sempre il Messina gioca benissimo, ma in questo campionato non è facile. Conta molto l'aggressività, altrimenti fai fatica. Credo che se la squadra si calerà nella mentalità di questo campionato, farà una passeggiata".
PIANETA MESSINA

domenica 18 novembre 2012

FIRMATO RE GIORGIO

Finisce in rete il pallonetto di Corona che ha regalato la vittoria (Foto Furrer)
Prima viene escluso dai titolari, poi regala al Messina la terza vittoria in trasferta con un delizioso pallonetto, a metà ripresa, pochi minuti dopo il suo ingresso in campo.
Nel segno di Re Giorgio, dunque, una partita che i peloritani vincono grazie al suo bomber. Un successo sudato ma cercato, contro una Pro Cavese mai doma e che consente al Messina di conservare il secondo posto dietro la Gelbison, rimettendosi alle spalle il Cosenza.
Messina a trazione anteriore, con Leon, Parachì e Cocuzza in appoggio al terminale offensivo Croce, preferito a Corona, grande escluso dal tecnico Catalano per dare alla manovra giallorossa maggior profondità rispetto alle precedenti trasferte. Una scelta che era un po' nell'aria, dopo i cambi che l'allenatore giallorosso aveva effettuato nelle due ultime gare, con Re Giorgio sostituito nella ripresa.
 Il nuovo assetto offensivo produce perlomeno un approccio diverso alla gara dei peloritani, che appaiono determinati nel portare palla nella trequarti campana.
Corona scocca il calibrato piatto destro che scavalca il giovane portiere della Pro Cavese (Foto Furrer) 
 Si fa vedere subito Cocuzza, su assist di Leon, poi un serie d'incursioni che però non vengono finalizzate. Ma la Pro Cavese non sta a guardare e si fa vedere con un gran tiro di De Rosa disinnescato da Lagomarsini. Padroni di casa che ci provano ancora, stavolta con Manzi che di testa spedisce sopra la traversa sugli sviluppi di un corner. 
Scampato il pericolo, i giallorossi ripartono a testa bassa alla ricerca del vantaggio e al 35' è Croce a divorare un gol quasi fatto, con un colpo di testa sporco su traversone dalla destra di Parachì.
Pro Cavese che soffre le sfuriate dei peloritani e  che deve anche riunciare al proprio portiere De Luca, costretto ad abbandonare il campo per infortunio. Al suo posto il baby D'Amico, appena 16 anni. E il portierino campano se la cava subito, parando in due tempi una conclusione di Leon. La Pro Cavese, orfano del proprio pubblico, reagisce subito, con un bel tiro di De Rosa che Lagomarsini respinge sulla traversa.
L'esultanza dopo il gol di Corona a metà ripresa, poco dopo l'ingresso in campo del bomber (Foto Furrer)
 Padroni di casa, dunque, sempre pronti a pungere, ma Messina che dà l'impressione di poter fare male. E stavolta è Leon che spedisce a lato, sul secondo palo, su cross calibrato di Cicatiello. L'honduregno poi è velenoso su calcio di punizione, ma il giovane portiere campano sventa in tuffo.
Il tecnico Catalano, a questo punto, dice a Corona di svestire la tuta. Re Giorgio rileva Leon e al 66', pochi minuti dopo il suo ingresso in campo, diventa Re Mida, trasformando in oro l'uno-due con Cocuzza. Il pallonetto di Corona, solo davanti al portiere, regala il prezioso vantaggio ai peloritani. La Pro Cavese accusa il colpo, s'innervosisce (espulsi Manzi e l'allenatore Pietropinto) e il Messina va vicino al raddoppio con Croce che costringe D'Amico a rifugiarsi in angolo. Sui titoli di coda la Pro Cavese va vicino al pari con Alfano, ma in pieno recupero è ancora il Messina che potrebbe raddoppiare con Croce, che però spreca a tu per tu con il portierino campano.
PIANETA MESSINA
La spettacolare parata di Lagomarsini su conclusione di De Rosa (Foto Rispoli)
Le indicazioni di Catalano nella fase cruciale della gara (Foto Rispoli) 


Cocuzza contrastato fallosamente dal terzino della Pro Cavese Bove (Foto Furrer)


sabato 17 novembre 2012

CATALANO: "DOBBIAMO ESSERE PIU' CINICI"

L'allenatore Catalano si aspetta un Messina più cinico in trasferta (Ishy foto)
Non si scompone e se gli fai notare che la faccenda delle pressioni che l'ambiente esercita sulla squadra rischia di diventare un alibi, risponde così: "Fuori si può dire qualsiasi cosa - replica il tecnico Catalano dal ritiro del Messina alle porte di Cava de' Tirreni - noi stiamo lavorando per migliorare il nostro approccio nei primi minuti. Andiamo in campo sempre per vincere e a volte capita che il gioco non sia fluido come vorremmo. Forse perchè non siamo tranquilli e se non sblocchiamo il risultato tutto si complica. Poi, se passiamo in vantaggio, riusciamo ad esprimerci in maniera più sciolta, com'è successo domenica scorsa contro il Sambiase".
-  Leon ha chiesto in settimana ai tifosi di essere più pazienti.
"Se Leon dice una cosa del genere conferma quello che ho appena detto. La squadra avverte questa pressione della piazza. Purtroppo è un dato di fatto".
L'esperto Ignoffo, pilastro della difesa peloritana (Foto Fabrizio Pernice)
- Ma non sono stati i tifosi, nè i giornalisti a dire per primi che questo campionato il Messina lo vuole vincere.
"Sì, è vero. Lo abbiamo detto noi e non ci nascondiamo. Ma da qui a pensare che ogni partita sarà una formalità con un gioco spumeggiante ce ne corre. Sappiamo di essere una squadra forte, ma questo tipo di campionato è difficile. Secondo me, questo Messina giocherebbe meglio in una categoria superiore. Invece siamo in Serie D e non ho visto finora una squadra che gioca benissimo e vince. Non siamo in Serie A". 
- Pietropinto, allenatore della Pro Cavese, ha detto che il Messina va rispettato. Il fatto che vi temano, non è già un vantaggio per aggredirli subito?
"Sì, ma anche se i nostri avversari ci temono, danno anche qualcosa in più per provare a batterci. Ogni domenica ci accorgiamo che contro il Messina tutti mettono in campo il duecento per cento. Tutti fanno la partita della vita, soprattutto quando andiamo in trasferta".
- Ma per fargli passare la voglia, non è meglio mettere subito le cose in chiaro?
"E' questo un punto che dobbiamo migliorare. I ragazzi lo sanno. Noi, ripeto, scendiamo in campo sempre per vincere. Non prendiamo sottogamba nessuno, ma dobbiamo essere più pratici e incisivi sotto porta".
- Senza pubblico e senza Maiorano. Avrebbe preferito con tutte e due?
"Il fatto che si giochi a porte chiuse per noi non cambia nulla. Resta una partita difficile contro un avversario che rispettiamo. Per Stefano mi dispiace, ma anche in passato abbiamo avuto altre defezioni che abbiamo risolto con le giuste alternative. Ma non chiedetemi chi giocherà al suo posto. La formazione la dirò ai ragazzi domattina".
PIANETA MESSINA

venerdì 16 novembre 2012

OCCHIO ALLO "STREGONE"

Mario Pietropinto, detto "Lo stregone", allenatore della Pro Cavese
Messina a caccia di punti nella tana della Pro Cavese, in un clima surreale per il divieto di accesso ai tifosi. Ma i giallorossi sanno che troveranno lo stesso un avversario agguerrito, intenzionato a fare lo sgambetto alla vice capolista del campionato. E i campani, con uno "stregone" in panchina, sono in serie utile da cinque giornate. Due vittorie casalinghe (contro Vibonese e Sambiase) e tre pareggi (l'ultimo in trasferta a Licata) da quando il tecnico Pietropinto è subentrato a Volpi, esonerato dopo l'avvio non brillante della Pro Cavese e il cambio al vertice della società, con il ritorno del presidente Di Marino.
Il Messina è partito oggi, in anticipo rispetto alle altre trasferte, per preparare al meglio questa gara. Domattina è prevista la rifinitura in terra campana, al termine della quale parlerà il tecnico Catalano. Oggi, intanto, Pianeta Messina ha contattato l'allenatore della Pro Cavese, Mario Pietropinto, che lo scorso campionato ha guidato i campani alla vittoria del campionato di Eccellenza.
- Perchè la chiamano stregone?
"Beh, è un appellativo che mi hanno dato a Palma Campania due campionati fa. Forse perchè le squadre che alleno riescono magicamente a ribaltare partite che sembrano compromesse".
- Come domenica scorsa a Licata...
"Esatto. Eravamo sotto di due reti, sembrava una partita finita, invece con grande cuore i miei ragazzi hanno raddrizzato il risultato".
Corona sarà l'osservato speciale della difesa cavese  (Ishy foto)
- Quindi una Pro Cavese tosta. Il Messina cosa deve temere soprattutto?
"Guardi, per prima cosa dobbiamo essere noi a rispettare il Messina. Con grande umiltà e sacrificio affronteremo una delle favorite per la promozione. Il Messina troverà una Pro Cavese con tanto cuore e carattere, perchè in questo campionato le partite non si vincono solo con le doti tecniche".
-  Gara a porte chiuse. Per voi un handicap.
"Dal punto di vista tecnico non cambia nulla. Le partite si giocano in campo e non sugli spalti. Certo, giocare con una bella cornice di pubblico ti dà una carica in più, ma ho catechizzato a dovere i miei ragazzi per affrontare con il giusto piglio il Messina. La mia squadra sta prendendo contezza dei propri mezzi dopo essere stata un po' sballottata per varie vicende societarie".
- Leon ha suonato la carica, dicendo che anche in trasferta serve un approccio forte ad inizio gara. 
"Si vede che Leon, oltre a saper giocare a calcio, conosce bene le dinamiche di questo sport".
- Sa che il Messina, in trasferta, non ha sempre convinto. Questo dato la conforta?
"No, perchè io non mi fido. Il Messina ha giocatori che dalla sera alla mattina possono risolvere la partita. Poi i campionati si vincono così, anche non  giocando benissimo. E il Messina, insieme al Cosenza, resta per me la favorita di questo campionato".
- Un campionato livellato verso l'alto o fin qui modesto?
"Finora non mi sembra straordinario. Non c'è una squadra guida e questo la dice lunga. Credo che a gennaio dovremmo avere un'idea più chiara".
PIANETA MESSINA
Il ds Fabrizio Ferrigno, il presidente Isidoro Torrisi e il dg  Vincenzo Lo Monaco (Ishy foto)

mercoledì 14 novembre 2012

LEON: "IL MIO GOL? LO DEDICO A QUEL RAGAZZO SULLA SEDIA A ROTELLE"

La "linguaccia" di Leon dopo il gol
Un cuore grande così. Rambo racconta a Pianeta Messina un retroscena prima del suo ingresso in campo. E svela a chi dedica, oltre a tutti i tifosi del Messina, il suo fantastico gol su punizione che ha messo al tappeto il Sambiase. "Sono contento di avere dato una grande gioia a quel ragazzino sulla sedie a rotelle che ho visto in tribuna centrale - ci racconta Leon - al freddo, con la mamma e una copertina sulle gambe. L'ho visto da bordocampo, ad inizio secondo tempo, quando stavo effettuando il riscaldamento prima di entrare. Mi ha colpito subito, c'era freddo e vento. Eppure lui era lì e questo significa che è un vero tifoso del Messina. Dedico a lui il mio gol".
- Vorresti conoscerlo?
"Come no. Certo, mi piacerebbe stringergli la mano e dedicargli di persona il mio gol".
- Allora Leon, ora come stai?
"Sto meglio, sto venendo fuori da un momento un po' negativo, sto riprendendo il ritmo partita. Purtroppo sul sintetico di Taormina, in amichevole, mi sono fatto male alla caviglia. Ora mi sono ripreso, sto soffrendo in silenzio e vado avanti".
- Soffrendo? Perchè?
"Sto cercando di calarmi in questa realtà di un campionato per me sconosciuto. Non è facile, io nei campi sintetici o sconnessi ho difficoltà, non riesco a dare il meglio. Ma quando vedo il S. Filippo è già un'altra cosa".
- Secondi, a un punto dalla vetta, ma c'è ancora qualche mugugno per il gioco a intermittenza.
"La qualità ce l'abbiamo, ma pecchiamo per la mancanza di un giusto atteggiamento dall'inizio della gara. Serve più cattiveria, la giusta mentalità appena si scende in campo".
- Quindi accettate le critiche. Vi fanno anche bene?
"Criticare è una cosa normale. Nel calcio ci sta, a patto che le critiche siano costruttive e non distruttive. Sappiamo di giocare in una piazza importante, tocca noi dimostrare di essere all'altezza, ma i nostri tifosi ci devono lasciare tranquilli, devono essere pazienti, perchè noi sappiamo dove possiamo e dobbiamo arrivare a fine campionato".
Leon abbracciato e coccolato a fine gara dal preparatore dei portieri Di Muro 
- Ti scoccia un po' quando si parla di Leon con un po' di pancetta? Che c'è di vero?
"E' una cosa che mi fa sorridere. Chi non mi conosce dice cose inesatte. Una cosa è essere grasso, un'altra è aver aumentato la propria massa muscolare. Io sto bene, prima pesavo 79 chili, adesso 76. E' il mio peso forma e ora che giocherò con più continuità rischio di perdere anche un altro chilo. Io mi sento bene, ho solo voglia di giocare e dare una mano al Messina". 
- Domenica nella tana della Pro Cavese. I vostri tifosi si aspettano un bel regalo.
"Ripeto, se ci caliamo nella giusta mentalità sarà difficile per qualsiasi squadra batterci. Siamo una squadra costruita per vincere. Con calciatori esperti come Corona, Ignoffo, Chiavaro, Bucolo, Cocuzza, Maiorano, Quintoni che potrebbero giocare tranquillamente in categorie superiori e i giovani di valore che abbiamo, dovremo essere bravi a imporre subito il nostro gioco. Contro la Cavese dobbiamo cambiare atteggiamento".
PIANETA MESSINA 

domenica 11 novembre 2012

MESSINA "RAMBO"

La gioia dell'honduregno Leon dopo il gol decisivo su calcio di punizione
Ci pensa lui, il "gioiellone", a regalare tre punti di platino con una perla alla sua maniera. Alla Leon, appunto. E il Messina brinda , cancellando un primo tempo inguardabile con una ripresa da sette e mezzo. Vittoria meritata, dunque, al termine di una gara dai due volti. Per annotare il primo tiro in porta bisogna aspettare 21 minuti. Bordata di Corona dalla distanza, è bravo Andreoli a mettere una pezza. Passano tre minuti e ancora il capitano ci prova in area, ma la difesa ospite spazza con affanno. Messina che cerca di scardinare la difesa calabrese, ma l'azione dei peloritani appare involuta, con troppi tocchettini inutili e poca profondità. E il Sambiase fa un figurone, con una difesa attenta e buone ripartenze, come al 30', quando Russo ci prova dal limite. Primo tempo da dimenticare, dunque, con un Messina volenteroso, ma a tratti nervoso e pasticcione. Ripresa con i fuochi d'artificio nei primi tre minuti. Sambiase che graffia due volte, prima con Russo che in area si fa respingere il destro velenoso da Ignoffo, poi con Aguglia che cicca in area, a due passi da Cuda. 
Quintoni, spina nel fianco sulla corsia sinistra, autore di traversoni invitanti nell'area calabrese (Foto F. Pernice) 
Il terzo squillo è del Messina che finalmente si sveglia. E' Re Giorgio che s'incunea come un'anguilla in area, fa fuori due difensori e spara un destro a giro che però trova i guantoni di Andreoli. La gara si accende, merito del Messina che appare più cattivo e soprattutto più pratico sotto porta. Così le occasioni fioccano, merito di Parachì, una spina nel fianco destro. E' il giovane esterno d'attacco a costringere due volte, nello spazio di cinque minuti, il portiere Andreoli a rimediare in tuffo. Nel frattempo Catalano getta nella mischia l'honduregno Leon che rileva Quintoni. La mossa produce i primi effetti, con una serie di deliziosi assist di Rambo per i compagni d'attacco. Prima su Parachì, poi su Croce, subentrato nel frattempo a Corona. E l'honduregno, che svaria sulla sinistra, ci prova anche su punizione al 66'. Tito tagliente che però non sorprende Andreoli.
Folata di Parachì,  vero incubo per la difesa del Sambiase (Foto Fabrizio Pernice)
Il Messina punge ancora, con l'inarrestabile Parachì (migliore in campo) che spara un gran destro che quasi graffia il palo alla destra di Andreoli. Ma il bello deve ancora venire. Minuto 73, Parachì vien steso al limite dell'area. Calcio di punizione che viene trasformato in oro con un destro magico di Leon che fa secco il portiere del Sambiase. Esplode la gioia nella Sud, mentre in campo è un vero "assalto" a Leon da parte dei compagni dopo la perla che sbloccato la partita. Il Sambiase accusa il colpo e il Messina potrebbe raddoppiare con Croce che s'infila in area sferrando un bel destro disinnescato dal portiere ospite.
PIANETA MESSINA
Leon sta per calciare la punizione che ha regalato i tre punti al Messina (Foto Fabrizio Pernice)
I compagni di squadra festeggiano Leon dopo il gol partita  (Foto F. Pernice)

sabato 10 novembre 2012

"TABU' DA SFATARE"

Il tecnico Catalano durante la conferenza stampa di oggi (Foto Fabrizio Pernice)
L'atteggiamento, soprattutto quello. E' il tasto che Catalano ha pigiato di più oggi nell'incontro con i giornalisti al "S. Filippo". E il tecnico del Messina ha spiegato cosa vuole dalla sua squadra, soprattutto in trasferta. "Il nostro atteggiamento deve essere quello di imporre il nostro gioco. Contro la Gelbison, nei primi venti minuti, abbiamo costruito ma senza tirare in porta. E questo non mi è piaciuto".
Ora, però, bisogna pensare al Sambiase, una brutta bestia per il Messina negli ultimi due campionati. Ma Catalano non si scompone. "Vuol dire che dovremo sfatare questo tabù. Domani abbiamo un solo risultato. Dovremo fare fin dall'inizio la partita".
- Il tecnico del Sambiase ha detto che non verranno a fare le barricate
"Sicuramente verranno a giocarsi la partita. Ma tutto dipende da noi. Dovremo dare grande intensità. Il Sambiase è una buona squadra, ma toccherà a noi fare la partita con tutto il rispetto per i nostri avversari".
Il primo gol della Gelbison subìto domenica scorsa (Photocolor)
- Terzi, a due punti dalla vetta. Il morale com'è?
"Vogliamo subito cancellare la sconfitta di domenica scorsa. Noi non abbiamo mai smesso di pensare che possiamo vincere il campionato, ma la squadra deve crescere e dare di più. Questo lo sappiamo".
- L'infermieria si è svuotata. Ora ha l'imbarazzo della scelta.
"Sì, ho recuperato Chiavaro, Leon, Maiorano, Quintoni. Ma non chiedetemi la formazione. Ho convocato anche il portiere Lagomarsini".
- Qualcuno dice che la squadra soffra un po' la pressione della piazza, l'obbligo di vincere ad ogni costo. Cosa c'è di vero?
"Lavoriamo in una piazza importante, questo è vero. Noi siamo consapevoli della nostra forza, ma a volte, inconsciamente, questa pressione può condizionare i miei ragazzi. Le critiche le accettiamo, per carità, ma l'obbligo di vincere sempre può giocare un brutto scherzo a qualche giocatore meno esperto. Comunque noi siamo lì, nei quartieri alti. Ora ci saranno diversi scontri diretti e la classifica può cambiare nel giro di poche settimane".
                MANCINI: "CE LA GIOCHEREMO"
Mancini, allenatore del Sambiase
E l'allenatore del Sambiase, contattato da Pianeta Messina, fa subito sapere come scenderà in campo la sua squadra. "Pensare di affrontare il Messina - spiega subito Mancini - solo difendendosi sarebbe un controsenso. Conosciamo la forza dei nostri avversari, però la partita ce la giocheremo. Con le dovute attenzioni, ma ce la giocheremo".
- In trasferta il vostro tallone d'Achille, Messina che invece in casa è micidiale. Allora?
"Guardi, ho imparato che nel calcio ogni partita fa storia a sè. Noi dobbiamo salvarci e ci servono punti in ogni gara che disputiamo. Se pensiamo troppo che il Messina, com'è in realtà, è più forte di noi, abbiamo già perso".
PIANETA MESSINA


I tifosi del Messina domenica scorsa al "Morra" di Vallo della Lucania (Photocolor)


giovedì 8 novembre 2012

PALLA AI 5 "TIMONIERI"

Gaetano Catalano, allenatore del Messina, scruta lontano (Ishy foto)
Cinque squadre nel salotto buono e cinque allenatori che raccontano a Pianeta Messina come si sta lassù dopo le prime dieci giornate di campionato. Un mini tour tra i "timonieri" delle prime cinque squadre in classifica, racchiuse nello spazio di appena 4 punti. Da Gagliardi, che con il suo Cosenza guida per ora il campionato, al torrese Amura, che chiude il quintetto con i 18 punti del Savoia. 
E tastando il polso dei cinque allenatori, c'è la sensazione che qualcuno continui a giocare a nascondino. Forse per scaramanzia o altro, sta di fatto che nessuno dice di sentirsi la più forte del campionato. Semmai conviene edulcorare le doti delle rivali, piuttosto che mostrare i muscoli. Però, facendo un'equazione con le parole di Catalano, Erra, Rando, Gagliardi e Amura, sbuca un dato. Messina, Cosenza e Savoia sono le prime indiziate alla promozione, ma attenti a Città di Messina e Gelbison, pronti a rompere le scatole alle tre favorite della compagnia. "Anche se siamo primi in classifica - racconta Gianluca Gagliardi, tecnico del Cosenza - è ancora presto per azzardare pronostici. E' troppo facile dire che Messina e Cosenza sono le favorite per la promozione - aggiunge Gagliardi - vediamo come si arriverà al giro di boa. E' un campionato livellato verso l'alto, alla fine conterà anche la forza economica di ogni società".
Gianluca Gagliardi, tecnico del  Cosenza
- L'ha sorpresa di più la Gelbison o il Città di Messina?
"Un po' di più la Gelbison, che però è una realtà di questo campionato. Con il Città di Messina abbiamo perso una partita pazzesca. E' una squadra che darà filo da torcere a parecchie squadre. Poi credo ancora in un rientro nel gruppo da parte dell'Agropoli e non trascurerei il Comprensorio Montalto".
Fin qui l'allenatore del Cosenza. Un  punticino più sotto c'è la Gelbison, che domenica scorsa ha regolato al "Morra" il Messina. Eppure il tecnico Alessandro Erra, non cambia la propria idea. "Per me il Messina resta, insieme al Cosenza, la candidata al salto di categoria. Un gradino più sotto metto il Savoia".
Alessandro Erra, allenatore della Gelbison
- E la sua Gelbison? Continua a volare basso?
"Il nostro obiettivo è un altro. Comunque ci piace stare in alto, per carità, ma non abbiamo un organico che possa reggere alla distanza questa posizione. Già domenica, a Cosenza, avremo delle defezioni importanti e mi sarebbe piaciuto giocare questa partita alla pari".
- Il Messina l'ha deluso domenica?
"Non voglio entrare in casa di altri, ma mi aspettavo uno spirito diverso. Il Messina ha delle grosse individualità, ma in questo campionato non bastano per vincere le partite".
E l'allenatore del Messina, contattato per analizzare questo primo step di campionato, parte proprio dalla Gelbison. "E' una squadra - taglia corto Catalano - che secondo me resterà nelle zone alte della classifica fino al termine del campionato. Per me non è più una sorpresa, sarà una delle nostre antagoniste".
- Ma chi è la vostra rivale numero uno?
"Per me è il Cosenza. Lo dice la classifica. Se è primo significa che merita questa posizione. E' una squadra temibile che già la scorsa stagione ha fatto un campionato importante".
- Due punti dalla vetta. Un bilancio dopo queste prime dieci fatiche?
"Sono sincero, ci aspettavamo qualche punto in più, ma è un campionato livellato verso l'alto. Credo che questa incertezza durerà parecchio tempo. Vincere sempre non è facile, soprattutto in trasferta. Se abbiamo questi punti significa che li meritiamo. Tutte le squadre nuove come la nostra, anche se con buoni mezzi, all'inizio fanno un po' fatica. L'Agropoli è un esempio in questo senso".
Pasquale Rando, tecnico del Città di Messina
Scendiamo di un gradino e dall'allenatore del Città di Messina, Pasquale Rando, ci facciamo raccontare come si sta lassù, nel gruppetto delle grandi. "Eravamo convinti di essere competitivi, ma non sapevamo quale sarebbe stato l'impatto con un campionato nuovo. Devo dire che non ci sentiamo degli intrusi".
- Ci dica, allora, chi può vincere questo campionato.
"Metto davanti a tutti Cosenza e Messina. Poi il Savoia. Sono tre squadre che hanno un misto di under e over di spessore".
- E la sua squadra?
"Ai miei ragazzi non posso rimproverare nulla. Abbiamo una classifica ottima, ma so che dobbiamo migliorare nella gestione della gara. Segniamo tanto, ma subiamo anche troppi gol. E quest'ultimo è un limite che dobbiamo superare".
- Chi manca all'appello finora?
"Credo il Paternò e l'Agropoli, mentre la Gelbison per me non è più una sorpresa".
Salvatore Amura, allenatore del Savoia
Il Savoia chiude il quintetto con i suoi 18 punti e l'allenatore Salvatore Amura (ex Milazzo, quando Catalano era il vice) ci tiene subito a dire che la sua   squadra è in credito con la jella. "Solo pensando alle due gare contro Sambiase e Pro Cavese ci mancano tre punti. La nostra classifica non è veritiera, ma contiamo di rifarci presto perchè la squadra sta bene".
- Ma voi su chi fate la corsa?
"Una favorita non ce l'ho. Le prime cinque sicuramente lotteranno fino a maggio, sempre che non ci siano problemi societari. Noi aspettiamo dicembre, vediamo come siamo messi in classifica. Se servirà, ci rinforzeremo".
- Ma in cuor suo, Amura, chi teme di più?
"Sinceramente Messina e Cosenza. Non  sottovaluterei, però, la Gelbison. Ha un allenatore che conosce da anni questo campionato e fa giocare bene le sue squadre".
PIANETA MESSINA